Wednesday, April 27, 2011
Monday, April 18, 2011
Wednesday, April 13, 2011
Monday, April 11, 2011
Diario di bordo del Capitano Stegal. Data astrale 20110411.
Prima di aggiungere una pagina al mio diario, è solo doveroso da parte mia ringraziare chi ha aggiunto un commento ai due o tre post precedenti e chi, in questi ultimi due giorni, mi ha detto di persona alcune parole che ho apprezzato tantissimo.
Anticipo il finale, spiegando che in questo momento NON sto leggendo i commenti anche se c’è qualcuno che mi aggiorna costantemente, mi dice chi scrive e mi dice cosa scrive. Dopo aver ricevuto settimana scorsa delle mail veramente brutte, di reazione ho scritto quello che pensavo; poi sono stato male, fisicamente, per alcuni commenti. Sono tornato a casa dall’ufficio in lacrime, sconvolto. Sono stato male il giorno successivo e non ho potuto lavorare.
Mentre Marco G., via sms, mi aggiornava sui commenti che seguivano e sul fatto che stava succedendo un po’ di tutto, ho deciso che per qualche tempo ancora non sarei andato a leggere quei commenti. Mi scuso quindi con chi ha impiegato parte del suo tempo per collegarsi al blog, scrivere qualcosa; non ho ancora potuto ringraziare nessuno personalmente ma, come scritto sopra, so chi ha lasciato una firma e so cosa ha scritto.
Sugli anonimi... mi scuso anche con loro. Ho colto alcuni segnali circa il fatto che il mio comportamento, sia sui campi di gara che fuori, può far pensare che io abbia qualche potere e che non lo stia usando a beneficio di tutti, o qualche privilegio che non merito (non ho poteri, e credo che l’unico privilegio sia quello di correre le gare all’alba quando mi viene proposto di fare lo speaker). Forse chi scrive sotto anonimato o mi manda mail da caselle inesistenti (o che vogliono far pensare che il mittente sia un altro!, e questo è davvero brutto) pensa che io sia un bruto sanguinario che non vede l’ora di vendicarsi... e che l’anonimato sia anche una forma di protezione.
Posso dire solo due cose. La prima è: ho smesso di giocare a pallacanestro e di fare male da 19 anni. La seconda è: grazie a tutti. Avrò presto l’occasione di abbracciare tante persone. Ci vediamo prestissimo!
Milano (Gratosoglio) – Alzate Brianza – Monticello Brianza - Milano (Gratosoglio) – Mezzago - Milano (Gratosoglio) – Bollate - Milano (Gratosoglio).
Google Maps dive 252 km in 5 ore e 23 minuti, ma ho il sospetto che bari...
1) sabato mattina. Tre ore sotto il rabattone del sole con il buon Luigi Penati a “suggerire” (poiché non sono tracciatore e non ho titoli!) alcune possibili posature per la gara di trail-O che andrà in scena giovedì 14 aprile per i GSS regionali. Tre ore durante le quali, per la gioia di Luigi, mi sono trasformato in un Satana sadico, nel Dottor Mabuse, nella Susi dei quesiti della Settimana Enigmistica (ma il maglione a rigone nere sarebbe stato improponibile nell’afa dei 30 gradi)... Tre ore durante le quali Luigi ha adattato la carta alle mie peripezie mentali (anche lui le ha chiamate in un altro modo...), contando passi sommando passi sottraendo passi, mettendo lanterne al lato sud-est dell’oggetto più a nord-ovest con linea di visuale da zenit a nadir e chi più ne ha più ne metta. Alla fine, ero fuso!
(la carta con il tracciato, ovviamente, comparirà solo dopo la gara, per la gioia e temo le risate degli amici trail-oisti veri)
2) sabato pomeriggio. Trasferimento a Monticello Brianza per partecipare (e ci sono sempre 30 gradi) alla promozionale della Polisportiva Besanese. Spettacolo al banco di iscrizione dove hanno fatto la fila almeno un centinaio di esordienti totali che vanno a rimpinguare le fila di coloro i quali, grazie alla “corazzata lombarda bianco-rossa”, conoscono ed hanno praticato l’orienteering. Un buon allenamento, sui tracciati di Jacopo Benini e l’impianto cartografico di Remo Madella. Unico rammarico da parte mia: ero completamente svuotato di energie, diciamo pure disidratato. Il che mi ha provocato una “cotta” micidiale sulla altrettanto micidiale salitazza 7-8-9-10 (Jacopo, me la pagherai!). Purtroppo il paese si chiama “Monticello” e non “Pianuricello”...
3) domenica mattina. Mezzago, gara promozionale made by FitMonza valida per il Trofeo Centri Storici Lombardi. Metto qui sul blog la cartina in bianco e nero perchè c’è un chiaro “riproduzione riservata” sulla carta di gara e non vorrei combinare altri guai.
A Mezzago avevo già corso l’anno scorso, papà Grassi infatti ricordava bene un mio commento “il paese andrebbe benissimo per una gara di trail-O”; così sui due piedi vorrei dire che mi sono piaciuti un po’ di più i tracciati dell’anno scorso, erano un po’ più labirintici e che sfruttavano di più il piccolo parchetto nella parte nord della carta dove infatti qualcuno si era perso...
4) ... e a proposito di “primi passi”, domenica pomeriggio è stato il momento per salutare come si deve l’arrivo di ... chissà???... alcuni nuovi orientisti. Se vorranno esserlo. E se non lo vorranno, non ho dubbi che saranno degli ottimi sportivi, perchè i rispettivi genitori lo sono stati e lo sono ancora, e buon sangue non mente. Auguri ai genitori di Dario e Caterina! Ed auguri anche a Dario e Caterina, che non sanno ancora il pericolo che corrono... un domani potrebbero vedere papà e mamma proporre loro il fatidico “ma non vorresti anche tu provare a venire nel bosco con noi?”.
Thursday, April 07, 2011
Le mie fonti dicono... Gernot Kerschbaumer!!! (vedi commenti al post...)
Oltre 400 atleti provenenti da 41 nazioni si affrontano nei Campionati Mondiali di orienteering. Il 6 agosto è una giornata caldissima, si corre ad oltre 35 gradi di temperatura su un percorso dalla lunghezza teorica di quasi 17 chilometri e con un dislivello complessivo superiore ai 500 metri. Al termine della prova, dopo 1 ora e 46 minuti di corsa allo spasimo, si laurea nuovo campione del mondo lo svizzero Thomas Buehrer. A colpire l’interesse dei media è la prima la dichiarazione del neo campione del mondo: “Il segreto per vincere? Correre i 10.000 metri come un olimpionico e giocare a scacchi come un maestro”. Ce n’è abbastanza per andare a conoscerlo da vicino!
Prima due parole sull’orienteering o corsa di orientamento: si tratta di una prova di corsa su terreno vario in cui i partecipanti, con l’ausilio di una carta topografica molto dettagliata e di una bussola, devono raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile e con scelte di percorso autonome, passando da una serie di punti di controllo detti “lanterne”. Il percorso tra un punto e l’altro viene scelto da ciascun concorrente in base alla conformazione del terreno e alle proprie capacità tecniche ed atletiche.
Non si tratta di uno “sport estremo” né di una disciplina sconosciuta: basti sapere che sono previsti percorsi anche per i bambini sotto i 10 anni o per gli adulti sopra i 65 anni (in Svezia addirittura è prevista una categoria per gli over 90!); sempre in Svezia, il maggiore evento sportivo nazionale è costituito dall’Oringen, una manifestazione di 1 settimana alla quale partecipano oltre 15.000 atleti da tutto il mondo, mentre i Italia si sono raggiunti i 3000 partecipanti alla “5 giorni dei Forti 2002”.
D: Thomas, quale è il tuo circolo scacchistico? Quali sono stati i tuoi risultati recenti?
R: Faccio parte del club di scacchi Dottingen-Klingnau, un circolo in un piccolo paese a nord di Zurigo. Abbiamo una squadra nella terza categoria del campionato svizzero a squadre; siamo sempre vicini alla promozione in seconda categoria ma non siamo mai riusciti nell’intento. A causa di un serio infortunio che mi ha impedito di allenarmi e gareggiare, durante l’inverno e la primavera scorsa ho giocato 6 tornei in fila. Grazie all’allenamento scacchistico e alla continua partecipazione a tornei ho migliorato il mio livello passo dopo passo. Nell’ultimo torneo, lo Zurichsee-Plaza Open, ho realizzato 4 punti su 7 con una performance di 2092 punti, che è molto più alta del mio attuale ELO svizzero di 1893.
D: tu sei campione del mondo nell’orienteering e un buon giocatore di scacchi. Hanno qualcosa in comune lo sforzo mentale e la concentrazione richiesta nelle due discipline?
R: in entrambi gli sport è necessaria una buona forza di immaginazione. Nell’orienteering occorre immaginare il terreno basandosi sulla lettura della mappa, negli scacchi occorre anticipare la posizione per molte mosse in avanti. In entrambi i casi un calo di concentrazione può essere fatale, quindi occorre tenere sotto controllo il livello di concentrazione, ed anche le emozioni. Anche la fatica fisica influenza le performance: nell’orienteering occorre stare alla soglia della velocità limite alla quale il cervello smette di lavorare bene, negli scacchi la stanchezza dopo 5 ore di gioco diventa un fattore cruciale. Infine occorre saper prendere decisioni intuitive, senza che si possa avere abbastanza tempo per calcolare tutte le eventualità.
D: ci sono somiglianze nell’impostazione di una strategia?
R: La strategia è più importante negli scacchi. Anche nella corsa, però, si prendono decisioni strategiche: all’inizio della gara occorre scegliere la corretta velocità di corsa ed immedesimarsi nella lettura della mappa per capire le particolarità del terreno. Ma se parliamo delle abilità necessarie per spostarsi da un punto A ad un punto B della mappa il più velocemente possibile, penso che queste abilità coinvolgano più la sfera tattica che quella strategica.
D: pensi che un allenamento fisico possa aiutare un giocatore di scacchi? E un “allenamento mentale” possa giovare in uno sport fisico?
R: Ho già citato il fattore stanchezza dopo molte ore di gioco. Penso quindi che un allenamento fisico anche modesto possa aiutare a mantenere la concentrazione in queste fasi. Certo, anche l’orienteering può essere un buon allenamento per uno scacchista con molte ambizioni, perché offre la possibilità di allenare contemporaneamente il cervello. In tutti gli sport fisici è prevista una fase di “allenamento psicologico”: nell’orienteering è un elemento importante come la corsa o la lettura della mappa.
D: come si svolge la tua giornata tipo?
R: Durante la fase di massimo allenamento pratico attività fisica due volte al giorno. Quando lavoravo come assistente all’università mi allenavo al mattino e alla sera, quindi potevo giocare a scacchi solo alla sede del club, dopo l’allenamento serale. Nell’ultimo anno e mezzo sono diventato un corridore professionista. Questo mi da la possibilità di giocare a scacchi sia prima che tra i due allenamenti.
D: suggeriresti ad un giovane di provare a cimentarsi, con allenamenti o con la partecipazione a competizioni, sia negli scacchi che in un altro sport?
R: Se un giovane mostra non solo un interesse, ma una reale passione per gli scacchi e l’orienteering, gli suggerisco di investire quanto più tempo possibile in queste discipline: otterrà risultati molto buoni concentrandosi sulle cose che ama maggiormente. Naturalmente un giovane che preferisce una disciplina intellettuale farà bene a non trascurare una pratica sportiva, e vale anche il viceversa.
D: c’è qualcosa nel mondo scacchistico che vorresti vedere nell’orienteering, e viceversa?
R: Il professionismo è ben accettato negli scacchi ma non ancora nell’orienteering. Mi piacerebbe vedere che gli orientisti al top delle classifiche mondiali potessero vivere con i guadagni di gare e sponsorizzazioni. Credo che gli scacchi guadagnerebbero ancora più interesse nel mondo extra-scacchistico se ci fosse un solo campione del mondo.
D: chi è il tuo giocatore di scacchi preferito?
R: non sono ancora così bravo da aver sviluppato un favore verso lo stile di questo o quel giocatore. Mi piacciono i giocatori che commentano le loro partite in modo comprensibile ed umoristico, perché mi danno la possibilità di capire ed apprezzare il loro gioco.
Wednesday, April 06, 2011
Monday, April 04, 2011
Saturday, April 02, 2011
Il primo pensiero è che sono morto. Tutto attorno a me lo conferma. NOn ho più fiato, non riesco a connettere. Persino la vecchia ernia ha deciso di farsi viva di nuovo... E poi quello che intravedo, sono inginocchiato a terra e vedo solo dei calzari liturgici... si, sono decisamente al cospetto del Good Lord, pronto a rispondere alla lunga (oh se è lunga!) lista di peccati che dovrò scontare.