“Se sarò ancora in piedi…” – parte 8 con il cervello appoggiato alla sella
Cronache di una stagione che adesso diventa straordinaria
Perché mi caccio
sempre in questo genere di guai? Ma cosa avevo in testa? Guardo il calendario
di Frate Indovino, poi guardo il calendario orientistico, poi li metto a
confronto: Carrara e Campo Cecina sono stati solo il bicchierino che precede
l’aperitivo che precede l’antipasto di una cena di livello matrimoniale. 26
appuntamenti orientistici in 46 giorni. 26 su 46. E occuparmi di orienteering non
è neppure il mio lavoro!
A Carrara dal mucchio “Probabilità”
pesco il cartellino che mi manda direttamente a Lavarone senza passare dal Via.
Sono in programma le finali della Coppa del Mondo di Mountain Bike
Orienteering. O MTB-O World Cup Finals che fa ancora più figo.
Le gare sono previste
per giovedì, venerdì e sabato, ma già lunedì pomeriggio con Ivan Gasperotti e
Bepi Simoni accendiamo le luci di “Casa Benevola” che fa da campo base per
tutta l’organizzazione. Sui tavoloni sono sparse decine di cartine di ogni
genere, numero, grado, scala e difficoltà, ed io decido di appropriarmene per
avere una idea delle difficoltà che incontreranno i\le partecipanti, il tutto
sotto lo sguardo perplesso, a metà tra il divertito ed il preoccupato, di Mr.
David Hlavac, dalla Cechia con furore, sindaco (pure lui) di non so quale villaggio
del suo paese.
FINALMENTE UN SENIOR
EVENT DIRECTOR UMANO!!!
Il programma prevede
di fare qualche ispezione (a piedi!) sui terreni di gara, di andare a vedere se
qualche furbetto sconfina dalle carte di allenamento per andare a pedalare in
zone embargate, e poi giovedì mattina di cominciare con la middle distance di
Lavarone. Mercoledì incrocio i cechi Bogar, Ludvik e Stransky (numeri 1 2 e 3
del mondo, fino a due giorni dopo) che pedalano ridendo su una salita la cui
pendenza è disegnata da un muratore bergamasco. Faccio appena in temo a
salutare (e loro rispondono) e dire loro di fare attenzione allo speaker delle
gare, che sono io, e loro sono già spariti in salita continuando a divertirsi.
Giovedì il dramma. Le
gare saranno trasmesse in diretta sulla IOF Television. Bene. Il mio commento live
andrà in diretta sulla IOF Television. Meno bene. Finché non sarà possibile
mostrare le immagini del terreno di gara sul GPS, spettatrici e spettatori
dovranno accontentarsi dell’immagine fissa sullo speaker. Male, molto male!
Ora io non so che cosa si sia capito della mia cronaca e delle gare, almeno delle prime due (middle e long) disputate con un meteo da Parigi – Roubaix molto ma molto più leggendaria. Credo che tutti sappiano come sono andate a finire le due gare individuali, con i due ori di Fabiano Bettega che per la prima volta nella mia carriera di speaker alla MTB-O mi fa esclamare al microfono “non c’è countdown!” quando sta per arrivare Krystof Bogar che rimane indietro di 5 soli secondi:
E per la prima volta nella mia vita mi sono ritrovato in
testa ad una Coppa del Mondo, aspettando Bogar che è arrivato esattamente
2’05’’ dopo di me, garantendomi la mia prima vittoria internazionale per 5’’.
Ricorderò per sempre la linea dello speaker Galletti "non c'è
countdown!": la terribile suspence prima, l'enorme gioia dopo. Mi sono
sentito onnipotente e ho lasciato uscire tutte le emozioni accumulate in questo
ultimo mese dedicato completamente a questa gara, senza contare tutta la
stagione passata e tutto quello che era successo in gara.
E poi la long distance:
Sullo sprint finale c'erano tre persone che mi facevano il
tifo, il mio super Fan Club ovviamente compresi i miei fratellini, il resto
dell’arena deserto. Mentre attraversavo la linea d’arrivo lo speaker Galletti
disse che ero in testa e ciò mi ha confuso, la mia testa non connetteva più e
facevo fatica ad elaborare la notizia. Sono stramazzato al suolo, non piegato
in due per mancanza di ossigeno come nella Middle ma perché stavo perdendo
conoscenza. Ho dovuto scaricare la sicard e poi Galletti voleva parlare mentre
io stavo combattendo sul confine tra la realtà e il mondo ultraterreno. Diceva
che ero primo a 11’ sul secondo, robe che non si sentivano dalle Coppe Italia
in M20, io non ci credevo. Ho chiesto al mio Fan Club dove fossero finiti tutti
gli altri perché insomma non capivo. Dicevano che si erano persi.
Ma su internet altre cose rimangono scritte, perché sempre su internet sono state dette:
“Sowohl die äusseren
Umstände wie Wind, Regen, Nebel (und gemäss Speaker auch Krokodilen)…” ovvero
“Condizioni meteo quali vento, pioggia, nebbia (e, secondo lo speaker, anche coccodrilli)”.
Il tutto preso dal sito ufficiale della Federazione Svizzera www.solv.ch – articolo di Thomas
Bossi – che parla anche di un live “äusserst spannend und lohnenswert”
(estremamente emozionante ed utile).
A questo punto non serve
che io stia a raccontare di come sono andate le premiazioni, di alcune
situazioni davvero kafkiane che gli organizzatori hanno dovuto gestire, dell’inno
nazionale danese cantato a cappella dalle ragazze danesi perché non avevamo
quello giusto (history repeating). Godiamoci le due medaglie d’oro, e questa di
seguito è la mia collezione di mappe e di foto.
Ah! Quasi dimenticavo. Dopo le gare della World Cup, mi sono spostato a Pian del Gac dove l’Orienteering Piné ha mandato in scena la Coppa Italia di MTB-O. Sono sceso in campo anche io questa volta! Sul percorso Esordienti, e sono finito per terra, ho imprecato contro la forza di gravità che in salita mi inchiodava e in discesa mi faceva diventare Oggetto Volante Non Identificato nel tempo di due nanosecondi. Continuo a non capire niente di come si va in bicicletta: perché hanno messo due levette per azionare i rapporti? Una che per andare più agili bisogna tirare, una che bisogna spingere… una a destra e una a sinistra… ed ogni volta sono andato in confusione!
Ma una cosa è certa:
mi sono divertito come un matto! Su un percorso creato appositamente per me,
ovvero “Esordiente + due lanterne lungo il tragitto”. Sennò Kilian Schuster Guidolin
avrebbe già messo in saccoccia il mio scalpo ( = mi avrebbe già battuto in
classifica). Solo che lui ha solo 10 anni.
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