Top qualcosa di fine 2022: che il countdown abbia inizio!
Ieri ero in ospedale per una visita di controllo, e mentre aspettavo che mia madre terminasse ero seduto in sala d’attesa a leggere Compass Sport, la rivista dell’orienteering britannico. Un giovane dottore è passato e deve aver visto qualcosa che gli ha fatto scattare un neurone, perché mi ha chiesto “orienteering?” e poi “ma di che cosa di tratta esattamente?”.
Per puro caso, avevo in tasca del giaccone la mia carta di Trivigno
dei Campionati Italiani long distance 2022 disputati a Trivigno… (d’altra
parte, quale orientista non ha un paio di carte disseminate nelle tasche di
qualunque giaccone? Sia mai che ti capita di incontrare una giovane attrice
famosa che ti chiede di spiegare l’orienteering! Così ho fatto vedere in
quattro e quattr’otto al dottore in che cosa consiste una mappa di
orienteering.
E quindi che Trivigno sia!
Solo che Trivigno…
C’è una mappa che nella mia carriera orientistica ho
considerato più ostica di Trivigno? Così ad occhio gran poche, direi. Sarà che Trivigno
mi ricorderà sempre la volta in cui, quasi 30 anni fa, ho perso la prima
posizione nella classifica generale del Trofeo Lombardia in HC, in anni nei
quali in HC correvamo in 30 o 40, altrettanti in HB, e poi se ce la facevi
salivi in HA ad affrontare i migliori. Sarà che ho sempre fatto fatica a digerire
le curve di livello valtellinesi (ogni riferimento a fatti ed eventi che
avverranno nel 2023 è puramente causale). Per questo motivo, quando parto per
la mia avventura in solitaria che non sono ancora le 7 di domenica mattina, la
mia faccia è quella della pecorella che sta per andare al macello, mentre quella
degli organizzatori della Besanese già convenuti al centro fondo è quella un po’
così che hanno tutti gli organizzatori che mi vedono sparire nel bosco e
pensano “e anche ‘sta volta vediamo andare via ‘sto matto”.
Però Trivigno…
Trivigno mi ricorda anche quella volta in cui ho ricevuto il
passaggio di consegne, il testimone proprio, da Walter Peraro in occasione del
Campionato Italiano sprint + Coppa Italia di tanti anni fa, la sprint vinta da
Klaus “l’ombra nera” Schgaguler ed Helga Bertoldi, la sprint conclusa sui
pratoni del centro fondo invasi dalle nuvole e in cui sono stato uno dei pochi,
dalla mia postazione all’intermedio posizionata molto più in alto, a godere
della volata ciclonica seppure perdente di Michele Tavernaro.
Trivigno mi ricorda una gara di Coppa Italia nella quale ero
co-speaker (la spalla) di Franz Isella, ruolo che avevo barattato con una
partecipazione come apripista sul percorso Elite nel quale uno dei punti di
controllo era purtroppo “fuori” di tanti metri, ma non feci in tempo ad
arrivare al traguardo e segnalarlo prima che venisse dato il via.
Per i motivi più diversi, molto probabilmente perché è
davvero una delle pochissime carte storiche di alta montagna del territorio
lombardo, Trivigno esercita un fascino assoluto sul popolo lombardo degli
orientisti. I quali non vedono l’ora, ogni volta che possono, di tornare da
quelle parti a mettere in scena una gara nazionale sebbene il posto sia ad ore
di macchina dalle sedi delle varie società.
E quindi che davvero Trivigno sia!
Prima però diamo a Walter Peraro quello che è di Walter Peraro:
Oh! Se qualcuno avesse in mente uno strano refrain nell’ascoltare
il mio “Sono tutti dietro!”, per pronto riferimento l’originale “Sono
tutti cotti dietro!” di Riccardo Magrini lo trovate qui: https://www.facebook.com/watch/?v=1374170969637257
Dico adesso della mia gara. Mentre vado al primo punto, facile come non mai se preso dalla radura a nord est (ma, penso, facile anche se preso da qualunque direzione), mi sono detto:
“fino alla 12 è una gara middle un po’ più lunga… se ci passo
in un’ora…”
“da lì tutta strada e sentieroni per arrivare alla 18, e
potrei metterci 40 minuti”
“mezz’ora per tornare al ristoro rifacendo tutti i sentieri e
passando di nuovo da 14 e 13”
“40 minuti per il collinone finale”
Così ho pensato che avrei potuto persino stare sotto le tre
ore di gara!
Solo che sticazzi. Solo che se fossi veramente arrivato alla
12 in un’ora sarei stato al passo con Lucian Mirza… e quando mai??? Diciamo
quindi che una volta fatta la 2 in piena esuberanza tecnica da “la 1 l’ho
trovata facile”, la 3 è stata decisamente ostica (12 minuti), alla 10 ho
impiegato 10 minuti e alla 11… 11 minuti in un crescendo aritmetico che mi ha
portato alla 12 in un’ora e 25 minuti.
Da lì in poi le cose sono andate decisamente meglio, vuoi
perché più che seguire strade e sentieri non potevo fare, vuoi perché sul loop
15-18 ho seguito un paio di volte il posatore Cesare Mattiroli, vuoi perché 19
e 20 (anzi: 20 – 19 – 20 cercando di lasciare le tracce come Pollicino) le ho
fatte proprio benino. Al ristoro prima della 21 (altra lanterna visibile dal
sentiero) Mattia “Houston” Salvioni mi ha convinto a provare a finire la gara.
Affrontata la salita al collinone sul sentiero a zeta, confortato dai passi di
Stefano Raus che stava provando la MB (e in quel momento ho pensato ad alcuni
amici MB che di lì a poco avrebbero affrontato la stessa salita!) ho speso
veramente una tonnellata di energie (che non avevo) per arrivare in cima e
camminare sul loop e in mezzo alle paludi e a quell’erba da elefanti (perché ci
vuole una forza da elefante per andare avanti), pregando il cielo azzurro che
più azzurro non si può affinché non mi facesse sbagliare troppo.
Arrivo al traguardo in 3 ore e 18 minuti abbondanti, e per qualche
minuto non ne avrò davvero più per dire fare baciare lettera testamento
qualsiasi cosa.
Dopo questa esperienza, non posso certo affermare che “ho
battuto Trivigno”, anzi. Le carte di alta montagna con tutte queste curve di
livello continuano a diventare sempre più ostiche (sarà l’età che avanza?), ed
il mio pronostico è che ben difficilmente arriverò a capo della long distance
2023 di Livigno.
Ma c’è un leitmotiv che ha fatto sempre più breccia nella mia
testa durante il 2022: forse sono diventato più bravo come speaker che come
orientista. Me lo sono detto e ridetto varie volte, riascoltando alcune dirette
delle gare 2022 (sono malato, lo so!), e uno dei motivi per i quali continuo a
fare lo speaker è per vivere e far vivere momenti come quello che potete
ascoltare al minuto 1:31:50 del video https://www.youtube.com/watch?v=FNnAwhpZ9Yc
quando Federica Ragona e Sonia Rampado si sono aggiudicate nello stesso istante
il titolo italiano.
0 Comments:
Post a Comment
<< Home