Stegal67 Blog

Monday, April 11, 2022

Passeggiando a Sagnino

L’orienteering è bello perché offre l’occasione di scoprire posti deliziosi anche a poca distanza (o relativamente poca) da casa. Anche quando la gara non si disputa in una foresta secolare o in un bosco dove l’unico rumore che mi accompagna è il tràppete tràppete dei miei piedi sul muschio. Sagnino, teatro del Campionato regionale sprint relay 2022, è uno di questi: definito come “popoloso quartiere del comune di Como nei pressi del confine con la Svizzera”, ci ha accolto in una giornata di sole caldo ma non opprimente (ho tolto la termica!), cielo limpido color “azzurro… il pomeriggio è troppo azzurro” e aiuole pulite e pettinate con l’erba verde smeraldo, come siamo spesso abituati a vederle in Canton Ticino… ah già: il cantone è lì a due passi e basta poco (uguale: finire lunghi ad una lanterna) per espatriare!

Quest’anno l’Unione Lombarda Milano si è presentata ai nastri di partenza con velleità di competizione seria, anche perché nella categoria Elite possiamo (potevamo) contare sulla superstar Iana, sulla star Anton e sul rientrante Emilio Annoni che sarebbe pur sempre un atleta come se ne vedono pochi in tutta la penisola… solo che preferisce studiare (molto!) e fare triathlon (ad alto livello!) così che il tempo da dedicare all’orienteering rimane quello che è, così come Emilio rimane il più veloce atleta del reame lombardo, senza se e senza ma.

Dopodiché nella categoria Elite possiamo contare su un supporting cast di livello altrettanto solido, con Eugenia in prima frazione, Vladi in seconda e Paolo in terza. Tra i Master, le speranze sono affidate a Paola, che sta facendo bene nelle gare di Trofeo Lombardia, Davide che è sempre una sicurezza e Massimo che dà il suo meglio quando le gare sono in ambientazione urbana. Anche la seconda squadra Master potrebbe fare bene: Lucia è ormai la detentrice del primato universale totale globale di centordici vittorie consecutive nella classifica generale di Coppa Italia, e Dario con il passaggio di categoria tra gli over-anta è tornato ad assaporare il gusto del podio da cui non vuole più scendere. Solo che Lucia e Dario si trovano zavorrati dal terzo frazionista che risponde al nome di Stegal, il quale odia le gare a staffetta perché sa che la responsabilità dell’inevitabile pessimo risultato di squadra sarà sua solo sua niente altro che sua, e inoltre non si allena da prima dell’inizio della pandemia, il che purtroppo fa due anni tondi tondi.

Sfiga vuole che in prossimità dell’evento perdiamo per strada la superstar Iana. Inizia così un frenetico ballottaggio per cercare di riaggiustare i cocci in corso d’opera. Durante il ballottaggio, i team manager dell’Unione Lombarda provano a chiamare all’appello potenziali sostitute le cui ultime apparizioni su terreni di gara orientistici risalgono al tardo settecento. Il sottoscritto, per spirito di servizio e di sacrificio ma soprattutto per togliersi di mezzo la pressione di essere il terzo frazionista di una staffetta che ha (nella testa dei primi due frazionisti) ambizioni di risultato, propone di far scalare tutte le prime frazioniste di una posizione: Eugenia in UL Elite 1, Paola in UL Elite 2, Lucia in UL Master 1 e Dario ed io resteremmo senza atleta femmina. Poco male. Peccato che la mia posizione minoritaria non trova sostegno politico, e quindi è UL Elite 1 che resta monca, e le altre staffette intatte. Compresa la UL Master 2, ribattezzata sul campo gara “i più giovani dell’RSA”. Siamo anche la squadra con la media-chili più alta, grazie al sottoscritto che ormai è Elite solo durante i pasti.

Il mio stato di forma è testimoniato da una partecipazione alla promozionale del sabato pomeriggio a Besana Brianza che propone questo risultato finale (in Esordienti Lungo!): direi che ci sono tutte le premesse per un disastro annunciato.

A Sagnino, la staffetta vive la consueta atmosfera adrenalinica delle gare dove ci si può aspettare in ogni momento un cambio improvviso di posizioni. Ma lasciamo perdere la edonistica categoria Elite, concentriamoci invece su quello che succede tra i Master. In prima frazione la PPN1 va via bella come il sole che splende su Sagnino: per un po’ di tempo dal punto spettacolo passano solo le atlete della famiglia Cozzi-Elli, e la prima posizione di categoria è andata. La Besanese ha in seconda e terza frazione Brambilla e Di Stefano (centordici titoli italiani in due) e quindi lasciamo che se la vedano loro. Tocca poi alle staffette con un pedigree più normale e, dopo varie apparizioni di VAO e Besanesi, dopo un po' passano al punto spettacolo Lucia e Paola praticamente insieme, in posizione ”boh? e chi è passato prima tra le Master???”, le quali danno il cambio a Dario e Davide affinché in seconda frazione se la vedano loro. Passano solo pochi minuti (a me sono sembrati tali) ed è la sagoma di Dario che sbuca per prima in cima alla collinetta che porta sullo schuess del punto spettacolo, e Dario è seguito poco dietro da Davide. I presagi del disastro, che ogni tanto mi passano per la testa, diventano quindi ufficialmente verificati: adesso tocca a me mandare tutto in vacca  come mio solito. C'è da dire che non sono più abituato, essendo assai più spesso speaker, a gestire le staffette; infatti sono talmente concentrato che, mentre Dario passa al punto spettacolo (distanza dall’arrivo: 1 minuto circa), mi accorgo che non ho con me né bussola né chip. Corro a frugare furiosamente tra le mie cose, e intanto spero che Dario abbia un coccolone tra la 100 e l’arrivo. Poi corro fino alla zona cambio (ci arrivo già con il fiatone) dove mi presento appena in tempo in uno stato tra il trafelato e lo squilibrato, per prendere il touch da Dario in posizione "ri-boh? ma quante staffette master sono già passate?" lontano dal podio (intanto le forti PPN1 e Besanese1 sono vicine ad arrivare al traguardo con il loro terzo frazionista...).

Prendo la cartina, e con passo incerto ed incespicante mi infilo nel bosco, perdendo le solite manciate di secondi alla ricerca del triangolo rosso di partenza (qui ce la 17, là c'è la 11, qui la 7... dove cavolo sta la partenza???).

Mentre caracollo verso il punto 1 mi tornano alla mente le parole delle prime frazioniste, che avevano mancato un bivio di sentieri invisibile, finendo per lasciare tempo prezioso sul terreno. Quando davanti a me si para improvvisamente il padre di tutte le uscite autostradali, penso “se loro hanno detto che il bivio è invisibile, ed il bivio è proprio qui davanti a me chiarissimo, allora vuol dire che non sono sul sentiero giusto!” e mi fermo a riflettere. Difficile però che io possa aver raggiunto il sentiero più a nord (come cavolo ci sarei arrivato senza scartavetrarmi nel verde2?), e quindi procedo ulteriormente fino ad incontrare la madre di tutte le immissioni autostradali. Qui mi fermo di nuovo a capire dove sono, visto che nella testa ho sempre le parole di atlete più forti di me che dicono che i bivi sono invisibili, ma io li vedo! Procedo di nuovo, e pochi metri più avanti trovo lo zio di tutti gli incroci a “T”. Sempre più perplesso, decido a quel punto di molare lì con i sentieri e i suoi bivi (invisibili o no) e salire nel bosco, così sbuco proprio in faccia alla mia prima lanterna. Insieme ad essa trovo la seconda squadra della PPN e la seconda squadra della Besanese che erano partite qualche minuto prima di me. Ma tanto PPN e Besanese vanno via subito, perché in salita io non sto dietro nemmeno alla velocità del muschio che cresce… salvo che poi ci ritroviamo tutti quanti appassionatamente alla seconda lanterna.

Da lì è un attimo per chi ha gambe di buttarsi “su” sulla strada, ma è quel “su” che a loro piace e a me non tanto. Infatti i due atleti spariscono subito alla mia vista. Nella piazzetta all’inizio della strada c’è una famigliola, con la mamma che dice ai due bimbi che la loro lanterna deve essere sulla destra, perché diritto stanno andando solo “gli atleti”; poi arrivo io ed il papà aggiunge “ma no, guarda quello, stanno andando tutti diritto, non solo gli atleti!”. Sentiti ringraziamenti da parte della mia autostima.

Quando arrivo al recinto del giardino dove c’è la 3, gli altri sono già partiti in direzione della 4. Poi, per andare alla 5, perdo definitivamente di vista uno dei due improvvisati compagni di viaggio. Infine, dopo la 5, perdo anche l’altro e mi tocca proseguire da solo, dandomi il ritmo con “Ciao ciao” di “La rappresentante di lista” che la Giuga mi ha incollato in testa al ritrovo. Dopo aver fatto il canonico giro del fullo per arrivare alla 6, nella strada verso la 7 riesco a produrmi nella nuova disciplina olimpica “balzo dalla roccia” (che interpreto come un “rotolo giù dalla roccia”) perché non mi accorgo che c'è un comodo sentiero che aggira l'ostacolo. Punzono la 7, scambio due battute per cortesia di ospite con la signora del condominio che sta andando a buttare la spazzatura, e mi dirigo verso la 8 dove trovo Fabio Cattaneo il quale mi dirà poi che a Sagnino si perde ogni volta che mi incrocia.

Per la 9 basta infilarsi nel portico giusto (e lì la mia si-card Air++++, più che a punzonare in movimento, serve solo ad agevolare lo schianto contro il muro), alla 10 ci arrivo camminando e girando attorno al palazzo in senso antiorario. Scendendo infine verso la 11 capisco che mi sto avvicinando al punto spettacolo, dove sarebbe bello poter correre almeno i pochi metri nei quali passerò davanti agli amici: la mia strategia prevede di camminare per un po’ dopo aver punzonato la 11, per poi produrmi in uno scatto prodigioso e felino verso la 12 non appena il mio sguardo vedrà la zona del ritrovo. Solo che quella che ho sempre definito "collinetta" in realtà non esiste, e già mentre punzono la 11 la visuale dei miei occhi ha già scollinato la lieve pendenza. Così mi tocca imbastire subito uno straccio di corsa. Con le pulsazioni che salgono, una mossa alla Michail Baryshnikov ne "Il sole a mezzanotte" mi evita di frantumarmi sui gradini all’ingresso dell’aiuola. Punzono come ho visto fare ai campioni che tendono il chip verso la stazione e lo portano all’orecchio come se stessero ascoltando “tutto il calcio minuto per minuto” e imbocco il parco evitando nuovamente un possibile frantumamento delle rotule nel tentativo (velleitario) di scavalcare il muretto che delimita il marciapiede.

Il parchetto è insidioso assai, almeno a giudicare da alcuni commenti raccolti dopo le prime due frazioni, ed io approfitto delle siepi alte che mi rendono invisibile al folto pubblico per fermarmi subito a rifiatare (ho corso dalla 11 fino all’ingresso del parchetto, eccheccavolo!). Circospezione, mi raccomando. Il mucchio di sassi che devo cercare è davanti a me e ci sono davvero poche possibilità di scambiarlo con qualunque altra cosa che sta in provincia di Como. Decido quindi che manderò tutto in malora facendo casino con l’area barrata in rosso, ma poi mi accorgo che l'impietosito tracciatore ha pensato a me ed ha messo il mio penultimo punto proprio all’uscita del parchetto (c’è pure un cartello che indica l'uscita!), e quindi non mi resta che prendere la strada della 100 e dell’arrivo.

Sagnino. Chi l’avrebbe mai detto? Un posto così avrebbe meritato secondo me persino una gara nazionale. Un bel borgo, con tanti palazzi di forma strana, i parchetti, qualche dislivello. Un bel percorso ed una bella scelta da parte dell’Orienteering Como per l’edizione 2022 del Campionato Regionale Sprint Relay. Per uno come me che non si allena più da inizio pandemia (e purtroppo non è l’altro ieri) e che si limita a traccheggiare tra le lanterne basta ed avanza per mandare in giudicato la domenica come una bella tappa orientistica della mia quasi trentennale carriera: sole, cielo e aiuole pulite sono un sovrappiù, ma sono sempre gradite.

Ah! Come direbbe Federico Buffa… “per i soli finali”:

Io non ho ancora capito come tutto ciò possa essere successo!

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