Ho un po’ di confusione in testa quando cerco di descrivere le giornate che sto passando immerso in un mare di lanterne. Tento di separare le avventure tra loro e finisco con il ritrovarmi sempre con un microfono in mano e Roland Pin tra i piedi: sono a Castellir che aspetto l’assegnazione dei titoli individuali, e vedo Roland che scende dalla pista da sci verso l’ultimo punto; sto cercando di quagliare la staffetta M”iron men”35 della domenica ed ecco Roland che chiude la gara del Tarzo. Arrivo in pieno debito di forze, di ossigeno e di dignità alla fine della sprint degli European Master Games a Palmanova ed incrocio Roland che si scalda; mi ritrovo sopra un palco, con un microfono, a poche ore dalla partenza della long di Sgonico... e sul palco sale a ritirare la medaglia d’oro sempre Roland Pin!
Dividiamo forzatamente in due: sabato e domenica ERO a Bellamonte per i Campionati Italiani. OGGI sono a Lignano per gli European Master Games. Partiamo da dove ERO. A qualcuno interessano le mie scelte in M40 e nella staffetta MAK? Alzate la mano... miiiii... tutti impegnati a massaggiarvi le caviglie vedo...
Allora provo a liquidare con poche parole (sento gli amici che ghignano...) le mie due mirabolanti prestazioni a Bellamonte. Sabato: prendo il via attorno alle ore 8.17 coperto come se stessi per affrontare la traversata dell’Alaska in pieno inverno. Mi accorgo subito di un punto K sul quale c’è il rischio di frantumarsi, tra attraversamento del torrente e curve secche tra le fettucce sempre più strette; poi lo sbarco sul pascolo alto: la linea color magenta passa un paio di curve sopra alla scritta “2000” ed i miei polmoni lanciano urla belluine all’indirizzo del sottoscritto. Dritto come un fuso sulla facile 1, drittissimo sulla 2, sono un laser sulla 3, torno ad essere un impiegato panzottello sulla 4 che trovo per caso dopo aver girato in tondo sia attorno al punto che attorno ad un convegno di galli cedroni...
Per la 5 mi autopunisco risalendo le curve di livello fino alle casette, ripasso dalla partenza (sulla strada) e forse i ragazzi che ci stanno lavorando pensano “che cosa sto facendo lì?”, “se so cosa sto facendo” o forse “se ci sono o se ci faccio... lì”. Scendo poi quelle 8 curve di livello che ho guadagnato, e ne approfitto per fare più il maser che il laser (maser = laser lento, in fisica) sulla 5, 6 e 7. Quando arrivo alla 9 penso che avrò abbastanza tempo dopo l’arrivo per riposarmi ed organizzare l’area speaker; quando esco dalla 11 non sono più un uomo ma un cinghiale che lotta contro il verde, i verdini, le rocce, il torrente (che poi diventerà “maledetto torrente”, “torrente di m...”, e via di escalation...).
Le energie diminuiscono come il valore delle azioni in borsa, lo spread tra il mio tempo ideale e quello per il quale ora lotto come un forsennato ma senza testa aumenta sempre di più. Arrivo al passaggio sotto la seggiovia lungo la quale risalgono i concorrenti, sento alcuni incitamenti ma non ho né la forza né il coraggio di alzare lo sguardo (potrebbero vedere nei miei lineamenti la gelida ala del crollo...); prendo il primo punto ad ovest della seggiovia per quello che è... una discesa folle a perdere quota che poi dovrò risalire due punti dopo! Penso che il punto non possa essere così giù, così in fondo, così in basso... ma mi devo ricredere leggendo la mappa. Costa e risalita, ed il passaggio sulla terra battuta della pista e poi sul prato è un altro tentativo di mantenere una andatura dignitosa (sto sbanfando come un asino e sbando visibilmente ad ogni contatto con un ostacolo nascosto...). Torno al “fott... torrente” e mi scontro con tutto il verde possibile, tanto che la mia scelta ad un certo punto prevede di stare sul lato sbagliato del corso d’acqua (ma più pulito) e poi una volta arrivato all’altezza del punto guadare il torrente e risalire con le unghie e le mani a picco. Gli ultimi 3 sassi del punto 17 non sono nemmeno così difficili da trovare, ma la testa vuol solo arrivare al traguardo così farò in modo di mettere in scena (per puro istinto di sopravvivenza, d’altronde sono passato 113 minuti e 45 secondi) l’Atto Primo della pièce “aree barrate in rosso: cose da fare e cose da non fare”. Astenersi commenti, grazie.
Che dire sulla parte commentata della gara? I momenti migliori rimangono quelli con i ragazzi che hanno dato tutto in una gara veramente long distance come non ne vedevo da tempo: Michela Guizzardi mai così umana come a Bellamonte, Alvise Rumor che porta via di peso Federico Venezian scavigliato (QUELLA era la foto da mettere in prima pagina sul sito Fiso... e scusate se sono solo un vecchio inguaribile romantico facile alla commozione), le vittorie che non ti aspetti e quelle che non si aspettano nemmeno i diretti protagonisti. C’è chi ritorna alla grande come Liliana Papandrea e chi macina un titolo dietro l’altro come Giacomo Zagonel, chi arriva in scioltezza e chissà se ha fatto fatica come Gaia Sebastiani e Carlo Rigoni e chi con la fatica ed il sudore ha non vuole nemmeno venire a patti, come Massimo Bianchi che senza saper né leggere né scrivere e soprattutto senza sapere nulla sprinta fino all’ultima stilla di energia ance se la sua gara è già durata 118 minuti, e si porta a casa l’argento in M35.
Oppure c’è chi stringe proprio un patto di NON belligeranza... vero ragionier Amat-ozzi e geometra Fil-gnini? :-)
Domenica. Lo yin e lo yang, lo zenit ed il nadir dell’orienteering si incontrano alle 7.15 del mattino dell’11 settembre 2011 in una località che nessuno avrebbe potuto prevedere: Bellamonte, Trentino, in pieno Parco del Paneveggio. In un silenzio irreale, Mr. Nadir attraversa l’aria tersa del primo mattino ed un’area vuota che, di lì a qualche ora, sarebbe stata invasa di colori, di sole, di suoni festosi e di espressioni di rammarico, e di berciamenti sconclusionati da parte di un improvvisato speaker... Mr. Nadir pensa di essere il primo ad arrivare; ingolfato in un pile pesante, gli occhi pieni di sonno, la testa piena di preoccupazioni. Non avrebbe vinto nemmeno questa piccola sfida: Mr. Zenit è già lì; pronto a prendere leggero la via del bosco con un’altra lanterna da posare. Mr. Zenit è Dennis Dallasanta, un nome ed una storia di cui i ragazzi e le ragazze della categoria young non hanno mai sentito parlare. Una rapida occhiata, un breve scambio di opinioni... Dennis, con la sua calma e la sua serenità olimpionica, mi regala un paio di commenti sulla giornata precedente che metto da parte in un cassetto speciale dei ricordi per tirarli fuori nei momenti bui.
Da un altro cassetto, Bettega tira fuori la mia carta da terzo frazionista MAK (e non ho né il numero uno né il due del trio) ed in pochi minuti sono di nuovo nel bosco. Scelta a scendere lungo il pascolo: dritto come un fuso sulla 1, che è facile, drittissimo sulla 2 che si prende dal sentiero, torno ad essere un po’ più me stesso sulla 3 in mezzo alle rocce ed alla 4 ho perso tutta la mia baldanza... Ma la frazione è corta, e non serve che io mi scalmani più di tanto! Mi autopunisco uscendo tutto storto verso la 5 e passando per la 124, e poi proprio al quinto punto passo al pettine fitto la zona (ma sono da solo e quindi continuo a girarci attorno) finché ad un certo momento trovo il punto per puro caso e li insulto pesantemente tutti quanti: lanterna paletto codice e stazione. Le autopunizioni non finiscono lì, visto che esco stortissimo anche dalla 5; dopo aver valicato il maledettimissimo torrente nel punto più impervio, sbarco sulla pista da sci qualche curva di livello più in alto della casetta (che sta qualche curva di livello più in alto del punto spettacolo), ma adesso la gara è veramente finita e le ultime due lanterne filanti tra il suddetto punto, assai poco spettacolo quando ci passo io, e l’arrivo si fanno rimpiangere solo per via delle mazze di tamburo che in altre circostanze mi sarei portato volentieri a casa...
Ancora ricordi dalla parte commentata. Un duello forse passato in sordina in ME ed anche in WE, ma entrambi i podi (e quello femminile comprende anche le ragazze della Besanese) sono da ricordare. La volata in M16, nella quale il povero De Noni si trova quasi a recitare la parte del cattivo in un film che deve per forza di cose vedere in Fabiano Bettega il “buono” della situazione, visto quel che gli è successo quest’anno. E poi la volata per il terzo posto in M20 dove, tanto gliel’ho già detto, non avrei scommesso contro Simone Benini ella sfida con Edoardo Tona. Ed infine la staffetta M35: sono contento per il modo in cui è finita, e mi spiace per gli altri; ma era da troppo tempo che dicevo a due amici, che rispondono al nome di Dietmar e Andreas ma sono italianissimi, che questo era l’anno buono, che era solo questione di portare dentro nella staffetta “il terzo”, che erano loro i favoriti per il titolo e non avrei accettato scommesse su altri team. Il mio modesto parere è che Dietmar e Andreas si siano portati a casa un titolo meritato; quella medaglia d’oro non aggiunge niente alla storia personale del terzo frazionista del Castello di Fiemme, ma alla loro sì...
Anche se la foto che avrei voluto vedere sul sito della Fiso è quella dell’arrivo della staffetta M20 dell’Orienteering Tarzo, medaglia d’argento. Scusate... ma in fondo sono solo un vecchio inguaribile romantico impiegato panzottello facile alla commozione.
Un ringraziamento speciale a tutta la crew del GS Pavione: devo dire che ho avuto la fortuna di operare con parecchi team che, per dirla tutta, non ti fanno sentire mai solo ma ti fanno sempre sentire parte di una squadra coesa; anche se vengo da Milano ed anche se il mio ruolo, in fondo, è quello più trascurabile in una disciplina nella quale la componente tecnica avrà sempre un ruolo preponderante. Ma è proprio così: non mi sono MAI sentito solo durante questo Campionato Italiano, e tutto il merito va ai ragazzi ed alle ragazze che operavano incessantemente attorno a me. Grazie!
12 Comments:
come sempre...GRANDE STEFANO :D
Sbaglio o c'è più gente al trailO che alla CO?
Vedi che ha ragione il tuo Presidente Fiso? Trail-O uguale sport per vecchi. Quindi essendo European Master Games...
Lasciami tranquillo ancora qualche ora, pare che tocchi a me spiegare s russi e ucraini (che parlano solo la loro lingua) quel che c'e' da fare :-(
Grazie Fede from Venice!
Chissà cosa dirà il futuro Presidente FISO....
EOC = East Orienteering Championships. O no?
Certo, come WOC = west orienteering champs.
"Stefano Galletti ha compiuto un'impresa conquistando il 5° posto"! Se è farina del tuo sacco ti rido in faccia!!!
Credo di non essermi mai citato in un pezzo scritto da me nemmeno in occasione di alcune vittorie ... Pellerina, do you remember? :-)
Persino quando ho vinto a Roskilde la M35 (ho incontrato oggi a Zgonek il controllore di quella gara, si ricordava tutto... Come me del resto, perche' a Roskilde si vince una volta sola!)
Credo di non essermi mai citato in un pezzo scritto da me nemmeno in occasione di alcune vittorie ... Pellerina, do you remember? :-)
Persino quando ho vinto a Roskilde la M35 (ho incontrato oggi a Zgonek il controllore di quella gara, si ricordava tutto... Come me del resto, perche' a Roskilde si vince una volta sola!)
Dal sito FISO:
"In M40 Stefano Galletti conserva la sua 4° posizione finale, ma il ritardo dal primo classificato sul totale delle due gare è di 1h12min, più che giustificabile considerando che si tratta del russo Makeichik Sergei, atleta di valore mondiale."
Grande Stefano! (PS immagino che il secondo ti abbia dato solo pochi minuti) ;)
Il secondo mi ha dato 20 minuti il primo giorno e 34 minuti (mi pare) il secondo...
Poiché dedicherò il prossimo pezzo (quando arriverà) agli European Master Games, anticipo che ci sarà una mia personale valutazione:
QUANTI M40 EUROPEI SONO PIU' FORTI DI ME ?
Io la mia valutazione l'ho fatta :-) e sono molto più di 3 (conto solo gli M40-44, ovviamente)
Pensa che sei medaglia d'argento agli EMG - combinata pseudonordica - e non sei convocato nemmeno in una misera selezione regionale....-))
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