Ma che 2... mila e 20!
Che poi in realtà non è proprio “un anno fa” ma diciamo che va bene lo stesso, che è passato un anno esatto. Perché poco meno di un anno fa ero al centro sportivo Tuberose e stavo festeggiando la fine dell’anno sportivo 2019 e l’inizio di quella 2020.
Il giorno dopo, 26 gennaio 2020, Remo Madella avrebbe messo
in scena una nuova bellissima edizione del MOO con partenza ed arrivo proprio
al Tuberose, e quante battute abbiamo fatto sul fermarci lì a dormire nella
notte tra sabato e domenica.
Attorno a noi, l’orienteering 2020 aveva già cominciato a
muovere i primi passi: gli allenamenti organizzati dal Comitato Regionale
Lombardo, i “MOO sprint” a Crescenzago e al Ticinello. Poi la nostra Milano nei
Parchi e, finalmente dopo tanti anni che ci si pensava, uno corso outdoor per
esordienti totali in più puntate.
Certo… Da qualche giorno l’attenzione dei giornali e dei
commenti tra colleghi e sui mezzi pubblici si stava spostando sempre di più
verso quanto accadeva nella lontana Cina: nella città di Wuhan (e chi ne aveva
mai sentito parlare? Eppure, ha quasi 7 milioni di abitanti), provincia
dell’Hubei (vedi sopra quanto a popolarità) da qualche settimana sembrava
essersi diffuso un nuovo virus. I primi accostamenti alla SARS, le prime
batture sugli scenari apocalittici da film di fantascienza, quelli che citano
la “sindrome cinese” (che non c’entra niente ma vaglielo a spiegare alla
“gggente”), e poi le battute sui mercati cinesi dove si vendono si comprano si
mangiano crudi pipistrelli e scimmie e pangolini e serpenti, che pure il
governatore del Veneto Luca Zaia aveva fatto questo genere di batture in
televisione, salvo poi essere rieletto con percentuali che fanno sbalordire persino
i bulgari e che sembra essere uno dei pochi (alla data dell’Io narrante del 15
novembre) ad aver tenuto la testa sulle spalle…
e comunque tanto chissenefrega, tanto queste cose succedono solo in
Cina, cambia canale che dall’altra parte c’è X-Factor!
Il 15 febbraio va in scena “El Clasico” al Monte Stella,
grande successo come sempre, si corre sulla carta allargata da Alberto Grilli
al Parco delle Dune, ed il 16 febbraio si corre o meglio ci si va a rotolare
nei rovi di Cascina Amata per il Campionato lombardo Middle distance e tutto
sembra andare come sempre.
Poi, il 17 febbraio 2020, un lunedì, un tizio di Lodi di 38
anni che non era mai andato in Cina si presenta all'ospedale di Codogno dopo
sintomi di influenza, o forse una leggera polmonite. Le sue condizioni sono peggiorate
ed i medici decidono di fargli un tampone, cosa che non è nemmeno prevista dai
protocolli medici… e lo trovano positivo al nuovo virus: lui, la moglie ed un
amico, e poi altre persone ancora. Il 20 febbraio due persone risultano
positive in Veneto, ed una di queste muore il giorno dopo, prima vittima
italiana del Covid. Nei giorni successivi, al detto “tutte le strade portano a
Roma” se ne aggiunge un altro: “tutte le strade passano da Codogno”. Le persone
che si presentano ai pronto soccorso in varie zone d’Italia e risultano
positive al Covid sembrano aver tutte qualcosa a che fare con Codogno, o
direttamente o per qualche complessa linea di collegamento che passa per
l’amico della cugina della vicina di casa di uno che incrociato al
supermercato… sembra che non ci sia un solo abitante di Codogno che se ne sta a
casa sua, ma vanno tutti in giro come matti per affari o sport o per farsi i
fatti loro; poi si scopre che ci sono quelli che dalle province limitrofe vanno
a Codogno a ballare, a mangiare, a ciulare trascorrere momenti
spensierati in compagnia di persone remunerate a questo scopo. Il 21 febbraio
Codogno ed altri 10 comuni, tra cui Casalpusterlengo, vengono isolati: non si
entra e non si esce e ci sono i posti di blocco in strada. L’immagine evocata è
quella del film “Cassandra Crossing”, con i militari che alle stazioni dove
ferma il treno impediscono ai passeggeri di scendere.
Il 22 febbraio a Bologna si tengono le elezioni per il
rinnovo del Consiglio Federale. La macchina di Dario trasporta a Bologna il
sottoscritto sul sedile del passeggero, e poi Lucia e Maia Camerini sedute
dietro. Siamo 4 tizi nemmeno congiunti, e in auto si parla di candidature e di
contagi, di gare estive e di “come diavolo sarà arrivata questa cosa dalla
Cina?”. C’è un po’ di gelo quando passiamo davanti all’area di servizio di
Somaglia, vicino a Casalpusterlengo, che è sprangata perché è nella zona chiusa
per quarantena, così come è chiusa l’uscita stessa di Casalpusterlengo.
Cassandra Crossing? Ma va’ dai! Quel tipo del lodigiano di sicuro è andato a
farsi fare un “massaggio” in qualche localino esotico (ce n’è uno pure vicino a
casa mia!) e quei due anziani di Vo’ Euganeo avranno avuto la badante cinese
pagata in nero… cosa vuoi che sia? Le elezioni si tengono in un clima di
relativo svacco, ci sono quelli con il raffreddore (che è per il momento solo
un raffreddore, e per uno starnuto non evacuano ancora il tram) e quelli che
non si scompongono nemmeno quando Gianluca Carbone si presenta come candidato
al Consiglio Federale e dice che Genova praticamente ha già vinto la selezione
per i Mondiali 2024 di orienteering, cosa che cade nel vuoto e non sente
praticamente nessuno. Un attimo di pensiero per gli orientisti che magari sono
chiusi in casa perché abitano nella zona blindata (la famiglia Visioli forse? E
Corrado Arduini forse anche lui?)… ma vabbé dai che sfiga abitare proprio nella
zona dove ci sono questi contagi!
Perché quello che si sente dire sui Mass Media è la solita litanìa: “è una roba tutta cinese, è solo a Wuhan, e poi certo anche voi che ve ne andate a frequentare in questo periodo cinesi che non sapete da dove arrivano…!”
Solo che poi le cose peggiorano e i numeri dei contagiati
decollano. Il 25 febbraio cominciano i decreti che suggeriscono di adottare
misure più restrittive nelle scuole, negli uffici, nelle manifestazioni
sportive che vengono sospese salvo quelle che si possono disputare a porte
chiuse: come cataloghiamo l’orienteering? La nostra gara al Parco Adriano è in
programma già l’8 marzo, è la seconda del calendario regionale lombardo, ma
siamo costretti a sospenderla perché non sappiamo in che condizioni di
sicurezza potremmo organizzarla. D’altra parte, è già saltato anche il fine
settimana di gare di marzo a Matera, dove avrei dovuto essere speaker nella
diretta di Sky Sport (e quando mi ricapita più una occasione del genere?), a
breve salterà anche il fine settimana di gare nazionali di inizio aprile in Val
Brembana. Sulla Coppa del Mondo di maggio al Cansiglio le voci che si
rincorrono sono del tipo “ma dai! A maggio sarà tutto sistemato!” ma lo si dice
più per scaramanzia…
Decidiamo di tenere comunque la sessione introduttiva del
corso base di orienteering al Parco Lambro il 7 marzo: si presentano una decina
almeno di esordienti totali, ai quali raccomandiamo di tenere le giuste
distanze, di prendere le prime cautele di buon senso visto che non vogliamo
nemmeno sembrare “assembrati” a chi ci dovesse osservare da lontano. Per l’8
marzo pianifichiamo (ma poi decidiamo di far saltare) una seconda puntata del
corso, che avrebbe avuto il suo culmine la settimana successiva con la MiPa al
Parco della Besozza ed una gara promozionale della Besanese il 16 marzo. Ed è
così che la mattina di domenica 8 marzo decido di andare tutto solo soletto al
Parco della Besozza per provare i percorsi della MiPa prevista sabato
successivo.
Solo che nella notte tra il 7 e l’8 marzo succede di tutto.
E’ la notte nella quale esce un nuovo DPCM, ed in Lombardia ed alcune zone
limitrofe vengono dichiarate misure ulteriormente restrittive rispetto a quelle
già in vigore. Quando sul web trapela (prima “trapelata” di una lunga serie che
vedremo nel corso dell’anno) una bozza del DPCM, avviene quella che i giornali
definiranno come una fuga generale di studenti e lavoratori originari del sud
Italia che vogliono evitare di rimanere bloccati nelle zone che sarebbero state
poste di lì a poche ore in quarantena. Vengono così imposti, dai governatori di
alcune regioni del sud, i controlli e le quarantene per tutti coloro che stanno
arrivando su pullman e treni.
Ma io non so niente di tutto questo, è ancora la mattina presto dell’8 marzo e sono alla Besozza a provare i percorsi. Il cellulare comincia a squillare alle 9 del mattino, ma vedo che è un numero del lavoro e mi dico che può ben aspettare… sono anni che non faccio più il salvatore dei batch notturni, ora faccio il commerciale, chi dell’ufficio può mai avere bisogno di me di domenica mattina? Solo che non smette più di squillare, e poi cominciano a comparire sul display i numeri di persone di un paio di grosse banche che avrei dovuto incontrare in settimana. In quel momento mi trovo nella parte nord del parco, quella con le collinette che lo separano dalla superstrada (dettaglio che, in futuro, mi aiuterà a rispondere alla classica domanda “dove eri tu quando…?” hanno ammazzato Kennedy/hanno colpito le torri gemelle/hanno dato l’annuncio della morte di Pantani/hanno annunciato la pandemia)
Rispondo al telefono e capisco che quello che sta succedendo
è davvero grosso, che forse non dovrei nemmeno stare lì al parco, che ci sono
già le prime notizie della gente che si fionda ai supermercati che vengono
presi d’assalto. Cassandra Crossing? Forse sta arrivando anche quello. Torno a
casa ed è percepibile il fatto che alle battute sui pipistrelli cinesi si
stanno sostituendo avvenimenti ben più preoccupanti.
Con l’avvio dello smartworking esteso a tutte le giornate
della settimana lavorativa, la sera potrei dedicarmi ad affinare la mia tenuta
atletica con qualche uscita in più rispetto alle due volte settimanali che mi
ero prefissato. Ma accade che ben presto i runner diventano i nuovi untori
della peste manzoniana: una sera un condòmino mi urla di tutto dalla finestra,
un’altra sera sto portando la spesa a mia madre e mentre cammino lungo la
perifericissima via Treccani da una finestra mi lanciano addosso una bottiglia
di qualcosa che dopo un volo di una ventina di metri si disintegra a due passi
da me. Le gare di orienteering saltano in serie come tappi di bottiglia
all’ultimo dell’anno: l’orienteering 2020 diventa virtuale e vengo coinvolto in
una marea di iniziative di virtual trail-O, nasce su iniziativa di Paolo
Menescardi de l’Orma il “Laboratorio di Orienteering” nel quale mi trovo spesso
a relazionare sui miei svarioni più leggendari, al punto che il mio motto
diventa “fate il contrario di quello che faccio io e diventerete bravi orientisti!”.
Le gare nazionali ed internazionali di maggio e giugno per le quali mi avevano
chiesto di fare lo speaker vengono cancellate, ma ad un certo punto mi chiedono
di fare lo speaker alle gare virtuali dei ragazzi della nazionale juniores, e
poi nasce il podcast “storie di Orienteering”.
Gli eventi sportivi riprendono, tra mille regole e
restrizioni, solo da metà giugno. Tuttavia per l’orienteering ci sono tempi
lunghi per dare di nuovo il via alla stagione agonistica. E’ la Polisportiva
Masi la prima società ad assumersi l’onere di organizzare una gara con una
buona affluenza, a San Benedetto Val di Sambro a metà luglio. A metà agosto il
PWT organizza la tre giorni di Auronzo di Cadore e Lago di Misurina,
precedentemente posizionata ad inizio luglio, ma i prezzi degli alloggi nel
periodo proprio pre-ferragosto e le incertezze sull’effettivo svolgimento della
gara tengono a casa parecchi orientisti (anche se alla fine circa 150
concorrenti italiani saranno comunque al via).
Le organizzazioni delle gare nazionali vengono stravolte: saltano i campionati italiani sprint e long previsti al Sestrière. La FISO riapre i bandi per cercare organizzatori, e li trova ovviamente in Primiero dove hanno numeri e cartine sottomano per buttarsi nel’impresa: GS Pavione per la gara sprint a San Martino di Castrozza e US Primiero a Passo Valles per la gara long, in mezzo a tante restrizioni e controlli del rispetto del protocollo anti-Covid. Ad inizio ottobre è il turno dell’Orienteering Pergine di immolarsi sull’altare delle gare nazionali, per una Coppa Italia. Il giorno dopo siamo nel bosco dell’Altopiano della Vigolana, nel campionato italiano middle. A metà ottobre è il turno dell’IK Prato di mettere in scena l’ultimo fine settimana di gare nazionali, perché si capisce al volo che il clima sta cambiando, che forse i comportamenti talvolta dissennati della “gggente” durante l’estate, o la riapertura delle scuole e degli uffici e la conseguente ressa sui mezzi pubblici, o chissà cosa altro? stanno facendo rialzare i numeri della pandemia: le gare di Doganaccia vengono sospese il venerdì alle 14, a poche ore dalla partenza, e viene dato il via libera solo venerdì stesso nel tardo pomeriggio dopo una trattativa con le autorità locali: c’è tempo ancora per un fine settimana di gare, ma per uno soltanto. Poi è di nuovo il momento di calare il sipario.
Le notizie di questi giorni sono ondivaghe. Ripartiremo,
quando sarà possibile, forse con un vaccino annunciato per l’inizio 2021, forse
con nuove regole antiCovid. Ripartiremo a livello regionale con un nuovo CRL
guidato dal presidente oggi in carica (Marco Della Vedova) e con un calendario
regionale che riprende alcune gare saltate nel 2020. Anche nel calendario
nazionale parecchie gare previste nel 2020 sono state posticipate al 2021,
provocando un effetto domino che peraltro è lo stesso che si verifica in campo
internazionale: è di pochi giorni fa la notizia che i mondiali master 2021 che
si dovevano tenere in Giappone sono posticipati al 2022. Vuol dire che i
mondiali master del 2022 erano previsti in Italia e quindi dovranno essere
spostati pure loro? I famosi campionati del mondo previsti a Genova nel 2024
diventeranno forse qualcosa d’altro, sempre internazionali, ad uno o due anni
di distanza.
Ripartiremo quindi, con qualche cicatrice (non quelle che ci hanno lasciato i rovi di Cascina Amata) e con qualche motivazione in più per non ripetere gli stessi errori. Io, ad esempio, avevo cominciato a sistemare e catalogare le mille e più cartine circa che ho in casa durante il primo lockdown. Ma non avevo portato a termine il compito, lasciando una stanza nel più completo disordine. Mi ero detto “se mi ricapita un altro lockdown…”: è capitato, ed ho messo a posto tutto, però non ditelo ai complottisti o negazionisti che girano in rete, perché sarebbero capaci di dire che il virus l’ho rimesso in giro io con la complicità di Conte, per poter terminare il lavoro di archiviazione delle cartine!
1 Comments:
meno male che c'è la versione audio, perché arrivare in fondo a questo è più dura che arrivare in fondo alla O-marathon :-) auguri!
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