E questo qualcuno non sono io, ma è Michele Caraglio! J
Proprio così. Mi è toccato riscrivere il pezzo che avevo già impaginato ed imbustato il sabato pomeriggio… giornata bella, terreno veloce, organizzazione eccellente, in categoria A vincono i compagni di squadra Michela Guizzardi e Michele Caraglio… è proprio vero che sono sempre le ragazze a dare le migliori soddisfazioni allo speaker: avevo detto “prima Miki, poi Fede, poi Anna”. E quando sono andato a leggere la classifica finale ed ho trovato lo stesso ordine di arrivo, me ne sono bullato con i vicini di posto (i quali, ignari del motivo, hanno come al solito commentato “ma guarda te ‘sto matto..”). Poi sono andato a leggere i risultati della categoria maschile, sicuro del fatto mio: “primo Mic… no! Come sarebbe a dire primo Giaime???”. E mi è toccato riscrivere il pezzo, e mandare a ramengo tutte quelle belle frasi sui due ragazzi venuti una dall’Emilia e l’altro dalla Provincia Granda per vincere insieme la gara di Montorfano per gli stessi colori sociali…
Se l’avessi saputo, avrei steso Giaime con un bel “braccio teso” alla Hulk Hogan sulla prima salita al punto 2! Con il risultato, però, che la gara sarebbe stata vinta dal Paolo Mario Grassi… uhmmm… un bel “braccio teso” anche a lui sulla salita verso la 7! … uhmmm… avrebbe vinto Gianni Guglielmetti… e a lui non potevo tirare nemmeno una pigna secca visto che è arrivato al traguardo che io stavo già da mezz’ora a parlare con Marco Seppi in versione ori-biker…
Adesso scatterebbe volentieri una domanda da parte di SHAron.D.OWen: che cosa ci facevo IO su quelle salite? Ebbene si. Sono andato volutamente a mettere il sederone sulla pedata e mi sono iscritto anche IO alla categoria MA del Lago Montorfano. Il motivo è presto detto: visto che l’orienteering è, purtroppo ed alle nostre latitudini, uno sport ancora poco aperto agli spettatori, vado io a fare lo spettatore nel bosco ponendomi proprio lungo il percorso MA al fine di veder passare i più forti. Il prezzo da pagare è una categoria difficile e insidiosa… 5 km + 220 metri di dislivello. Diconsi 5 km + 220 metri di dislivello! … mumble mumble… come sarebbe a dire? EmmeA: 5 chilometri + 220 metri di dislivello??? Ed io mi domando e mi chiedo: non sarà che la categoria MAK e la MB sono più un fatto mentale che uno fisico? Quando c’è una gara long, MAK ed MB sono spesso più lunghe della MA del Lago Montorfano… allora cosa spinge i miei amici ad iscriversi in una categoria di contorno, che non assegna nemmeno il Trofeo Lombardia (mi pare) e rinunciare a farsi per una volta una corsetta un po’ più lunga del previsto? Persino Federico Cancelli (che è più forte di me, ma non è questo il punto) si iscrive sempre alla MA nell’ultima gara di Trofeo Lombardia…
Inutile che mi ponga queste domande: credo che talvolta le nostre scelte siano dettate da questioni mentali più che da quelle fisiche. Certo… 5 km + 220 metri di dislivello in un posto a caso, diciamo Platak o Kastav?, potrebbero essere micidiali. Ma al Lago Montorfano ci abbiamo già corso più o meno tutti quanti, tutti quanti sappiamo che il bosco è abbastanza pulito, che ci sono un sacco di sentieri, che la carta è circondata dai paesi e che quindi più lontano di quel tanto è difficile farsi mandare… Niente da fare: a difendere la bandiera degli impiegati panzottelli in MA, ieri ci sono rimasto soltanto io.
E sicuramente anche il sottoscritto dovrebbe allenarsi un po’ più intensamente (anzi, togliamo, “un po’ più intensamente”… allenarsi e basta) prima di iscriversi alle gare in categoria MA! O perlomeno andare in giro con un po’ di sale in zucca, visto che dopo un migliaio circa di gare riesco ancora a fare delle cappelle da 5 minuti netti in zona punto.
Poiché la carta di Lago Montorfano è ricca di sentieri, non trovo nulla di meglio che una bella partenza in sicurezza sfruttando ogni traccia di sentiero fino al punto 1; una vocina del cervello mi indica chiaramente un bell’intersecarsi di linee magenta ad inizio gara, e che quindi prima di prendere una direzione occorre controllare che porti al punto giusto della sequenza. Nei primi minuti di gara gli unici atleti di cui riesco ad essere spettatore sono i ragazzini delle categorie più giovani, e mi sembra alquanto strano che loro arrivino dalla parte alta del colle mentre il sottoscritto "MA" può grasseggiare nella parte bassa del colle suddetto senza affrontare un granché di salita. Attacco con mooooooolta calma la salita verso il punto 2, ed è qui che mi passa sulle orecchie Giaime detto "Origgi" detto “la prossima volta ti faccio un braccio teso!” detto “il più forte atleta lombardo… ma lui non lo sa!”. Arriviamo quasi insieme alla seconda lanterna e Giaime rimbalza in direzione ovest mentre io il punto successivo lo vedo nettamente verso sud, vicinissimo tra l’altro! “Ah! questi bikers… a furia di mettere il sedere sulla bicicletta non riescono più a fare del buon orientamento… chissà che faccia farà Giaime quando mi vedrà punzonare la 3 davanti a lui”.
Alla 11 trovo una variegata platea di orientisti che cercano nel verdone, e un po’ per la compagnia e un po’ per la mia insipienza tecnica finisco per aggregarmi… noto che più di qualcuno pensa e dice “se c’è anche lui, vuol dire che siamo in zona punto!”, come se io avessi gli stessi punti in lista base (altresì detta “la gogna”) di Cristian Bellotto in duello con Dario Pedrotti che imita Guergiù. Per trovare quel punto, però, devo scivolare per due volte sul sentierino appena a nord; dove ho modo di aiutare un compagno Agetino in difficoltà ma anche di arrivare al bivio ad est per poi rientrare sul punto dal bosco. Tranquillo sulla 12 in compagnia degli ex-compagni di categoria Mattiotti e Ravasio e da lì la gara è finita.
E’ finita perché ormai è rimasto un poco più che da correre, ed è finita perché in zona 14 incrocio un assatanato che se la sta prendendo con i concorrenti urlandone di tutti i colori, perché quel pezzo di terra evidentemente è suo oppure crede che sia suo. Visto che da dietro stanno arrivando i ragazzini lungo i sentieri che portano verso il traguardo, preferisco star lì qualche minuto ad affrontare la situazione piuttosto che venire a sapere che un ossesso ha messo in difficoltà qualche under-14.
Finale in surplace (nel senso che se il movimento rotatorio terrestre non mi sposta il pavimento sotto i piedi, io sono ancora là!) in 77 minuti circa, che senza sosta alla 14 potevano essere magari 72, senza i due errori alla 7 e alla 11 potevano essere 62, con un po’ più di cattiveria potevano essere 57 e con un po’ più di allenamento potevano essere anche 52. Mica per fare come Guergiù… ci mancherebbe! Sarebbero stati appena sufficienti per una tredicesima posizione. Ma che soddisfazione sarebbe stata, per l’impiegato panzottello, fare una MA in 52 minuti!!!