Stegal67 Blog

Monday, October 21, 2024

Valmalenco, ricordi e incidenti vari

La Valmalenco. E Caspoggio. E la Valtellina per continuità geografica e necessità di percorrenza stradale. Quanti ricordi. Quante emozioni, Quante botte. Quante monetine in campo. Le fughe negli spogliatoi. I Carabinieri che venivano a tirarci fuori e ci scortavano in stazione per prendere l’ultimo treno per Milano. Aaaaahhh… gli anni ’80 della Milano da bere. Quanto ricordi.

La mia banda, che non suonava il rock ma le suonava spesso e volentieri in giro per i campi da basket della penisola, si segnava con il pennarello la data delle trasferte in Valtellina ed in Valmalenco. Non finiva mai come doveva finire. Talvolta non finiva affatto. Le partite erano sempre tiratissime, contro squadre fatte da ragazzi fisicatissimi e orgogliosi e che si sarebbero tagliati una falange per battere i cittadini milanesi.

Tirano 198…1. Finale di partita punto a punto decisa da una invenzione di Francesco P. sul suono della sirena (io ero in panchina per falli). Segue lancio di monetine dagli spalti, fuga nello spogliatoio, panchine usate per blindare la porta degli stessi, Carabinieri e fuga nella notte sotto scorta.

Chiesa in Valmalenco 198…3. Sono in campo più che altro per fare numero. La partita non finisce, causa invasione di campo dei tifosi locali con la loro squadra irrimediabilmente sotto a due minuti dalla fine. Una invasione più per fare festa e piantarla lì che per altro. Ma altra fuga.

Caspoggio 198…4. Qui finiamo in cronaca (quasi) nera. Dominazione della squadra locale nel primo tempo. Nel secondo tempo non so cosa mi prende e impazzisco: segno 17 punti in 12 minuti, di cui due con una specie di reverse layup (visto fare da Dr J.) che ancora oggi mi chiedo come sia entrato a canestro, in difesa non facciamo passare niente, giochiamo come dei folli e andiamo sopra di 10 a cinque minuti dalla fine. Lancio di monetine verso la panchina, una centra un mio compagno di squadra. Mentre dalla nostra panchina parte un contro-lancio di monetine verso gli spalti, noi che siamo in campo identifichiamo il gruppo dei tifosi responsabili, saltiamo la balaustra e ci arrampichiamo sui gradoni. Contatto. Collisione. Rissa gigante non sedata nemmeno da arbitri e accompagnatori che si conclude solo quando dobbiamo battere in ritirata per manifesta inferiorità numerica. Spogliatoi chiusi da dentro. Partita sospesa. Intervento della forza pubblica. Arriva persino il cronista locale. Rientro a Milano nella notte ed epico shampoo da parte dei nostri dirigenti al primo allenamento. Poi arriva Dan Peterson a chiudere la questione a modo suo.

Ah! La Valtellina e la Valmalenco. Quanti ricordi. Il che spiega perché, approcciandomi alle autorità locali durante le premiazioni dei Campionati Italiani Sprint e Sprint Relay 2024, ho sempre chiesto l’anno di nascita di sindaci ed assessori. Sia mai che scoppia una di quelle carrambate…!

In questo 2024 orientistico che si va a concludere non ho fatto mancare la mia presenza ma, a 40 anni di distanza, il mio ardore e le mie energie sono decisamente diverse ed al lumicino dopo una ennesima stagione di gare e commenti vissuta intensamente.

Premessa doverosa: due giorni di case bellissime, di percorsi intrigantissimi, di labirinti dentro e fuori vicoletti portici angoli mai banali, un diluvio di gradini e scalette e anfratti e la sensazione continua di aver mancato la svolta giusta e che mi stavo infilando nel tinello di qualche pacifico abitante del luogo.

Lanzada prima parte l’ho vissuta così, con una carta la cui sovrastampa era a tratti evanescente (vedi alla voce punto 3 e punto 9) e con una “piega” bastardissima che ha reso invisibile capire se c’era un ingresso da nord al punto 12 (doppia piega!) e se il cancello a nord della 14 avrebbe dovuto essere aperto o chiuso. Seconda parte di gara a “tirare le ultime” e fare i conti con quello che in alcune categorie è stato il punto cruciale e decisivo del percorso, ovvero la 100! Capitemi: Maurizio Todeschini si fa un mazzo così per rilevare la carta di gara e mettere giù un percorso bellissimo e selettivo e da non lasciare per un solo microsecondo la concentrazione, e poi va a finire che parecchie persone si giocano la gara alla 100! 

Nella fredda (4 gradi) domenica del mattino della Sprint Relay, Caspoggio non si piega all’influenza che mi sta lentamente aggrovigliando. Non rinuncio a fare il giro pre-speaker, ma è un giro poco velleitario e quasi turistico. Lo faccio perché voglio provare ancora una volta la sensazione di perdermi nei vicoletti, perché voglio vedere come riesco a venire a capo del punto 1 affrontato da ovest ad est lungo tutto quello zig zag di svolte e perché l’ultima curva che da nord porta al punto 9 col cavolo che è così larga! Basta una taglia in più dei pantaloni o una quinta di reggiseno per incastrarsi nella curva e voglio vedere poi quelli che sono già arrivati al punto come fanno a risalire verso la 10.

L'arena di gara è spettacolare, ma che cosa scrivo a fare dell'arena? Provate a seguire il percorso disegnato da Mario Ruggiero ed immaginate di correrlo alla velocità di Francesco Mariani, se ne siete capaci! Non so come Francesco sia riuscito a fare il numero che ha fatto, ma è evidente il feeling con un bravissimo tracciatore (Mario... Mariani... no, questa Zelig non me la compera)

Peccato che la Valmalenco non sia proprio a portatissima di mano, e che per arrivarci bisogna farsi il sangue amaro con i guidatori locali che ti sorpassano a velocità warp sui due rettilinei lungo l’Adda (dove ci sarebbe il limite a 50 kmh) e poi ti inchiodano davanti per farti capire chi comanda. Ma le usanze locali in termini di guida non sono in fondo un mio problema e sono molto più interessato a capire quando Agorosso e Nirvana Verde ci riporteranno da quelle parti




Tuesday, October 15, 2024

La risposta giusta è… Ringo!

La consecutio del blog dovrebbe mostrare il racconto dei miei ricordi delle gare di Lanzada e Caspoggio. Ci arriverò. Ma la fredda cronaca e le sensazioni più vicine sono quelle della Milano nei Parchi di sabato 12 ottobre al Porto di Mare. Per chi si fosse messo in visione e all’ascolto solo in questo momento, Porto di Mare sarebbe sempre il posto dove a marzo 2024 abbiamo organizzato quella specie di Ori-Barcolana che per amor del cielo è andato tutto bene e si sono divertiti tutti…



(e poi dicono che chi viene alla MiPa non diventerà mai Campione Italiano…)

Chiaramente aficionados della Mipa avrebbero voluto tornare al parco ed affrontare la stessa zona, magari con un po’ meno di acqua. La mia intenzione era quella di proporre un passaggio nella stessa zona, con la stessa cartina tutta blu per evidenziare i laghetti e le paludi di marzo scorso, che ovviamente nel frattempo si sono sicuramente asciugati.… CREDICI !!!

(quante sono le paperelle ? e questa è una "MOOcit.")

I sopralluoghi hanno evidenziato tre cose: 1. L’acqua non si era ritirata, anzi… là dove c’era l’acqua ora c’è un mare di fango e sabbie mobili 2. L’acqua caduta ad ottobre ha allagato anche le zone limitrofe di prato 3. Nella parte di parco meno frequentata la vegetazione è esplosa, allargandosi ad inglobare aree di prato grezzo.

Che fare? Praticamente niente, salvo eliminare i punti nella palude e sperare che coloro che si sarebbero lanciati sul percorso Lungo ed Agonisti avrebbero navigato sui sentieri anziché tagliare in mezzo alla giungla. RI-CREDICI !!!

Mentre la natura riprende i suoi spazi come nei film post-apocalittici di serie B, la coincidenza con una serata teorica ad argomento Trail-O che ho tenuto presso la sede dell’Orma mi porta a pensare che magari si potrebbe mettere giù un percorso di Trail-O per neofiti.

Oh! Intanto una precisazione per tenere alla larga Giustizia Sportiva, Minamor e PsicoPolizia. Io non ho titoli per tenere corsi. Non ho qualifiche. Non ho diplomi. Non sono nessuno. Quindi non tengo corsi. Non può definirsi “corso” una cosa durante la quale, per spiegare come si danno i nomi alle lanterne, si usa la seguente slide:

(però ci siamo divertiti un sacco!)

(chi volesse altri esempi di "slide" non ha che da chiedere)

Di conseguenza, oltre ai classici percorsi nel parco, abbiamo provato a dare spazio anche al Trail-O: 10 punti di controllo senza punto a tempo (troppo difficile per il momento per i neofiti e troppo human resources absorbing) ma con ampio utilizzo della lanterna “Z”, ovvero “Nessuna delle lanterne si trova al centro del cerchietto in mappa”. E’ mio (personale) parere che fin dalle scuole elementari si impara a capire quando la risposta ad una domanda è “nessuno di questi” o “nessuna di quelle”. Di conseguenza la lettera “Z” come risposta è una naturale applicazione dei processi mentali che si fanno normalmente fin da piccol*. Fine del pipp0ne.

Clamoroso successo!!!

Abbiamo avuto chi ha partecipato al percorso di C.O. e poi è venuto al Trail-O, che ha fatto il viceversa, chi ha fatto due giri di C.O. Il tutto in una giornata di sole del tutto inattesa, che faceva brillare il verde del parco e ancora di più le lanterne.

Sul sito Fiso è persino disponibile una “spiegazione delle soluzioni che ovviamente parte con tutti i possibili caveat ma anche con il racconto della mia particolare visione del mondo:

"Partecipare ad un percorso di Trail-O vuol dire anche tentare, dopo che le soluzioni sono state svelate, di capire i motivi degli errori commessi. Anche per imparare qualche nuovo trucco, qualche diversa modalità di arrivare ad una soluzione corretta. Vuol dire dotare la propria personale “cassetta degli attrezzi” di qualche nuovo strumento che potrebbe esserci utile la prossima volta.

Ciò che segue non ha la pretesa di fungere da libro di testo per chi vorrà cimentarsi in un’altra occasione, ma solo di dare una possibile spiegazione di come arrivare alla soluzione giusta. UNA possibile spiegazione, perché ognuno può applicare la propria che potrebbe anche essere diversa da quella di chi ha tracciato il percorso"

Se fosse andata in modo diverso, forse ci saremmo potuti fermare qui. E invece ci riproveremo, magari già a partire dalla prossima Milano nei Parchi del 23 novembre al Parco Forlanini. Sempre per Beginners, magari con un pizzico di pepe in più. Provare per credere!