Vecchia fine nuovo inizio
Martedì 26 dicembre, come da tradizione, Marco ed io siamo
andato a correre la 20esima edizione della StraMoncucco, gara podistica sulla
distanza di 12,5 km che si tiene a Moncucco di Vernate nella prima occasione
utile tra Natale e Capodanno (una domenica, o il giorno di Santo Stefano). Terreno
piatto che più piatto non si può, con i due cavalcavia sopra l’autostrada a
fare da Gran Premio della Montagna: il primo mitigato dal fatto che in cima c’è
il ristoro, il secondo un autentico Golgota che sbuca all'improvviso dal nebbione al nono chilometro.
Vecchia fine e nuovo inizio: non ho mai deciso se la StraMoncucco
rappresenta la fine delle fatiche di un anno sportivo o l’inizio di quelle dell’anno
successivo. Ma poco importa perché non fa nessuna differenza: come ha detto un ex
collega di lavoro che ho trovato al ristoro del sesto chilometro “l’importante è avere ancora voglia di
esserci”.
*** ***
Quest’anno mi sono trovato sui campi di gara per 46 volte.
Togliendo le occasioni nelle quali ho vestito i panni del tracciatore e\o
posatore e\o organizzatore e non del concorrente (quindi le tre Milano nei
Parchi, una tappa al Trofeo Lombardia e due tappe al BeGreen) fa 40. E 28 di
queste 40 sono stato anche speaker. Sarà questo il motivo (uno dei motivi) per
il quale l’anno 2017 mi è sembrato lunghissimo e faticosissimo come se avessi
fatto 80 gare?
Non sono andato forte molte volte, anzi… Dal punto di vista
agonistico il risultato migliore è arrivato alla “50 lanterne” nella
finale di Coppa Italia al quartiere Navile di Bologna, che però ha avuto un
percorso Elite maschile davvero tanto lineare e che non poteva fare molta
differenza tra il primo e l’ultimo. Sono rimasto piacevolmente sorpreso del mio
risultato alla “50 lanterne” Coppa Italia disputata nel nebbione a Ceci dove
con una gara pulita e con un solo minuto di errore ho raccolto gli scalpi di
qualcuno che è andato assai più veloce di me ma si è evidentemente perso in
qualche vallone. Ovviamente sono assai più che soddisfatto del Campionato
Italiano individuale alla Foresta del Cansiglio: non potendo puntare a finire
sotto le tre ore di gara, ho gareggiato in modalità “survivor” andando a
cercare tutte le tracce del bosco a costo di fare ogni volta il “giro del fullo”,
laddove spesso con la parola “traccia” si intende una linea continua e pulita
tra gli alberi che non corrisponde necessariamente ad un sentiero nemmeno
appena accennato sul terreno.
E ancora, perché la parte alta della carta di Sabbionare è
davvero fantastica, il Campionato Italiano a media distanza. Infine il mio
ritorno alla O-Marathon nella categoria over-35, gareggiando per 5 ore fianco a
fianco con Attilio: non avrei proprio sperato di riuscire a finire di nuovo la
Maratona degli Altipiani. Ho già detto della “50 lanterne” 3 giorni del
Primiero? Eh… ok… sono stato nel bosco ogni volta per quasi tre ore (Passo
Rolle e San Martino di Castrozza) o un’ora e mezza (Val Venegia), ma sono state
delle ore e delle energie veramente ben spese! Ed i posti, ragazzi… che posti
da favola! Il cielo del Primiero senza una nuvola vale da solo il prezzo del
biglietto.
Sul lato di Wile E. Coyote, il 2017 va in archivio con le
prestazioni atleticamente incolori al MOC, nonostante Agropoli, Paestum e la
Reggia di Caserta siano stati scenari davvero fantastici per una gara di
orienteering e sono stato orgoglioso di essere io lo speaker; va in archivio con
la fatica ed anche con qualche cancello aperto\chiuso dei tracciati di Gradisca
ed Urbino alla 3 giorni delle Marche, ma vale quanto detto prima: come scenari
per una gara di orienteering in centro storico l’Italia non ha eguali al mondo
e non venitemi a parlare di Egitto e Piramidi, di grande muraglia cinese o di
grattacieli della Canary Wharf. Così come non hanno eguali al mondo le salite
che ha piazzato Mario “me la pagherai” Ruggiero nel finale della gara di Coppa
Italia di San Primo…
A questo punto facciamo tutti finta che l’ultima foto non mi
ritragga praticamente svenuto all’arrivo della gara di San Primo (ho anche la
foto di Dario P., la posizione è la stessa…): diciamo solo che stavo dormendo. Ora
è tempo di dormire e ricaricare un po’ le batterie. Me ne vado per un po’ in
letargo come l’orso Yoghi, ma c’è voglia di continuare: “l’importante è avere ancora voglia di esserci”. Tanto l’anno
prossimo, con tutta la pubblicità che ho fatto alla “50 lanterne” (ci sarà
persino Dario P.!!!) arriveranno iscritti da tutto il mondo: per andare a
racimolare un secondo posto, dovrò veramente chiedere l’introduzione della categoria
“impiegati panzottelli e cinquantenni che si iscrivono ancora in M21”. D’altra
parte, finché non sarò presidente della IOF, dovrò barcamenarmi con le
categorie che ci sono adesso e resterò in balìa dei Pedrotti qualsiasi. Ci
ritroveremo nei boschi tra qualche settimana: io sarò quello vestito da puffo.
E quando intendo “da puffo”, parlo anche delle scarpe: sono
arrivate le scarpette nuove in tinta con tutto il resto! Chi ha detto che “orienteering
is not a fashion event”? Ah si… l’avevo detto io tanti anni fa. Tendo a
ripetermi. Forse sto davvero diventando vecchio.
See you soon!
8 Comments:
che scassaminc*** questo Dario P.
propongo di radiarlo dalla FISO
no, no, niente radiazione. Solo una condanna a scrivere ancora tanti pezzi del blog ed almeno una trilogia di libri a tema orientistico!
Marco, hai detto M21? :-)
Concordo.
Questo "concordo" è assai parlante, Mario.
Benvenuto in Elite! Era ora che tu tornassi a sfidarmi dopo la scoppola che ti rifilai nell'unica gara della tua carriera di HB :-)
Tu e quell'altro se non la smettete di apostrofarmi come il solito perfido sadico vi faccio oscurare il blog :-).
Cmq ti aspetto il 13 gen a Montevecchia, non provare a mancare!!
Ops...20 gennaio... se arrivi il 13 non trovi nessuno... ;)
Allora diciamo che io vado il 13 e ho tempo fino al 20 per finire :-)
Post a Comment
<< Home