“Se sarò ancora in piedi…” – parte 3 di eeeehhh?!?
Cronache ulteriormente assurde dell’anno 2023
(continua dalle puntate precedenti)
Da Corno alle Scale non si ritorna nemmeno a casa. Si resta
fuori in trasferta, con la roba bagnata fradicia che ammuffisce in macchina. Al
rientro a Milano, la lavatrice trema di terrore, il borsone dovrebbe essere
disinfettato, le scarpe sono incrostate da uno spesso strato di fango
appenninico, ma arriva immediatamente il momento di riprendere l’autostrada. Si
sale a Falzes per la Relay of the Dolomites, che nella sua edizione 2022 aveva
regalato emozioni fino all’ultimo metro di gara (gli highlights sul canale
OriBruni di Youtube sono uno dei sottofondi della mia giornata).
A Falzes il mio piano di volo prevede il sabato mattina la
disputa della quinta frazione (quella lunga) della staffetta maschile), il
sabato pomeriggio la disputa del Campionato Middle dell’Alto Adige, e se mi
resteranno le forze la domenica mattina potrei fare il giro della quarta
frazione (quella lunga) della staffetta femminile. Devo subito dire che il
bosco di Falzes è FANTASTICO! Una pineta o abetaia o quel che è nella quale l’unica
cosa che mi possa dare fastidio e creare ostacolo sono le curve di livello, e
comunque la gara non è neppure così pendente come pensavo, almeno fino a quando
dal punto spettacolo devo tornare in cima al monte per l’ultimo loop!
Lo dico chiaramente: è uno dei boschi più belli nei quali mi
sia capitato di mettere piede negli ultimi 30 anni, ma se le informazioni che
ho sono esatte (bosco devastato da una tempesta) c’è da mettersi a piangere.
Tra tutti i punti fantastici dove ho perso qualche secondo per scattare una
foto: il mitico punto 14 (incrocio tra avvallamento e sentiero) dove il fondo
del bosco è simile ad una moquette ed il leggero vento tra gli alberi è la
musica più dolce che si possa ascoltare; poi la clamorosa “buca” al punto 9…
capirai che io arrivo da una BUCA (la 7) e da un BUCONE (la 8, peraltro livello
difficoltà Esordienti), cosicché in cerca della fettuccia solita fettuccia ci
passo vicino almeno due o tre volte senza accorgermi del lieve infossamento del
terreno. Dopo il giro tra le paludi, comincio a fare una gran fatica per riguadagnare
quota dalla 15 alla 17, e poi ne farò molta di più dal punto spettacolo alla 24
prima di poter riguadagnare la strada del traguardo. Per mia fortuna il bosco “mi
parla” e con un accorto sapiente
uso della bussola (o, meglio, per via del passo da cercatore di funghi) riesco
ad arrivare al traguardo indenne da errori pesanti.
Nemmeno il tempo di rifocillarmi, ed è ora di buttarmi di
nuovo nel bosco, verso ovest questa volta. Campionato Regionale Middle dell’Alto
Adige. Pur trattandosi di un pezzo di bosco nuovo, confido nel fatto che l’allenamento
mattutino mi aprirà la serratura dei segreti di questa diversa parte di bosco. Purtroppo
c’è un fattore del tutto nuovo che rovina la mia prima parte di gara: per
risalire infatti all’ultima gara che avevo fatto in bosco INSIEME AD ALTRI CONCORRENTI
devo risalire addirittura alla O-Marathon del 2022 (corsa con Marco
Giovannini), o al giorno prima a Pian de Gralba… no, lì mi ero disintegrato per
andare alla 2… quindi forse addirittura alla gara alle Viote del Bondone del 2
giugno 2022! Il solo presentarmi alla partenza ad un minuto specifico, di
partire e scendere verso la svedese insieme ad altri concorrenti e il trovarmi
in mezzo ad uno sciame di persone che corrono attorno a me in ogni direzione mi
manda in confusione come raramente mi è successo.
Dopo aver vagato per qualche minuto a casaccio, sempre più confuso, decido di tornare alla lanterna svedese (dalla quale non mi ero mai allontanato molto), di resettare completamente il cervello e di ripetere a me stesso “sono da solo! Sono da solo! SONO DA SOLO!”. Quando finalmente decido di ripartire, le lanterne appaiono nuovamente davanti a me come fin dall’inizio avrebbe dovuto essere. Senza i minuti di totale confusione in partenza, sarei arrivato al traguardo subito dietro in classifica a Roberto Pradel…
Per l’ultima parte della “missione Falzes” non devo fare
altro che convincere le gambe a rimettersi in moto domenica mattina presto, per
fare da apripista sul percorso femminile. Il bosco ormai è un vecchio amico, ed
i punti di controllo sono spesso gli stessi (ma stavolta c’è addirittura la
lanterna, che brilla da lontano!... altro che le fettucce).
Non mi resta poi che chiudere la giornata come speaker, sperando in un epilogo simile a quello del 2022. Solo che quest’anno a Masi è troppo più forte rispetto alla concorrenza. Il mio tempo di 2 ore e 24 minuti viene inserito per chiudere la staffetta del Panda Valsugana che finisce al ventesimo posto (avevo mai corso prima di Falzes per il Panda Valsugana? Credo di no). Ci penseranno le ragazze a movimentare l’ultima parte di gara, con una serie di capovolgimenti di fronte che agli occhi di chi guarda il GPS dal divano o sullo schermo dello smartphone sembrano incomprensibili. Ma il bosco di Falzes è così: a passo di lumaca, tutto è facile; al ritmo delle migliori, le lanterne vengono quasi inghiottite dal terreno.
In fondo non è così per tutti i boschi?
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