Il mio nome è Nessuno
Tre su tre. Ovvero tre fallimenti su tre. Neanche questa volta ho superato l’esame Sega di Ala. Due anni fa… 101 chili di mozzarella bianca con gli occhiali che si scapicollavano su e giù per i pascoli. L’anno scorso “il volo a planaaaaaaa-re” dentro al filo spinato, con conseguente perdita di maglietta, pezzi di pelle, e l’arrivo al traguardo pesto e sanguinolento sotto l’occhio vigile della telecamera.Quest’anno? Speravo meglio, molto meglio dalla prova middle. Credo che un po’ del mio risultato sia dipeso dal fatto che, tra una menata e l’altra, il viaggio casa-Sega sia durato troppo. Stanchezza, certo. Magari un po’ di voglia di strafare visto che è una delle ultime prove del 2007. Magari un po’ di dolore alle parti nobili… Arrivando alla partenza con Attilio, mi scopro inondato di sudore gelato, come sotto una doccia ghiacciata. Forse avrei dovuto rinunciare: non è andata come a Bedolpian, ma forse per me è stata peggio. Perché a Bedolpian, almeno, non mi ero accorto di tutto (non so ancora oggi come sono arrivato su alcune tratte).
Partenza tranquilla. Giù nel prato a lambire le rocce. Lanterna fatta bene, senza problemi (avviso ai naviganti: “fatta bene”, vuol dire “fatta bene per le mie possibilità”: se mi cercate tra i migliori tempi avete sbagliato strada…). Seconda lanterna e seconda buona tratta; segue piccolo equivoco: ci sono delle persone che ravanano in zona, io esco dal punto e sento una voce che chiede “I due sassi?” “Si” rispondo, e vado giù verso il sentiero. In vista del sentiero sento di nuovo la voce, dubbiosa della mia direzione; mi volto e dico “Guarda che i due sassi erano là dove mi hai visto!”… un piccolo equivoco. Tre girando largo attorno alla macchia di verde e quattro a farmi raggiungere da Mirko Dal Bello, che con Lari mi lascia lì sul prato verso la 6. Sei che faccio bene, infatti alla 7 e alla 8 c’è un gruppetto con Gambini, Dal bello, Lari ed io… io sarei l’intruso.
Per andare alla 9, i miei 3 compagni di avventura si scapicollano giù per strade diverse. Io non posso tenere il loro ritmo e opto per una scelta azzardata: in costa sulla tratta lunga, sperando di rivederli in fondo alla loro discesa-salita. Sarà la mia fine: una costa perigliosa e molle, con tanti ostacoli ed una infinità di tempo ed energie perse. Infatti mi ritrovo sotto la 9 e l’ago dell abenzina segna zero. Non vicino a zero, non asintoto orizzontale verso lo zero… zero. Più energie, più niente. Mettere i piedi uno davanti all’altro diventa una impresa. Salgo alla nove e mi fermo nella buca ad aspettare Dario Stefani, poi verso la 10 mi stacca Plab. Cerco di darmi un contegno verso la 11 ma la trovo solo perché Remo De Florian mi viene incontro: lui cerca la 1 e quella lanterna è la sua 7… Verso la 12 mi supera Fritz, ormai io mi muovo come un automa, e per salire alla 13 Mary vede arrivare una specie di moviola umana senza arte né parte. Finale accasciato, qualche minuto per riprendere le funzionalità elementari e tutto i pomeriggio per riprendere fiato, cercando nel frattempo di pubblicare l’intervista a Klaus dall’Ucraina tra le onde sinusoidali di una rete internet deficitaria.
Una buona notte di sonno e via per tappa 2 della Due giorni della Lessinia. Sarebbe la tappa long, ma sono più in forma del giorno precedente. Parto piano e cerco di tenere lo stesso passo per tutta la prova: e mi diverto! Non sono certo stato un razzo tra le rocce ed i pascoli, su e giù per i collinoni in mezzo alle mucche, ma almeno ho presenza di spirito per fare le mie scelte, per valutare dove andare e cosa fare. Lo faccio lentamente, quello sempre, ma almeno con cognizione di causa. Attorno a me non c’è più Aaron come a Nova Ponente: questa volta c’è il duo del TOL Heike Torggler e Martin Thomaseth ad essere più volte nei paraggi mentre mi aggiro tra le rocce, talvolta con le lanterne messe un po’ troppo nel verdone (secondo me) a punire concorrenti che hanno già dato il meglio di loro in salita… ma il verdone e la salita sono un problema mio e quindi il mio voto per i tracciati è positivo. Mi sarei accontentato di finire attorno alle 2 ore di gara (ad un certo punto ho pensato che la mia media gara fosse proprio quella), finisco in 1h42’, lo so lo so… ad una vita dal vincitore, ma chissenefrega? Mi sento anche io un vincitore quando posso terminare una gara lucido, quando posso contare sulle energie per rientrare a casa senza pesare troppo sui miei compagni di viaggio, quando posso sedermi al computer e cominciare a scrivere il pezzo che sarà completato dalle classifiche inviatemi da Roberto Gelmini già in serata. Io promuovo la Due giorni della Lessinia, e mi piacerebbe tornarci un’altra volta, e trovare magari un po’ più di partecipanti!
Note a margine, per chi è arrivato fino in fondo.
1) sono arrivate le peppe nuove!!!!! Falcon color oro prenotate via internet. Numero 50. Oh yes! Però la ricerca continua… Falcon color oro! Non ci credevo proprio. Faranno un po’ “sborone”? Mi sa di si…
2) l’inglese di qualcuno è messo peggio del mio. Chiedo lumi via e-mail su come è possibile seguire una certa gara via internet… mi rispondono con tutto l’itinerario del viaggio da casello a casello stile ViaMichelin da Milano fin giù nei Carpazi! Non era esattamente quello che avevo chiesto
3) oggi ho visto la mia nuova scrivania al Lingotto di Torino. Carina, ma preferisco quella di Parma, ed il cibo di Parma, e la compagnia di Parma, ed il Parco di Parma. Dove andrò ad allenarmi quando sarò a Torino?
4) ... come Hiro Nakamura in Heroes... me ne vado anche io a spasso nel tempo: Mario Ruggiero (Nirvana Verde) è diventato nel pezzo per il sito Fiso Mario Ruggiero (IK Prato). Come dicevo una volta, quando sarà presidente IOF vieterò i campi di società: si parte con una società e si finisce con quella. Poi io sbaglierò lo stesso!
5) Perché “Il mio nome è Nessuno”? Mica vorrete sapere tutto in una volta sola…!!!!! J Quando sarò convalescente e non avrò niente da fare, svelerò il (banale) mistero di cui i miei compagni di avventura alla Due giorni della Lessinia sanno già la soluzione