Stegal67 Blog

Monday, March 28, 2011


Quando si decide, come ho fatto io in questa prima parte di stagione, di correre sempre e comunque nella massima categoria possibile intesa come lunghezza e difficoltà, occorre mettere in preventivo alcune situazioni e non lamentarsi troppo: né prima della gara (quando bisogna trovare il coraggio di uscire dal letto), né durante la stessa (quando ci si scopre piegati in due su salite da infarto o terrorizzati di fronte ad un punto veramente infrattato), né dopo quando occorre fare il bilancio della situazione e cercare il proprio nome in classifica.

Per tutta questa serie di motivi, e per la gara che andrò a ricordare, Thomas Ruckstuhl può benissimo prendere il posto del santo che si festeggia il 27 marzo ed avere una birra pagata alla buvette ogni volta che ci incroceremo! Per la cronaca, la gara è la prima prova del TMO ticinese corsa ieri sulla carta di Origlio-SanZeno, e Thomas è il tracciatore della suddetta gara; ovvero la persona nelle cui mani (e nel cui buon cuore) l’Impiegato Panzottello, altrove citato con diverso appellativo ma pari significato, affida le proprie sorti e la propria salute fisica (visto che quella mentale ormai si è persa in qualche verde 2 europeo...).

Origlio-SanZeno, dunque. Gara organizzata dalle tute turchesi dell’AGET (società che prima o poi mi impedirà di prendere parte alle competizioni finché non raggiungerò uno stato di forma almeno decente) che scelgono di sfruttare nuovamente una delle mie carte ticinesi preferite. Per questo motivo non ho dubbi quando è il momento di inserire nel sito della Federazione Svizzera il mio nome accanto alla categoria HAL, che starebbe per uomini-A-lungo. La precisazione del significato è importante, in questa proflusione di categorie alla “regione che vai usanza che trovi” e visto che ormai soprattutto alle nostre latitudini ci sono persino atleti Elite che corrono la categoria B per vincere il salame o il cinquantesimo marsupio-portascarpe della collezione...

No, l’Impiegato Panzottello preferisce godersi tutto quanto offre il menu: salite, discese (alla Tony Hawk), punti infrattati e distacchi abominevoli dalla testa della classifica. E, con una coerente costanza di rendimento, un nuovo ultimo posto in classifica per la serie “machissene...!!!”, ultimo posto accompagnato però da alcune belle soddisfazioni che rendono ancora una volta la mia scelta suicida “value for effort”.

Con un pensiero speciale all’amico Lorenzo che una volta correva con me (nel senso che ci si poteva sfidare quasi ad armi pari) e che ora, inpalmata e portata all’altare la sua Cornelia, si prende il gusto di fare un terzo posto in H35 in una importante gara della Svizzera tedesca. A proposito: poiché i geni sono sicuramente di ottimo livello (la succitata Cornelia è la sorellina di colei-che-ha-in-saccoccia-17-titoli-mondiali) e Lorenzo è italiano... vi devo spiegare tutto? Non è che mi posso mettere io a cercare tutti gli svizzeri di primissimo livello con passaporto italiano (e ce ne sono...)!!! Insomma, tra 20 anni o poco più o poco meno un qualche consigliere federale potrebbe magari bussare alla porta dell’Hildelbank e capire questi che cosa vogliono fare da grandi!!!

Ma ero rimasto alla carta di Origlio-SanZeno...
Per dirla alla Fratelli Vanzina, trattasi di Ori-Panettone (se esiste il Cine-Panettone...). Ovviamente i più esperti avranno già capito che nulla ci azzecca con spumante e dolce milanese, due specialità che mi vedono tra gli Elite di alto livello, ma ha a che fare con la conformazione morfo-geologica dei dintorni. La collina di San Zeno è infatti un collinozzo 5 x 15 centimetri con: a sinistra una orrida scarpata a strapiombo senza dettagli orientistici di un certo livello (ma è solo questa seconda caratteristica, unita allo stato di santità di Thomas, che ha impedito di mandare i percorsi in quella zona). A sud, zone di verde 1 e 2 con maggiori dettagli... oh! Verde 1 e 2 attraversabilissimi soprattutto in questo periodo: no rovi, si party! A nord un declivio più dolce verso la strada cantonale e a destra il vero pezzo forte: il paesino di Origlio che devo aver già descritto in occasione di qualche gara “FragOri”... un altro autentico labirinto nel quale rischia di perdere trebisonda e gara persino chi ha ggiocato le sue carte migliori nel bosco. E’ quindi ovvio che i percorsi (sempre grazie Thomas!) siano un autentico flipper nella zona alta del collinozzo: 4,9 km + 300 metri di dislivello e 22 punti di controllo sono (ancora) nelle mie possibilità.

Non ho quindi grandi patemi d’animo quando affronto i saluti degli amici ai cancelli di partenza, ed in tutta serenità mi accingo a dare una bella occhiata alla carta muta per identificare (Pedro docet) il triangolo rosso di partenza. La descrizione punto dice “1 – buca”, ed ecco lì una bella buchetta a circa 300 metri... “salita nel versino, sentierino, curva, buca sotto il largo naso...” pensa l’Impiegato Panzottello; “2 – sasso”... “beh!... si prosegue diritto, giro nell’avvallamento, un paio di verdini ed ecco il sasso” almanacca tra se e se l’I.P.; mentre già si sentono i bip-bip dell’orologio, l’I.P. ha l’ardire di pensare “3 – avvallamento... si prosegue ancora diritto e l’avvallamento sarà quello dietro la collinetta... Ah! Ah! Ah!...”.

Partenza. L’I.P. parte davanti a tutti (è lo status di HAL, mentre la gente dietro pensa che quel ciccione non può che aver sbagliato cassetta), afferra la carta di gara ed in un decimo di secondo scopre di averli azzeccati tutti e tre! Ed è per questo motivo che, almeno sulle prime lanterne, non troverete negli split il mio nome all’ultimo posto della classifica parziale: mi è bastata infatti la scarica di adrenalina per lanciarmi avanti e (una tantum) doppiare la lanterna svedese ancora in testa al gruppo!

Gara che parte quindi nella zona bassa del collinozzo, mentre bambini ed infanti si sgargarozzano le salite fin dal secondo punto. Sono un laser fino alla 4 (laser ma lento... esiste il laser lento?) passando dal nasetto e dalla carbonaia, e prima salita mortale da infarto verso la 5 dove esalo il terzultimo respiro. A questo punto (magico Thomas!) inizia la flipperaggine tra collinette ed avvallamenti che terminerà solo al dodicesimo punto. Nessun particolare problema tecnico, solo un primo evidente rallentamento dopo l’11esimo punto; alla 9 sento un calpestio qualche decina di metri dietro a me... e non ho nemmeno bisogno di voltarmi per capire che sta arrivando Stefano Maddalena il-più-forte-orientista-straniero-che-abbia-calcato-con-continuità-i-campi-di-gara-italiani.

Il loop nel verde 13-17 va via persino liscio, ed è solo sulla pazzesca salitazza in uscita dalla 16 che mi tocca esalare il penultimo respiro; ma ormai la tenzone è quasi al termine ed il tempo di gara è ancora sui limiti di una onesta (in)decenza. Trovo bene la 18, laddove alcuni imberbi giovani elvetici si lasciano traviare e depistare da una connazionale che “smista” orientisti da tutte le parti nel tentativo di trovare il punto 67 (che sta 50 metri più a sud-est nell’avvallamento più grosso) e finale tranquillo nel labirinto di Origlio a chiudere la prova in 74 minuti e 45 secondi, proprio 5 minuti prima che cominci a piovere!

Contento della gara? Si, molto.
Deluso per l’ennesimo ultimo posto? No, per niente.
Ho imparato qualcosa? Certo che si!

Sulla sigla di coda parte anche il messaggio pubblicitario: potrete seguire le prossime puntate de “Extreme Orienteering by Impiegato Panzottello” sul canale di Sky dedicato alle imprese impossibili...

Friday, March 18, 2011

Ori-Quiz

Che cosa sta pensando uno dei protagonisti di questa foto?

a) “quasi quasi ci faccio un pensierino per uno dei prossimi anni...”

b) “chi me lo ha fatto fare di correre con questo panzone che mi ha fatto perdere?”

c) “mi piace di più il vino!”

d) varie ed eventuali

In bocca al lupo!

(seguirà intervista... oh! se seguirà intervista...)

http://www.fiso.it/01_federazione/04_tesserati/tesserato_altro.asp?tessera=LB823


Monday, March 14, 2011

C’era una volta una località in Brianza nota come “Monte Merlo”.

Dimenticatevela.

D’ora in avanti ci sarà un nuovo toponimo: “Pianura del Merlo”.

Perchè davvero non può essere rimasta molta montagna vicino a Canonica di Triuggio, almeno a giudicare dalla quantità di terra, fango, argilla e materiale di riporto rimasta sulla mia divisa multicolore, dentro le scarpe, tra le dita dei piedi, sulle gambe... Terra, fango ed argilla raccolte nel tentativo (vano) di valicare atleticamente collinette terrose e avvallamenti più o meno ripidi, o di rimanere in piedi su piccole tracce (di solito in costa) larghe poco più del mio piede e rese scivolosissime dalla pioggia.

E che dire di tutto quello che son riuscito a spalmarmi addosso, persino tra i capelli e nelle orecchie, cercando di stare in piedi su qualche discesa completamente saponata, lungo la quale non c’era più nemmeno un atomo di materia locale ad offrire attrito alla inevitabile inarrestabile caduta? (per la serie: è vero che sarò caduto 20 volte, ma posso dire che adesso Tony Hawk ed il suo skateboard mi fanno una pippa!). Durante tutta la gara ho provato invidia per coloro che, partiti nei primi minuti della griglia, sono riusciti a trovare lungo il percorso quei passaggi intonsi con un sottile residuo strato di sporco (soprattutto fogliame o ramaglie), lasciando dietro di se impronte nette scolpite nel fango più scivoloso del creato...

In mancanza d’altro, a me non è restato che aggrapparmi al primo albero, alla prima radice, al primo ciuffo d’erba rimasto. E in mancanza d’albero, radice e ciuffo d’erba... una preghiera al cielo, un gesto scaramantico, un sospiro... il tutto a concludersi con un sentito ringraziamento (quando mi sono mosso come Spiderman) o con una sequenza di male parole (di solito qui mi trovavo a pelle di leone sul fondo di qualche avvallamento... e magari invece dovevo trovarmi in cima!)

Direi proprio che, a conti fatti, posso ritenermi soddisfatto del mio inizio di Trofeo Lombardia 2011. Nonostante la bilancia dei pagamenti mostri un segno + solo all’età che avanza ed ai chili di troppo, a fronte del segno – accanto alla voce “allenamenti”, un’altra tappa long è andata ed anche questa volta sono riuscito a rimanere entro i limiti di quello che poteva essere un disastro sportivo annunciato. Quasi 8 chilometri di lunghezza con 380 metri di dislivello, con pioggia battente, possono rivelarsi terribili anche per chi, come me, usa ormai prendersela comoda con la sicurezza di colui che in una categoria come la MA punta a tenersi stretto l’ultimissimo posto, a minuti e minuti dal penultimo arrivato.

Ma l’obiettivo oggi è quello di mettere nelle gambe il maggior numero possibile di chilometri, di affrontare una MIP (Men Impiegato Panzottello) più che una MA, di tornare a gestire le due ore di gara... o meglio l’ora di gara, quella più dura, che segue i primi 60 minuti di sforzo (ehi! Faccio fatica anche io che ci metto quasi il doppio del vincitore, non lo sapete?!?). E soprattutto di gestire la testa che, soprattutto nei minuti successivi al risveglio della domenica mattina pre-gara, ti continua a ripetere “chi te lo ha fatto fare?”, “c’era la MAK, la MB, al limite la M40...” e via discorrendo.

Continuerò ad essere l’ultimo in classifica della MA finché riuscirò, magari con l’aiuto degli organizzatori che accettano la mia richiesta di essere tra i primi in griglia, a gestire queste gare; finché, in fondo, i miei saranno appena al di qua o al di là del limite della decenza, finché non vedrò partire le squadre di soccorso alla mia ricerca e soprattutto finché non dovrò far aspettare troppo chi deve tornare nel bosco per raccattare i punti...

Ieri a Monte Merlo (oggi si chiama Pianura del Merlo) 110 minuti di gara più qualche secondo. Mi sarei accontentato di stare attorno alle due ore di gara, ma i tracciati di Anna Sedran erano veramente veloci (o quello o scartavetrarsi nel verde brianzolo...), prova ne è che il vincitore ha impiegato 65 minuti.

Già... il vincitore. Mi toglie persino l’unico alibi che avrei, quello della vecchiaia, di fronte ai giovincelli che mi hanno lasciato indietro di qualche quarto d’ora: vince infatti tale Oleg Anuchkin, l’unico in gara al quale l’anagrafe riconosce qualche primavera in più del sottoscritto! Il che non vuol dire che “anche io potrei farcela”... in fondo non tutti si sono mantenuti in forma, anno dopo anno, come il Volga-Express. Non tutti hanno uno spessore atletico e tecnico come il Volga-Express. Insomma: di Volga-Express ce n’è uno, e persino il suo erede Misha dovrà cominciare a sudarsi il momento nel quale metterà fuori la freccia e supererà il mitico Oleg.

Il mio percorso. Tranquillo fino alla 5. Per la 6 opero per la scelta “à la Gianni Guglielmetti” che prevede l’ascesa al paese e l’arrivo alla lanterna da sud-est. Loop tranquillo, traversone verso la 13 (dopo una 12 da equilibrista...) passando sulla destra. Tratta 19-20 per lo più lungo il greto del torrente, ed un diluvio di maledizioni sulla scelta 22-23 quando mi infilo in un avvallamento che ha le pareti di terra soffice alte due metri e, per arrampicarmi là dove è appena passato Paolo Grassi finisco per spappolare gli occhiali...

(parte nord)


(parte sud)

In definitiva, una long composta da una gara middle (prima parte), un trasferimento, una sprint nella pineta, un altro trasferimento ed un’altra sprint. Oggi sono contento.

L’Istituto Nazionale di Topografia che dovrà rimappare la quota esatta di Monte Merlo, molto meno...

Monday, March 07, 2011

Ieri sera, prima di accasciarmi sul letto e cominciare a sognare una serie di incroci malefici tra lavoro e orienteering (ultima immagine comprensibile, quella di Anne Margrethe Hausken), pensavo al fatto che non sempre le pianificazioni delle agende rispettano le capacità di resistenza di chi poi, quelle agende, deve cercare di rispettarle...

Esempio: succede che il tuo presidente va in pressing perchè vuole sapere la data della tappa di “Milano nei Parchi” che vuoi tracciare al Parco Forlanini. Guardi l’agenda e decidi per il 5 marzo, perchè il fine settimana successivo è previsto il Lipica Open e a te piacerebbe tornare a correre in Slovenia (lontano da Lome!...).

Poi ti contatta Franco Antonini, il deus-ex-machina del Trofe Centri Storici che si disputerà a Genova, il quale chiede disponibilità per lo speakeraggio visto che Andrea Rinaldi è già lì come delegato tecnico: e tu decidi che si può fare, perchè tanto il 5marzo sei già al Parco Forlanini... in qualche modo si possono incastrare le due cose.

Poi arriva Sun-O (sempre benedetto sia...) per l’Andalusia Orienteering Meeting che è già passato su questi schermi... e insomma pianificando un rientro martedì 1° marzo c’è tutto il tempo di mettere le ultime limature alla gara del Forlanini (falso!) e preparare con un po’ di agio qualche cosa da dire a Genova (falsissimo!).

Infine arriva il lavoro, che ti piazza una doppia trasferta Francoforte-Colonia subito prima di partire per la Spagna, con quelli dell’aeroporto che cominciano a pensare che tu sei solo una cellula di Al Qaeda inviata in missione, e poi un paio di transiti per Torino e Bologna giustappunto tra il rientro dall’Andalusia e la gara del Forlanini.

Il mio primo pensiero, prima di salpare per Francoforte durante una buia alba ormai due settimane fa, era che la sera del 6 marzo mi sarei guardato alle spalle, avrei ripensato con piacere alle cose divertenti ed avrei dimenticato le fatiche che mi avrebbero messo a durissima prova. Ho superato i tedeschi, ho firmato contratti, ho intervistato Lundanes, ho corso nelle pinete marittime andaluse, ho viaggiato avanti e indietro per il nord-Italia, tracciato al Forlanini e corso e speakerato a Genova. E ieri sera mi sono lasciato cadere sui cuscini e ho dormito il “sonno del giusto”, senza incubi. E come avrebbero potuto assalirmi gli incubi se in difesa giocava Sua Maestà Anne Margrethe Hausken?

E come diceva Papillon nella scena finale dell’omonimo film “Maledetti bastardi... sono ancora vivo!” :-)

Il percorso Lungo al Parco Forlanini. Qui ho tracciato per la prima volta, finora il parco era sempre stato appannaggio di "colui che non compare nella lista dei tesserati Fiso 2011"


Percorso della qualificazione MA di Genova, tratto dal sito di Alessio Tenani. Ero ancora abbastanza fresco, e pur su un percorso labirintico solo 3 scelte si differenziano tra me ed il vincitore di giornata (i pallini neri sono il mio percorso).


Qui si capisce lontano un miglio che ero cotto...: comincio subito con un errore e poi mi affido a scelte tranquille senza rischiare un granché. Ma sulla 11 penso di aver fatto qualche metro in meno di Alessio...

Friday, March 04, 2011

My company has decided to realize a short movie dedicated to show some values of the company, which will be played by employees, including myself.

Yesterday, a committee decided the scripts, and here's what I found on my desk yesterday evening.
Abstract: In spite of my own group has been the best performer in 2010, my head office manager has been the worst performer in the overall ranking, and cause of this she won a wooden spoon (in the style of the 6 Nations rugby tournament).

The role I will play is dedicated to the promotion of women value into the office, and here is the script

Theme: "Women value"

Scene:
Stefano is dressed for an orienteering competition. Two women burst onto the scene and began to interview him

Q: Who are you?
A: My name is Stefano Galletti

Q: What do you do into the company?
A, Me and my group we work for (...this and that...)

Q: Where?
A: In Milan

Q: The Head Office has asked us to check how you're playing the general plan of the company, what do you tell us?
A: I am interested in the exploitation of female resources

Q: What are you doing dressed like this???
A: I’m doing Orienteering! My training for not to get lost in the universe of women...

Q: And how do you do to enhance these women?
A: Well I thought I let him use a wooden spoon this year won by the office ...

Q: and for what??
A: Well for “polenta” is perfect, right?? (Stefano starts to leave)

Q: and now, where are you running??
A: I’m on tour around the world to show our product to customers

Women: this is just a good excuse for you ... You run away from women and from what we could get you with this spoon!!

The movie will be played in Bologna, I don’t know when and where and for sure I do not write it on the blog :-)

Tuesday, March 01, 2011


"It's my life
it's now or never
I ain't gonna live forever
I just want to live while I'm alive" (Bon Jovi)

It's my life!!!

(queste foto sono solo un campione di quelle scattate da Cosimo G. e Cristian "the coach" B., e che compariranno senz'altro su qualche raccolta di Picasa e sul famoso blog di Er-Team. Ma io sono rientrato in Italia un giorno prima e prendo vantaggio...)

Punto "spettacolo" della middle distance: i posatori garantiscono che era impossibile punzonare dal di fuori della barca... "Certo... l'ho messa io quella lanterna!!!" (words by Furia)

Josefin Aronsson in azione sulla spiaggia, nella middle distance.

Sua Maestà Anne Margrethe Hausken con bambino appresso. Quel bambino si chiamerà Nordberg-Nausken e da grande farà il Campione del Mondo di Orienteering (o il manichino del crash test...)

Elena Roos in azione in maglia Halden SK durante la long distance. In bocca al lupo Elena: allenati bene e ... spacca tutto!!!


Emil Wingstedt alle prese con uno strano oggetto alla partenza della sprint di Conil de la Frontera: il testimone cartaceo!!!


Il punto radio (mio punto 19) della long distance, con panorama sulla spiaggia di Cabo Trafalgar. Da qui sono state scattate la maggior parte delle foto che troverete nelle raccolte. E non era nemmeno un punto facile da trovare!


E questa la conosci, Jack? :-)


Dedicato ad Helen Palmer (Wing OK Trondheim) che ancora si ricorda di quella volta in Slovenia che eravamo persi insieme nel verde 8 e ci siamo tirati fuori dai rami l'uno con l'altra... Grazie Helen che mi vieni sempre a salutare.


E infine il dominatore dell'Andalusian Orienteering Meeting: Olav Lundanes.


Grazie e ancora mille volte grazie a Sun-O, ad Er-Team per l'ospitalità nella guest house più divertente degli Apartamientos, a Pedro e Tom e Veronica e Belén e Antonio e Sema e Paco, grazie al coach CB, Miki, Alis, Lepre, Furia ed al compagno di stanza Cosimo.

Grazie a tutti coloro che sono stati gentili con lo speaker, ai boschi meravigliosi, ai percorsi, al sole, alla spiaggia, alla piscina, a chi è rimasto all'asciutto e a chi ci è finito dentro vestito.

Averne così... IT'S MY LIFE!!!