Calendario dell'Avvento - giorno 11 - Velo d'Astico - Coppa Italia middle
Questa volta invece l’ardore ce lo metto davvero (cfr. la puntata ambientata a Lipomo). Ancora una volta sembra passato un secolo dalla gara di Velo d’Astico, seconda tappa della seconda due giorni nazionale 2021 organizzata nel vicentino. Dopo il sabato a Schio è prevista la prima gara nazionale in bosco su un terreno impegnativo che qualche anno fa mi aveva respinto in malo modo. Il tempo è piovoso, il bosco con tutti i suoi dettagli minaccia di essere oltremodo infido. Io sarò in giro da solo all’alba, sotto la pioggia, e me la dovrò cavare a solo; così, nonostante io possa contare sul calore degli amici vicentini che mi sostengono e sul sostegno di Michela Ronda impegnata in un ruolo di organizzativo in zona partenza, mi avvio sul percorso con un fardello di dubbi.
Sarà una delle mie migliori gare del 2021.
Tuttavia la partenza non è delle migliori: parto verso
sud-est, e commetto subito un grosso errore facendomi ingolosire dal terreno in
lieve pendenza, non riuscendo a mantenere la curva di livello e ritrovandomi,
dopo nemmeno 400 metri dalla partenza, quasi 60 metri di dislivello SOTTO al
punto! Credo che le parolacce che ho detto mentre risalivo penosamente il
vallone si siano sentite fino al paese. Arrivato al primo punto decido di
prendere fiato e di rimettermi un po’ insieme (anche perché sono praticamente
già in riserva). La vocina del cervello mi dice che se io prestassi anche un
po’ di attenzione alla carta, le cose non potrebbero che migliorare. Tutto bene
quindi alla 2, ma alla 3 arrivo nell’avvallamento a nord del cerchietto.
Da quel momento succede qualcosa che fa switchare il mio
orienteering, oppure dalla 4 in poi, qualcuno mi ha sostituito il gel con una
abbondante dose di valium. Non ho più un cattivo pensiero, una indecisione, una
perplessità. Riesco a vedere distintamente i dettagli in carta, e li seguo
tutti finché non sono convinto che vedrò la lanterna dritto davanti a me e grande
come un covone di fieno (in questo vengo aiutato dal fatto che decido di non
mollare i sentieri per alcun motivo, anche a costo di fare dei giri un po’
pusillanimi, vedi ad esempio la tratta 6-7 dove avrei potuto tranquillamente
tenermi sulla destra del punto e mirare al muretto di sassi).
Una volta che arrivo a risolvere l’enigma del punto 8, in una
zona con sassi e semiaperti che avevo deciso essere l’ultimo punto veramente
difficile della gara (e ce ne sono davanti ancora 18!), le lanterne tornano ad
essere enormi ed illuminate. Come la 9, trovata in piena fase di supponenza
orientistica, la 11 che mi convinco che vedrò appena il sentiero gira a destra
(e la vedo!), la 12 (sentiero-muretto-punto!) o la 13 (dritto verso nord dal
grosso bivio… punto!).
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