Mobile-O: buona la prima!
Era
da tanto tempo che volevo organizzare una cosa del genere, e finalmente anche
il Mobile-O è andato in porto: la prima gara di questo tipo nella storia
dell’Unione Lombarda Milano! Forse non è stato un successo organizzativo
paragonabile ai numeri della Milano nei Parchi, ma i sorrisi dei partecipanti
alla fine della gara testimoniano che l’esperienza è stata gradita, che tutti
sono andati via contenti (anche per non aver preso sulla testa l’uragano che si
sarebbe poi scatenato mentre chiudevo nel baule pali e teli) e che la cosa sarà
da ripetere, magari come manifestazione di contorno ad una gara ufficiale.
D’altra parte anche la MiPa, la Milano nei Parchi, era cominciata in una
giornata assurda e con pochi fedelissimi inarrestabili partecipanti… e a 15
anni di distanza siamo ancora qui a rifarla!
(a perenne ricordo della primissima MiPa - Parco di Trenno - 3 dicembre 2005)
Intanto,
per i meno attenti: cosa è il Mobile-O? E’ una competizione a coppie: i
componenti della squadra gareggiano restando in contatto tra loro via telefono
cellulare. A turno un componente della squadra, che dispone della mappa e che
rimane fermo in una zona di partenza delimitata, “guida” l’altro componente del
team (che può portare solo la bussola) alla ricerca dei punti di controllo, che
sono da punzonare nel corretto ordine, come in una classica gara di
orienteering. Al termine del primo giro, i ruoli di "guida" e
"corridore" si alternano su percorsi leggermente diversi. La
classifica viene stilata sulla base della somma dei tempi dei due giri.
(primo giro)
Noi
avevamo provato questa disciplina in Ungheria (e dove sennò?). Qui il Mobile-O
è una specie di religione con sponsor mega-galattici, con gare da centinaia di
iscritti che coinvolgono anche gente che si solito fa i mondiali di corsa
d’orientamento. La prima volta in assoluto, in un Mobile-O “boschivo” al
Thermenland Open, eravamo stati felici di aver trovato 1 (uno!) punto di
controllo, perché in un bosco come si può trovare il punto senza mappa,
appoggiandosi solo ai suggerimenti che arrivano via telefono da parte di chi
non ha idea di dove mi trovo? Sembra facile, ma non lo è per niente! Va bene
finché ci sono i sentieri da seguire, e non devono nemmeno essere troppi perché
altrimenti si perde il contatto con la distanza percorsa e ad un certo momento
non corrisponde più nulla… ma quando si tratta di entrare nel bosco per un paio
di centinaia di metri per trovare un avvallamento… faccio già fatica a trovarlo
potendo disporre io stesso della carta, grazie!
Le
due volte successive, all’Hungaria Kupa (Paradfurdo e Miskolc), in ambiente parco cittadino, era stato
tutto molto molto più divertente, appassionante, appagante e competitivo!
Bisogna sfruttare una certa affinità nella comunicazione, bisogna che la guida
sia in grado di dare fiducia al corridore, incitandolo nei momenti di
difficoltà, bisogna superare i momenti nei quali “gira a sinistra…” “fatto!”
“... entra nella piazzetta…” “fatto!” “... vai all’albero isolato e
punzona…” NON C’E’ NESSUN ALBERO!!!” (scena autenticamente vissuta a
Miskolc 2009) perché in quel momento ci si cava di impaccio solo se entrambi
collaborano e non ci si insulta a vicenda. E quei momenti di totale perdita di
rotta ARRIVANO SPESSO!
Sentito io con le mie orecchie commenti da parte delle guide del tipo "Vai dritto! Dritto ti ho detto!!! Ok perfetto, adesso fermati alla fine del sentiero... COME NON SEI SUL SENTIERO!?!?!... Dritto ti avevo detto! TORNA INDIETRO!..." e via discorrendo amabilmente.
Comunque non ci sono stati né divorzi né liti famigliari né rotture di amicizia su facebook...
E’
una modalità di gara molto divertente. Ovviamente, finché non ci prenderemo un po' la mano, i percorsi dovranno essere
quasi sprint e comunque “tutelati” in un parco nel quale c’è la possibilità di
rimettersi in sesto dopo una strambata, senza dover tornare alla partenza con le
pive nel sacco, altrimenti non è più divertente.
E
QUINDI NOI LO RIFAREMO ANCORA !
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