TRE, ovvero mezza maratona di Trezzo
Se un giorno mi avessero detto che un problema di lavoro sarebbe stata l’occasione per andare a fare la mezza maratona di Trezzo... diciamo che in settimana la tensione si è fatta sentire. Diciamo che volevo ricavarmi un po’ di tempo per sentire un po’ di musica in santa pace. Diciamo che ieri sera la proposta è stata “Vieni a Trezzo che parliamo degli ultimi casini”... il che si può verificare solo nel momento in cui una delle persone a cui devi riferire come va e come non va in ufficio è un maratoneta!
Lasciamo perdere subito i commenti sul lavoro e concentriamoci sulla mezza di Trezzo. Uscire di casa alle 6.30 col buio pesto di domenica mi fa subito pensare alle trasferte orientistiche di una volta, quando non era ancora tempo di mollezze e magari per andare a Gallio agli italiani o a Meltina per i regionali altoatesini si partiva veramente alle 5 del mattino, col giro di Milano a raccattare compagni di squadra e poi via in autostrada. Ma noi siamo gli sportivi della domenica, quelli mossi dalla passione, e mi spiace un po’ vedere i residui di due pazzeschi frontali ai primi due semafori di Via dei Missaglia (due botti che ho sentito bene questa notte) e pensare che magari meno baldoria e più sport possono fare solo bene (poi invece potrebbe essere stato un padre di famiglia che correva a casa dopo essere stato in farmacia a comprare una medicina... vai a sapere).
Perdersi a Trezzo sull’Adda ed arrivare al ritrovo grazie alle indicazioni di una sciuretta che è in giro col buio alle 7.15 di domenica mattina... vabbé, ho fatto di peggio per arrivare a certe gare con le indicazioni inesistenti! Ho concesso al boss 15 minuti prima della partenza per spiegare gli ultimi avvenimenti, poi entrambi ci siamo concentrati sui 21 km che avevamo davanti. Musica su, gambe giù ben ancorate e via verso l’ignoto (21 km sono ancora parecchio di più della distanza nella quale mi trovo a mio agio), ma questa volta ho lasciato a casa la cassa con le 6 bottiglie da due litri di acqua minerale che mi portavo addosso e corro più leggero e più fiducioso ... questa forse la capisce solo Andrea Segatta!
Domanda: ma perchè in queste gare il chilometraggio, pubblicizzato e indicato come plus della corsa, sembra così approssimativo? Primo pezzo di gara in discesa per portarsi sulle rive dell’Adda, vicino alle centrali idroelettriche che si vedono benissimo dal basso, e poi via nel parco nord Adda proprio in riva al fiume, tra scenari molto belli (e la mente che si sofferma sui dettagli del terreno: avvallamento, avvallamento grande, vegetazione verde, qualche bianco...). Il boss viaggia ad un bel ritmo ma gli sto dietro, lui raggiunge un amico e ci scherza un po’ ... mi presenta come “un podista in gamba” ed io vorrei rispondere con le immortali parole di uno dei Ragazzi della Terza C: "Vedo che lei è un ragazzo molto preparato" "Prof. Lei mi confonde..." "Beh? Fa il modesto?" "No, lei mi confonde con qualcun altro!". Comunque alla fine lo lascio andare avanti (ha deciso che farà la 21 km in un’ora e mezza e deve accelerare...). Parte la musica. Della selezione in ordine più o meno alfabetico by Stegal ricordo:
Ancora Tu, Hard to say I’m sorry, Girls just want to have fun, Died in your arms, Don’t let me be misunderstood, Face to face heart to heart, It’s raining men (by la mia spice girl Geri Halliwell), Knock on wood, Dieci ragazze, Per un’ora d’amore, Meteor men, Parole parole (Mina e Alberto Lupo), Personal Jesus, Seven Naton Army, Square rooms e Tainted love
Saltato il km 2, il km 4 arriva in 20’50”, il 6° dopo altri 10’58” (e mi va bene). L’ottavo... ecco: 9’45” non va più così tanto bene, ed il tizio che corre al mio fianco mi guarda come dire “Hanno tassato anche i km e sono più corti?”. 10’31” al decimo ma adesso tutti aspettano il MURO, ovvero la risalita dalle sponde dell’Adda fino a Cornate d’Adda, un muro di ciottoli che sembrerà un mix tra il muro di Grammont e la salita di Kaberlaba del Trofeo delle Regioni (quella che quando feci vedere la mia scelta drittissima a Rigoni, lui rispose “Tu sei un pazzo”). Infatti salta il 12° km, probabilmente stavo rendendo l’anima in salita, e salto dritto al 14° in 24’37”. Il fatto è che a questo punto mi accorgo che davanti a me c’è Stefano Cristellon... non che oggi ci fosse veramente Stefano Cristellon, ma un giorno farò una specie di outing sportivo e spiegherò una volta per tutte perchè, a partire da un bel giorno molto piovoso di autunno, venti o trenta metri davanti a me nei pezzi di scorrimento c’è sempre Stefano Cristellon! Il che si traduce in: 9’34 al 16°, 9’52” al 18° (con salita). Mancano 3 chilometri e Stefano Cristellon non è più davanti a me, anche perchè ha assunto le sembianze di un concorrente che mi ha superato di gran carriera sulla salita e che adesso è ancora lì a pochi metri... raggiungimento... affiancamento... allungo, allunga anche lui, allungo anche io, allunga di più, sembra una gara tra due deficienti! Cartello del km 20: 8’08”! PREGO??? La cosa assurda è che ... di colpo questo si pianta e non si muove più, mi giro e questo dice “Vai, vai...”. Una crisi nera su cui dovrò riflettere perchè non capiti a me un giorno o l’altro. Finale in bellezza in 1h49’19”, su un percorso più duro di quello di Gorgonzola. Ed un altro bel pieno di endorfine. Il capo? 1h35m circa... bravo lui, ma bravo un po’ anche io.
So che c’è tanto lavoro da fare per il mio obiettivo, ma accidenti! Posso farcela!