Calendario dell'Avvento - giorno 15 - Campionato Trentino e Veneto middle - Fiames
La domenica mattina incastrata tra la finale di Coppa del Mondo middle (quella del terzo posto di Riccardo Scalet e di altre cose avvenute prima e dopo) e la finale sprint relay di Cortina. E’ il momento nel quale torno a vestire i panni dello speaker nella forma che è più consueta per gli amici orientisti e per chi suo malgrado è costretto ad ascoltarmi e ne farebbe a meno. Siamo a Fiames, a due passi da Cortina, e tutto non può che essere bellissimo nella cornice della città bi-olimpica.
Strano definire un campionato middle delle due regioni più
forti d’Italia come “gara di contorno”, ma questa volta è così. L’allestimento,
come per le gare di contorno alla Coppa del Mondo, è a cura dell’amico Paolo Di
Bert e della sua collaudata squadra, e tutti fanno del loro meglio fin dal
primo mattino per organizzare partenze e arrivi; come speaker non posso né
voglio chiedere più della mia postazione in una balconata davvero fantastica
per seguire la run-in anche se un po’ lontana per distinguere tutti gli atleti
(è vero che ognuno di noi ha uno stile di corsa particolare, è vero che io sono
lo speaker del popolo, ma anche io ho i miei limiti).
Non posso contare su tempi di gara attendibili, perché la
zona di scarico del chip è posizionata sulla stessa balconata, lontano dal
traguardo: di conseguenza la maggior parte dei partecipanti si attarda in zona
arrivo ad aspettare amiche ed avversari. Si aggiunge il fatto che le ragazze ed
i ragazzi delle squadre giovanili sono stati autorizzati a partire ad orario
libero perché poi devono correre a Cortina ad aiutare l’organizzazione, e
quindi non ho idea dei loro tempi effettivi di gara. Il risultato è che LORO
sanno benissimo quali sono le posizioni in classifica nelle rispettive
categorie, mentre io brancolo un po’ nel buio.
MA è la gara regionale nella quale, e vale per tutto il fine
settimana di Coppa del Mondo, mi diverto di più sia come concorrente che come
speaker. E’ una gara fatta a misura del sottoscritto, sia quando affronto il
percorso sia quando mi metto al commento che può essere un po’ meno serioso di
quanto sono tenuto a fare a fianco del mitico Per Forsberg. Tra l’altro so
benissimo che a Cortina avrò pochissimo spazio, perché la gara a staffetta
sprint è serratissima e Forsberg andrà avanti con il suo ritmo incessante per
la maggior parte del tempo, e quindi approfitto della mattinata di Fiames per
dare fiato ai polmoni non sufficientemente spolmonatisi in gara e rompere le
scatole al microfono nelle lingue più improbabili (parlate tutte male) ai
concorrenti di varie nazionalità.
Per fortuna che ci sono amiche ed amici come Sandra Pauzaite,
Dieter Wolf e Olivier Blanc-Tranchant che stanno al gioco e che danno vita a
dei dialoghi surreali con il sottoscritto, soprattutto quando accenno alla “not your usual middle distance, welcome to
Italy!” alludendo ai tempi di gara (Sandra seconda in classifica in 48
minuti e passa, che diamine!).
Già, la gara. In una scala da zero a Cate Blanchett, a me è
piaciuta tantissimo! La carta di gara è lunga e stretta ed i percorsi non
possono che andare avanti e indietro. Può essere che in qualche punto, come mi
diranno atleti più capaci di me, mostri qualche imprecisione (ma, se davvero ci
sono imprecisioni, io non me ne sono nemmeno accorto). Tuttavia, io mi sono
trovato del tutto a mio agio, convinto del fatto che anche le categorie più agées
sono riuscite a percorrere l’intera area mappata e competere nelle zone più
divertenti.
Fisicamente sto bene, i sentieri sono ben marcati e so che posso
usarli come salvagente in caso di strambate, il punto 1 è in un frattale di
dettagli che dovrebbe mettermi paura a prescindere, ma scopro di essere in
grado di fermarmi a tre metri dal punto (e poi di stare lì almeno un minuto e
mezzo perché non vedo il paletto ancora privo della sua mantellina
bianco-arancione…).
Nella tratta tra la 6 e la 7 suona il cellulare: è Ercole
Pin, il quale il giorno prima mi aveva chiamato due volte mentre affrontavo ad
Archeton la middle della Coppa del Mondo, ed è sorpreso che anche oggi, ANCHE
OGGI!, mi trova nel bosco mentre cerco un punto di controllo. Così io tra un
pant pant ed un puff puff gli racconto cosa ho attorno… bivio di sentieri,
cocuzzolo tutto a destra, inizio canaletta, salita, buca!!! E lo sento ridere
della mia folle interpretazione del ruolo di speaker, ma è la risata sincera di
un amico che, ci scommetto, avrebbe voluto essere lì con me.
Precipitando dalla 9 alla 10 incontro uno dei posatori, un
po’ perso in mezzo alle pietre. Posso dire chi è? Non posso dirlo. Dico solo le
iniziali: PG. Se mai leggerà, sono sicuro che mi dirà “non mi ero perso! Stavo controllando la cartografia!”. Mi fermo, e
intanto prendo fiato, a parlare con lui un paio di minuti sulla Coppa del
Mondo, sulle gare future, su ruoli futuri (suoi, solo suoi). Loop in una zona
di bosco bellissima da cui scorgo nemmeno troppo lontana la stradina che
collega Cortina a Dobbiaco, e dopo la penultima salita verso la 15 mi accorgo
che è ora di tornare verso casa.
Sbaglio la 18, finisco lungo di una ventina di metri, e nel
rientrare nel bosco trovo 5 euro perduti in mezzo tra i cespugli (il che la
dice lunga sulla mia attenzione alle lanterne colore arancione), che porterò a
Cortina e che userò per offrire una birra a Forsberg.
Ultima salita, ma questa la soffro davvero tanto, per
arrivare alla 19. Ultimo gioco scendendo verso la 23, dove spero che la palude
da attraversare mi faccia sguazzare nell’acqua come un bambino nelle
pozzanghere (ma la palude è pochissimo profonda e quasi asciutta) e purtroppo la
gara di Fiames è già finita ed è arrivato il momento di tornare a Cortina, in
un mondo orientistico più ufficiale, più paludato, più formale e che forse non
è quello che mi si addice di più.
Ma, come in ogni gioco che diventa sport anche
professionistico, è normale e giusto che ci sia un aspetto serio che deve
essere governato da professionisti altrettanto seri. Credo di non sbagliarmi
quando dico che mi trovo più a mio agio con la famiglia orientistica che
conosco, ma se avrò altre possibilità in gare internazionali cercherò di fare
del mio meglio (ovvero: meglio di come io mi sia comportato alla World Cup).
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