Tutti i miei orrori a Moncalvo
Questo pezzo, che in un impeto compulsivo esce a soli tre giorni dal precedente dedicato alle mie recenti gare Middle, avrebbe dovuto intitolarsi “Tutti
gli orrori del Mon…calvo”: un simpatico (???) calembour che, tuttavia, avrebbe
potuto dare l’impressione di una critica verso la gara di Moncalvo. Si sa che
ultimamente la maggior parte delle persone legge solo i titoli dei giornali, e
che i titoli vengono fatti per lo più da titolisti sottopagati, o da strapagati specialisti
nel creare la frase acchiappa-click che però talvolta non si avvicina nemmeno
al contenuto dell’articolo. Quindi, per evitare di dare adito a qualsiasi
congettura, dico subito che il titolo fa riferimento esclusivamente alla mia gara disputata ieri a Moncalvo (Asti) ed ai miei
errori, anzi alle mie due tappe bi-sprint ed agli orrori che vi ho disseminato.
Cominciamo però dalla tabella riepilogativa:
PESO
|
DIMINUITO MA NON ABBASTANZA
|
STATO DI ALLENAMENTO
|
HO CORSO PER NON PERDERE IL TRAM
|
SALUTE
|
ANSIA
|
RUOLO
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CONCORRENTE IMPIEGATO
PANZOTTELLO
|
CATEGORIA
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PERCORSO NERO
|
STATO D’ANIMA PRE GARA
|
PERPLESSO
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SONO PASSATO
|
PER MATTO
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IL TEMPO
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PIU’ BELLO DI COSI’
|
LA GARA MI HA REGALATO
|
LIVIDI IN POSTI IMPENSABILI
|
I FAN SONO RIMASTI
|
SPAVENTATI
|
Innanzitutto va detto che la gara era una prima assoluta: carta
realizzata e raccomandata da Remo Madella, organizzazione by OriNichelino che insieme
all’OriCuneo sta rinfrescando a prezzo di tanti sforzi le presenze piemontesi
alle gare di orienteering. Un impegno che, quindi, cerchiamo di ripagare
andando a gareggiare in questa gara di 1° livello con i percorsi suddivisi per
colori, da bianco a nero, per livello di difficoltà e lunghezza. Al ritrovo,
avendo poco sopra menzionato l'azione di "refresh" dei quadri orientistici locali, devo ammettere che anche lo “speaker del popolo” si arrende all’evidenza:
riconosco infatti Miniotti, lì ci sono Luigino e Carla, vedo laggiù Faetanini e
Carbone, vicino a me ha parcheggiato il prof. Zamperin, là c'è un altro gruppetto
di storici orientisti torinesi, ma il 90% delle presenze (costituite, cosa
ancora più interessante, per lo più da tanti giovani!) mi è del tutto
sconosciuta. Sembra quasi di andare a correre all’estero, eppure ho fatto solo
90 minuti di macchina e sono nella regione vicina… Sulla piazza principale di
Moncalvo convergono quindi gli orientisti, i viandanti interessati alla Fiera
del tartufo, una decina di appassionati in auto d’epoca che “sgaseranno” spesso
e volentieri nei pressi della partenza e dell’arrivo. A
proposito: parecchie di quei modelli di auto esposti in piazza me li ricordo da
quando ero bambino… vuol dire che anche io ormai sono d’epoca?!?!?!?!? (/mode
“tristezza inside” on).
(foto by Dario Bertolini)
E via che si parte per la prima tappa: mi
aspetto pendenze importanti in salita ed in discesa ma sono accompagnato dal
ricordo della mia bella sprint a Martina Franca e sono fiducioso. Il primo
punto, in effetti, è ancora nella piazza Carlo Alberto dove è sita la partenza, ma poi ci si butta subito per le stradine
del paese in discesa. Purtroppo ho un primo calo di concentrazione per andare alla
4 (un errore da autentico principiante): confondo infatti il cerchietto del punto 4 con il 14, perdo subito un minuto buono e con
esso tutta la mia fiducia in me stesso, mentre vedo sfrecciarmi accanto il primo dei
ragazzini in tuta OriCuneo in gara sul mio stesso percorso.
Le tratte 5-6 e 6-7 sono un po’ il leitmotiv
della mia intera giornata a Moncalvo: faccio una strada per andare al punto, e poi
ritorno sui miei passi per andare a quello successivo. Fino alla 9 riesco a
restare a tiro delle giovani tute dell’OriCuneo, ma l’elastico si allunga nelle
tratte 10-11-12. Il passaggio nell’area grezza verso la 12 mi costa il primo ruzzolone di
giornata ed i conseguenti lividi… Dalla 12 alla 13 ci sono due scelte: riguadagnare curve di livello in
salita verso est o fare il giro attorno al recinto non attraversabile verso
sud. Io mi invento la terza: tagliare attraverso il verde “a vegetazione bassa”
per guadagnare qualche metro: purtroppo nessuno mi ha ancora insegnato il
trucco per galleggiare sui rovi! Il mio tentativo si risolve in una perdita di
tempo (per attraversare quel centimetro di verde impiego una eternità), di
energie (spese per scavalcare alcuni rami di rovo spessi un pollice) e di
pelle, lasciata appesa ai suddetti rovi. L’ultimo orrore di tappa alla 14: se
all'andata avevo confuso il numero 4 con il 14, andando al punto sbagliato, al ritorno
riesco a confondere il 14 con il 4…
Passa un’ora e mezza tra la prima e la seconda
partenza. Quando riprendo il via cerco di essere concentrato, incisivo, e mi
riprometto di andare a recuperare qualche posizione nella classifica fatta a
somma dei tempi, cercando di tenere dietro il più possibile il ragazzino
dell’OriCuneo che parte sempre dietro di me! Faccio un po’ di fatica ad identificare in mappa il punto 1, che
sta “dietro” al cerchietto del punto 11 (ma questa possibilità era ben spiegata
nel comunicato gara), ma finché si tratta di andare in discesa tutto va bene.
Alla 2 non vedo ancora nessuno dietro di me, il ragazzino è ancora lontano, ma per andare alla 3 succede una
di quelle cose che riescono a mandarmi totalmente in bambola…
[NdA:
nella prossima parte del pezzo descriverò una situazione che si è verificata ieri: non lo
faccio per dare una connotazione specifica sulla gara di Moncalvo (se volete un commento finale sulla gara, vi
rimando direttamente all’ultima frase che ho scritto in questo pezzo), ma
per illustrare una situazione generica che purtroppo capita ogni tanto agli orientisti nelle
gare in centro storico: mi piacerebbe sapere come le gestite voi...] All’ingresso dell’area grezza poso ad ovest del punto 2, che vorrei
attraversare per “salire di un livello”, trovo due persone che mi apostrofano
pesantemente al grido di “dove credi di andare? Questa è un’area privata!” “Qui
ci abito io e tu non ci puoi passare!” fino al classico refrain “adesso chiamo i
carabinieri!” (nella mia testa risuona da sempre il celeberrimo “Mì mòlo i
caniiiii!!!!!” sentito a Roncegno – Valsugana). Messo di fronte a queste
situazioni, che purtroppo mi sono capitate più volte in tutti questi anni,
considero sempre i seguenti fattori:
- Quel che dicono i due tizi (anche se un po’ di garbo non avrebbe guastato, comunque…) potrebbe avere senso: è vero che siamo nel paese del “e qui comando io \ e questa è casa mia \ ogni dì voglio sapere \ chi viene e chi va”, ma è anche vero che potrebbero esserci dei lavori in corso, dei pericoli, dei bambini, cani liberi, qualunque cosa... potrebbe essere passato prima di me un concorrente che ha effettivamente creato un disturbo, i proprietari potrebbero essere ritenuti responsabili di qualunque cosa succeda in un loro terreno privata (ogni riferimento ai Campionati Italiani sprint a Lavarone di qualche anno fa è puramente voluto);
- Io non sto gareggiando per un titolo italiano, o per qualcosa di irrinunciabile: sono sempre in gara per gli ultimi posti e questa è una gara promozionale, quindi posso decidere di ingoiare il mio malumore ed evitare (a me e a chiunque altro) di passare un guaio;
- Se anche io decidessi di fregarmene e passare attraverso quell'area, dietro di me arriveranno altri concorrenti tra cui ragazzini e ragazzine. Che ne so io di quello che potrebbe succedere a quelli dietro?
- Immagino che l’OriNichelino a Moncalvo vorrà tornarci, prima o poi: se questi tizi del terreno vanno dal sindaco a lamentarsi, questo potrebbe rimanere l’unico feedback (o quello più vivido) che arriva all’amministrazione comunale… poi col cavolo che danno ancora il permesso di correre a Moncalvo!
Mi posso trovare parzialmente d’accordo con
chi gareggiava a Moncalvo (o altrove) per la vittoria e, dopo la gara, mi ha dato sull'accaduto un parere del tipo “se mi dovessi fermare a dare retta a tutti
gli abitanti del posto…”. Resto molto più perplesso di fronte a chi, sempre a Moncalvo, ha
avuto un approccio del tipo “se la carta mi dice che posso passare, io
passo perché ha ragione la carta! E’ la carta che conta!”: credo che questo
assunto possa cozzare contro qualche codicillo della legge… ma poca roba eh?
Alla fine di tutto, comunque, cerco di
spiegare la situazione (invano), di rabbonire i due tizi (invano) e proseguo
verso nord-ovest un po’ sballato e un po’ deconcentrato. Per “salire di
livello” fino al punto 3 utilizzo ancora una volta l’area dove era il punto 12 della
prima manche (ma evitando di ripassare tra i rovi!). Poi, una volta arrivato al punto
4, il resto della manche vola via con delle tratte davvero interessanti sotto le mura e la torre panoramica, e con i continui passaggi nella zona
della chiesa, fino al traguardo.
(foto by Dario Bertolini)
A conclusione di questo racconto, non mi resta che
identificare il nome del ragazzino che mi ha sverniciato nella prima manche, e
che non ho neppure visto durante la seconda perché, piuttosto che affrontare i
due locali arrabbiati, ha girato i tacchi ed è risalito alla 3 ripassando dal
punto 1: si tratta di Edoardo Pellegrino Tecco (Oricuneo); nella classifica
finale è arrivato terzo con un secondo ed un terzo posto parziale. Gli voglio
dire solo una cosa: hai un gran talento, ragazzo mio, e dalle quattro
chiacchiere fatte dopo la gara mi sono accorto che sei anche estremamente
educato, sei spigliato e sei un ottimo sportivo. Quindi non posso che augurarti
ogni bene per il futuro della tua carriera sportiva, a te così come che agli ragazzi
e ragazze educati, spigliati e sportivi che ho incontrato a Moncalvo: il futuro
dell’orienteering piemontese è cominciato da qui, ed io l’ho visto succedere con
i miei occhi. Non potevo chiedere di meglio.
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