Stegal67 Blog

Saturday, March 24, 2007

Dopo una dura settimana di lavoro, niente di meglio di un bel sabato riposante per ritemprarsi. In particolare il mio sabato è trascorso così...

- sveglia ore 8.30
- sistemazione velocipede per la gara MTB-O di domani a Besana
- preparazione borsa per la gara
- spostamento al Monte Stella, per il completamento dei percorsi della terza tappa di Milano nei parchi
- spostamento al Parco Lambro, per la prima realizzazione dei percorsi della quarta tappa di Milano nei parchi (nel frattempo si mette anche a piovere)
- allenamento di corsa (1 ora sola.. oggi ho già dato)
- preparazione schema del secondo numero del Nuovo Lanternino 2007
- scrittura di un pezzo per la gara di Rovio di settimana scorsa in Ticino
- preparazione a grandi linee pezzo sulla gara di domani a Besana Brianza

Sono le ore 20.00. Tra poco uscirò per una serata... a tema orientistico! Non è che mi sto riposando troppo?

Friday, March 23, 2007

Dopo il FantaCO, ecco a voi una nuova performance live del mitico Stegal67:

http://www.asti-ticino.ch/co/index.php?folder=doc&main=articoli

Il bello è che ho scritto per i fatti miei (giusto per non perdere la mano) anche il pezzo sulla gara di Rovio. Se verrà pubblicato integralmente anche questo, segnaleranno il mio nome alla frontiera e mi impediranno l'accesso futuro in Svizzera?

Wednesday, March 21, 2007

Stagione nuova? Forse per i pronostici...

Beh! Dopo tutta la fatica fatta a Rovio per un miserrimo sedicesimo posto, c’è almeno una classifica nella quale il mio nome (dopo la prima tappa) campeggia ben in alto.
Sarà una classifica estrapolata sugli impiegati di mezza età con gli occhiali?
Sarà una classifica degli orientisti più “cool”?
Sarà quella per la divisa più trendy?

Niente di tutto questo (ovviamente). Al limite avrei potuto vincere il premio per il più lungo sbrego sulla schiena... ma pare che non fosse previsto alcun premio nella categoria “Oscar per il miglior abbattitore di tronchi”.

E allora andiamo al sodo e diciamolo subito. La classifica del FantaCO ticinese al termine della prima tappa vede in testa.... TA-DAAAAAAAAA:

http://fantaco.iworld.ch/classifica/index.php

Ecco... per uno come me, i cui pronostici negli ultimi due mondiali hanno fatto persino perdere il titolo middle a Gueorgiou, non è affatto male. Persino in partenza ho avuto un barlume di pensiero per il FantaCO: sono partito allo stesso minuto di Davide Cola (mia scelta per l’H18) che aveva la cassetta delle cartine dietro la mia e gli ho detto “Tu raccogli la tua e parti, che io dopo mi organizzo per raccattare la mia cartina”; in realtà era una bieca scusa per evitare di farmi asfaltare le orecchie da Davide sulla strada per il punto K.

Controindicazioni di tutto ciò: sento già la pressione per la gara di Scarpapé! Non sono abituato ad essere in testa alla prima lanterna.
Krautrock: AIUTOOOOOOOOOOOO...........................

Tuesday, March 20, 2007

A Rovio prima domenica passata a difendere i colori di una squadra diversa dall’Unione Lombarda Milano: per la prima volta, dopo un inseguimento che è durato 10 anni e dopo alcune esperienze elvetiche che spero potranno comparire sul prossimo numero del giornalino della mia nuova squadra ticinese, eccomi al via con i colori dell’AGET Lugano.
Faccio un rapido resoconto di 12 anni sui campi di gara e mi ricordo che solo in 2 occasioni non ero al via come Uellino:
- nella mia primissima gara a Ronzone, come Orienteering Mezzocorona
- l’anno scorso a Hoch Ybrig alla nazionale A svizzera, come “5 giorni dei forti OL”

Probabilmente i miei nuovi compagni di squadra si aspettavano uno straniero di coppa di qualità ben superiore alla mia; il mio 16° posto in H40 probabilmente non deve aver fatto stappare bottiglie di champagne a nessuno (in realtà sto esagerando: Lidia e Tom mi conoscono bene e sapevano che non si stavano portando a casa Tavernaro), anche se io sono felice della mia prova:
- innanzitutto un 16° posto su 34 partenti rappresenta, anche se di poco, un piazzamento nella metà alta della classifica; l’anno scorso riuscivo a spuntare a malapena dei terz’ultimi posti
- su percorsi lunghi e scoscesi come a Menaggio, ho spuntato un tempo leggermente migliore
- 20 minuti di distacco da Oleg e 10 da Rusky sono un risultato tutto sommato sopra le aspettative
- so dove ho sbagliato e cosa dovevo fare per avere una classifica migliore

Rovio non si è rivelata alla fine, come paventavamo, una Rovi-O... i pungitopo sparsi ovunque pungono, quello si, ma almeno non si avviluppano ai piedi e alle gambe e alle braccia, e non lasciano segni duraturi. Il percorso dell’H40 è stato bello tosto, con discese a vita persa e salite vere lungo la linea di massima pendenza (Rusky dice “classica tratta per farti riprendere quota”... ma perchè mai qualcuno dovrebbe pensare che a me piace “riprendere quota”???). Sono entrato subito in carta con una prima lanterna in discesa nella quale ho pensato prima alla scelta “vado al tornante del sentiero ed entro da lì” e poi ho visto un bel bosco invitante e sono sceso sugli oggetti: avvallamento, carbonaia, sasso, carbonaia con la mia lanterna (cfr. il blog di Rusky per la cartina, il mio è un blog di sole parole). Poi ho cominciato a capire nelle lanterne seguenti una piccola ma grossa differenza rispetto a Menaggio: se sul lago di Como le tratte in costa erano abbastanza scorrevoli, perchè la costa teneva bene sotto il mio peso e quindi era come correre sul piano, a Rovio il terreno in costa si è rivelato decisamente difficile da tenere. Ogni qualche passo il piede perdeva l’appoggio, cosa che per me significa dare un colpo violento di accelleratore con il motore in folle (buono solo a bruciare benzina); in definitiva ho finito per correre a fatica anche in costa e visti i risultati ho optato spesso per una tattica “su e giù” in continuazione anziché tenere la linea dritta. Questo dopo due aggiramenti del grosso collinone dove erano evidenziati i punti da 3 a 7: su quelle tratte in costa ho perso parecchio tempo, soprattutto per andare alla 4, tempo che mi avrebbe consentito di tenere forse il passo del primo Agetino in classifica Thomas Rueckstuehl che mi ha dato 5 minuti (nelle prossime gare vedrò se riesco ad avvicinarlo). Belli i pezzi in paese prima della risalita a picco sulle rocce e delle ultime due lanterne in costa, ugualmente franosa e per me quasi impraticabile.

Una bella gara, una ottima organizzazione degli amici dello SCOM Mendrisio (ma sono ancora amici adesso che corro per l’AGET? Io dico di si e sfido chiunque a venirmi a dire in faccia il contrario!), 17 centimetri 17 di sbrego sulla schiena (devo dormire sul fianco adesso) causa collisione con un tronco mentre cercavo di superare su una traccia stretta un avversario dell’O92. Dovrei dedicare un po’ di spazio anche alla gara ciclistica di Mendrisio che mi ha costretto a 1 ora di attesa in auto prima di arrivare a Rovio... ma appena avrò tempo scriverò qualcosa sulle trasferte ticinesi e su alcuni strani luoghi di ritrovo!

I saluti di rito a:
- Rusky, Mary e Roby ovviamente
- Oleg e Larissa, che mi hanno salutato molto calorosamente nel pre-gara (adesso mi conoscono meglio di qualche anno fa)
- una delle sorelle Guglielmetti (non so quale delle DAL) che per superarmi si è spostata dalla traccia verso il basso anziché chiedermi strada (mi sarei spostato ben volentieri se mi fossi accorto di lei) ed è finita per scendere 3 curve sotto la lanterna ed è stata costretta a risalire perdendo tempo (mi spiace molto)
- Filippo P. che mi ha indirizzato ai samaritani a curarmi la schiena
- Roberto T. per i percorsi

Monday, March 19, 2007

Un week-end orientistico del 17 e 18 marzo variamente articolato, ma non certo privo di soddisfazioni. Iniziamo con il Parco delle Cave di sabato mattina; iniziamo con unastoria cheha comunque avuto inizio molte settimane prima e che in realtà non è finita neppure adesso che è lunedì mattina.
La storia è ovviamente iniziata con un paio di giri di verifica della situazione in carta e con la stesura dei percorsi ancora nei primi giorni di febbraio: ricordo un parco bagnatissimo con il terreno che buttava su acqua ad ogni passo, ed i percorsi che sono venuti fuori (soprattutto il corto e quello per gli agonisti) hanno dovuto tenere conto del fatto che i bimbi del corto non dovevano incontrare alcun ostacolo pericoloso sul tracciato, mentre gli agonisti più incontravano ostacoi d’acqua meglio era!
La preparazione della seconda tappa di Milano nei parchi 2007 si è conclusa (per il sottoscritto) venerdì sera con il rifiuto netto di pinzare le descrizioni punto alle 350 cartine a disposizione... rimandata l’operazione al sabato mattina sul campo di gara! Eccoci quindi alle 7.20 al Parco pronti a posare: io, Adele, Davide e Paola. Due gruppetti con il tempo che passa veloce in compagnia ma al tempo stesso lento per consentirci una posa senza il fiatone... ma ecco che a conclusione del giro, e sono solo le 8.45, ci si fanno incontro i primi podisti che vogliono partire subito! Organizziamo una partenza al volo ed i primi gruppetti sono già in giro alle nove meno dieci sui vari percorsi. Nel frattempo Roberta, Alberto, Sbrambi, Stephen, Marco e Sandro cominciano ad organizzare il tutto: il pinzamento delle descrizioni (!), ma per fortuna sono tutti lavoratori navigati e l’operazioni porta via solo qualche minuto in un clima da catena di montaggio, l’allestimento della partenza e dell’arrivo. Paola e Davide prendono il potere in zona arrivo ed organizzano il cambio carta “fai da te” per gli agonisti, cosicché a me non resta che defilarmi per evitare di stare tra i piedi di tutti...
Arriva anche Martina a dare una mano in partenza, ed è la collocazione giusta perchè 1) le persone si fanno avanti letteralmente a ondate, gruppi e mazzi di gente di tutte le età e con tutti gli abbigliamenti possibili immaginabili che si avvicinano al gazebo (montato a tempo di record) e vanno in partenza con le prime sommarie indicazioni. Ogni tanto mi avvicino per capire come sta andando: chi sta all’arrivo sta gestendo i primi controlli del cartellino ed i primi cambi carta senza difficoltà, alla segreteria sono tutti molto tranquilli e nonostante la coda ognuno viene indirizzato sul percorso più adatto già con qualche rudimento e nozione di orienteering... vado verso la partenza e vedo bimbi in età da primi anni di scuola elementare che partono (accompagnati) sul percorso Lungo1 (!?!) e una coppia di arzillissimi marito e moglie di età indefinita (scoprirò poi che hanno passato la settantina entrambi) che si sono iscritti al Lungo2 (?????!!!!!?????? Quello che passa in mezzo alla “rumenta”, quello con la lanterna sulla collinetta circondata in tutto il suo perimetro dal fossato!!!): termineranno tutti quanti il percorso senza errori.
Arrivano le prime due scuole e Martina ed io ci occupiamo degli “appelli”: Marty da prova di essere cresciuta alla scuola “Lucyblu” (alias Lucia Sacilotto) gestendo con la perentorietà di una prof. di greco mandrie di scolaresche che si aggirano nell’area di partenza. Appena le prime due scuole si sono defilate, perchè sta partendo l’ultimo ragazzino, ecco che come per magia compaiono con un tempismo da record altri due pullmann della scuola di Lucia... quindi per 90 minuti circaa continuiamo a gestire ragazzini e ragazzine, alcuni un po’ preoccupati, altri pià scanzonati ed altri decisamente sull’agonistico andante!
Quando tutte le scuole sono partite, è il momento di andare a “raccattare i cocci”: la prima che non torna è una ragazzina che mi viene descritta come “capelli neri a caschetto, tuta grigia, risponde al nome di XY”. Parto di gran carriera, incrocio la macchina della polizia che perlustra il parco e chiedo aiuto anche a loro; nel frattempo si avvicinano due bambine con la cartina in mano... chiedo <> Mi risponde una di loro: <>. La squadro... capelli neri: ok, caschetto: ko! (capelli lunghi sulla schiena), tuta grigia: ko! (bianca e rossa...). Meno male che ho chiesto. Le riporto al traguardo nonostante le due bambine si dicano perplesse riguardo al fatto che qualcuno sia stato inviato alla loro ricerca.
Secondo coccio: altra ragazzina persa. Parto in direzione opposta (stavolta con la bici di Adele) ed incrocio una ragazzina isolata e spaesata. Risponde al nome indicatomi e la accompagno verso il traguardo. Le chiedo dove ha avuto problemi e... scopro quello che non mi aspettavo: la ragazzina ha completato correttamente il percorso, è passata dall’ultimo punto (le sue 16 punzonature ci sono tutte! E a memoria mi sembrano corrette...) ma evidentemente nessuno deve averle spiegato cosa fare una volta completato il percorso, ovvero ANDARE AL TRAGUARDO! Ma santi numi, ma non hai mai visto una gara di qualunque cosa in televisione??? In pratica ha punzonato tutte le sue lanterne e, non avendone altre da fare, si aggirava pensosa per il parco senza avere idea di che cosa fare...
Terzo coccio: ultima ragazzina. Risponde al nome YX e ha una tuta GRIGIA. Parto in bici finché dall’altra parte del prato vedo una ragazzina da sola. Tuta NERO e ARANCIONE... ormai hho capito l’antifona... la chiamo e questa accorre. E’ lei. E’ al telefono con la madre che ha già fatto chiamare la scuola in quanto la figlia era dispersa al parco delle cave. Così mi tocca 1) rincuorare la bambina (che è solo un po’ stanca) 2) chiedere alla madre di avvisare la scuola di non par partire ricerche a tappeto 3) rassicurare la signora circa il fatto che io NON sono un maniaco ma sarei il direttore gara, il che non mi pare riuscire molto bene finché non mi scatta l’illuminazione e comincio a snocciolare i nomi dei professori che attendono la bimba al traguardo.
Il fatto che io sia tornato al traguardo intonando gli immortali versi

Es ist kalt \ Wir müssen weg hier, \ Komm. \ Dein Lippenstift ist verwischt
Du hast ihn gekauft und \ Und ich habe es gesehen \ Zuviel Rot auf deinen Lippen \ Und du hast gesagt "mach mich nicht an" \ Aber du warst durchschaut. \ Augen sagen mehr als Worte \ Du brauchst mich doch, hmmmh? \ Alle wissen, daß wir zusammen sind \ Ab heute \ Jetzt hör ich sie! \ Sie kommen! \ Sie kommen dich zu holen. \ Sie werden dich nicht finden. \ Niemand wird dich finden!! \ Du bist bei mir.
(Falco – Jeanny, coming home)

non sembra aver interessato nessuno... (forse perchè non la canto bene).

In definitiva, recuperati tutti i cocci ma proprio tutti, sbaraccato tutto lo sbaraccabile, accatastato nel box (dopo passaggio in ufficio) tutto l’accatastabile, non resta che chiudere e stilare le classifiche. Al momento in cui scrivo i dati dello spoglio sono contrastati:
- ho quasi 290 cartellini ma mi manca tutta la classifica ed i relativi cartellini di un percorso (ce le siamo divisi da bravi organizzatori)
- sono arrivato al parco con 350 cartine circa e torno indietro con 18...
- dovrei identificare e calcolare tutti i gruppi famigliari che sono partiti in 5 o 6, anche con bici e roller, al seguito dell’unico bimbetto con cartina e cartellino!

Credo di poter affermare con cognizione di causa che dalla partenza non sono transitate meno di 400 anime!!! E così, fatto e sfinito, mi sono accinto a partecipare alla mia prima gara da AGET Lugano, a Rovio (o Rovi-O) nella prima prova di TMO. Ma questa è un’altra storia...

Tuesday, March 13, 2007

Alcuni pensieri sparsi dopo la gara di Menaggio di ieri.

1) quando sarò presidente della Fiso (anzi, Presidente del MONDO... e Imperatore e Papa) vieterò i cambi di società. Ma come!?!? Uno comincia a tesserarsi con una società, poi cambia quando vuole ed io che scrivo i pezzi per il sito Fiso dovrei anche andare a controllare per chi è tesserato tizio e caio? Ma scherziamo??? Così anche oggi la povera Ombretta si è ritrovata nel GS Delta anziché nella Punto Nord (per fortuna che adesso i testi si cambiano facilmente)

La morale è che scrivere i pezzi alle ore 23.00 di sera, dopo essere stato tirato giù dal letto e strappato al sonno del giusto, non è il modo migliore per scrivere cose intelligenti...

2) dal punto di vista della prestazione personale, c’è ancora tanto da lavorare... ma tanto! Come ho spiegato ad uno dei miei allenatori (ne ho uno in ogni provincia)
- sbaglio dove le carte sono impastate (tanti particolari fitti.. forse sto diventando vecchio e comincio a vederci adagio?)
- in salita cammino e basta. Annuncio per Paolo B.: è inutile che in salita ti scansi per farmi passare... non ho la forza di sorpassare nessuno!
- dopo la salita, tipicamente non riesco a ripartire subito ma devo continuare a camminare per qualche secondo (anche ieri il cervello diceva alle gambe “Riparti! Riparti!”, ma la comunicazione era disturbata
- in discesa ho paura (e ieri c'era veramente da aver paura su almeno due discese!)

Il secondo ed il terzo punto sono cruciali; il primo punto, beh! è la natura che fa il suo corso, il quarto è un riguardo che ho verso il datore di lavoro e di stipendio!

Però, ora che le prime due prove long sono alle spalle, ed anche la temuta prova di Menaggio con salite e rovi ai limite del (mio) sopportabile è passata, posso guardare con più ottimismo al resto della stagione.

Che dire dell’ultima performance? Nonostante i graditi complimenti per qualche scalpo moooooolto prestigioso catturato, la classifica è palesemente falsa. Ah! come avrei sperato di leggere negli split times la storia di una battaglia combattuta metro per metro e secondo dopo secondo con un paio di elite, battuti solo nel finale grazie alla mia tenacia ed alla mia stamina. Invece non è proprio andata così: è stata sufficiente una sola lanterna (la 16 del percorso HA) lunga ... cento metri??? ... per vedere un mio quarto tempo assoluto, in 1’04”, e per vedere che i supposti avversari battuti al traguardo hanno impiegato sulla stessa tratta un tempo variabile tra i 7 e i 10 minuti per venire a capo di quel punto.
Potenza di questo sport strano che è l’orienteering, nel quale ciò che a qualcuno sembra ovvio (uscire dal punto, mirare la collina che si vede bene da lontano, aggirarla sulla sinistra, entrare nel grezzo e trovare il punto lì dove te lo aspetti) a qualcun altro sembra pazzesco... Dato che vale sempre più spesso il viceversa, mi aspetto da un momento all’altro che il “tempone” da 30 minuti su una lanterna cada sul groppone del sottoscritto!

Per quanto riguarda invece il racconto “tratta per tratta” della gara di ieri, mi limito a ricordare un inizio veramente penoso, con Julia S. che mi passa sulle orecchie in salita e ha pure il fiato per fermarsi a smoccolare (in italiano) su qualche cosa del percorso che non le aggrada; la prima lanterna, fatta male con Faetanini e DiStefano nei paraggi e Paolo Grassi in nero ed arancione che mi raggiunge ancora prima della 1, il discesone verso la 2 (vista da lontano) ed il salitone alla 3 ed alla 4 affiancato al mitico Stefano Bettelini (che sarebbe il numero 1 tra gli orientisti alti più di un tot, se non fosse che c’è sempre di mezzo DennyP.). Ad una 5 e 6 in costa fa seguito la 7: tra me ed il punto si frappongono 950 cose tra rocce, muretti, curve di livello, sassi, cose strane e ragnetti vari. Scelgo la via alta fin sotto la strada, evito sulla sinistra il cagnaccio alla catena (con la signora che dal balcone mi urla “Vai avanti! Vai avanti!”... allora non sono il primo a fare questa scelta!) ed arrivo sul punto dall’alto. Corto sulla 8, affronto la discesa per la 9 prima con coraggio... poi penso al mio datore di lavoro e, vedendomi sfracellato sul fondo, propendo per una scelta più sicura; invece Vince passerà proprio dove il mio coraggio ha fatto cilecca: complimenti a lui per la gara ma anche per quella discesa un po’ a vita persa. Le altre lanterne sono più regolari, senza salire o scendere più di tanto, con qualche bel tratto in costa e tante lanterne vicine; l’ultimo grappolo con (credo) Lorenzo P.; solo che io non so che lui che è giovane fa l’HA, e lui non sa che io che sono vecchio faccio l’HA pure io e quindi più che di treno si parla di “elastico”: l’unico vantaggio che ho su di lui è l’uscita dal punto (mi sembra di essere più veloce nel prendere la nuova direzione), poi le sue gambe fanno tutta la differenza del mondo.

Finale in discesa, e tempo di 1h03m. Devo andare a vedere il tempo e la lunghezza dell’anno scorso, dove in H35 non avevo fatto una brutta gara; ma pur essendo tornato a limare i 10 minuti al kmsf, pare che oggi mi sia andata bene. Almeno così dicono i miei 52 milioni di allenatori :-)

Thursday, March 08, 2007

Ritorno ai boschi di Carrega ? Meglio la torta fritta!

Vista la mia attuale collocazione lavorativa, avevo una mezza idea di tornare questa sera ai boschi di Carrega, per rifare in semi notturna almeno qualche lanterna del percorso HA di due domeniche fa.
Poi mi è tornato in mente il comunicato gara... “pericolo zecche”.
E’ vero che, apparentemente, ne sono rimasto immune durante la gara (certo, non ci sono state schiere di fanciulle ad ispezionare la mia epidermide per aiutarmi nel controllo... cosa di cui invece a Carrega hanno beneficiato altri fanciulli ed altre fanciulle!), però mi sono detto: perchè rischiare? Forse questa scelta è legata al fatto che oggi il pranzo è saltato (devo essere l’unico in trasferta a Parma che non riesce a mangiare nemmeno un panino per pranzo) e quindi stasera potrei tornare a visitare uno dei meravigliosi posti suggeriti da Francesca Pellizzola sul sito del Cus Parma (“dove mangiare”)...

Ma no, in fondo lo faccio per i miei avversari di domenica prossima a Menaggio: se mi alleno poco e mi abbuffo ben bene, tornerò alle gare bello rotondetto e non dovrete più temere di trovarvi in classifica alle mie spalle! Quanto a Menaggio, ho visto un 3,7 km + 270 di dislivello... proprio il tipo di terreno che mi si addice :-)
Spero che il primo numero del Nuovo Lanternino (un’altra cosa per la quale più di qualcuno ha versato sudore e lacrime) avrà più successo di me, sulle sponde del lago comasco.

Sunday, March 04, 2007

My own private Tàino

Seconda giornata del Trofeo Lombardia, ed ancora una volta mi torna in mente il mio vecchio detto: “Orienteering: non sarai mai uguale a te stesso neanche quando correremo due volte di fila lo stesso percorso”. Ma non sarà mica che quello che non è mai uguale a se stesso sono solo io? Penso a questa mattina al campo sportivo di Taino: sensazioni pessime, ansia, testa in libera uscita... qualcuno mi consegna la descrizione punti e penso che si sia sbagliato: non può essere mio questo fogliettino di carta con 13 punti! E’ mio... 12,5 kmsf = 13 punti di controllo. E vai di pensieri negativi: se c’è una cosa che non mi è favorevole, se c’è una cosa che non mi fa rendere al 100% (il mio personale 100%) sono le tratte lunghe: mi distraggo, mi perdo via con la testa, cambio tattica dieci volte, in definitiva sbaglio nove volte su dieci. E poi già parto in HA (solo e sempre HA, mica MA che sa tanto di “Che categoria fai?” “Mah!?!?”) al minuto 91... arriverò al traguardo solo e sconsolato durante le premiazioni, se va bene. Un ultimo sguardo ad una griglia desolante: dietro di me solo tori, a cominciare da Christopher a 3 minuti, poi Denny P. a 6 minuti. Sarà già tanto arrivare da solo alla prima lanterna.

Partenza. Minuto meno uno. Guardo la cartina a terra e vedo trasparire qualche tratto della sovrastampa... vedo 4 tratte molto corte e penso subito al fatto che alcune tratte saranno ancora più lunghe delle mie possibilità. Biiiiip. Partenza svedese, a destra all’incrocio e via. Ho seguito il consiglio di Cris: via le scarpe da ori e dentro le scarpe da corsa, quelle con cui ho corso la mia prima maratona. Sento buone sensazioni nei piedi ma è il bosco, morbidissimo, che mi spinge in piano ed in discesa. Altra sensazione: visibilità enorme, amplissima. Il bosco mi sembra bellissimo e immediatamente ringrazio Paolo Bocchiola che mi ha dato queste sensazioni almeno per 500 metri, per i restanti 12 km ci devo pensare io. Prima lanterna: da sinistra arriva Attilio che ha lo stesso punto. Via per il secondo punto, scelta facile sotto la linea elettrica, forse un punto in mezzo non avrebbe guastato. Arrivo al punto e sono ancora solo, ma in uscita sento un rumore provenire dal basso: è una tuta dell’AAA Genova, Gallo mi ha raggiunto. Due punti li ho fatti da solo, bene. Esco in salita e vedo Chris salire al terzo punto una trentina di metri alla mia destra, sta facendo la sua scelta e non lo sto minimamente disturbando; quasi in cima alla salita un rumore a sinistra: è il ninja, DennyP., elegante come sempre, con la sua falcata anche in salita è lui a spingere indietro il terreno, che io subisco come un morto di fatica. Faccio uno sforzo per scollinare prima di lui e lo perdo di vista, prima di vederlo riapparire in zona punto davanti a me mentre si fionda in discesa a tutta velocità. Quarto punto: la tratta lunga, tutta la cartina da sud a nord. Scelgo la costa, poi due sentieri e poi il passaggio ed est sulla strada, a metà cambio idea ma prima che il momento critico sia alle spalle torno all’idea originale ed arrivo correndo lungo la strada. Attacco il salita per il punto e sento un rumore dietro: è ancora Cris. Raggiungiamo insieme la zona dei valloni e dall’alto arriva Vincenzo Crippa: Cris e Vince sono due autentici sportivi, nessuno muove un fiato, ognuno fa la sua scelta. Come dirà dopo Teno “Prima di scendere in uno di quei valloni occorre essere ben sicuri che sotto ci sia la lanterna”. La loro freschezza mi stacca in uscita dal punto ed al quinto punto sono ancora solo. Salgo verso la 6 e decido di affrontare il verde privato da sinistra, ripassando dalla partenza, a risalire il recinto fino al passaggio indicato in mappa. La salita si fa sentire e alla mia destra sfila con la sua solita andatura efficace Giaime (stessa scelta); passo dalla partenza, affronto la salita lungo il recinto e al varco mi giro di 90°, la lanterna è là che mi aspetta. Esco dalla stessa parte e mi accingo a ripassare nuovamente dalla partenza: intendo affrontare la 7 sulla stessa linea della 1, rifacendo lo stesso percorso e piegando a destra solo nel finale. Incrocio Denis S., che sta cercando la 6 e non fiata pur vedendomi uscire di zona, e mentre scollino una maglia AAA Genova mi si fa incontro. Sempre Cris! Che stavolta mi dice “Sto sbagliando l’impossibile”... si, ma corri alla grande, però! Denis mi supera mentre scendo alla 7 e mi stacca per la 8 veramente corta, dove perdo almeno 30 secondi per orientarmi tra le canalette quando so benissimo che il punto deve essere 20 metri alla mia destra. Infatti quando guardo in quella direzione... è lì! Sbirciata all’orologio: un’ora e 15 di gara. Ora che le due ore sono un traguardo raggiunto a meno di svarioni, mi prefiggo di provare a stare nell’ora e 45. Il fatto è che non mi rendo conto che sono praticamente quasi alla fine della gara: le ultime tratte sono quelle brevi che avevo visto in trasparenza alla partenza! La 9 è un po’ una sofferenza in salita e vedo passare Pittau a sinistra, poi me lo ritrovo a destra e poi davanti sul punto. Tiro ancora per la 10 e mi raggiunge di nuovo Cris, punzoniamo insieme e facciamo due scelte diverse per la 11: lui basso e io alto! (ma dove saranno ‘sti “treni”?) E infatti arriviamo ancora insieme al punto (che secondo me è più in alto di dove è indicato in carta), ma adesso passa la seconda freccia verde: AlessioT. a tutta birra in salita alla 11 ed in discesa verso la 12 (mi scanso e mi fermo per non farmi travolgere e non fargli perdere tempo sul sentiero stretto). 12 nel semiaperto: Teno davanti, poi Cris e poi io, ma loro sono più freschi e nel grezzo che porta alla 100 le loro gambe spingono più delle mie. Cerco di fare del mio meglio e da lontano vedo il recinto e la 100, sento Adele che mi incita, punto alla lanterna e vedo un gruppo di rami bassi tra me e il punto: non voglio fermarmi, tiro una tremenda mazzata a due braccia davanti a me e passo indenne precipitando sulla stazione, e poi via fino al traguardo: 1h30m05s il mio tempo finale. 30 secondi davanti a me l’amico Vonfrieden, qualche secondo avanti altri personaggi ben più forti del sottoscritto. Per una volta, forse per la prima volta da molti anni, lo Sbrambi e una decina di altri concorrenti.
Che dire? Credo che sia la prima volta che una gara con queste caratteristiche mi riesce bene. Certo... ci pensa Marco a riportarmi coi piedi per terra: forse solo qua ed oggi poteva andarmi bene tutto quanto. Ma almeno per questa volta sono davvero contento per me.
Ah! Ho saltato il pranzo, mi sono docciato, asciugato e mi sono pesato: l’ago si è fermato prima della cifra 8 ... certo, ero praticamente disidratato e con una fame da lupi (l’ago adesso è sopra l’8, di poco), ma se adesso che sono quasi le 23 sono fresco come una rosa, un motivo sarà anche quello, no?
Vedremo a Menaggio, tra una settimana: middle distance con dislivelli svizzeri. Mi sa che tornerà coi piedi per terra molto presto!

Ps: penso che le cartine saranno visibili sui blog di Alessio e di Marco. I’m not able...

PsPs: domani mi metterò di buzzo buono per scrivere il pezzo "ufficiale": devo ricordarmi di scusarmi con DanielaP. per la mancata citazione e con RovertoV. per la definizione di "enorme" (intendevo dire che era stato grande!)

Thursday, March 01, 2007

Chi è l’intruso?

Una delle attività di fine mese, lavorativamente parlando, consiste nel consuntivare il lavoro fatto nel corso del mese (in termini di ore). E’ sempre uno spasso! Prendere il totale, dividerlo per 7 ore e 45 minuti (il minimo contrattuale) e stabilire quanto giorni si è lavorato realmente in un mese.
Nel caso di febbraio 2007: arrivo a 33 giorni. Per un mese di 20 giorni lavorativi e di 28 giorni di calendario.. pas mal, c’est vrai? (ho appena pranzato con dei clienti francesi, si sono ostinati a voler ordinare da soli sul menu in italiano... ad un certo momento dopo il tiramisu è arrivata la verdura!).
Tutto questo DEVE ESSERE una scusante per aver abbandonato il blog e non aver fornito ai miei innumerevoli tifosi (ma soprattutto tifose) sparsi per il mondo un resoconto completo lanterna per lanterna della gara ai Boschi di Carrega.
Invece mi sono dovuto dedicare a stilare finalmente le classifiche del Parco Forlanini, a buttare giù qualche impegno per il prossimo Parco delle Cave, a mettere giù comunque un resoconto veloce per il sito Fisolombardia (che mi costa fin d’ora il saluto di Daniela Putzu e di Corinne Somenzi) visto che il grande Bruno Trebbi ha provveduto per dovere di ospitalità sul sito Fiso, a mantenere i rapporti con l’ufficio stampa del MOC, a gestire i resoconti sui mondiali di sci-o prima in assenza di qualunque commento da Mosca (con gli italiani assenti nella sprint che potevo scrivere?), poi traducendo un po’ dal trentino un po’ dalla mia testa i commenti di Marcello da Mosca (che, poveraccio, si sforza di mandarmi comunque qualcosa anche se sembra che gli stiano portando via la sedia da sotto il sedere e la tastiera da sotto le dita... e potrebbe anche essere così!)... le iscrizioni per Taino: provate a gestire le iscrizioni di 32 persone con il nuovo limite del lunedì mattina ore 12.00, con le nostre teste che ancora non sono abituate ad iscriversi ad una gara quando ancora non si è disputata quella precedente (alle ore 11.00 mancavano ancora metà dei nomi!) Insomma, Carrega e i miei tifosi sono rimasti al palo.

Che cosa posso dire ora che i francesi soo andati e ho mezz’ora libera? I risultati parlano chiaro. Su 5 concorrenti U.L. in HA io sono il quinto, a quasi 10 minuti dal quarto (U.L.) e a 52 minuti dal vincitore. Deprimente? Mica tanto!
Innanzitutto perchè il vincitore ha 22 anni meno di me... ma in fondo sono io che mi sono andato a cacciare in HA ed il mio compagni di squadra Thomas Hiltebrand ne ha più di 50 e avrebbe dato del bel filo da torcere a quei giovincelli là davanti.
No, “mica tanto” perchè in fondo sono contento.
Sono contento perchè l’anno scorso non avrei finito quella gara, perchè se ci avessi anche solo provato sarei tornato a casa a pezzi, collassato sul letto del dolore e mi sarei alzato a fatica il giorno dopo. Invece domenica sera, non avendo niente di meglio da fare, c’era un tale a corricchiare lungo l’anello di 850 metri dell’Isola Anita che assomigliava proprio a me! Insomma, il passo è quello che è, il cambio di ritmo non ce l’ho più dall’ultimo anno di HB (pre-unità d’Italia), non è che potessi pensare di andare a sbaragliare la concorrenza. Me ne sono andato via col mio passo, ho fatto la mia gara, ho fatto le mie scelte, i miei errori, e mi sono divertito. Bravissima Francesca a gestire un percorso che ho fatto per la prima volta con tutti quei loop e quegli spostamenti! Clap clap clap da parte mia.
Certo, qualche errorino di troppo nella parte tecnica, due lanterne sbagliate di peso (lungo e storto) e altre due volte causa cecità (appannamento occhiali) sono andato alla lanterna sbagliata: sul primo loop alla prima lanterna sono andato alla 3 anziché alla 1 (vedevo solo, e male, il cerchietto) e ho pensato “Bel modo di cominciare la stagione!” e poi dalla 19 (mi pare) sono andato alla 22. Ammetto la mia poca brillantezza nelle tratte lunghe (mi distraggo troppo); se qualcuno ha visto il crocchio di orientisti che si provavano i tempi all’arrivo, avrà visto Teno, PaoloMario e Simo, MarcoBez, GiaimeShamir ed il sottoscritto. Chi è l’intruso? Ovviamente Simo, che è l’unico ad aver vinto un titolo assoluto nella C.O. individuale, no? Beh! In quel crocchio forse ho capito che gli unici ad aver scelto la tratta lunga 12-13 siamo stati Teno, Gianotti ed io! (chi è l’intruso?).

Ps: ho già messo le birre in frigo, a Taino mi serviranno eccome, anche se ho intenzione di vendere cara la pelle. E pensare che alla lanterna 4 di Carrega avevo già gli scalpi di PaoloMa e Simo in tasca, ma Teno è troppo avanti per il momento... per il momento... per il momento...!