Stegal67 Blog

Monday, May 28, 2007


Ieri mattina, verso le ore 11.00, sono stato contattato da Mr. Owen per un sondaggio lampo. Più o meno le cose sono andate in questo modo.
Owen: Drinn drinn ... attenzione attenzione... sono Mr. Owen. Hai dieci secondi di tempo per rispondere ad una semplice domanda
Stegal: Owen! Ascolta, avrei altro da fare adesso. Sono qui che sto cercando la lanterna 11 in una buca sul bordo di una collina... sono partito da 40 minuti e non ho ancora incrociato nessuno. Cosa vuoi dalla mia vita? Ho già preso acqua a catinelle, grandine, fulmini tuoni lampi e saette e arrivi anche tu a rompere i maroni?

Povero Owen. Voleva solo sapere “chi me lo stava facendo fare”... Non è stato facile rispondere. La gara di Santa Colomba rappresenta per l’impiegato panzottello come me una sorta di auto-compiacimento per aver raggiunto un risultato impronosticabile alla vigilia in condizioni molto difficili. La gara è iniziata sotto i tuoni, dopo che per tutta la mattina al Pian del Gacc si erano alternati il sole e la pioggia battente. Speravo che l’acqua sarebbe rimasta clemente e che in fondo mi sarei infradiciato solo a causa dei rami bagnati e invece... il tempo di arrivare alla prima lanterna ed il cielo di è squarciato come un sacchetto di carta ed ha cominciato a venire giù un bel diluvio, con tutti il contorno di lampi fulmini e saette caduti anche abbastanza vicini. Nella tratta 3-4, fatta prudenzialmente su sentiero, incrocio qualche orientista fermo sotto gli alberi ad aspettare che l’ira del cielo si plachi: sento incitamenti ma non sono in grado di riconoscere chi parla, perchè a partire dalla tratta 1-2 gli occhiali sono inservibili o addirittura dannosi e quindi li ho in mano sotto la cartina. Per orientarmi devo quindi basarmi solo sugli oggetti vicini e non sono in grado di riconoscere da lontano, se mai si vedessero, le lanterne. Nella tratta 4-5 incrocio qualche sventurato collega che sta salendo alla partenza armato di ombrello e scendo verso la 5 lungo il sentierino che alcuni anni fa avevo imboccato alla partenza della staffetta del Trofeo delle Regioni.

Comincia a grandinare e i lampi sono sempre più vicini. Mi ritorna in mente il fatto che i paletti sono metallici e potrebbero attirare i fulmini, quindi punzono la 5 molto velocemente ma poi preferisco rifare con calma, sfidando un po’ la legge delle probabilità... trovo la 6 dopo una piccola incertezza, perchè ci vedo proprio poco ed il bosco fitto è buio, ma intravedo Dalen Orler che cambia repentinamente direzione in zona punto e capisco che la lanterna e una curva più in alto. 7 in tranquillità ed 8 fatta quasi in direttissima lungo la linea di massima pendenza, tanto le gambe reggono e non ho voglia di farmi tutto il giro lunghissimo in costa: penso che Rusky non approverebbe una scelta simile (e invece al traguardo scoprirò che ha fatto proprio così!). Sbaglio un po’ la 9, ipotizzandola più vicina alla collina, mentre per la 10 incrocio il percorso di Tiziano Zanetello: scolliniamo insieme e ci portiamo sulla costa giusta, ma lui sceglie la direzione sinistra ed io la destra. Trovo il punto dalla mia parte a 30 metri di distanza, ma mi convinco che lui ha un altro punto dalla sua parte: l’orienteering non è ancora pronto per una scena “Stegal che precede Tiz su una lanterna”.
Per la 11 si ritorna a correre sui sentieri nella direzione dei prati a sud della carta. Mentre attacco la lanterna vedo arrivare da destra Andrea Ciprièn, il primo concorrente della mia categoria che vedo in gara. Non ho idea della griglia alle mie spalle e penso che altri mi abbiano già superato con scelte diverse (sono sempre senza occhiali e non vedo a distanza). Sulla 12 e la 13 lo seguo con lo sguardo, sono lanterne da 30 secondi, e poi lui sparisce nei prati mentre io (dopo aver incrociato un Marco Bezzi in gran spolvero e spinta in salita) faccio la mia scelta ruvida verso la 14. Per la 15 mi torna in mente la voce di Andrea Segatta, che il giorno prima a Villazzano mi parlava di una torretta utile per approcciare al meglio la prima zona delle buche. Punto dritto alla torretta, da dove dovrei girare di 90°, ma le gambe vanno diritte e per costringermi a deviare devo urlare “CAMBIA DIREZIONE PIRLONE!!!” ... se qualcuno era in zona ed ha sentito, ero io e parlavo con me stesso. La 16 è facile (e nel frattempo ho rimesso gli occhiali perchè ha smesso di piovere) mentre per la 17 devo attraversare tutta la prima zona dei crateri: attacco il punto un po’ lungo, vedo passare Zanetello sul sentiero e capisco che sono lungo di una trentina di metri. Per la 18 invece mi fisso che devo andare a prendere Marco Ongaro e Stefano Zonato che sono transitati sul sentiero insieme a me, infatti in salita loro mi sono una curva davanti ma finiscono appena lunghi e sono io il primo a scendere nel cratere della 18. La 19 è un’altra lanterna sprint, siamo noi 3 affiancati ma il passaggio tra due buche è stretto e ci si passa uno alla volta, cosicché facciamo un po’ a sportellate alla Villeneuve-Arnoux (ridendo del nostro essere bambini...) e nella buca io lascio il passo a Stefano, Marco a me e tutti scendiamo verso la 20 felici e contenti.
Da lì in poi è quasi una passeggiata di salute: metto insieme una bella serie di quarti parziali andando via in sicurezza sui punti ma riuscendo ancora a spingere sulle gambe. Ho un piccolo moto di commozione tra la 21 e la 22 quando capisco che sto facendo una bella gara, bella per le mie possibilità, in un bosco che è proprio come piace a me. La 23 è facile sotto la strada che porta a Pian del Gacc e mi lascia forze sufficienti per spingere ancora sull’asfalto verso la 24 e l’arrivo: punzono il finish e istintivamente abbraccio un pino posto a bordo corridoio, restando lì qualche secondo in una sorta di adorazione del bosco che mi sono appena lasciato alle spalle.

Penso addirittura che Marco G. non abbia ancora concluso la gara, quando lo vedo allo scarico si-card: è sudato e sembra che abbia finito la gara da poco, il che mi conforta, ma quella che sento è la sua voce che parla di un punto mancato... penso che stia parlando di una bella ravanata in zona punto e invece scopro presto che Marco mi ha preso alla 15 ma, distratto forse dalla presenza poco più avanti del sottoscritto, non ha visto la 16 ed è andato dritto alla 17 passandomi davanti in quella tratta.

Allora. Devo rispondere al sondaggio lampo: cosa ti ha fatto andare così forte a Santa Colomba?
a) aver gareggiato senza occhiali
b) la pioggia e la grandine
c) la carta di Santa Colomba
La mia risposta è la c). Santa Colomba è una delle mie carte preferite e anche questa volta non mi ha tradito (o io non ho tradito lei). Anche se, ripensando ad una bella prova di Coppa Italia al Lago Santo corsa in condizioni simili, devo dire che la risposta b) mi tenta. Che io stia diventando un o-runner da condizioni estreme?
Ps: la foto ovviamente non è di Santa Colomba 2007, ma pur sempre di Valsugana si tratta...

Monday, May 21, 2007


Laghi di Fusine: ho imparato molto!

Ho imparato che ci si può perdere in un giallino cercando l’unico cocuzzolo nel raggio di 1 chilometro (sabato, lanterna 8) e che posso venire a capo da solo di un percorso tra i più indescrivibili mai visti (domenica).
Ho imparato che ci sono posti meravigliosi che stanno, mannaggia, a ore di auto da casa.
Ho imparato che fare da speaker può essere molto divertente, soprattutto quando gli atleti al traguardo arrivano contenti se hanno vinto, contenti se si sono persi, contenti se possono descrivere subito le emozioni in prima persona (nessuno mi ha dato il microfono in testa, nonostante fossi lì a rompere le scatole a quelli col fiatone)
Ho imparato, forse, finalmente, ad inserire le foto nel blog. La prima che cerco di mettere è una mia foto, così divento immediatamente riconoscibile (foto by Oscar Galimberti, di qualche anno fa)

Sabato ho commesso l’errore di non concentrarmi affatto in partenza. Una brutta gara sprint con poche idee in testa. Partito al minuto “meno 50” rispetto al “più 20” di griglia (ma ho persino rischiato di essere in ritardo...), ho avuto i brillanti pensieri di considerare che in un bosco poco dettagliato avrei visto apparire come per magia gli oggetti nel mio campo visuale. Valga per tutti il punto 5 (roccione enorme) mancato per ben 4 passaggi nord-sud-est-ovest, ma anche il cocuzzolo del punto 8 mancato due volte. Una parentesi sul punto spettacolo (11?) in riva al lago: avrebbe dovuto essere in zona gara, quindi vietata, ma quando sono arrivato io ci ho trovato davanti o intorno una pletora di persone, un caleidoscopio ed una esplosione di colori che a me già in debito d’ossigeno ha reso invisibile la lanterna. A parte poi la signora che, mentre punzonavo, mi ha fermato per chiedermi se la gara era già cominciata (se la risposta fosse stata “Si”, che cosa dovevo farle?). Finale in puro scasso mentale, col solo pensiero di finire. Infatti sono piombato, causa descrizione punto, nella buca\cratere posta in fondo al prato quando il punto 200 era ben visibile 5 metri a destra nel praticello.
Segue spicheraggio fino alle 18.30.

Domenica. Il terrore negli occhi dell’orientista. Arrivo in partenza alle ore 8.30 e gli auguri di Anka e dei ragazzi sono quelli riservati al “dead man walking”! La carta è... beh! Spero che qualcuno la metterà su qualche blog (quello non riesco ancora a farlo). Ho cercato di rimanere il più possibile a contatto con il sentiero (l’unico) e con gli oggetti più evidenti, ho trovato il giallino prima della 5 (non avendo visto la traccia sulla destra, ho aggirato il verdone a sinistra) e mi sono tenuto le forze per la salita totale globale che portava alle tratte 7-10. Fatta bene la 7, fermandomi per due volte sulla salita a rifiatare, hoperso i sensi prima di arrivare alla 8... Proprio così. Per un attimo ho pensato: “Adesso svengo. Perchè?” mi sono sdraiato su un sasso e sono rimasto lì per qualche secondi nel mondo dei sogni... strano, mai successo prima. Sono ripartito al passo mirando al segmento 8-9 e infatti ho trovato la 9, sono risalito alla 8 e sceso alla 9 (quarto parziale dietro due austriaci ed Oscar). Poi vaccatone alla 10: nessuna idea in testa se non trovare la fila di rocce, ma ormai non capivo più niente tra rocce piccole medie e grandi. Così sono sceso al bivio sul sentiero e risalito in bussola, cadendo sul punto. Finale tranquillo, con le difficoltà maggiori alle spalle e gli ultimi due punti nei quali sono tornato sulla strada (perdendo credo un paio di minuti) ma per essere certo di arrivare prima del minuto zero.
Segue spicheraggio fino alle 15.30

Per la gara di domenica mi è piaciuto molto il commento di un amico del Primiero: “Era come se fosse scoppiata una bomba, ma che nessuno sapesse dove era scoppiata: Tutti correvano da una parte all’altra senza apparente scopo, in direzioni opposte: Come mettere un piede su un formicaio e vedere il fuggi fuggi”. Io penso, come ho scritto in mail agli uellini, che indubbiamente c'è chi se l'è cavata meglio di altri, chi è riuscito a fare treno, chi ha pilotato il treno, chi ha visto uscire qualcuno dal punto e chi è stato visto uscire dal punto... ed anche chi ha fatto proprio tutto da solo e gli dico BRAVO (o BRAVA) ... ma se mi si viene a dire che io sono stato avvantaggiato perchè ho potuto fare la gara da solo e che quindi non devo comparire nella classifica ... !!! Avrei voluto vedere questo qualcuno quando ho urlato (tanto nessuno era lì a sentirmi) "E adesso come cavolo mi ricolloco?" (la parola non era "cavolo"!!!!!!!!!)

Wednesday, May 16, 2007

Non speravo più di riuscire ad immortalare il fine settimana scorso su questo diario. Tra trasferte a Parma e impegni di lavoro pressanti, pensavo già ad un flop... invece basta una chiamata dal cliente e voilà: si sale sull’autobus al capolinea in Lorenteggio e si scende in centro... il gioco è fatto, si accede il computer, si scrive di getto ed all’arrivo il pezzo è già scritto. Speriamo che sia così anche questa volta.

Sabato ore 7.30 Adele, il Bellini ed io eravamo già intenti alla posa nel bel Parco Lambro, cartografato di fresco da Remmaps in tutti i colori del perfetto ISSOM quel che è , per la quarta e ultima tappa della Milano nei parchi. E’ finita anche quest’anno, un po’ in sordina e un po’ sulle ginocchia (detto da chi si è smazzato l’organizzazione, non certo da solo, sia chiaro! Ma in questo finale di manifestazione eravamo tutti quanti un po’ stanchi). Spero che i percorsi siano piaciuti, in modo particolare quello degli agonisti che ha mandato da una parte all’altra del fiume con lanterne a vista ma... oppsss!.. c’è di mezzo il fiume; per chi c’era e si ricorda, una simile situazione l’ho fotografata a Venezia tanti anni fa quando feci lì la mia prima HA. Ero con Renate fauner alla 5, la 6 si vedeva distintamente di là del canale ma... eravamo a metà strada tra la Salute e Rialto (un giro dell’oca per quella tratta 5-6). Alle 13.45 stavamo ancora ritirando i punti in previsione di una partenza a Paullo per il Trofeo Centri Storici Lombardi al minuto zero... persino Adele ha cercato di depistarmi e di farmi prendere la tangenziale verso nord, ma io avevo il navigatore Martina e ho puntato dritto verso sud per arrivare in tempo alla partenza con un buon 2\3 minuti di anticipo sull’orario di partenza (tanto chi si riscalda? Oppure ero già riscaldato abbastanza?)
Paullo è stata una vera fornace, per fortuna che è stata anche una gara corta e senza troppe insidie... botte di caldo a profusione, scelte dettate dall’ombra prima che dalla possibilità di limare qualche metro di percorso al sole. Poche scelte e tante tirate lunghe, per una gara che si poteva rivalutare gareggiando sulla formula score: una manciata di punti e chissenefrega se non esiste il giro perfetto? E’ persino più divertente e mi dice chi c’è stato che in questo modo è risultato molto rivalutato anche il centro storico di Sesto San Giovanni. Magari partendo a griglia e non in massa come accade di solito per le gare score.

Nonostante la buona volontà, non ce l’ho proprio fatta a trasferirmi a Lugano per gli SPM (sprint nazionali middle). D’altronde non mi ha agevolato il fatto di essere stato messo in partenza al minuto quattro (fossi stato a fondo griglia ce l’avrei fatta sicuramente... al minuto 4 mi basta un briciolo di coda a Brogeda per ritrovarmi fuori dai giochi... ho deciso che non valeva la pena rischiare e farsi un viaggio per niente).

San Donato domenica si presenta con una temperatura leggermente più fresca ma con la prospettiva di dare fondo alle energie sui percorsi long di Paolo F. In effetti, per motivi che non ho ben compreso, sono partito anche qua ad inizio griglia (si parlava di fare lo speaker... ma arrivo e ritrovo erano troppo distanti... troppa confusione in giro con le manifestazioni collaterali .. e poi per meno di 200 persone l’effetto si perde parecchio). Tra la prima e la seconda lanterna vedo già passare due treni insostenibili: Gianluca Di Stefano e Alessio Tenani. Per la restante parte della gara mi preoccupo più di vivacchiare senza affaticarmi troppo, di guardarmi in giro per scoprire qualcosa da raccontare (vedo passare Bruno Trebbi e Christopher Gallo in coppia, poi Emiliano Corona in piena azione) e arrivo bello pulito e sudato nella mia magliettina scozzese della 6 giorni 2005 senza infamia e senza lode in 55 minuti circa. Segue attesa, un po’ di public relation, premiazioni cercando di essere veloce rapido e gazzelloso per non rendere il tutto uno stillicidio di chiamate al podio... ed è già il momento di ricominciare

San Donato trail-O. Come ha promesso Rusky, un giorno scriverò anche io qualcosa di questa disciplina per la quale ho anche tracciato ma con diverse modalità e finalità (sono convinto che gli uellini si trovino bene in questa disciplina perchè erano abituati alle bastardate e alle difficoltà dei miei percorsi amatoriali). Con caldo incombente, la lunghezza e la fatica hanno reso il tutto una gara di resistenza. Molto concentrato e senza problemi sulle prime lanterne, ho scoperto che i suddetti Rusky e Diste si erano persi un punto di controllo! Nessun problema sulla prima lanterna-trucco e nessun problema fino al ritorno al centro Snam dove la stanchezza ha cominciato a farsi sentire. Primo errore per poca concentrazione alla 14 (con una lanterna momentaneamente coperta da passante occasionale, ma dovevo ben capire che ne vedevo 3 e non 4) ed ultimo errore a quella che diventerà la famosa “catasta di biciclette” nei secoli a venire! Divertente come sempre, anche se con un risultato appena peggiore di Asiago 2006 (che oggettivamente fu molto più facile e meno appassionante); quindi bravi a Remo, AleMarza e Andrea per l’impegno e l’occasione fornitaci. Segue ancora premiazione dei soliti noti che vincono sempre fosse anche la lotteria nella quale si sorteggia il salame o il soggiorno premio e ritorno a casa, a caricare\scaricare per l’ennesima volta l’auto carica di lanterne tavoli gazebi sedioline e materiale vario. Mi chiedo altresì come avrebbero preso il mio arrivo i finanzieri a Brogeda: dopo il Parco Lambro e Paullo sulla macchina non ci stava più nemmeno un spillo... mi avrebbero arrestato per traffico di lanterne?

Per fortuna, anche questa volta, sono arrivato a domenica sera chiedendomi “ufficio? What’s ufficio?” E visto che in queste notti ogni notte che il cielo manda giù c’è una chiamata notturna per intervento, sa proprio il cielo di quanto io abbia bisogno di dare una bella ripulita al cervello.
Approfitto per fare un po’ di pubblicità pro domo lanternini... sul numero 3 anticipo la presenza del padre e della madre di tutti i giochini. Una cosa unica, più che unica, made in Stefano Bellini con un piccolo contributo mio da narratore, da spaccarsi la testa ma nel più puro stile orientistico. Dedicato a chi pensa che gli orientisti sappiano far andare il cervello solo nella direzione delle lanterne!

Friday, May 11, 2007

Abdicazio'... abdicazio'...

E' praticamente quasi ufficiale al 99% (insomma, più attendibile delle notizie che leggete su alcuni giornali): anche se a tutti gli effetti correrò a Fusine per il titolo italiano sprint M35, in realtà NON sarò nelle migliori condizioni per farlo.
Insomma, chi ha ORECCHIE per intendere, intenda! Ho detto "orecchie".

Per gli\le Elite amanti della cabala: fate voi le vostre considerazioni su come sono andate le ultime occasioni nelle quali vi ho atteso al traguardo col manganello in mano...
Per Rusky: posso apostrofarti come "il già campione italiano H35 a staffetta?"...
Per tutti coloro che vogliono arrivare al traguardo alla chetichella: siete pregati di passare alla cassa e versare l'obolo dovuto; per la "lex Perari atque Gallettis de bavarensibus iscritionibus", chi più ci mette meno paga!

Wednesday, May 09, 2007

Cari amici Elite vicini e lontani...

In Val Vigezzo avete confrontato i vostri super-tempi della finale, avete visto dove le vostre speranze di vittoria si sono allontanate e dove avete commesso l’errore fatale che vi ha allontanato da una posizione prestigiosa. Ma, adesso, la premiata ditta “Panzottello’s” vi offre un’altra chiave di lettura della gara.

Ovvero: i tempi dello speaker. Fatti da solo, nel bosco, digiuno. Nella più totale solitudine. Raccattando la lanterna 11 sul bordo della strada. Un uomo solo nell’ignoto, alle prese con le sue paure, le sue totali incapacità, le sue farraginose cognizioni orientistiche.
Insomma, in poche parole, mi sa che ho fatto una bella gara!

0-1 : 3’19 (Misha 1’31)
1-2 : 2’15 (Manuel 0’46)
2-3 : 4’00 (Manuel 0’46)
3-4 : 1’32 (Manuel 0’35... ma quanto &%$*& vai forte ?!?!?!)
4-5 : 2’08 (Misha 1’00)
5-6 : 5’17 (Klaus 2’45)
6-7 : 2’35 (Misha 1’08)
7-8 : 1’04 (Klaus 0’26)
8-9 : 0’56 (Misha 0’25)
9-10 : 2’13 (Klaus 1’12)
10-11: 7’05 (Misha 3’23)
11-12 : 2’18 (Misha 1’03)
12-13 : 3’48 (Klaus 1’07)
13-14 : 3’08 (Klaus 1’29)
14-15 : 2’42 (Manuel 0’54... impossibile!!!)
15-16 : 0’51 (Anatolj 0’38)
16-17 : 1’52 (Caraglio 0’57)
17-18 : 1’38 (Marco 0’54)
18-19 : 0’40 (Misha 0’51)
19-20 : 2’13 (Giancarlo 1’21)
20-21 : 3’06 (Misha 1’39)
21-22 : 2’43 (Caraglio 0’46)
22-23 : 2’05 (Luca 0’56)
23-24 : 1’03 (Michele 0’32)
24-25 : 2’31 (Manuel 1’02)
25-26 : 2’34 (Misha 0’58)
26-27 : 1’28 (Manuel 0’53... più forte che nel primo giro)
27-finish : 0’30

E fin qui ok, sembra una batosta. Ma attenzione... giriamo i tempi in un altro modo

0-1 : 3’19 (Manuel parte male e comincia a giocarsi le chances di titolo: 3’48)
1-2 : 2’15 (c'è un tempo superiore ai 3 minuti ed uno superiore ai nove)

3-4 : 1’32 (Giancarlo con 3’05 perde il treno dei migliori tempi)
4-5 : 2’08 (tengo dietro solo Giaime)

8-9 : 0’56 (qui in una botta sola ho dietro Andrea S., Anatolj, Ingemar, Dario B. e PT, ma le lanterne corte hanno l’imprecisione della mia schiacciata di orologio)

10-11: 7’05 (va a gambe all’aria la gara di Anatolj, sopra i 10 minuti)

11-12 : 2’18 (questa qui deve essere una lanterna per vecchi lupi di mare: restano dietro Manuel, Luca D., Michele C., Gianluca S. e Lorenzo P.)

12-13 : 3’48 (vanno in crisi Jacopo B. e Thomas W.)

15-16 : 0’51 (Klaus, in 53 secondi probabilmente si è studiato tutto il percorso successivo, come pure Manuel in 1’06 ed altri ancora... ma secondo me qui le due stazioni non erano ben sincronizzate, ho visto tempi delle donne master a livello di Tavernaro! Oppure io ho schiacciato prima il cronometro sotto l’influsso dei miei tifosi)

16-17 : 1’52 (qui credo che Dario B. abbia un po’ mollato)

18-19 : 0’40 (qui non male davvero, mi sembra di essere addirittura a metà classifica ma sui tempi molto bassi conta il momento nel quale si schiaccia il tasto dell’orologio)

E poi comincia il bello

19-20 : 2’13 (Klaus 2’15, ma io questa l’ho fatta veramente veramente proprio bene! Sapevo esattamente cosa fare e ci sono andato a sbattere contro perchè l’ho vista da sotto. Ad esempio Misha 2’05..., Luca 2’56, Michele C. 2’27, Jonas 2’52, Carlo C. 2’15, Lorenzo 6’57... e poi....)

20-21 : 3’06 (Teno 3’33 ! Prima lanterna dell’anno in cui lo precedo, ma c’è Michele F. 3’09, Stefano C. 4’09, Ingemar 3’51, Gianluca 3’33, Marco Bezzi 3’51, Anatolj 6’55, PT 3’34. Gli elite che si giocano le posizioni migliori devono rischiare, e quella lanterna quasi a bordo carta con il pianetto verde 2 poco sopra il punto che in realtà non esisteva ne ha fregati parecchi – io devo essermi stoppato al momento giusto per guardare di sotto... e poi...)

21-22 : 2’43 (Misha perde il titolo: 2’54!)

Insomma, qualche lanterna me la sono giocata bene, su altre il mio tempo dà l'idea degli errori commessi dai super. D’altronde se è vero che me ne stavo da solo in condizioni non proprio ottimali, è anche vero che non avendo alcuna pressione e non dovendo rischiare alcunché ho potuto fare i miei errori e le mie frenate senza dover pensare alle medaglie. E soprattutto su queste ultime 3 lanterne la fatica, la tensione e quella lanterna a bordo carta hanno fatto dei mezzi terremoti. Che il nostro sport sia fatto così lo sappiamo, e uno non si può scegliere le “migliori 10 lanterne del percorso” e fare la classifica su quelle. Quindi in definitiva non mi bullerò troppo per la lanterna fatta meglio di Teno e di Misha (e che diamine, saranno umani anche loro).. però ho detto che “non mi bullerò troppo”. In quel “troppo” c’è la pazienza che dovrete avere con me!

Tuesday, May 08, 2007

Un altro week-end vissuto pericolosamente...

Note a corredo di quello che dirò.
1) quando dirò “lì sono andato forte”... si intende “forte” per un impiegato 40enne con pancetta
2) quando dirò “le condizioni per la mia gara non erano le migliori”... non è una scusante
3) quando dirò “mi sono divertito un sacco”... mi dispiace solo per le vostre orecchie.

Ultime avvertenze: il mio tempo di 1h08m32s con cui compaio nella gara di finale B over 35 (1 minuto davanti a Matteo Frighi) è in realtà il tempo impiegato per correre da solo completamente da solo la finale A assoluta. Ho preso 11 minuti dal penultimo... ma era la finale A assoluta. E soprattutto, soprattutto, ho vinto una birra ad Alessio Tenani! (in realtà non c’era in palio niente, e llui su quella lanterna ci ha rimesso un ottimo piazzamento) e ho battuto su una lanterna Mikhail Mamleev!!!

Campionati middle. Fin da quando si chiamavano “corta distanza” non mi hanno lasciato indifferenti. Tanti anni fa a Golasecca fu un cane a tenermi al palo (finale C con tempo pessimo). L’anno dopo invece mi ripescò in finale B Andrea R. visto che nella mia batteria c’erano una palata di scandinavi iscritti con società italiane (la giornata al Monte Penna in cui svenni all’improvviso mentre provavo un paio di scarpe). A Lama Mocogno la mia miglior prestazione:primo degli esclusi dalla finale A, per via della presenza nella mia batteria di super Oleg Anuchkin considerato italiano il sabato e straniero la domenica. Poi escluso (ancora dalla quota stranieri) a Lanzo d’Intelvi ed escluso ad Asiago da una batteria nella quale erano finiti gli stranieri più forti (Sandro S. si qualificò nell’altra batteria con un tempo di molti minuti più alto).
Non che in Val Vigezzo avessi molte prospettive: ero tenuto al compito di speaker e quindi grazie grazie grazie per la pazienza e la sopportazione a Paolo, Simo, Maurizio, Gianpiero, Maria Grazia, Alice, Marco, Gengo, Pilo, Tommy, Pan, Elisa, Ema e compagnia: mettere giù i punti in tempo al sabato non è stato facile. Alla domenica è stata una impresa!
Arrivo al sabato e with a little help from my friends installo il gazebo per gli uellini che arriveranno in seguito (tenda sociale, dove sei?). Poi mi cambio e comincio a scaldarmi; non posso mangiare perchè non so quando mi daranno il via quindi quando il cellulare gracchia “percorso aperto” volo in partenza sulla macchina con Gengo e mi butto nel bosco. 1 e 2 facili (cfr. la cartina sul sito di Rusky) e vaccatone sulla 3: arrivo su un punto, punzono e non controllo la descrizione. Scendo di volata alla 4 e quando me la trovo molto a sinistra capisco che qualcosa non va... avevo punzonato la 3 sbagliata. Ritorno su a tutta palla inseguito da una voce urlante (era Paolo che cercava il furtatore di lanterne e mi stava inseguendo a sua volta!), mi riposiziono, trovo la 3 giusta e riscendo alla 4, ma poi anziché alla 5 vado alla 6, che non riconosco e quindi resto altri minuti in zona a vagare. Finché arriva al cervello la voce di Rusky che dice “non star lì a girare, fermati, torna indietro e riposizionati!”. Fatto, e subito le cose tornano e la 5 appare. Poi 6 e mega trasferimento già sfinito su strada. 7 e 8 senza problemi, la 9 la vedo da lontano e poi comincia il su e giù vicino ai prati, con il tempo che già ormai mi taglia fuori, le gambe che non girano (sono digiuno dall’alba) e la consapevolezza di aver buttato un’altra qualificazione. Finisco in poco più di 1 ora (tempo pessimo) e si qualificano nomi che ho lasciato indietro tante volte.
Poi inizio a fare lo speaker sulle note della musica del mio ipod... nulla dasegnalare a parte aver chiamato Carlo Pilat “Antonio Baldassar”... in realtà sapevo benissimo chi è Carlo, solo che stavo pensando a tutti e due ed il nome rimasto nella working storage era il secondo: faccia stralunata di Carlo che pensa “Ma chi è ‘sto imbecille?” e mia figuraccia totale globale.

Domenica. E’ impossibile che i ragazzi riescano a mettere giù i punti in tempo per farmi partire... e invece..:!!! Niente colazione (cfr. blog di Piero Labanti per la descrizione dell’albergo... sono digiuno dalla sera prima) e attorno alle 8 e mezza la solita voce dice “Parti!”. Prendo la finale A assoluta, almeno potrò controllare i punti (cfr. blog di Alessio Tenani per la cartina). La vegetazione della 1 mi respinge una volta ma poi la trovo senza problemi, così anche la 2. Per la 3 mi perdo, vago un po’ e finisco sulla 4! Segue rincorsa alla 3 e poi a ritroso sulla 4. Le altre lanterne sono senza problemi, sono solo io ad essere lento lentissimo in alcune tratte che sembrano a volte la pineta di Tavon e a volte la pietraia di Prato. Finché arrivo alla 11: il mio momento di gloria. Scelta precisa ed arrivo sul punto: cerco al bivio di canalette in un pezzo un po’ verde e non trovo nulla. Controllo descrizione: masso. Ok, vado avanti, vedo i coriandoli e la lanterna non c’è. Mi guardo attorno, nulla. Scendo alla strada e colgo una vettura che passa e uno sca-ta-clang... la lanterna è sulla strada. Torno su e la ri-poso tra i coriandoli. 12 facile, per la 13 scelgo il giro verso il recinto privato a risalire la vegetazione fitta e trovare il giallino nel quale c’è la lanterna. Corro fino alla 14 e prima di puntare alla 15 passo dalla partenza per chiedere la verifica del punto 11. La 15 è lo spectator point: me lo aspetto a destra (ponticello) e non vedo che è a sinistra (pilone), credo che me lo abbia indicato Gino Vivian! Poi 16 dietro il maneggio e le altre lanterne fino alla 19 nella pineta bella, a cadere proprio sul punto facile e far andare finalmente le gambe (cfr. avvertenze iniziali). La 20 è un azimut a risalire in cima alla carta dritto sul punto, e la 21 è la birra che vinco a Teno: vado dritto in costa finché spero di arrivare ad un pianetto verde. Invece piombo in un punto nel quale ho rocce sotto, rocce sopra e niente pianetto: devono essere le rocce sotto, mi dico, e le rocce sopra non possono essere in carta.. mi sporgo e voilà... ero a due metri dalla lanterna (due metri verso l’alto). Adesso devo solo arrivare. Sarò sopra l’ora e il via alla gara lo annuncerà qualcun altro, ma devo solo pensare a non sbagliare. Valico il letto del fiume asciutto e cerco la 22... e improvvisamente ci finisco contro. Per grazia ricevuta, penso. E potrò dire che ho impiegato 11 secondi meno di Mamleev! La 23 e la 24 le cammino letteralmente, la 24 la prendo proprio larga dal giallino per essere sicuro di trovarla sulla costa giusta. La 25 è l’ultima, ma facile, e mentre esco sento un rumore alla mia destra: non possono essere già dei concorrenti, quindi punto in quella direzione anziché a sinistra verso l’arrivo... e mi trovo davanti Paolo Grassi in azione di controllo. Scendo lungo la recinzione del campeggio, torno alla 26 e arrivo al meglio che posso sulla 27: e non la trovo neanche questa volta!!! Guardo ancora verso il ponticello quando invece è sempre lo stramaledetto pilone! Forse questa volta è la voce di Alessio Tenani a dirmi “girati!”. Sprint finale, 1h08m32s (ma sugli assoluti, mannaggia!), commento a caldo e rapido cambio. Attilio e Roberta arrivano a rifocillarmi ed io sono pronto a triturarvi le orecchie con i miei annunci flash, le mie notizie dal bosco, gli arrivi maschili ed i passaggi femminili. Ma mi sono perso l’arrivo di Maria Novella, mannaggia mannaggia!

Ultimo pensiero per il viaggio di ritorno, Mi scopro a pensare che il mio cervello sta ragionando in inglese (chissà perchè?) e che l’ufficio non mi è mai sembrato così lontano! Due giorni vissuti intensamente, peccato che la mia vita non sia questa e che si debba rientrare tra le 4 mura della banca...

Wednesday, May 02, 2007

3 giorni di Germania, ovvero “come riscoprire il gusto per una bella vacanza orientistica”.

Ingredienti: prendere un gruppo di amici che non disdegnano di fare il giusto grado di bisboccia tanto si finisce la serata a camomilla e snooker su Eurosport. Metterli sotto il sole della Baviera (più caldo che a Milano...), in un bosco fantastico che assomiglia molto a quello di Nova Ponente o a quello dell’Ilona Valley ungherese, con percorsi duri sempre attorno ai 10 kmsf (talvolta più, talvolta meno) ma su un terreno veramente morbido e compatto al tempo stesso che fa diventare una favola l’azione del correre in costa dentro e fuori dai dolci avvallamenti della pineta. E poi un sacco di lanterne da trovare e scoprire di volta in volta... ci fosse stata una tratta, una sola!, nella quale poter dire “ok, questa è banale, mi concentro sulla prossima”...

Ho corso nelle pietraie e non mi sembrava vero di trovare ogni pietra esattamente dove era segnata in carta.
Ho potuto scegliere se valicare montagne da 130\150 metri di dislivello o girarci attorno in un senso o nell’altro e non mi pareva vero di rilocalizzarmi sempre sui punti giusti.
Ho picchiato duro nei verdi 2 e anche nei verdi 3 uscendone con la schiena piena di scudisciate dei rami bassi ma arrivando dritto sulle lanterne al centro del verdone.
Ho fatto tratte da 1 chilometro di lunghezza nella prima tappa, ho fatto tratte da 1,5 chilometri di lunghezza nella seconda e ho fatto una tratta da 2,4 chilometri nell’ultima tappa: ovvero, fino a ieri, l’anti-orienteering come piace a me... eppure ognuna di queste tratte è stata una autentica GIOIA!
Ho finito la tappa lunga del secondo giorno, quella con 370 di dislivello, spingendo fino all’ultimo metro e senza neanche sentirmi troppo affaticato.
Ho corso la prima tappa a 10 minuti al kmsf con qualche errorino di troppo, la seconda a 8,5 minuti al kmsf e la terza da 10 kmsf a 6,5 minuti\kmsf!
Ho parlato con Roland e Karin che mi chiedevano se i boschi mi erano piaciuti anche se non sono come quelli italiani... e invece sono bellissimi! Nova Ponente, Barricata, Stonlaita... in primi nomi che mi vengono in mente come termini di paragone.

Prima gara sprint a Bishofsmais, affrontata dopo il mega-viaggio da Milano con le gambe troppo molli. Peccato per un errore pacchiano da 1 minuto netto (almeno) alla lanterna 4, quando sono sceso troppo e mi sono dovuto rilocalizzare. Una carta che mette insieme le difficoltà della sprint di Barricata e di Marilleva: i boschi ed i passaggi tra gli edifici (tra cui un miracoloso passaggino all’interno del disco-pub del complesso Ferienpark... passaggio non vietato, per arrivare all’ultima lanterna). Mi accorgo subito che qui corrono tutti come diavoli...

Prima tappa a Bernried: 5,2 kmsf... per arrivare in partenza (in cima al monte) e 140 metri di dislivello su 250 tutti sulla tratta 1-2, giusto per gradire. Percorso accomunato con le DElite con tanti passaggi nelle pietre e nel verde 2, a cercare magari una pietra nel verde 2. Tratte brevi e lunghe alternate senza sosta e due autentiche “radio” tedesche che mi si incollano a metà percorso e che ritroverò all’arrivo nonostante un mio incredibile tentativo di depistaggio: una scelta parallela cercata e trovata allo scopo di lasciarli lì dove avrebbero voluto trovare il punto, solo che 3 lanterne dopo sbaglio io di 1 minuto e mi riprendono... Gara sotto la caldazza (partenze tra le 12 e le 14), ma si soffre di più ad aspettare gli arrivi sotto il sole che non in gara.

Seconda tappa a Nabling: un bosco che mancano solo i leprotti e i cerbiatti... no, ci sono anche quelli! 370 metri di dislivello, eppure le prime 3 lanterne sono a incroci di sentiero. Poi si scende in picchiata tra le pietraie prima si risalire a picco verso la montagna, in una pineta stupenda dove la visibilità è di 100 metri almeno tutto attorno. Nessuna fatica, nessun problema. Le lanterne sono lì dove mi aspetto di trovarle, le gambe vanno al meglio anche se non sono paragonabile ai treni tedeschi... buche, sassi, piccole paludine: tutto contribuisce a tenere la linea voluta. Quando resta l’ultima tratta chilometrica per arrivare al traguardo mi aspetto di trovare la sofferenza di una costa impegnativa, e invece è un bosco da mille e una notte nel quale si prende sempre più velocità anche sul piano!

Terza tappa e si torna a Nabling: stesso bosco, la cartina è la stessa, solo che prende dentro anche una collina a nord-est. Stesso bosco, stesse impareggiabili sensazioni. La partenza “fuori caccia” è da un atleta al minuto, quindi alla seconda lanterna il gruppone degli H40 di mezza classifica è compatto ma corrono tutti più di me e allora, quando mi staccano... scelta dura nel verdone, a tagliare dritto in costa! Ad aspettarmi di perdere tempo nel cercare un giallino microscopico nel verde 3 ed ecco che improvvisamente un po’ di luce appare davanti a me dopo 10 minuti di botte date e prese ai rami bassi... e la lanterna! Per la cronaca, ho staccato il suddetto gruppone di qualche minuto. Poi salita, ma chissenefrega! Sono fuori dal verdone e mi aspetta la pineta. Una nuova tratta iper-lunga e supero l’amico Eelco, raggiungo Davide, vedo sbucare Zonori a tutta velocità da destra... mi aspettano le ultime lanterne sul collinone dove non ero stato il giorno prima: infilo la lanterna 6, poi la 7, poi 8 e 9 di gran carriera e... ma come!!! Sta già finendo la gara? E’ già giunto il momento di buttarsi sulla 100? Non posso averne ancora? Arrivo al traguardo in 1 ora e 5 minuti, sbalordito.

Tutto troppo bello, tutto è filato troppo liscio. Il risultato finale non conta. L’orienteering e la vacanza si. Grazie a Roland e Karin e ai ragazzi del SV Mietraching, allo speaker Wolfgang Potsch, alla musica degli ABBA che mi ha accompagnato in partenza “Mama mia... here I go again...” cantata in coretto da me, da uno sciuro tedesco sui 55 anni, da due sciurette teutoniche e da 3 ragazzine della nazionale junior polacca, a “Bohemian Rapsody” che ogni tanto partiva a palla dagli altoparlanti (eh già! Non eravamo tanto distanti da lì), al sole, alla birra, a Walter, Valerio, Stefano, Heike, Jutta, Agathe, Helmuth, Thomas e Johanna con cui scambiare un commento in italico idioma ogni tanto. E ai miei compagni di avventure Davide, Paola, Piero e Roberta.
Viva lo snooker! Viva la camomilla! E viva la 3 giorni di Baviera!