Stegal67 Blog

Monday, March 18, 2024

Vergate a Vergiate

Dal vocabolario della Treccani, la parola "vergare" può assumere diversi significati: 1. Fustigare con una verga 2. Redigere per scritto. Io faccio tutte e due le cose. Domenica 17 marzo mi reco a Verg(i)ate a prendere botte da orbi da un bosco quasi impenetrabile nel quale la maggior parte delle (poche) aree bianche sono già verdine, e quelle verdine lo sono vieppiù. Poi penso bene di scrivere una nuova puntata del blog, dal momento che altrove c'è gente che gioca nel campionato di basket, poi corre l'Ultrabericus e infine vince le gare di orienteering a distanza di poche ore.

Io no.

Io sabato concludo l'esperienza invernale 2024 di Milano nei Parchi, da non confondere con "Parchi di Milano sott'acqua" di cui abbiamo dato ampia dimostrazione al Trofeo Lombardia di domenica 10 marzo a Porto di Mare, e poi domenica vado a cimentarmi io stesso nel bosco hard del varesotto, concupito dal fatto che potrò rimettere mano per la prima volta al microfono. Dato che non ho né molto tempo né molte energie a disposizione, evito i percorsi più lunghi e mi accomodo in una tranquilla categoria Azzurro insieme ai miei quasi coetanei.

Il play-by-play della mia gara a Cimbro di Vergiate non farà riscrivere le classifiche dei premi giornalistici, ma io sto diventando vecchio e c'è il rischio che tra qualche settimana riguarderò la cartina dicendomi "ma io sono andato davvero a fare questa gara? e come ci sono andato da qua a là?". A questo, anche a questo, serve il blog.

Partenza - 1: già lungo il sentiero che porta in partenza ho capito che è il caso di avventurarsi fuori dai sentieri solo a tre precise condizioni: 1. si è capaci di volare sopra ai rovi ed alle ramaglie basse continue 2. si è dotati di armatura pesante 3. si vogliono espiare tutti i peccati. Forte di questa convinzione, mi perdo la scelta da fare tenendo la destra ed il prato e mi convinco che fare tutto il giro dei sentieri a sinistra sia meglio. E poi c'è anche il termine del recinto che fa da punto di riferimento per guardare in su e vedere come andare al punto. Solo che quando guardo in su vedo solo rami e rovi e rami di rovi. E al termine del recinto ci sarei arrivato anche dall'altra parte. Poiché sono lento e grasso, mi fermo in salita ad ogni canaletta chiedendomi dove sto sbagliando. Poi salgo qualche altro passo e vedo il punto. Un po' più di fiducia, suvvia!!! Rivedibile

1-2: Quello di prima era "bosco bianco"? Bene, da qui alla 2 non ce n'è proprio, e quindi stiamo freschi. Cerco di raggiungere la traccia a nord ovest del punto, ma forse la supero senza nemmeno accorgermene: va bene che sono lento e grasso e quindi vado piano in salita, ma dopo un po' capisco che la traccia è già alle mie spalle. Vedo la palude e sbarco con fiducia su un sentiero appena più accentuato. Il piano prevede di seguirlo fino al punto in cui devierò a destra per andare a sbattere contro il punto. Ma pecco di superbia e lo manco. Dopo aver vagato in zona per una manciata di secondi, giro sui tacchi, vedo la buca ed il punto è lì che mi aspetta. Rivedibile al quadrato.

2-3: se riesco a beccare la traccia che porta giù dalla collina, diventa pure un punto facile. Certo, dovrei essere capace di... ecco la traccia! Da lì in poi è tutto facile fino al punto. Fortuna sfacciata.

3-4: la prima idea è quella di girare in senso antiorario, ma non capisco bene la differenza tra il verde privato ed il verde 2. Meglio tornare indietro per evitare di incorrere nelle ire degli indigeni. Giro largo sui sentieri per arrivare al punto da sopra. Solo che la zona a nord dell'angolo del recinto è puro disbosco di lavori forestali. La traccia non la vedo, la bussola mi dice che anziché a "ore 1" sto andando a "ore 11". Poi la riguardo e mi conferma che sto procedendo a "ore 11". Quando la guardo per la terza volta e sto ancora andando nella stessa direzione, mi insulto da solo, giro di 90 gradi ed affronto il verdone. Era un punto facile, l'ho trasformato in una cosa penosa. Rivedibile al cubo e quasi esordientizio.

4-5: se avessi le gambe, girerei i tacchi verso sud in salita per riprendere i sentieri. Ma non ho né le gambe né il trolley. Quindi scendo, poi risalgo, poi risalgo ancora, il tutto rigorosamente su sentiero (l'ultimo pezzo di bosco prima della 5 era verdino chiaro solo ai tempi del meteorite che ha estinto i dinosauri, poi la vegetazione ha preso il potere). Pusillanime e impreciso.

5-6: se non ci fosse quell'orrido vallone da scendere e risalire, sarebbe da andare verso sud-ovest e fare un solo boccone di tutto il sentiero. Tutto facile, quando mai mi hanno fatto paura 4 curve di livello? Ecco: ieri! Vado quindi a riprendere il sentiero lasciato poco prima e lo percorro tutto fino al bordo del pratone, autoconvincendomi della scelta che mi permette ad un certo punto di guardare verso la 7. Ma dal sentiero vedo solo rovi, rami e rami rovosi. Lento, pusillanime e 4 curve di livello non dovevano farmi paura.

6-7: dopo tutta quella "corsa", bisogna pur rifiatare, camminando dal secondo sentiero al punto. Vergognoso a vedersi

7-8: sentiero verso sud, sentiero verso nord-est e traccia verso sud-est. Poi viene il momento di lasciare anche la traccia ed entrare nella giungla del delta del Mekong. Un minimo di ravanamento in zona punto, dove la traccia di sentiero è diventata un tondo che ci chiude su se stessa. Sono preciso come un neofita alle prese con la carta di Archeton, ma almeno mi sono lasciato dietro le spalle la salita ed i rovi

8-9: da fare solo in bussola, il punto non si vede da lontano per via delle ramaglie basse, ma non è sbagliabile. Vai che i punti corti in discesa sono il mio pane! (se non avessi in terrore di inciampare e spatassarmi la faccia sul terreno). Impaurito e perplesso.

9-10: giù dritto fino al punto, senza farmi ingolosire dal sentierino che mi devierebbe verso la 11. Tanto c'è la forza di gravità che mi aiuta a superare i rovi. Vai che la "forza-peso" mi aiuta! Vedi che mangiare schifezze non è sempre un male? Orgoglioso e supponente.

10-11: girare a sinistra di 90 gradi, seguire il muretto, arrivare alla fine del muretto, non trovare la lanterna. Ma come?!? Ah già... l'avvallamento è a 5 metri dal termine del muretto: leggere la descrizione punto talvolta aiuterebbe. Novizio

11-12-13-arrivo: bisogna solo evitare le aree retinate per evitare di incorrere nelle ire dei proprietari e correre a più non posso. Solo che io non ne posso più e maledico il tracciatore che non ha voluto mettere l'arrivo all'altezza della prima strada tra la 11 e la 12. Atletismo a zero e troppa fatica. All'ultimo punto vedo che mancano 140 metri di imbuto di arrivo e mi convinco a contare fino a 70 doppi passi prima di tirare le cuoia. Taglio il traguardo a 68 e va bene così.

In classifica sono settimo, con UN solo intermedio in quinta posizione (tratta 9-10, unica fatta decentemente) e per il resto tre ottavi tempi, tre noni tempi, sei decimi tempi e un undicesimo tempo. Le classifiche in orienteering sono davvero una roba strana. Come tutti quei tagli e lividi che stazioneranno sulle mie gambe per un bel po' di giorni.

 

1 Comments:

At 1:54 PM, Blogger Dopolav-ori said...

"ma io sto diventando vecchio e c'è il rischio che tra qualche settimana riguarderò la cartina dicendomi "ma io sono andato davvero a fare questa gara? e come ci sono andato da qua a là?". A questo, anche a questo, serve il blog.": davvero serve anche ad altro????

 

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