Come fu che un bel giorno andai ad Andalo anziché al Beigua...
Ero rimasto alla due giorni di Andalo. Avrei voluto scrivere qualcosa PRIMA delle gare, per indicare ex ante le mie aspettative, il perchè sono andato ad Andalo anziché sul Monte Beigua per i regionali a staffetta...
Mi tocca farlo ex post (perchè il pc si è brasato e ancora non me lo hanno messo a posto). Andalo per me vuol dire Coppa Italia 2005, la prima volta nell’anno scorso in cui ho osato fare la H35 sapendo che sarei rimasto in giro più di 2 ore (2 ore e 4 per l’esattezza). Una gara di resistenza che ho passato su una difficile costa pendente per le prime 11 lanterne, ma che poi è diventata una bella gara tecnica nell’ultimo terzo di gara in un bosco molto dettagliato con pendenze meno accentuate e con le lanterne che in alcuni casi mi sono quasi venute incontro. E poi che bel bosco! Colore verde dell’ambiente proprio come piace a me, ma colore bianco della mappa proprio come piace sempre a me!
Andalo 2006, quindi. Con la richiesta da parte degli amici di Mezzocorona di fare da speaker per le due gare, partirò molto presto sabato per la middle sperando di non essere raggiunto da Baccega, e per la staffetta farò fare il lancio ad AA e prenderò il cambio dopo aver commentato i lanci ed i primi passaggi.
Sabato, vento freddo. Ritrovo accogliente. Prendo dimestichezza con gli arnesi del mestiere (microfono, software per i passaggi al penultimo punto) e me ne vado in partenza (dove scopro, ahimé, che le cartine non ci sono ancora). Purtroppo parto con poca decisione e sbaglio già sul secondo punto (un punto che sbaglieranno quasi tutti, compresi i leader della classifica, ma questa non è una scusa). Un altro errore al quarto punto, che per fortuna sembra l’ultimo sulla costa già visitata nel 2005 - il dislivello della gara non è molto, ma risulta molto più difficile rimanere in piedi su questi tratti ripidi - e quando scendo sulla parte di bosco più piatto sento che le cose cominciano ad andare bene, il che mi fa infilare bello spedito nella seconda parte di gara. Un paio di lanterne fatte proprio per benino (dire che ci sono caduto sopra è dire poco!) ed ingresso nel loop finale che a prima vista non mi sembra particolarmente difficile. Uno sguardo alla cartina, perchè la 10 sta poco oltre questa zona di rami fitti. Vedo un ramo, lo sento infilarsi negli occhiali. Percepisco l’effetto fionda del ramo che si piega e si porta via il mio prezioso supporto visivo... Le lenti finiscono nel nulla come se un prestigiatore me le avesse fatte sparire d’incanto. Per un istante torno alla Slovenia, a Crni Vrh, quando la stessa cosa successe alla prima tappa della Cerkno Cup (quando ero terzo nei parziali fino a quel momento). Cerco gli occhiali attorno a me: nulla. Cerco meglio: nulla. Mi chino a terra: nulla. Guardo sui rami: nulla. Comincia l’effetto panico. Panico perchè ho sporco negli occhi e ci vedo effettivamente poco. Panico perchè la gara sta andando a ramengo. Panico perchè devo arrivare a traguardo il prima possibile per fare da speaker. Passano i minuti: niente! Appoggio bussola e carta a terra per marcare il punto ed apro il raggio di ricerca: niente! Mi chiedo quando passerà il primo concorrente, ma mi rendo conto che non posso chiedere a Baccega di fermarsi a cercare gli occhiali con me. Ecco dei turisti in gita, li chiamo e chiedo aiuto. Staremo lì insieme 35 minuti a cercare ‘sti benedetti occhiali... senza successo. Quando mi tolgo la tuta da gara per avvolgerla attorno ad un albero (ho deciso di rinunciare, di andare al ritrovo a chiedere aiuto e di tornare con gli altri a cercare meglio) qualcuno muove un passo e sento un CRAC! Sotto quel piede ci sono i miei occhiali, a due metri da me e da tutti quanti... La spiegazione logica che mi viene in mente è che siano finiti nella quarta dimensione o nella zona negativa, e che siano ricomparsi dopo 35 minuti (un’altra SQ in classifica in questo periodaccio...).
Domenica: staffetta. Bel tempo, sole, niente freddo. Ambiente perfetto a parte il sottoscritto che bercia nel microfono per fare il via ai lanci delle staffette (tanto io riconosco solo e sempre i soliti noti, mi dicono che dovrei imparare qualche faccia in più per il futuro). I primi passaggi al punto spettacolo, Rigoni Negrello Corona Tenani ... Ecco Attilio, attorno all’ora di gara. Sono pronto e parto deciso. Perchè la tattica di gara oggi è una sola: “andare via deciso, magari non nella direzione giusta ma deciso!”. Però decido di fare una partenza prudente... ecco la prima lanterna proprio dove mi aspetto che sia. Qualche altra lanterna in precisione, lasciando che i muscoli delle gambe si scaldino man mano, poi l’errore che non mi aspetto su un punto che non dovrei sbagliare (ma di questi tempi sbaglio anche ad infilare la porta del bagno): finisco corto su un punto facile, credendo di vedere curve di livello che forse non ci sono, così devo paciugare in zona per 4 minuti prima di rimettermi in carreggiata. Ma devo andare via deciso, continuo a ripetermelo perchè avevo già ripreso una staffetta T.O.L. e una Orientexpress di Verona che, nonostante il mio errore, continuano a stare nei paraggi; la seconda parte di gara è nella parte più bella del bosco, e mi piace l’incrocio con G”B”S che sta cercando la mia stessa lanterna e lo sguardo d’intesa che ci scambiamo perchè, SI!, la lanterna è proprio oltre questo dosso impercettibile (seguono commenti e complimenti sul rispettivo stato di forma e sui risultati delle staffette H12 del Panda Valsugana... ma siamo in gara, che diamine!). Il tracciato presenta continui incroci e mi costringe a verificare un paio di volte di aver fatto le lanterne nella sequenza giusta. Tutto bene fino alla 14, sulla quale finisco lungo (ma deciso!) e mi devo riposizionare, altri due minuti persi per mancanza di lucidità: la lanterna sta 4 curve di livello sotto il sentiero ed io ne punto una che sta una sola curva sotto! E’ un brutto segno perchè vuol dire che la benzina è agli sgoccioli (allenati!) e che la testa sta già pensando al finale di gara, dove l’unico problema è rimanere abbastanza concentrati per non mancare il punto spettacolo e fare una figura da cioccolataio. Arrivo sul traguardo al massimo di quello che posso ancora dare: AA ha finito in 58 alto, io in 59 basso. Sono anche io sotto l’ora di gara, e potevo persino stare stare sui 52\53 minuti; però TOL e Orientexpress finiscono dietro :-) , per un nonno posto finale, primi dei lombardi !!!
E così questi sono i motivi per i quali sono andato ad Andalo: perchè sono convinto che mi ricorderò di queste gare a lungo, che per molto tempo valuterò se le mie scelte sono state troppo blande o ardite, che penserò a come hanno risposto le gambe sulle salite di un bosco sempre percorribile. E penserò ai bei tracciati di CC, che merita i complimenti miei e degli altri, e non mi chiederò se andando al Beigua avrei trovato le stesse condizioni ed avrei provato lo stesso piacere a gironzolare in un bosco così bello (mancavano solo i Bambi, ma AA ha visto anche quelli!).