Stegal67 Blog

Thursday, July 29, 2021

Dedicato a Roberto - da Bepi Simoni

Roberto, ma cosa mi hai combinato!

Ci penso: ci siamo conosciuti negli anni 80. Davvero tanto tempo fa, ma sembra ieri!

Nel 1986 abbiamo provato a fondere le tre Società della Bassa Valsugana, Novaledo, Marter e Borgo e per qualche anno siamo stati tra le più forti Società Italiane  e abbiamo organizzato grandi manifestazioni.

Erano i tempi in cui lavoravamo con un altro grande Sartori, il nostro amico Alfredo e assieme abbiamo progettato la prima tre giorni d’Italia nel 1988, precursore di tante grandi manifestazioni successive. 900 Persone da tutta Europa per tre tappe: Sella Valsugana. Lavarone e Santa Colomba; unico vincitore Italiano un certo Andrea Rinaldi in H12!

Ma era difficile starti dietro; eri un vulcano di idee, non tutti erano in grado di seguirti. L’impegno che esigevi era davvero grande, ma non hai mai preteso che altri si impegnassero più di quanto facevi tu.  E’ stato necessario lasciarti andare da solo con la tua Società ma siamo sempre rimasti ottimi amici sia a livello personale che al livello di Società. E se c’era bisogno di qualcosa, di aiuto di qualsiasi genere per le nostre manifestazioni,  bastava chiedere a te.

Quante volte ho lavorato con te per organizzare gare di Sci-orientamento a Passo Coe e a Millegrobbe; a fine anni 90 mi chiedesti se sarei stato disposto a organizzare con te il campionato Mondiale Junior e Master di Sci orientamento nel 2001 sull’altopiano; ovviamente risposi di si. Non si poteva dirti di no, non era proprio possibile…

Poi, la grande avventura della 5 giorni dei forti del 2002; 3200 concorrenti, grande organizzazione con Andrea Rinaldi ad occuparsi delle iscrizioni e degli alloggi, piazzato in camper davanti alla sede dell’APT. E tu che correvi dappertutto a risolvere ogni tipo di problema, a volte brontolando, a volte “cazziato” dall’Andrea perché facevi di testa tua! Che giorni indimenticabili! Coinvolgemmo tanti giovani che poi sarebbero diventati Atleti della Nazionale o organizzatori che al giorno d’oggi sono in grado di allestire eventi di altissimo livello; difficile ricordarsi di tutti, ma tutti dettero il loro massimo; e ancora tuo fratello a cucinare nel tendone dove a sera ci si trovava a cena e le tue figlie e nipoti a lavorare, chi in cucina, chi nel kindergarten, che in altri settori. Insomma, ti trascinavi dietro anche tutta la famiglia ma, come detto, non ti si poteva dir di no!

E ancora nel 2007 a ripeterci con la 5 giorni, stesso copione. E poi ancora altre gare, altre volte ad aiutarci.

Eri colorato, a volte esagerato per chi non ti conosceva; a me sarebbe sembrato strano vederti vestito come un damerino. Le tue cravatte a fumetti, le scarpe spaiate, le giacche e le tute stravaganti, erano una caratteristica che però non ti rendeva ridicolo. Tu le portavi con la tua disinvoltura e se a qualcuno strappavi qualche sorriso, era sempre bonario: “l’è el Roberto!” si diceva.

Hai lasciato una forte eredità di altruismo, di disponibilità, di volontariato; il tuo motore inarrestabile che sino all’ultimo ha macinato chilometri di idee, di manifestazioni sportive, ci mancherà tanto, troppo…

Ci eravamo dati appuntamento per la prossima settimana, la mia prima di pensione, per sistemare i tendoni reduci del mondiale 2014 e visto che l’amico Ivan, tuo tesserato, mi aveva informato della vostra intenzione di chiedere una coppa del mondo di MTBO sull’altopiano, avevo intenzione di parlartene e di dirti che sarei stato disponibile… ma ora? Sono un po’ arrabbiato con te… ho un groppo dentro; sei andato avanti troppo presto e avevi ancora tanto da fare quaggiù.

Ciao Presidente, vedi di non far impazzire tutti lassù con le tue idee!

Dedicato a Roberto - dal tuo speaker

“Forsberg lo guarda ed esclama: “Look at this guy!”

I più avvezzi alla lettura dei blog orientistici, magari con qualche anno di carriera orientistica sulle spalle, forse ricorderanno questa frase. 9 luglio 2014. E’ sera sul piazzale del municipio di Lavarone, frazione di Gionghi. E’ la sera delle premiazioni del Campionato Mondiale a lunga distanza. E quel tipo, che Forsberg sta guardando, è Roberto Sartori.

“Non faccio in tempo a spiegargli che quello è Roberto Sartori e che senza di lui non avremmo avuto né il Mondiale né tutta una serie di gare internazionali a Lavarone, che Roberto si è già portato via sindaci e assessori per uno spritz”

Anche questo è stato Roberto. Questo e altre centomila presenze sui campi di gara, organizzazioni, eventi sportivi, premiazioni, ricerche di sponsor… caricare e scaricare il fungoncino con tende, gazebi, premi, tavoli e panche, gatti delle nevi, impianti microfonici. C’è la premiazione del Mondiale… ma cos’è più importante? La premiazione del Mondiale o quattro chiacchiere con gli amici ed un bicchiere di vino? Gli amici, no? E allora via!

C’è la gara di Costa di Folgaria, gara regionale con un po’ di iscritti, l’occasione giusta per essere a casa appena dopo pranzo anche se il team è impiegato in organizzazione. Ma cos’è più importante? Tornare a casa o assecondare quel matto che gli ha detto “se vuoi, dopo la premiazione facciamo la diretta youtube della finale sprint degli Europei”. E allora Roberto carica i maxischermi, le panche, rimane lì per altre ore ancora…

Ho avuto la possibilità di vederlo in azione e parlargli per l’ultima volta in occasione della O-Marathon degli Altipiani di metà luglio, che ancora fino al 27 luglio sul suo profilo facebook venivano postate le foto delle partenze e degli arrivi. Una gara di una complessità organizzativa con pochi eguali, e che nonostante tutto è diventato un evento che Roberto ha saputo portare avanti di anno in anno con una generosità, un altruismo ed una abnegazione con pochissimi eguali.

Già. Generosità ed altruismo.

Ve lo dico io. Io mica li conosco i libri contabili del Gronlait, ma qualche organizzazione con Roberto Sartori nel corso degli anni l’ho fatta. E sapete quanto ricavava Roberto dalle sue mille organizzazioni? Ve lo dico io: meno di zero. MENO DI ZERO significa che nella maggior parte delle volte Roberto ci ha rimesso economicamente. Ma lo sport, lo sport vissuto da organizzatore, è stata la sua vita. Una vita a girare per i campi di gara distanti anche centinaia di chilometri nonostante lui non fosse in alcun modo parte della competizione, solo per poter vedere i suoi atleti e godersi una bella giornata di sport all’aperto nella natura.

Memorabile, vero Marco?, una sua partecipazione alla Coppa Italia di trail-O al Parco Forlanini di Milano. Tracciatore Marco Giovannini, controllore Stefano Galletti. Roberto arriva al secondo punto a tempo, dove io ero cronometrista: “Il tempo parte… ora!” e Roberto “Si, dico C anche se so che la risposta è B…”. La risposta era “A”, Roberto. Ma cosa era più importante per lui in quel momento? Perdere tempo e dare la risposta esatta o fare due chiacchiere con me? Fare due chiacchiere, e allora ok… diciamo pure C e fermiamo il cronometro anche se subito mi dici che sai che è B, ma non importa perché la cosa importante è che adesso possiamo stare qui un paio di minuti a chiacchierare finché non arriva il prossimo concorrente.

E poi le tante organizzazioni nella MTB-O, che quanti partecipanti vuoi che ci siano a darti un minimo di ritorno economico? Ma quello non importa! Anche zero, anche meno di zero! Perché la cosa importante è dare continuità agli eventi sportivi, alla sua squadra (e che squadrone ha avuto il Gronlait in alcune stagioni sportive nella MTB-O?). Roberto non faceva in tempo ad aver finito un evento che subito pensava a quello successivo, la prossima Coppa Italia, la prossima Tre giorni, le prossime finali di Coppa del Mondo!

Dacci il Mondiale! Roberto dacci il Mondiale!” era diventato il coro con il quale ogni tanto il team Gronlait lo salutava. E si, Roberto era in grado di darci (agli orientisti, a me, a tutti quanti) persino il Mondiale.

Credo che Roberto da lassù non se la prenderà se il mio ricordo, buttato giù in pochi minuti, menziona alcuni aneddoti che lo hanno visto protagonista più per la sua verve e la sua spontaneità un po’ istrionica ed un po’ ingenua, ma in ogni caso sempre, sempre, sempre genuina e generosa.

Quando si ringrazia una persona per quello che ha fatto, si usa dire “grazie per questo… grazie per quello…”. Ho provato a concentrarmi su qualcosa di specifico, ma mi vengono addosso mille immagini di passaggi della O-Marathon, mondiali a Lavarone, Campionati Italiani su tutto l’Altopiano di Folgaria e Lavarone. Ci sono troppe cose per cui vorrei e dovrei ringraziare personalmente Roberto. Ma ne scelgo una che rappresenta una costante di tutte queste immagini: non importa che io stia scorrendo nella mente una foto della grandine di Millegrobbe, del caldo asfissiante di Folgaria, del diluvio di Costa, della pedana delle partenze di Luserna: in ogni immagine, da qualche parte, in primo piano o in un angolo sullo sfondo, quando guardo il viso di Roberto lo vedo sempre sorridente.

Grazie per il tuo sorriso Roberto (e per tutte le altre cose che ci hai regalato)