Stegal67 Blog

Thursday, December 22, 2022

Top qualcosa di fine 2022: che il countdown abbia inizio!

Ieri ero in ospedale per una visita di controllo, e mentre aspettavo che mia madre terminasse ero seduto in sala d’attesa a leggere Compass Sport, la rivista dell’orienteering britannico. Un giovane dottore è passato e deve aver visto qualcosa che gli ha fatto scattare un neurone, perché mi ha chiesto “orienteering?” e poi “ma di che cosa di tratta esattamente?”.

Per puro caso, avevo in tasca del giaccone la mia carta di Trivigno dei Campionati Italiani long distance 2022 disputati a Trivigno… (d’altra parte, quale orientista non ha un paio di carte disseminate nelle tasche di qualunque giaccone? Sia mai che ti capita di incontrare una giovane attrice famosa che ti chiede di spiegare l’orienteering! Così ho fatto vedere in quattro e quattr’otto al dottore in che cosa consiste una mappa di orienteering.

E quindi che Trivigno sia!

Solo che Trivigno…

C’è una mappa che nella mia carriera orientistica ho considerato più ostica di Trivigno? Così ad occhio gran poche, direi. Sarà che Trivigno mi ricorderà sempre la volta in cui, quasi 30 anni fa, ho perso la prima posizione nella classifica generale del Trofeo Lombardia in HC, in anni nei quali in HC correvamo in 30 o 40, altrettanti in HB, e poi se ce la facevi salivi in HA ad affrontare i migliori. Sarà che ho sempre fatto fatica a digerire le curve di livello valtellinesi (ogni riferimento a fatti ed eventi che avverranno nel 2023 è puramente causale). Per questo motivo, quando parto per la mia avventura in solitaria che non sono ancora le 7 di domenica mattina, la mia faccia è quella della pecorella che sta per andare al macello, mentre quella degli organizzatori della Besanese già convenuti al centro fondo è quella un po’ così che hanno tutti gli organizzatori che mi vedono sparire nel bosco e pensano “e anche ‘sta volta vediamo andare via ‘sto matto”.

Però Trivigno…

Trivigno mi ricorda anche quella volta in cui ho ricevuto il passaggio di consegne, il testimone proprio, da Walter Peraro in occasione del Campionato Italiano sprint + Coppa Italia di tanti anni fa, la sprint vinta da Klaus “l’ombra nera” Schgaguler ed Helga Bertoldi, la sprint conclusa sui pratoni del centro fondo invasi dalle nuvole e in cui sono stato uno dei pochi, dalla mia postazione all’intermedio posizionata molto più in alto, a godere della volata ciclonica seppure perdente di Michele Tavernaro.

Trivigno mi ricorda una gara di Coppa Italia nella quale ero co-speaker (la spalla) di Franz Isella, ruolo che avevo barattato con una partecipazione come apripista sul percorso Elite nel quale uno dei punti di controllo era purtroppo “fuori” di tanti metri, ma non feci in tempo ad arrivare al traguardo e segnalarlo prima che venisse dato il via.

Per i motivi più diversi, molto probabilmente perché è davvero una delle pochissime carte storiche di alta montagna del territorio lombardo, Trivigno esercita un fascino assoluto sul popolo lombardo degli orientisti. I quali non vedono l’ora, ogni volta che possono, di tornare da quelle parti a mettere in scena una gara nazionale sebbene il posto sia ad ore di macchina dalle sedi delle varie società.

E quindi che davvero Trivigno sia!

Prima però diamo a Walter Peraro quello che è di Walter Peraro:


Oh! Se qualcuno avesse in mente uno strano refrain nell’ascoltare il mio “Sono tutti dietro!”,  per pronto riferimento l’originale “Sono tutti cotti dietro!” di Riccardo Magrini lo trovate qui: https://www.facebook.com/watch/?v=1374170969637257

Dico adesso della mia gara. Mentre vado al primo punto, facile come non mai se preso dalla radura a nord est (ma, penso, facile anche se preso da qualunque direzione), mi sono detto:

“fino alla 12 è una gara middle un po’ più lunga… se ci passo in un’ora…”

“da lì tutta strada e sentieroni per arrivare alla 18, e potrei metterci 40 minuti”

“mezz’ora per tornare al ristoro rifacendo tutti i sentieri e passando di nuovo da 14 e 13”

“40 minuti per il collinone finale”

Così ho pensato che avrei potuto persino stare sotto le tre ore di gara!

Solo che sticazzi. Solo che se fossi veramente arrivato alla 12 in un’ora sarei stato al passo con Lucian Mirza… e quando mai??? Diciamo quindi che una volta fatta la 2 in piena esuberanza tecnica da “la 1 l’ho trovata facile”, la 3 è stata decisamente ostica (12 minuti), alla 10 ho impiegato 10 minuti e alla 11… 11 minuti in un crescendo aritmetico che mi ha portato alla 12 in un’ora e 25 minuti.

Da lì in poi le cose sono andate decisamente meglio, vuoi perché più che seguire strade e sentieri non potevo fare, vuoi perché sul loop 15-18 ho seguito un paio di volte il posatore Cesare Mattiroli, vuoi perché 19 e 20 (anzi: 20 – 19 – 20 cercando di lasciare le tracce come Pollicino) le ho fatte proprio benino. Al ristoro prima della 21 (altra lanterna visibile dal sentiero) Mattia “Houston” Salvioni mi ha convinto a provare a finire la gara. Affrontata la salita al collinone sul sentiero a zeta, confortato dai passi di Stefano Raus che stava provando la MB (e in quel momento ho pensato ad alcuni amici MB che di lì a poco avrebbero affrontato la stessa salita!) ho speso veramente una tonnellata di energie (che non avevo) per arrivare in cima e camminare sul loop e in mezzo alle paludi e a quell’erba da elefanti (perché ci vuole una forza da elefante per andare avanti), pregando il cielo azzurro che più azzurro non si può affinché non mi facesse sbagliare troppo.

Arrivo al traguardo in 3 ore e 18 minuti abbondanti, e per qualche minuto non ne avrò davvero più per dire fare baciare lettera testamento qualsiasi cosa.

Dopo questa esperienza, non posso certo affermare che “ho battuto Trivigno”, anzi. Le carte di alta montagna con tutte queste curve di livello continuano a diventare sempre più ostiche (sarà l’età che avanza?), ed il mio pronostico è che ben difficilmente arriverò a capo della long distance 2023 di Livigno.

Ma c’è un leitmotiv che ha fatto sempre più breccia nella mia testa durante il 2022: forse sono diventato più bravo come speaker che come orientista. Me lo sono detto e ridetto varie volte, riascoltando alcune dirette delle gare 2022 (sono malato, lo so!), e uno dei motivi per i quali continuo a fare lo speaker è per vivere e far vivere momenti come quello che potete ascoltare al minuto 1:31:50 del video https://www.youtube.com/watch?v=FNnAwhpZ9Yc quando Federica Ragona e Sonia Rampado si sono aggiudicate nello stesso istante il titolo italiano.

Se faccio lo speaker, è per momenti come questo. E’ non stato nemmeno l’unico momento entusiasmante del 2022!

 

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