Calendario dell'Avvento - bonus track - Foresta del Cansiglio - Coppa del Mondo
Il Calendario dell’Avvento termina il 24 o il 25 dicembre? Ci sono pareri discordanti in proposito, nessuno mi ha ancora convinto. C’è chi dice che il 24 è l’ultimo giorno perché poi il 25 si aprono i regali, altri dicono che è il 25 dicembre il giorno giusto per aprire scoprire l'ultima casellina. Due pareri diversi, entrambi validi. C’è chi suggerisce che Stegal67 dovrebbe andare a fare un altro mestiere e chi teme che in tal caso le renne si perderebbero ed i regali non arriverebbero più.
Intanto mi faccio i complimenti da solo per aver terminato l’opera, visto che alla data del primo dicembre non avevo pronto proprio nulla. Poi, per non saper né leggere né scrivere, ho deciso per il 25 dicembre di scrivere una bonus track, pubblicando due mappe di cui almeno una dovrebbe essere nota ai più. Due mappe = due gare? Non in questo caso: la prima “gara” infatti non l’ho finita, mentre il percorso della seconda mappa non mi vede né in griglia di partenza né in classifica finale.
E’ il momento di tornare ad Archeton.
Finali di Coppa del Mondo 2021.
Io dovrei fare lo speaker locale, come spalla al grande Per
Forsberg. Ma tutto attorno a me si estende la Foresta del Cansiglio, e ci sono
le spectator races organizzate per i pochissimi che si avventurano
sull’altopiano nonostante le restrizioni causa Covid, i tamponi, il
distanziamento sociale. Decido che parteciperò almeno alle spectator races.
Nell’alba del giovedì, poche ore prima che prenda il via la
very-long distance di Coppa del Mondo, raggiungo l’area picnic del Bus de la
Lum, mi cambio, abbandono lo zaino nello stesso posto dove era la tenda speaker
agli Italiani Middle e mi avventuro nel bosco.
Di nuovo. Terza volta nel 2021. Nel bosco di Archeton.
Sono fiducioso perché mi sento quasi come se io fossi a casa.
Ormai conosco bene i trucchi e le insidie del bosco, e poi non ho forse bevuto
proprio ad Archeton la pozione magica che mi ha accompagnato per buona parte
dell’anno? Per andare alla 1 non ho nemmeno bisogno di attingervi… tanto devo
solo percorrere il sentiero a costo di girare un po’ largo in senso antiorario.
Ma ho dimenticato di consultare il bugiardino della pozione magica. Scritto in
piccolo, molto in piccolo: “la pozione magica funziona ovunque TRANNE ad
Archeton”.
Perso.
Persissimo
O meglio. So esattamente che sono sul sentiero. Dietro di me
c’è il Bus de la Lum, Davanti c’è la strada che porta al Filippon. So tutto
tranne una cosa: dove sta quel maledetto punto!
16 minuti e 40 secondi per trovare il primo punto. Sarà stato
alto? Sarò stato basso? Sarò stato boh? E che ne so io??? Alla fine il punto l’ho
trovato, dopo aver cominciato a camminare sulla mia autostima che era finita
sotto i piedi. Da quel momento, opto per una strategia conforme ai miei standard
orientistici: cammino. Cammino e basta. E tengo i piedi sul sentiero, anche a
costo di fare il giro dell’oca dalla 2 alla 3. Affronto un po’ di ortiche alla
5 e vengo a capo della 8 (che sta su un naso ma in una zona che mi sembra più
mossa di quanto è segnato in mappa).
Dalla 10 vado sbaglio e torno alla 2, poi 11,
riattraversamento della strada, ed ultime lanterne che mi riportano al Bus de
la Lum. Ma alla 13 succede un fatto imprevisto: suona di nuovo il telefono. E’
una telefonata che mi lascia abbastanza interdetto e soprattutto azzera del
tutto la mia concentrazione sul terreno di gara. Cerco di andare alla 14 ma
capisco presto che non ho la più pallida idea né di dove mi trovo, né della
direzione da prendere per andare avanti, e che non saprei neppure ritornare
dritto alla 13. O forse è stato l’attraversamento del confine immaginario tra
Veneto e Friuli Venezia Giulia a fregarmi? Concentrazione a livello zero,
motivazione idem. Decido di interrompere la mia peregrinazione, in tempo per
tornare al Bus de la Lum, riprendere lo zaino, salutare la crew di Paolo Di
Bert che sta cominciando a predisporre partenza ed arrivo della spectator race
e prendere la strada per la zona di arrivo della Coppa del Mondo.
Venerdì non sto in piedi. Pressione a terra e giramenti di
testa tutto il giorno. Mi riprendo solo nel tardissimo pomeriggio, in tempo per
andare a salutare (un po’ barcollando) il team Osterreich che si sta allenando
sulla cartina della mia gara del giovedì.
Sabato mattina è di nuovo sveglia molto presto. C’è la
seconda spectator race da correre sul bellissimo bosco di Vallorch. Quando
arrivo al centro gare, Aaron Gaio mi propone: “vuoi fare l’apripista della
Coppa del Mondo middle?”. Ciao Vallorch! E’ stato un piacere. Ma io torno ad
Archeton.
Vado ad affrontare il terreno più tosto, più assurdo, più
tecnico, più tutto sull’orbe terracqueo.
Considerazioni sparse.
Per trovare il punto 1 ho impiegato “solo” 9 minuti. Il
107esimo in classifica al primo punto della Coppa del Mondo impiegherà 3 minuti e
35 secondi. Ad un certo punto mi sono dovuto dire ad alta voce “Forza Stefano! Tra qualche ora Hubmann
cercherà questo stesso punto! Ce la farà lui, ce la devi fare anche tu!”.
Dalla 3 alla 4: strada! Gli ultimi movimenti equiparabili ad una corsa sono
quelli nel pezzo 5-6-7, ma da quel punto in poi il frattale di Mandelbrot che
ho davanti diventa troppo complicato per fare qualunque cosa che abbia solo la
parvenza di orienteering. E’ una specie di caccia al tesoro nella quale io mi
indico da solo con il braccio la direzione che devo prendere, faccio 15 o 20
passi, mi fermo, controllo la mappa e ricomincio ad indicare la nuova
direzione, in loop quasi infinito.
Quando sto arrivando alla 15, ricevo una telefonata dagli
organizzatori, mi chiedono dove sono finito perché sono in giro da un’ora e
quarantacinque minuti. Da quel punto nel bosco sento distintamente la musica
degli altoparlanti del centro gara, ma non mi arrischio nemmeno a spendere una
previsione sul tempo di arrivo. E faccio bene, perché impiegherò altri 20
minuti per arrivare alla 18. L’ultimo shock è in corrispondenza dell’uscita dal
bosco, quando passo dal varco nel recinto e vedo in lontananza la zona
dell’arrivo, distante 950 metri.
Sono considerazioni che non dovrei nemmeno fare ma… tempo
finale dell’ultimo della Coppa del Mondo (Tom Drygalski – Belgio): 1h08m52sec.
Tempo del penultimo (Emil Oebro – Danimarca): 52m09sec. Tempo di Stegal:
2h12m13sec. Sento ancora le risate del terreno di Vallorch che mi aspettava
quel mattino…