Stegal67 Blog

Tuesday, July 17, 2018

Coliche, collisioni e colpi di testa


Correva il giorno 21 aprile 2018 quando scrivevo l'ultimo pezzo per il blog. Io già correvo molto meno. Davanti a me si stava spalancando un periodo di impegni che avevo definito "infernali" per continuità e gravosità, ma che immaginavo ricchi di soddisfazioni personali e di sorrisi. Non sapevo ancora, avrei cominciato ad accorgermene solo nei giorni immediatamente successivi, che un po' di inferno personale si stava spalancando davvero davanti a me: il mondo dal 21 aprile è andato avanti quasi 3 mesi, ed io nello stesso periodo di tempo mi sono sentito invecchiare di almeno 15 anni in un colpo solo.  

Provo a scrivere il blog per riportarmi alla pari con un racconto che in oltre 10 anni ha avuto alti (pochi) e bassi (molti), un racconto che ho scoperto essere letto da tante persone che poi, quando mi vedono alle prese con la tastiera, si danno di gomito con il vicino o la vicina e dicono "guarda... guarda... sta scrivendo IL BLOG!". Ho collezionato mappe, meno di quante avrei voluto e soprattutto che non daranno molte soddisfazioni a coloro che le scaricano per guardare i percorsi. Ho collezionato foto, parecchie. Ho continuato a collezionare ricordi, spesso annebbiati dalla fatica, dall'ansia, dai dolori fisici e dalla confusione mentale. Ma fino a questi giorni non sono riuscito a radunare la forza per rimettere su tastiera il tutto.
Cerco di portarmi in pari con la linea temporale, associando ad ogni mappa e ad ogni foto qualche impressione veloce che mi aiuterà in futuro a ricordare meglio cosa è successo e cosa sta succedendo in questi lunghissimi mesi.

***

 L'inizio: 28 e 29 aprile - Vittorio Veneto e Cansiglio

Avrei dovuto saperlo: Cansiglio non perdona! Mi viene da piangere, pensando che nel settembre 2017 ero in grado di concludere appena sopra le tre ore di gara uno dei campionati a lunga distanza più faticosi e appassionanti del secolo, ed ora non sono in grado di affrontare il vialetto di casa in leggerissima salita senza essere preso dal fiatone. Il fatto è che nel fine settimana di fine aprile non mi ha perdonato neppure la sprint di Vittorio Veneto! Sarà stato il caldo, sarà stata la precognizione di tutto ciò che mi sarebbe arrivato addosso... A Vittorio Veneto do la colpa al caldo, il primo improvviso caldo afoso di stagione.

(partenza Vittorio Veneto - la pancia non c'è più, ma non per merito di allenamento ben fatti...)

Posso solo addossare a me la responsabilità per aver mancato la strada giusta per andare in partenza (ci arrivo già bollito e disidratato) e per aver completamente mancato la lanterna 8 pur avendo scelto di correre il più possibile lungo la strada: quando mi sono trovato all'imbocco della galleria (in grigio chiaro) ho capito che non c'ero più con la testa e non posso nemmeno dare la colpa al fatto che le gallerie mi attirano sempre (Brescia docet...). Il loop finale è una sofferenza di caldo ed afa che mi lascia in testa tante tossine, come capiranno tuttti coloro che avranno la ventura di ascoltare la confusa cronaca dello speaker, il quale non ha nemmeno la decenza di cambiarsi tra la propria gara e l'inizio di quella di tutti i concorrenti (poi sono proprio io che vado a fare le pulci ai sindaci che alle premiazioni si presentano vestiti in modo improbabile...).




 

Domenica mattina all'alba il meraviglioso Ercole Pin mi porta a Valsalega, uno dei tanti ineffabili travestimento con i quali il Cansiglio Stanislao Moulinski si presenta agli orientisti. L'impatto con le pendenze che si vedono da bordo strada è pesante. Ancora di più lo è il consiglio del tracciatore Roland Pin in partenza: "Stefano, prendi la carta M40... ti diverti di più che con quella dell'Elite". Mi fido di Roland, ma sarà sofferenza e dolore lo stesso. Non entro MAI veramente in contatto con la carta di gara: in un bosco nel quale cervi e cinghiali la fanno da padroni, le tratte dalla 4 alla 8 mi vedono appoggiato SEMPRE alla strada forestale che corre parallelamente alla linea rossa da ovest ad est, con un dislivello che sale oltre la soglia del sopportabile. Arrivato al punto 8, decido di salire verso nord-ovest fino al tornante della strada forestale (la stessa di prima!) e per ingraziarmi i favori del bosco raccolgo un bottiglione di vetro lasciato lì da chissà quale viandante per portarlo almeno fino alla strada... la fatica mi fa venire da piangere. Viaggio tranquillo per 3 lanterne, ma poi l'effetto bottiglione svanisce e impiego 22 minuti per venire a capo della 12, completamente perso: quando penso di dover salire, sto scendendo; quando perso di dover scendere, ho davanti a me la montagna.


 Riesco ad arrivare al traguardo pochi minuti prima che arrivino i primi atleti veri, minuti che trascorro praticamente boccheggiante e sdraiato a terra nella (GIUSTA!) totale quasi indifferenza del resto del mondo.


 
Alla postazione speaker si avvicenderanno con me Federico Venezian, Edoardo Tona e soprattutto Elia Vettorel. Purtroppo, dopo 3 ore circa di commento con le gambe anchilosate sotto il tavolo, faccio un movimento brusco e partono ad entrambe le gambe quel genere di crampi che ti cambiano la vita! Notare che, mentre mi contorco a terra, Elia continua a smanettare sul computer per darmi gli aggiornamenti ed io tra uno spasmo e l'altro continuo ad impugnare il microfono e riferire gli arrivi. Colgo distintamente un commento che giunge dall'altra parte delle transenne, zona pubblico: "Ma guarda quel poveretto! Deve continuare a commentare nonostante il dolore!!!".




Brinzio 1° maggio

Incredibile ma vero. Nonostante i crampi ed il viaggio eterno di ritorno, ho voglia di salire a Brinzio (carta che NON amo) due giorni dopo per il Trofeo Lombardia. Non amo la carta, ma adoro il tracciato realizzato da Roberto Pompele. Gareggio sul percorso Nero e mi godo i passaggi degli Elite stranieri che dopo qualche giorno saranno al via ai Campionati Europei. Nonostante tutti mi passino come se io fossi (e lo sono) un paracarro, ogni tanto riesco a raccapezzarmi meglio in zona punto finendo per ripartire prima di qualche celebrato campione arrivato in zona a velocità da Frecciarossa. Tutto questo fino alla 16: quando penso di aver ormai superato le difficoltà più grosse, faccio un errore madornale che mi fa perdere parecchi minuti e qualche posizione in classifica.



Campionati Europei 5 - 12 maggio

Avevo preso da un anno e mezzo un impegno: essere al microfono dei Campionati Europei in Canton Ticino. Come spalla "locale" (italian speaker) di Per Forsberg: lavorare con lui è come fare un corso accelerato sul campo di "master in orienteering speakerage", ma talvolta il compito risulta parecchio impegnativo. Quando arrivo sabato in Ticino, ho il tempo di andare a fare il model event di Comano e poi quello di Cademario, prima di partecipare alla prima riunione tecnica degli Europei...






Qui scopro ciò che già sapevo: in pratica per tutta la settimana sarò il taxista-tuttofare di Forsberg.


Domenica 6 fa caldo, molto caldo. Già al mattino presto per la qualificazione sprint si boccheggia nella piazza che ospita l'arrivo, ai piedi della fortezza. Di fare il giro-speaker non se ne parla... ma è giusto così perchè il tempo è poco e c'è la postazione speaker da preparare. Ma cosa preparo, se manca l'impianto audio??? Per qualche minuto Forsberg rivive la situazione di Burano - qualificazione Mondiali 2014: anche lì mancava l'impianto audio, anche lì c'ero io come spalla. Per fortuna non è necessario cercare microfoni volanti e badanti rumene per l'allacciamento alla corrente: il camion della Rivella viene recuperato a Lugano e possiamo cominciare la cronaca in tempo.


 

Il commento di una qualificazione sarebbe una passeggiata di salute, assistita dal fatto che gli italiani vanno pure forte!, se non fosse che mi salta un dente all'annuncio dell'arrivo di Scalet. Un dente davanti, esploso proprio!

Al termine della gara cominciano i miei problemi con i cervelloni dell'IOF, già ampiamente vissuti nel 2014 (le lezioni io non le imparo mai). Nello specifico il mio problema si chiama Caroline Gjotterup, ignota (a me) concorrente danese che PER ME è qualificata per la finale e che PER IL RESTO DEL MONDO non è qualificata per la finale. Poiché sono bastian contrario, mi impunto nello spiegare perché a norma di regolamento ho ragione io. La risposta che ottengo è che le informazioni ufficiali le da Forsberg: io sono lì soltanto per dire due parole ai "minus habentes" che non riuscissero a capire l'inglese dello speaker. Se lo capisco, bene. Se non lo capisco, quella è la porta (leggi: il valico di Brogeda che mi riporta a casa).

(Forsberg, l'assistente tuttofare che ha già gli occhi neri, e l'IOF alle spalle che controlla cosa faccio e cosa dico...)

Quello stesso pomeriggio, a Mendrisio fa ancora più caldo: asfissiante. Con un dente in meno e una ferita aperta in bocca, mi chiedo cosa altro possa andare male mentre arranco sul difficile e bellissimo percorso MElite della finale sprint


 
Ciò che può andare male è la gara di Elena Roos, mia carissima amica e beniamina del pubblico ticinese, che "salta" nelle prime tratte del percorso passando all'intermedio oltre la ventesima posizione e, di fatto, uscendo dal radar di Forsberg. Dopo le varie caxxiate del mattino, i miei interventi al microfono sono ridotti alle sillabe, ed ho quindi la possibilità di seguirne la gara e la rimonta che la portano prima in quindicesima posizone, poi in settima. Il radar di Forsberg ha la caratteristica che di essere sempre più stretto mano a mano che ci si avvicina al traguardo. Io invece decido che qualche soddisfazione al pubblico ticinese bisogna pur dargliela, e di fatto alzo il volume della mia radio mentre Elena vola le ultime tratte che la portano in sesta posizione finale: di fatto sul podio lungo delle premiazioni. Risultato? Ennesimo ca$$iatone al sottoscritto. In sostanza "devo essere felice del fatto che al settimo posto c'è Sarina Jenzer (altra svizzera) altrimenti avrebbe potuto esserci un bel reclamo per via delle parole dello speaker in italiano".



Mentre il cielo sopra di noi diventa nero come il carbone, mentre i reclami e controreclami veri si susseguono in campo maschile fino a far rimandare ad altro giorno le premiazioni, la tempesta comincia ad infuriare anche nel mio cervello: grandine o non grandine, strade allagate o non strade allagate, decido di prendere davvero la strada di casa e dormire una notte nel mio lettino. Ne approfitterò per sbollire e magari per farmi mettere una toppa al dente spaccato di netto.
La sera successiva sono di nuovo a Lugano, deciso almeno a vendere cara la pelle. Martedì è prevista la qualificazione middle a Carona, con arrivo davanti alla Madonna d'Ongero in mezzo al bosco.


L'arrivo è un po' "sacrificato", ma in fondo è una gara di qualificazione ed il pubblico che arriverà nel pomeriggio per la prima tappa della 5 giorni non è quello delle gradi occasioni. Mentre la nazionale svedese perde tocchi da ogni parte, subendo una debacle, io decido di perdere un altro tocco (caviglia) andando a fare la gara del pomeriggio in Open



Il bello (brutto?) della faccenda è che non mi sono nemmeno accorto di dove ho preso la scavigliata, ma di sicuro c'è che torno a casa con una articolazione grossa come un melone: il mitico Patrik Rossetti mi vede ogni giorno sempre più infortunato e dolorante, e si chiede se non sia meglio un bel viaggio a Lourdes...


Il risultato è che il giorno dopo, a Monte San Giorgio, dove nel lontano 1999 ho vinto la mia prima gara di orienteering e dove negli anni successivi ho vinto per tre volte di fila al TMO, devo limitarmi a zoppicare tra la postazione speaker e gli immediati dintorni. Con me zoppicano anche Tove Alexandersson, che si infortuna mentre perde una chiara medaglia d'oro, e Marika Teini, che si infortuna pure lei ma la medaglia d'oro insperata la vince dopo che la svizzera Julia Gross viene squlificata per aver saltato un punto di controllo.

A me però stanno facendo effetto le miracolose cure della farmacia di Vezia: venerdì riesco addirittura a schierarmi al via del Campionato Svizzero sprint che si disputa a Tesserete: gareggio in Open ed il percorso è decisamente carino tra i vecchi borghi di Vaglio


Mi sento persino in grado (camminando) di andare a provare una delle frazioni della staffetta sprint relay che si disputa a Tesserete nel pomeriggio, e che vedrà tra le protagoniste anche la nazionale italiana (il che mi consentirà di prendere un po' di spazio al microfono). La vittotia finale della svizzera, con Elena Roos in quarta frazione, mi regala persino una intervista finale in italiano, in diretta per la televisione, con la protagonista.



Si arriva al venerdì, ua giornata che per molti altri versi sarà molto molto complicata. Il mio impegno orientistico si limita alla partecipazione alla rapidissima "VIP race" che si disputa ancora a Vaglio quasi sullo stesso terreno della gara sprint del giorno prima



Il sabato si corre la staffetta "boschiva". Se la caviglia va meglio, le forze sono al lumicino ed il cielo promette disastri. Però il bosco di Tesserete è uno dei miei preferiti ogni epoca, e quindi riesco a fare il giro di una delle frazioni maschili in poco più del doppio del tempo che impiegheranno alcune staffette impegnate negli Europei

Visibilità ampissima, fondo del terreno in perfette condizioni, passaggi ravvicinati nella zona della Torre di Redde... è la mia ultima fatica nei boschi del Ticino: il giorno dopo è prevista la long-ultra-long a Capriasca e non ho intenzione di mettere il naso fuori dalla postazione speaker; alcuni anni fa ho deciso che "io Capriasca la voto" (nel senso che ci ho messi una croce sopra) e per evitare altri guai decido di rimanere ben adeso al piano originale.


Durante la gara si scatena il sole, il diluvio, il di-tutto-di-più. Le premiazioni sono interminabili ma la regia è impeccabile come l'abbiamo avuta per tutti i giorni dei campionati Europei

 (schema premiazioni - mi sembra di ricordare qualcosa che avevo scritto sui Mondiali 2014...)

Ne posso approfittare quindi per girare nel parterre e dimostrare ancora una volta che non sono il campione del mondo dei selfie...









Quando domenica sera rientro a casa sono sfinito, distrutto nel fisico e nel morale; le cose cominciano ad andare a catafascio ma ancora non mi rendo conto di quanto sta diventando profondo il pozzo.

Campionati italiani a Passo Lavazé: 19 e 20 maggio. Non pervenuti.


Dopo tantissimi anni, devo rinunciare ai Campionati Italiani. Ci sarei ansato ovviamente anche senza essere speaker: il GS Castello mi aveva annunciato il fatto che sarebbe stato Mario Broll, lo speaker di alcune delle mie gare da concorrente tanti anni fa, a condurre la cronaca live dal campo gara. Ho rinunciato per le mie pessime condizioni fisiche, unite al fatto che il 19 maggio era il primo anniversario della scomparsa di papà.

Coppa Italia e Relay of the Dolomites 25-26-27 maggio

In un dei momenti peggiori di queste settimane arrivo a Mezzolombardo per il "Trofeo Carlo e Franco" del venerdì sera. Le mie condizioni fisiche mi consentono di fare solo una breve passeggiata lungo il percorso: l'anno scorso avevo fatto tutti i 4 giri da solo... C'è folla di orientisti tedeschi, che ovviamente non riconosco il che rende un calvario (per chi mi sta a sentire) la cronaca della gara con i continui cambi tra le 4 frazioni della staffetta.



Il giorno dopo, sabato, si sale a Costalovara-Wolfsgruben per una delle gare che stavo aspettando da più di un anno. Ovviamente non sono in grado di fare quasi nulla, e mi accontento di fare una passeggiata sul percorso Esordienti, beandomi di passare in un bosco bellissimo e silenzioso.




Quando il giorno successivo si prosegue il tour per andare alla Relay of the Dolomites, la salita per arrivare alla zona di partenza (1,5 km + 150 metri di dislivello) risulta troppo per le mie condizioni. Niente foto, niente mappe, niente di niente per una giornata che anche come speakeraggio si dimostrerà molto lunga e faticosa (probabilmente troppo per il mio stato).


Gare lombarde - 2 e 3 giugno

Nonostante i giorni che passano, lo stato generale non migliora. La cosa migliore da fare sarebbe stare a letto e recuperare energie fisiche e mentali. Spinto dagli amici, scivolo fuori dal letto per andare a gareggiare in una bi-sprint a Loreto-Longuelo. Si tratta di una gara di Trofeo Lombardia tracciata in un quartiere nel quale le siepi che delimitano le case formano una specie di labirinto. I percorsi di Maurizio Todeschini, già testato come coursesetter, risultano davvero avvincenti al punto che riesco persino a non arrivare ultimo in classifica nella prima manche nonostante il pessimo stato di forma. Devo ancora scoprire il segreto per poter affrontare le seconde manches, però: la mia testa ci mette del suo, regalandomi una partenza nella quale sbaglio di quasi 180° la direzione da prendere (finendo dritto al punto 7); il caldo ancora una volta asfissiante mi da la mazzata finale, facendomi barcollare persino per i pochimetri che separano il ritrovo dal luogo in cui ho parcheggiato l'auto. Bellissima gara, però: percorsi divertenti e complimenti per il coraggio mostrato dagli amici dell'Agorosso nel portare una gara di Trofeo Lombardia in un luogo fuori dal comune.

Domenica ci sarebbe un'altra gara di Trofeo Lombardia, ma la Liguria mi appare lontana come Shangri-la. Su una pagina facebook compare l'annuncio di una gara promozionale a Moltrasio, sulle sponde del Lago di Como. E' organizzata dai ragazzi del locale Liceo Sportivo che si sono appoggiati all'Orienteering Como per realizzare una carta di gara, un percorso, una gara promozionale: come si fa a non avere voglia di andare a sostenere con la propria presenza una iniziativa come questa? La gara risulta essere una specie di remake della bella promozionale dell'anno prima a Sueglio-Vestreno organizzata dal Nirvana Verde: il paese sulla sponda del lago è praticamente "in piedi" e le curve di livello si macinano a decine andando su e giù per le scalette ed i gradini che costellano il paese.


Con le mie condizioni fisiche sempre al limite, faccio alcune tratte del percorso insieme ad un gruppetto di signore che evidentemente conoscono molto bene il posto ma che si fanno su da sole quando è il momento di andare al punto 13: "bisogna arrivare fino al molo!" dice la prima... "ma intendi il molo o l'imbarcadero?" dice la seconda... la terza prende la testa del gruppetto e si dirige verso... verso l'arrivo praticamente! Seguiranno altri incroci con il trio di sciure: le sentirò a lungo smoccolare tra di loro per essersi mandate in confusione da sole, e poi smoccolare nei miei confronti perché "quello là aveva trovato la strada giusta e non ci ha detto niente!".

Al termine del percorso, il mio stato fisico mette fuori un conto salato, al quale aggiunge come "mancia per il cameriere" un dolore al ginocchio che mi seguirà per tante settimane.

Due giorni di Coppa italia - 9 e 10 giugno

Arrivo in condizioni più che pietose al termine del tour de force: nelle mie intenzioni, avrebbe dovuto essere un periodo faticoso e ricco di impegni ma da concludere con il sorriso sulle labbra. Fisicamente sono uno straccio e mi reggo in piedi solo se non tira vento. A Merate, per la gara sprint di sabato, avevo corso due anni fa in un campionato regionale sprint sotto la pioggia ed il vento forte: una bella carta, un bel percorso, e l'invito personale alla Polisportiva Besanese a proporre Merate per una gara nazionale. La Besanese prende atto, mette in atto e a due anni di distanza corriamo un'altra bella gara che credo abbia soddisfatto soprattutto i concorrenti della Elite, quella categoria alla quale avrei voluto prendere parte con l'unica velleità di correre dal primo all'ultimo metro. Mi devo accontentare di arrivare al ritrovo con ampio anticipo e prendere le due carte del percorso Elite, da camminare dal primo all'ultimo metro perché i piedi non mi consentono di fare altro. La partenza è in discesa, nel parco dove tante volte da studente sono andato a pranzare o fare merenda quando frequentavo l'Osservatorio, alla ricerca della agognata laurea in fisica... parto con una lacrimuccia di commozione, che va a confondersi presto con il sudore provocato dall'afa di questa fine primavera brianzola.

Menzione speciale della gara per il piccolo Mattia Vecsey che alla partenza anziché la M12 prende la carta della M21, non si fa scoraggiare in alcun modo dal percorso ed arriva al cambio carta di metà gara per il secondo giro. Purtroppo non sono disponibili foto delle facce degli organizzatori al cambio carta!


Dopo un trasferimento epocale attraverso la brianza lecchese, si approda in Valle Imagna a Fuipiano. Si tratta del paesino che lo speaker aveva decantato durante tutte le cronache primaverili "Fuipiano = Fui piano!" per i dislivelli che i concorrenti avrebbero trovato in gara. Tutto ciò che riesco a fare, prima di abbandonarmi alla cronaca della gara (senza mai avere certezza del fatto che la mia voce stava raggiungendo o meno il luogo del ritrovo dove stavano tutti gli atleti) è il percorso Esordienti-under12. Riuscendo a perdermi anche su questo percorso...

Poi arriva il momento di tornare a casa. Ho un fine settimana di riposo prima di quello che avrebbe dovuto essere un altro degli appuntamento clou di questa stagione: la 5 giorni d'Italia a Madonna di Campiglio.
Troverò le forze per scrivere anche di questa?