Sempre acqua sopra la testa
Qualche anno fa il bardo Dario Stefani coniò una frase
che mi fa sorridere ancora adesso: “Fino al clear&check è andato tutto
bene...”. Sabato scorso sono riuscito a fare di meglio: non mi è andato bene nemmeno
il clear&check. L’occasione di fare meglio (o peggio, a seconda dei punti di vista...) del Bardo mi è capitata alla Bi-Sprint di Vedano al
Lambro, in una giornata nella quale il cielo ha scaricato ancora una volta
sulla testa degli orientisti secchiate di acqua a volontà.
La gara prevedeva due distinte manches con partenza mass
start (ho già detto che odio le mass start?), la prima con sviluppo nel parco
di Monza in prossimità dell’ingresso di Vedano dell’autodromo, la seconda nelle
vie del paese (poco “storico”) di Vedano. L’afa dei pomeriggi di gara a Vedano
è ormai un classico, ma le previsioni meteo garantivano l’apertura delle
cascate del Niagara più o meno attorno alle 16, proprio in corrispondenza del via
alla seconda manche.
Recentemente mi è capitato di fare spesso due gare nel giro di due giorni,
e mi sono accorto che se faccio ogni sorta di nefandezza orientistica nella prima gara, la
seconda invece mi riesce benissimo. Recentemente, ad esempio, mi è successo di
commettere ogni sorta di oscenità a Pennabilli e di essere molto
in palla il giorno successivo agli italiani middle a Carpegna. Ancora più
recentemente, ho terminato la gara middle distance nel sabato dell’Altopiano
della Vigolana mettendoci oltre 100 minuti (in Elite, ma sono sempre più di 100
minuti…) e poi, nonostante il diluvio, ho corso proprio bene il giorno dopo (in M40, sulla
stessa carta e con tre punti del percorso identici a quelli del giorno prima,
ma mi sono sentito davvero bene).
Se tanto mi da tanto, dopo tutto quello che ho combinato a
Vedano, il giorno dopo avrei potuto vincere il Campionato del Mondo…
Alla partenza sono schierato in prima fila con il fior fiore
dell’orientamento Elite lombardo. Alla mia sinistra Davide Garufi, alla mia
destra Cesare Mattiroli. Davanti a me, a soli 4 o 5 metri di distanza, un
albero a largo fusto che sembra messo lì apposta a prendere le mie misure.
Arriva l’uomo clear&check, e la mia sicard non da segni di vita. Passano 10…
15 secondi e ancora nulla. Intanto attorno a me ci sono tutti quanti gli altri
che devono eseguire l’operazione di reset del chip, e che cominciano a pensare “questo ha la sicard
veloce tanto quanto lui!”. Mi arrendo all’evidenza e torno di corsa al
ritrovo a farmi dare una nuova sicard. Arrivo alla partenza già abbastanza
trafelato, quando mancano ormai pochi secondi al via, e mi rimetto in corrispondenza della mia cartina tra Garufi e Mattiroli: meno 10 secondi… 5 secondi… 3,
2, 1, via! Prendo la carta e mi muovo in avanti, concentrato come sempre per
eseguire l’operazione che mi riesce più difficile: trovare il triangolo di
partenza…
… L’ALBERO!!!!!!!
Va bene. La partenza non è andata per il verso migliore. Mi
tocca rincorrere il gruppone che si avvia verso il primo punto. Da qui vado al
secondo punto, il centro della “farfalla”, e poi al terzo punto ovvero il primo della serie di "ali di farfalla"
(qualcuno nota qualcosa di strano?)
Quando arrivo al punto successivo (dopo il 3 che cosa viene?), colgo con la coda
dell’occhio un mio avversario che, dal punto precedente (sempre lui, sempre il 3), ha fatto una scelta di
direzione diversa. Io arrivo al punto, controllo la mappa… punto 10!!! Ma
come?!?!?!? Manco a Vedano al Lambro riesco a tenere la direzione per più di 50
metri?. Proseguo verso il cerchietto che indica il punto 4, dove “l’avversario” visto precedentemente ha
già punzonato, punzono a mia volta e mi accingerei persino a tornare verso il centro
della farfalla… se non fosse che la linea rossa che disegna l’ala mi spinge invece a proseguire verso sud-ovest al di là della strada. Arrivo
al punto successivo, controllo la mappa e… punto 9!!! Ma che cavolo sto combinando?!?!?
Ci ho messo qualche manciata di secondi a capire che nella
stampa della carta ci deve essere stata qualche inversione di punti. Nel
frattempo attorno a me succede un po’ di tutto, con la gente che si chiede
reciprocamente che cosa bisogna fare, tipo “ma tu che regola ti sei dato per
farle nell'ordine giusto?”. Diciamo che nell’aria si diffonde anche un po’ di
scaxxo generale. Io non capisco più quali lanterne ho fatto e quali no e in quale sequenza, di conseguenza decido diligentemente (o stupidamente) di tornare al centro della farfalla come se fosse di nuovo il mio punto, poi andare alla 3, poi andare
al cerchietto contrassegnato con il 4… poi però torno a non capirci più niente di quello
che sto facendo e completo le ali di farfalla ed i punti un po’ a casaccio!
Quando mi allontano dal punto 11, avrà punzonato già una ventina di lanterne. per trovare il punto 12 si tratta solo di entrare nel sentierino giusto per
evitare di dover bucare un verde rognosetto. Percorro il sentiero, lascio alla
mia sinistra un albero caduto al suolo con la sua bella enorme radice in bella mostra,
vado a quella che considero la “vera” radice segnata in carta (che sta 10\15 metri più in là…) e non
trovo nulla. Accipicchia! Controllo… nulla. Controllo per scrupolo anche la
radice dell’albero caduto… nulla. Esco verso nord a rivedere a luce e mi dico che il
sentiero che avevo imboccato era quello giusto. Torno dentro e sento la voce di
un ragazzo che dice “corri corri che di orientàti ce n’erano ancora!”. Un
ragazzino compare sullo sfondo con la lanterna in mano che viene buttata là
dove mi aspettavo di trovarla la prima volta…
Andiamo benone!
Dopo questa cosa, il mio personale morale è parecchio sotto i
tacchi, e decido quindi di completare il percorso come piccolo allenamento
(tanto immagino – a ragione – che la manche sarà annullata). Nella zona della
seconda farfalla c’è solo da prestare attenzione alle tracce di sentiero, senza
preoccuparsi delle salite e delle discese di questa zona dove ogni tanto si
allenano quelli che provano la mountain bike…
Attenz…!!! SBEMMMM!!!
Avevo detto mountain bike? Detto… fatto, anzi centrato! Un
bel manubrio nel fianco! Il biker che mi ha centrato, poveretto, si fa qualche
metro a pelle di leone sul terreno. Quello dietro tira una derapata da lasciare
giù mezzo copertone, quello dietro ancora gli finisce sopra ed il quarto
completa l’ammucchiata di corpi e mezzi meccanici! Resto per un po’ lì in zona,
un po’ perché il fianco mi fa male, un po’ perché voglio essere sicuro che
transiti anche il gruppone dei ritardatari, un po’ perché ormai non posso
nemmeno più parlare di “morale sotto i tacchi” dato che il mio ha trivellato il
terreno fino a scoprire un nuovo giacimento di petrolio.
Finisco la manche camminando, tenendomi il braccio come
Beckenbauer.
E mancano pure pochi minuti alle ore 16 del lancio della
seconda manche. Ci arrivo dopo essere già stato dato per ritirato, causa
incidente con la bici che era stato segnalato all’arrivo. La seconda manche si
svilupperebbe in modo più consono, se non fosse che alle 16.07 si scatena una
bomba di acqua che trasforma Vedano in una piscina da pallanuoto. L’asfalto
diventa scivoloso, diventa difficile persino leggere i codici sulla mappa e si
punzona “sulla fiducia” perché la visibilità è quella che è. Sotto la bomba di acqua, diventa poco significativo
“indovinare” che sotto al numero "6" si nasconde un passaggio per accedere al
cortile (io me lo ricordavo dalla gara di due anni fa) o “interpretare” che,
nella tratta 8-9 del primo pezzo della seconda manche, lo sghiribizzo rosso in
mezzo alla strada rappresenta una scaletta a scendere nella zona dei garage e
poi a risalire, scelta che consente di superare un cancello non attraversabile: la mia
interpretazione, genio e\o sregolatezza a piacere del lettore, è che se c’è un segno nero di cancello
non attraversabile ma ci hanno messo attorno un segno rosso come quello (indistinguibile da
qualunque altra cosa, sotto il diluvio) allora vuol dire che forse si passa…
Infine perdo la volata per la penultima posizione, perché sotto la
cascata di acqua torno al triangolo di partenza anziché andare al cerchietto del punto
9, e finisco la gara di nuovo come Beckenbauer, senza nemmeno la soddisfazione di sapere che a 4
anni di distanza dal 3-4 di Città del Messico potrò vincere io la coppa del Mondo di
calcio.
Ah… ma se domenica avessi potuto gareggiare (anziché stare a
letto a riprendermi dalle botte), sarei sicuramente diventato campione del
mondo! Altro che Gardolo, caro Dopolavori…