Perdendo colpi a Maniago
Sto perdendo colpi? Si, decisamente. E, presumibilmente, non da ieri. Ma i segnali ci sono tutti. Alcuni indizi: è domenica, Roberto Dallavalle taglia il traguardo in testa alla gara middle, nella mia mente si sovrappone l'immagine di Beppe Bezzi e Laura Incerti sul prato di Schia e me ne esco con un "Dallavalle... GS Monte Giner" che fa rabbrividire Fabrizio Boneccher. Segue discussione surreale tra Fabrizio e me, dove lui mi dice "Gronlait!", io penso di aver detto "Grònlait" e che lui mi stia correggendo l'accento (va sulla "o" o sulla "a"?) e buonanotte ai suonatori.
Sto perdendo colpi.
Per tutta la cronaca sprint di
sabato a Maniago menziono nomi a caso, tempi a caso, sommo secondi, sottraggo
secondi, gestisco a fatica la postazione microfonica. Il risultato è che, al di
fuori delle prime 3 posizioni in classifica, tutto il narrato rimane appeso ad
un racconto raffazzonato, una serie di boh e mah, una roba da sperare che tutti
siano concentrati sugli arrivi e nessuno mi stia ascoltando. I miei capelli si
rifiutano di stare sopra la mia testa e cercano di trovare un’altra
collocazione.
Sto perdendo colpi.
Premiazioni... tante categorie...
"al terzo posto del campionato italiano, è medaglia d'argento ma prende il
premio del terzo, del quarto, del chissàchi...". Basta guardare la foto
scattata da Davide De Nardis, e lo stato dei miei capelli. Io mi stavo
sicuramente mettendo le mani nei capelli, come tanti altri (si può ancora dire
"mettersi le mani nei capelli" senza il rischio di fare body shaming
nei confronti di chi non li ha più???).
Forse ho speso troppo affrontando, alla mia veneranda età, i percorsi della tre giorni di gare? Forse si. Cominciamo da venerdì sera. SOM Cup alle Peschiere di Maniago. Tra le varie cose che non mi piacciono delle gare di orienteering (la salita, la discesa, la pianura, i punti in costa, i punti nascosti, i rovi, i pratoni, le tratte noiose, le tratte troppo difficili... ho dimenticato qualcosa?) ai primi tre posti della mia classifica del "non sono capace, cosa lo faccio a fare???" ci sono: le notturne, le gare a sequenza libera, le partenze in massa. La SOM Cup è una notturna a sequenza libera con partenza in massa. Evvai!!! Ma io faccio il percorso nero perché mi vergognerei se qualche bambino iscritto al percorso Bianco mi battesse. Ho fatto del mio meglio finché ho potuto, ovvero finché nell'andare al punto boh??? al bordo di una palude sono inciampato, in un volo a planare dentro la peggiore rumenta di Maniago (semi-cit.). Quando ne sono uscito, la mia cartina era diventata quella di Mani-entos ovvero "una mappa con il sorriso intorno".
Risultato finale: PM ovvero
Presuntoso Minchione. Quando imparerò mai?
Sabato si corre la sprint di
Maniago. Bellissimo percorso! La mia testa comincia a lavorare (e a sbagliare
strada) già alla 1, ma non posso permettermi di staccare il cervello fino alla
21. Ogni tratta è una scoperta, ad ogni punto cerco la strada migliore tra la
prima opzione che mi viene in mente, la seconda che riesco ad identificare, e
spesso poi mi accorgo o opto per la terza opzione che è spesso quella meno
banale e più redditizia. Ma che mal di testa! Maurizio Todeschini mi manda
ufficialmente knock out lungo la tratta per andare alla 16 (90 gradi di errore
non sono mica uno scherzo), ma avendo provato il percorso posso permettermi di
dire all'inizio della cronaca (nel disinteresse più totale di chiunque) che la
gara avrebbe dato filo da torcere a tutti, e che per venire a capo del percorso
non si sarebbe potuto sottovalutare alcuna tratta del percorso.
Una bella prova di tracciatura da parte di Maurizio, ma che fosse capace di questo i lombardi lo sapevano già dai tempi della bi-sprint di Angera.
Domenica per gli orientisti è il
giorno del Campionato Italiano a Media Distanza. Per me però la gara si svolge
al sabato mattina, a caccia di paletti gialli e fettucce bianche. Il Bosco di
Valeriano mi era stato descritto come "da uscirne con le stìmmate".
Sarà... ma, come segnalatomi da un paio di atlete che si sono ritrovate
avviluppate dalla vegetazione, loro hanno trovato i rovi solo perché se li sono
andati a cercare, proprio come aveva detto lo speaker.
Già, perché il povero fortunato
speaker vuole SEMPRE andare a vedere come il percorso si sviluppa nel bosco,
come è stato progettato, quali insidie presenta. Lo speaker vuole provare il
percorso anche solo per ebbrezza di attraversare il fiume proprio nel punto
dove l'acqua è alta e mi arriva all'altezza del birignao, vuole provare a
correre sulle traversine del treno fantasticando sul fatto che potrebbe
trovarsi in una situazione Wile.E.Coyote e vedersi sbucare in faccia la
locomotiva con comignolo fumante (tranquillizzo i miei due lettori che non si
chiamano Dario: la ferrovia era palesemente segnalata come dismessa da molti
anni).
Voto alla gara: mega alto + lode,
con bonus track(s) alla 8, 9 e 10. Alla 8 identifico la depressione giusta,
entro in velocità per cercare di tenere l'abbrivio anche per l'uscita, e non
trovo il paletto. Guardo attorno a me e vedo paletto e 20 centimetri di
fettuccia bianca a bordo depressione, in alto. L'ottimo tracciatore Nicolò Liva
verrà convinto (mica da me, ma dalla descrizione punto) che il punto esatto di
posa era il fondo della depressione e non il bordo esterno. Se avevate sul
percorso il punto 95 (ma a questo punto eravate sui percorsi "a lunga
gittata") avete fatto 3 metri in più di dislivello per colpa mia!
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