Stegal67 Blog

Tuesday, April 29, 2008

Birre e patatine da Huntsman e sono pronto per immortalare il secondo fine settimana lungo di questo tour de force: Liguria 2008, Campionati Italiani middle. D’altronde io non ho né un collegamento wireless per raccontare da ogni dove le mie gesta (messaggio nemmeno tanto subliminale per qualcuno…) né la domenica sera post-gara, passata a fare un’altra valigia e a scrivere (anzi a sproloquiare) delle gare passate sul sito Fiso. Quindi, Rusky è sempre il primo a commentare ma... diciamo che ho le mie scusanti.

Tornato da Luxembourg, sbarco in pratica dritto a Genova, in auto e non in treno causa il bidone che mi ha tirato la compagnia di taxi (che diamine! Uno prenota il taxi per arrivare in Centrale per il treno delle 6.10 e la telefonista si fa viva alle 5.40 per dire che il taxi arriva tra un quarto d’ora… e poveretta si becca il vaffa). Auto fino all’acquario, ma forse potevo aspettare il treno dopo :-) Purtroppo per me, infatti, il percorso del circuito di Genova necessita dell’apertura di alcuni cancelli altrimenti chiusi: G.Carbone ed io siamo quindi costretti ad aspettare davanti alla casa natale di Cristoforo Colombo (ve ne siete accorti?) per quasi un’ora finché due matrone con un accento che al confronto Beppe Grillo è un imitatore si fanno vive in abito da passeggio festivo “scusate, non è che potreste andare ad aprire il passaggio? Lo speaker\apripista dovrebbe partire…” “eeehhhh.. che fretta c’è! Ci facciamo un caffè e arriviamo…”.
La gara di Genova è descritta nel commento tecnico con cui intervisto il Carbo in mezzo a qualche migliaio di turisti dell’Acquario… prima parte e non bisogna sbagliare nei vicoletti e nei sottopassaggi per non perdere subito energie preziose nelle lanterne successive per recuperare il tempo perso. A metà gara, infatti, ci si inerpica sulla collina di Garzano e Dogali per 3 volte… e se sei già in debito di energie, il risultato è pietoso e ansimante. Cosicché si rischia che anche le ultime lanterne nel piano diventano difficili per via delle forze che mancano e della nebbia che cala sugli occhi.
Io sbaglio proprio all’inizio le lanterne 2 e soprattutto 4. Il resto vien da se. …
La gara di trail-O mi vede nelle non inedite vesti di solutore di problemi composti dal tracciatore Giuliano Michelotti. Mi diverte vedere ed osservare lo sforzo profuso nel proporre enigmi tipo quello della postazione 7 (una sola lanterna che si vede appesa al ramo di un albero) o la 6 da vedere a 200 e passa metri di distanza, però (peccato) dietro la fila delle persone che vanno all’acquario!

Ma il week-end si accende sabato e domenica! Sabato alle Capanne di Marcarolo: ho visto venerdì una cartina di una gara passata ed il primo pensiero è che se si va nella parte sud sono nei guai: curve di livello ticinesi, verdi ticinesi, orienteering ticinese! Dove si parte? A sud, ovviamente. Per sovrapprezzo, vengo portato dall’organizzazione in partenza alle 8.15, c’è ancora nebbia alle Capanne, ma nessuno mi dice (e io non lo chiedo) in che direzione si parte, cosicché parto in direzione opposta lungo il canalone che invece era quello che portava alla partenza! Ora che capisco che sto andando in direzione opposta al percorso, ho già perso un sacco di quota e devo remare parecchio nel bosco per riguadagnare terreno, passando nel verde del metanodotto e trovando per pura fortuna il paletto del primo punto (non ci sono ancora le lanterne… poi qualcuno pensa che sia facile correre da solo alle otto e un quarto!). A proposito: sono iscritto in M21 cosicché non corro rischi di eventuale qualificazione e proposte di squalifica. Per il secondo punto, entra in gioco il sonno della ragione. Per qualche strano motivo penso che il tracciatore voglia proporre la “corsa nel torrente”: penso che il torrente in questione sia un facile e liscio corso d’acuqa e scendo dunque a picco nel verde fino al torrentello; la mia scelta verso la 2 è “torrente… torrente… torrente… torrente più grosso… torrente più grosso… fiumiciattolo… ecc.ecc.”. Nell’acqua e saltando da una riva all’altra, da un sasso all’altro. Una scelta di un km nell’acqua, tra balze salti e sassi e un sacco di alberi caduti di traverso. Una scelta che abbiamo fatto, a conti finiti, in due: io e quello scarsone di Tavernaro Michele. E basta! Solo che lui ci mette 17 minuti meno di me (io sbaglio anche parecchio in zona punto) e così punzono la 2 al minuto 31 della mia gara.. Seppi forse era nel loop finale al 31esimo minuto! Potrei anche ritirarmi, ma 3-6 nel bosco bianco mi mettono di buon umore anche se la terribile umidità del bosco mi mette parimenti a dura prova (sta salendo il sole e così grondo sudore come una fontana). Alla 8 e 9 sono nel prato davanti al parcheggio camper: vedo qualcuno in tuta che ispeziona il terreno e si dilegua quando sente arrivare l’apripista, e poi sbaglio la 10 perdendo quota per stanchezza anziché risalire. Qui riattacco il cervello. Se arrivo alla 11, penso, la gara è finita: la 12 è a 70 metri dalla 11, poi basta risalire qualche curva camminando per arrivare alla strada. La 13 è facile e poi è tutta una corsa su strada fino allo striscione d’arrivo, che varco per lanciarmi su 14, 15, 16 e 17. Faccio la strada a tutta birra dando l’impressione di un cinghiale bavoso anche se il mio tempo è vergognoso, perché nel frattempo i posatori hanno messo le lanterne e le stazioni e quindi io vorrei davvero valutare il mio tempo rispetto a quelli che faranno quel percorso in gara… solo che non mi ricordo che, non avendo fatto clear e check (le stazioni non erano ancora alla partenza) il tutto è inutile! All’arrivo infatti sono stravolto come un pugile suonato, e devono pensarci Sandro Serra, Ana Daldon e Marina Simion a tirarmi su. Il tempo è, appunto, vergognoso, ma è il meglio che sono stato in grado di fare in quelle condizioni (1h26m06”)

La gara di domenica mi ha fatto pensare per qualche minuto di essere tornato un orientista appena appena serio. Questo finché non è arrivato al traguardo Emilio Santoni che mi ha dato 12 minuti di distacco. A proposito: il mio tempo è di 42’06”. 6 secondi! Non 26, cavoli… (se guardate la classifica capirete perché mi sto esagitando). Percorso abbastanza facile, ma avrei potuto anche combinare degli altri disastri. Almeno nella prima parte del percorso perché, in mezzo ai sassi + da solo + senza le tracce dei concorrenti già passati (a me sembra addirittura di essere passato sulle tracce dei posatori nel secondo giro!) non è facile trovare i paletti ancora “svestiti” del telo bianco rosso (detto sempre per chi pensa che partire da soli alle 8 e mezza sia un vantaggio meritevole di squalifica automatica). Dal punto 3 in poi il percorso è abbastanza facile e mi scopro a passare al punto spettacolo in 21 minuti! Secondo loop e le lanterne mi vengono veramente incontro, non sono in alcun modo sbagliabili e talvolta le vedo da lontano: comincio a gasarmi, nonostante sia veloce come una lumaca, e al punto 14 da lontano dico ad alta voce “deve essere lì… alberi… avvallamento… collinetta… devi essere qui dietro… devi!... DEVI!... ECCOLA!!!!”. Punzono e poi scopro che a 10 metri c’è Elena Buono che deve aver sentito tutto e pensato che ci fosse in giro un matto. Il resto è storia. 42’06”, buoni per una posizione di rincalzo. Un percorso B che mi è sembrato più difficile di quello A, il microfono che prima non c’è e poi arriva, il microfono che salta proprio dopo aver annunciato l’arrivo del campione italiano Marco Seppi… la voce che se ne va a sprazzi proprio nei momenti topici (nei quali, forse, sembravo fin troppo una pallida imitazione del Galeazzi dei vecchi tempi!).

Il resto è storia, appunto. Da domani sarà già ora di pensare a Vols am Schlern e alla Val di Non.
Il presente è la birra che sta facendo troppo effetto... E’ ora di dormire.

Wednesday, April 23, 2008

Pezzo polemico, polemicissimo, apertamente di rottura

Luxembourg. Città abbastanza triste e solitaria… Le bistecche sono ottime (suggerisco “La boucherie” in Place d’Arms), la birra pure e costa veramente poco. Una densità di banche da fa paura, i colleghi sono molto più disponibili ed attenti della media delle mie esperienze lavorative nostrane. Il caffè alle macchinette è gratis, come pure le bibite, il succo di frutta, ti puoi fare il the con la cucina a gas e il caffè con la moka. I frigo sono zeppi di roba e tutti si servono con parsimonia. Le ore lavorative sono 8, oltre le quali gli straordinari non sono ammessi dalla legge (se ci sono straordinari, vuol dire che l’azienda è sotto staffata, quindi deve assumere…). Da qui al 2010, cercheranno 10.000 nuovi assunti nel campo dell’IT e delle banche.
Mancano solo due cose: la prima è il sole, l’altra è un’altra cosa che proprio manca…

Sto tirando in lungo.
Ho pensato che, in mancanza d’altro (birra e bistecche non colmano tutti i vuoti), questa sera avrei dedicato un po’ del mio tempo ad un orientista con il quale non ho molto a che fare e che non conosco nemmeno tanto bene… e magari lui stava anche bene senza la mia “dedizione”! Stasera sono stato molto combattuto tra due diversi pensieri. Il primo era il seguente: “chissenefrega!”, concetto chiaro e limpido, comprensibile in tutto il mondo come il cappuccino. Il secondo era più difficile: “si però eccheccavolo…” che necessiterebbe di molte spiegazioni.
Poiché il rasoio di Occam prevede che tra due soluzioni sia da preferire quella che si spiega con meno parole, ero molto propenso a mantenermi sul “chissenefrega” (da qui in avanti CSNF).
CSNF se è mercoledì sera e ho già ricevuto degli sms che mi chiedono “E quando esce qualcosa sul sito Fiso?”.
CSNF se per collegarmi ad internet per 5 minuti ho dovuto aspettare che il collega iraniano davanti a me andasse in bagno, per vedere che appunto sul sito istituzionale si parlava solo della gara di Marter.
CSNF se era da giorni che segnalavo la mia impossibilità a realizzare qualcosa per le gare della Valsugana.

Poi ha cominciato a prevalere il “si però eccheccavolo…” (da qui in avanti ECC):
ECC, non sarà né la prima né l’ultima volta che il sito non esce con il commento su una gara a 24 ore di distanza dalla gara stessa, in fondo siamo tutti volontari e non sempre possiamo essere sul pezzo!...
ECC, è pur vero che il Comitato Trentino ha tra le sue fila persone valide per colmare questo vuoto (penso a chi non ha praticamente nessuno) ma saranno anche loro volontari per il C.T. e avranno anche altro da fare nella vita che star dietro a me…
ECC, ma in fondo chi mi credo di essere? Sempre qui a dire che il sito è importante, sempre qui a credere che l’aggiornamento delle news debba essere nei pensieri di tutti, sempre qui a ricordare che quest’anno per i mondiali siamo “a rischio”…
ECC, in fondo gli orientisti che si collegano al sito Fiso saranno si e no il 5% del totale… non troveranno niente ed andranno a leggere i blog (che sono scritti meglio di quanto riesca a fare io)

Alla fine ho pensato a quell’orientista, che non sa nemmeno di essere entrato nei miei pensieri (ha ben altre cose a cui pensare); un atleta che mi ha anche dato una mano l’anno scorso dall’Ucraina, che è sempre gentile e disponibile a fine gara, che dice le cose senza peli sulla lingua pane al pane e vino al vino nel bene e nel male, che mi ha spiegato alcune cose che non sapevo e che mi guardo bene dal ripetere ma ne faccio tesoro.

Così anziché infilarmi in quella specie di suite al quinto piano con gli accappatoi doppi (doppi? Forse che aspetto visite???) ed il balcone che da dritto sulla statua del monumento ai caduti, sono venuto qui a scrivere qualcosa sulla gara di Coppa Italia http://www.fiso.it/04_notizie/dettaglio.asp?id=2946
Sinceramente, non trovo che sia un bel pezzo. Sinceramente, alla fine sono stato anche tentato di non farne niente. Sinceramente, penso che prima o poi capiterà che, anche in occasione di una gara importante o importantissima o cruciale, tutti quei 3 o 4 che cercano di mantenere un minimo di aggiornamento al sito saranno in tutt’altre faccende affaccendati e quella gara passerà nel dimenticatoio (tipo la gara di Coppa Italia 2006 nel Lazio – pre 5 giorni d’Italia – per la quale non ho mai ricevuto niente e se non era per M.N.Sbaraglia non sarebbe arrivato nulla nemmeno per la 5 giorni). Sinceramente, penso che a molti non fregherà niente se sul sito Fiso si parla o no, con professionalità o “stegalità”, di una gara.

Ma alla fine ho deciso che avevo un compito da rispettare nei confronti di una persona. Anche se non potevo fare meglio, anche se meritava di meglio. Ho scritto per Marco Seppi e sono in pace con la mia coscienza. Poi le cose andranno meglio...

Monday, April 21, 2008

Che bello: è iniziato il “tour de force”! Per il momento sono a Milano-Marter-Vigolana-Monaco-Milano-Lussemburgo…
Qui piove e tira vento, e fa freddo. E tutto ciò mi fa pensare (e chissà quante volte lo abbiamo detto e ripetuto tra domenica e lunedì sulla GOK-machine che ci portava avanti e indietro da Monaco) “pensa se avessimo trovato un tempo così sulla Vigolana”.
Ma è inutile girarsi indietro e pensare a cosa poteva essere. Penso invece a come è stato… bello!

Già sabato mattina, viaggio di tutta tranquillità fino al ritrovo di Marter. Siamo i primi al ritrovo sul prato davanti all’arrivo. E ci starebbe pure un bel pisolino sul prato se non fosse che… E’ IL PRATO DEL PARCHEGGIO! Così la seconda macchina che arriva (papà Grassi e mamma Maria Grazia) sembra come un caterpillar al mio orecchio insonnolito poggiato a terra, e finisco per risvegliarmi con un balzo degno del miglior Stegal-baskettaro. Tempo di montare l’impianto microfonico ed è già ora della mia partenza, questa volta al minuto “meno 32”. Prendo la carta nel bosco della Pineta di San Silvestro per il mio Campionato Trentino middle e… EHI! Ma chi si è f…regato tutti i sentieri??? Insomma: sto ISSOM dell’anno tal dei tali del Signore sarà anche una gran trovata ma a me, come dicevano i Trettré, “me pare ‘na strunzata”. Con tutte quelle curve di livello, quelle rocce, quei dettagli... i sentierini diventano invisibili! Sarà anche uno standard mondiale, ok, che va bene su quei terreni piatti degli scienziati nucleari del nord… ma cavoli! Tutte noi le fesserie le dobbiamo importare? In fondo non era un WRE, non c’era mica l’”aioef advaisor”. Insomma: io ci vedrò anche adagio, come dice mia mamma, io mi muoverò anche adagio… ma in fondo ho passato più tempo fermo a cercare i sentierini bianchi su fondo bianco che le lanterne.
Comunque bella gara. Divertente. Bella davvero e il mio tempo è di poco inferiore al doppio del tempo di Negrello (the winner). Che voglio di più? Magari un bel percorso di trail-O a fine gara…!

Bene. Trail-O. Coppa Italia. Parto subito dal risultato a sensazione: terzo su un lotto di circa 60 concorrenti! Terzo? Giàggià… d’altronde quando c’è da fare orienteering da fermo… :-)
Innanzitutto un suggerimento per chi vuole fare bene in questa disciplina. Ascoltate bene e mettete in pratica (soprattutto le signorine). Per fare bene come me nel trail-O dovete per prima cosa… dimenticarvi i pantaloni!!!
Non sto scherzando.
Il fatto è questo. Dal ritrovo della gara middle, dopo abbondante speakeraggio, sono andato direttamente a Roncegno al trail-O ancora con i miei luridi Silva bianchi da gelataio (questa cosa del gelataio tornerà la domenica…, vero Matteo e Brusa?). I jeans pensavo di averli in macchina, appoggiati lì quanto il luogo della mia pennichella è stato invaso dai gestori del ristoro. Mi accingo a cambiarmi e… i pantaloni non ci sono. Poiché con quegli unici pantaloni devo tirare fino a Monaco, capite che la cosa non è simpatica! E siamo già in ritardo per salire a Pian dei Pradi dove alloggiamo! Allora il GOK si muove così: Piero e Roby al trail-O. Attilio mi fa da driver e torniamo a Marter a cercare i jeans: trovati! Rientro a Roncegno ma nel frattempo alla partenza del trail-O si è formata una coda pazzesca, che il buon Eddy Sandri cui ho spillato una birra sabato gestisce con piglio sicuro. Ora che parto io, passa mezz’ora abbondante e io penso solo ai pantaloni che mi hanno fatto perdere tempo e a dove saranno Roby e Piero che mi aspettano… la tattica quindi è una sola: via veloce sui primi punti (tanto saranno facili) e come va va. Stile Bobby Fisher (che ora sta giocando in cielo le sue partite più belle: addio Bobby, ho cominciato a giocare da bambino grazie a te! Gioca con gli angeli, e lascia loro un pedone di vantaggio…): inutile stare lì a scervellarsi dieci minuti ogni punto, se c’è una idea appena appena valida, la si gioca… ehmmm la si punzona!
Facile a dirsi. Il primo punto è già un rompicapo: l’azimut mi direbbe D, ma la posizione della lanterna D a 5 metri almeno dal supposto limite di vegetazione mi fa supporre C (e invece no! E’ D… si guarda la “chioma”, non la base degli alberi). Punto 2 e nuovo rompicapo: è B, è B, è B… vado a punzonare… facciamo Z! Perché quella radice mi sembra proprio un metro dopo la lanterna (e invece dovrebbe essere prima della lanterna): risposta esatta! E via di corsa ad un altro punto, e un altro ancora e un altro ancora finché alla 6 trovo Piero e alla 7 Roberta. Da lì in poi me la prendo un po’ più comoda, con un equivoco pazzesco alla 13: dico Z perché le 3 lanterne mi sembrano sul lato da nord ad est del capanno anziché da nord ad ovest… e invece era Z (giusto) perché il capanno non era quello giusto!!!
Insomma. Tutto considerato vorrei fare un commento serio. A me il trail-O piace: non rinuncerei mai alla tentazione di risolvere un enigma! Mi spiace solo essere stato veramente fortunato rispetto a tutti coloro (Roberta F., Giuliano M., Rusky, gli stessi Piero e Roberta) che ci hanno messo tutto l’impegno. Il mio terzo posto è stato un caso, e nel trail-O vincono i più forti (anche ai Campionati del Mondo: in bocca al lupo Roberta!). Oppure si vede che è stato merito dei pantaloni, che mi hanno messo in testa quel pepe, o quel tarlo in più, che ha impedito che i miei ragionamenti sui punti entrassero in loop prima di rispondere.

Sabato sera davanti ad una birra con Attilio, con il gruppo FitMonza e Forestale (per questi ultimi una camomilla, vorrei rassicurare il Corpo!) in attesa della gara di domenica. Terrà il tempo?
Tiene, tiene. E per la gioia mia e dei miei occhi la gara si svolge in uno scenario clamoroso! Con le montagne innevate vicinissime e inondate dal sole. Già salendo con Atty alla partenza mi accorgo che il bosco attorno a noi è bellissimo: alta visibilità, una vera pineta stile Coredo. Peccato, per me, non essere in grado di correre una ultra-ultra-long in uno scenario del genere. Il bosco è bellissimo, la partenza tutta in discesa non mi fa nemmeno venire in mente che prima o poi sarà tutta salita. Sulla strada per il primo punto porto a spasso due ragazzini esordienti fino al loro secondo punto, poi mi lascio andare ad azimut sotto la linea rossa che più linea non si può fino al secondo punto. Nessun problema fino alla lanterna che introduce la tratta lunga di trasferimento; primo pezzo in costa correndo un paio di centinaia di metri con Jacopo Benini e poi approccio alla salitazza micidiale: e due voci dietro che urlano “Ehi gelataio!” (vedi sopra). Sono Matteo e il Brusa che arrivano, e per un po’ mi fanno il ritmo fino ai piedi della salita denominata “Mai molar!” che porta alla lanterna 7. Anche la 9 è una salitazza mica da ridere, tanto che persino il grande Nicolò deve camminare un po’ al mio fianco prima di ripartire a tutta manetta… nella direzione sbagliata però: lo vedrò ricomparire un paio di minuti dopo con la velocità di un vero fulmine. Sbaglio la 10, per stanchezza, ricondotto in carta da Corinne S. e poi le ultime nelle paludi sono come un gioco che è brutto far finire così presto (insomma: 1h18m…): mi sono piaciute pure le paludi, mannaggia! Mi sono messo persino a giocare con Andrea R. (numero 1 tra gli speaker italiani e non solo) arrivando al punto spettacolo da una zona invisibile a tutti, ma mi ha sgamato immediatamente ed ho sentito il suo incitamento (e non solo il suo) al microfono.

Dopo gara ancora al sole, complimenti a Fabio H. per il percorso M40 (forse facile per qualcuno, ma a me è piaciuto tantissimo ed i miei complimenti sono personali e niente affatto istituzionali). In attesa di partire per Monaco. Saluti agli amici, tanti abbracci ed arrivederci in Liguria, e siamo di nuovo in macchina verso la Baviera: alle ore 20.00 ci aspetta il Liga! E’ già: concerto live di Ligabue alla vattelapesca-halle di Monaco. Siamo arrivati davanti all’arena alle 19.45, ancora con indosso le mutande della gara ed il tape ai piedi! E senza pranzo e cena. Non comprerò mai un disco di Ligabue, ma dal vivo in concerto gli do 10 e lode come “animale da palcoscenico”. Peccato che non ha cantato “Una vita da mediano”: a Monaco… “lavorando come Oriali \ anni di fatica e botte \ e vinci casomai i Mondiali…”! Magari… chissà se dopo aver salutato la Campionessa del Mondo di trail-O sabato, non ho già incontrato anche domenica qualcuno che con fatica e sacrifici vincerà i Mondiali: Marco? Laura? Stella? Nicole? Jonas?
Intanto che ci penso vado a correre un po’ alla PulverMuehle!

Wednesday, April 16, 2008

Perché dovrei essere pessimista?

Per una volta prevedo il futuro.
Oggi, domani e dopodomani si prospettano riunioni riunioni riunioni (non si capisce quando troviamo il tempo per lavorare!).
Sabato mattina si parte per la Valsugana: campionato regionale sprint, coppa Italia di Trail-O e coppa Italia a Vigolo Vattaro (con uno speaker eccezionale, il migliore: Andrea R.)
Domenica subito dopo la gara (partenza presto), partenza per la Baviera.
Lunedì si rientra a Milano. Poi martedì si parte per il Lussemburgo. Ritorno giovedì 24.
Venerdì 25, sabato e domenica le gare in Liguria.
Lunedì 28 e 29 a Parma, poi il 30 si parte per il Paradiso: Vols am Schlern, poi Cavareno\Ronzone e poi ancora la Predaia.
Chissà se il 5 maggio reciterò il mio “ei fu” dopo questo tour de force? Ma non mi sento pessimista. Ho imparato a non esserlo. Certo, non devo esserlo dopo quel che ho scritto per il sito Asti riguardo alla gara di Cima di Medaglia!
Buone gare a tutti! In bocca al lupo.

Stefano

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“Il vantaggio del pessimismo?
Un ottimista non risulterà mai piacevolmente sorpreso!”

Gli appassionati di letteratura gialla conoscono senz’altro il nome di Nero Wolfe, la figura creata da Rex Stout, un investigatore privato dotato di grande pancia, misogino e geniale, agorafobico e straordinariamente acuto, amante della buona cucina, della birra e delle citazioni argute. La frase sopra riportata è proprio del grande Nero Wolfe.
Ma che c’entra tutto questo con una gara di orienteering? C’entra, c’entra… Immaginate la scena, anzi mettetevi per un istante nei panni (vi andranno, purtroppo per me, molto larghi) dell’ori-giornalista italiano alle prese con la settima lezione del corso “Come diventare un orientista ticinese in dieci lezioni”. Orientista milanese, cittadino quindi… insomma: geneticamente predisposto agli ori-disastri. Per contro, un teatro di gara ignoto: la Cima di Medeglia. Già quella parola “cima” fa tremare le vene ai polsi degli orientisti che arrivano da sud di Brogeda: le salite ticinesi sembrano sempre più dure, sempre più ripide, sempre più tecniche della più scoscesa rampa lombarda; e poi i nomi dei due tracciatori Laura Grandi e Roberto Tettamanti, per l’ottima organizzazione SCOM Mendrisio, due atleti che fanno della combinazione tra la tecnica e la fisicità il loro punto di forza: provate voi ad arrivare al ritrovo del Monte Ceneri con il ricordo indelebile dell’essere staccati in salita da Laura nella notturna di Sormano, o ad essere piantati lì come paracarri sul ciglio della strada da Roby al Campionato Ticinese di Isone! Sentivo nell’aria praticamente un remake del Monte Generoso 2007. Partendo dalla piatta Milano verso l’ignoto sentivo già le voci che avevano accompagnato il TMO dell’anno scorso “… è inutile lamentarsi, bisognava pensarci prima”.

Ma… un momento! Perché mai un orientista dovrebbe sentirsi pessimista? Per una maldestra posizione in classifica? Per la difficoltà del nostro sport, le asperità, il clima? Eppure dovremmo essere ben consci che su quasi 400 partenti saranno si e no una cinquantina, il 20%, coloro che possono a buon titolo presentarsi al via con buone chance di salire sul podio! Ma dove la troviamo un’altra disciplina sportiva nella quale ci sia sempre e comunque la possibilità di misurarsi, prima ancora che con gli avversari, con noi stessi, con le nostre ambizioni e le nostre possibilità tecniche e atletiche, limitate o importanti che siano, nel quale sia possibile in fondo autoassolversi e scegliere una categoria più semplice, un percorso per una volta meno azzardato? Una volta mi sono lamentato di un passaggio pericoloso in un vallone instabile… una amica e compagna di squadra mi ha chiesto “E perché sei passato da lì? Ti rincorreva forse qualcuno?”. Impossibile essere orientisti e lasciarsi andare al pessimismo… E allora rapido cambio di scena: il fotogramma che mi porta alla partenza è quello delle Highlands scozzesi. Ailt Cailleach. Un posto che non si trovavano due scozzesi in grado di pronunciarlo nello stesso modo! Una serie di colline di dura erica scozzese con gli aperti gialli ricchi di dettagli, e i boschi dai confini disegnati con il righello… e Roberto Tettamanti che mi incrocia in gara e fa segno “pollice su”! Ehi, ma siamo in Scozia o in Ticino? Siamo in Ticino, perbacco! Ma sembra ancora di essere nelle Highlands: c’è questa ampia zona aperta con tanti dettagli, ci sono i boschi bianchi senza un solo rovo o una spina (o, almeno, io non ne ho trovati), e ci sono Laura e Roberto in perlustrazione nella prima parte di gara che mi incrociano. Stavolta è toccato a me fare segno “pollice su” a Roberto: chissà se si è ricordato di quel breve episodio scozzese?

Ci sono le salite, certo, come potrebbero mancare in Ticino? Ma prima e dopo le salite c’è la possibilità per tutti di osservare un panorama mozzafiato sulla vallata, con lo sguardo che non incontra ostacoli nell’aria tersa e cristallina e spazia da Bellinzona fino ai confini di Lugano; c’è stata l’ascesa alla partenza dapprima in furgone (guidati con perizia da coloro che svestiti i panni dei driver si buttano, ancora con passione, nella tenzone… e non li ringrazieremo mai abbastanza) e poi a piedi lungo un sentiero ancora parzialmente innevato: ma quando hai un cicerone come Bea Arn, che racconta il passato ed il presente di quella carta, anche l’ultimo centinaio di metri di dislivello sembra passare in un lampo e dietro la curva appare già la zona di partenza.

E’ stato proprio in quel momento che anche al sottoscritto è giunto forte e chiaro il messaggio della Cima di Medaglia, forse ritrasmesso anche dalle antenne in cima alla montagna sotto le quali siamo transitati per andare alla “svedese”: perché lasciarsi andare al pessimismo? Perché trincerarsi, ancora prima del quadruplo “Bip”, dietro all’immagine di fosche visioni di salite impervie, di trappole tecniche, di punti nascosti chissà dove? Perché non lasciare che la Cima di Medeglia diventi allora un esaminatore, anche severo ma sicuramente onesto, delle nostre capacità? Sono convinto che se avessi potuto barattare un esame al liceo o all’università con una gara di orienteering, il numero di “Notti prima degli esami” in bianco sarebbe stato sicuramente inferiore! Con la differenza che alla Cima di Medaglia non potrò mai farmi passare il risultato del compito da uno dei quei secchioni che di solito si siedono al primo banco e che si reincarnano in quel già citato 20%, sempre i soliti, sempre loro, che hanno trasformato il “primo banco” nelle prime posizioni del ranking finale. Impossibile non citare per l’ennesima volta Stefano Maddalena, colui che ormai avrebbe l’età per passare dall’altra parte della cattedra e ergersi al rango di professore, ma che continua imperterrito a macinare chilometri, salite ed avversari, unico a scendere in HAL sotto la barriera dell’ora di gara; e chissà come si sarà sentito Manuel Asmus, 25 anni, sul podio in mezzo a Stefano e a Daniel Giger che di anni ne fa solo 38! Nell’altra metà del cielo è invece una nazionale rossocrociata, Angela Wild, ad impedire una doppietta che avrebbe fatto parlare ancora una volta di “terremoto generazionale”: perché solo la vincitrice della “Due giorni del Ticino” ha impedito che dopo Elena Ross (classe ’91) fosse Vera Ramelli (classe ’87) ad imporsi nel TMO. Tutto questo mentre Elena e Maura Guglielmetti, Caia Maddalena e Nuria Gysin non stanno certo a guardare e minacciano di far diventare la DAL ticinese una delle categorie più impronosticabili dell’intero circo orientistico d’oltralpe (oltralpe per me, si intende…).
E poi gli altri “secchioni”. Quelli con l’esperienza ed il ghigno satanico di chi la sa lunga come Antonio Guglielmetti e Gianni Pettinari, quelle come Michela Conti e Bea Arn che non si fanno certo intimorire da un terreno che in certi tratti invitava a fermarsi a fare a palle di neve. E quelli che scalpitano nelle categorie giovanili, che nemmeno loro si sono fermati a fare a palle di neve (magari dopo il traguardo si) e che agli esami magari non ci pensano ancora, come Tobia Pezzati, Patrizio Campana, Sebastian Inderst e Pietro Ferretti, come Laura Fonti, Federica Gianola, Lucia Guglielmetti e Veronica Soldati. A tutti costoro un “10 e lode” da parte di un assiduo frequentatore degli ultimi banchi…

Monday, April 07, 2008

Oggi sarei tentato di mettere sul mio diario due storie.
La prima storia però è cominciata 21 anni fa. Anzi per la precisione nel dicembre 1986. Poiché ho qualche anno sul groppone, chiudo gli occhi e vedo Gianni Magni e Gianfranco D’Angelo nella gag che chiudeva “La sberla”, una sorta di Ale e Franz del secolo scorso:
“Ehi Frank! Ma come è iniziata questa storia?”
“Tutto comincio 21 anni fa…”
“Piano Frank. Piano. Qualcosa di più recente!”
“Va bene John. 10 minuti fa…”
E partiva la sigla. E noi giù per terra a ridere.

La storia di 21 anni fa magari la racconto un’altra volta, anche se si è virtualmente conclusa ieri sera alle ore 22.00 quando un arbitro di scacchi bolognese mi ha comunicato che dopo 21 anni di tentativi sono diventato… sono diventato… ve lo dico un’altra volta!

“Qualcosa di più recente” potrebbe essere la Milano nei parchi al Monte Stella in una giornata di sabato lavorativo, un sabato che avrebbe dovuto essere un sabato+domenica ma che grazie al mio team schierato in forze massicce è stato solo un sabato. Per questo ho avuto la possibilità, domenica scorsa, di andare a Cima di Medaglia per la prova del TMO ticinese.

Devo dire che sono partito per il Ticino senza grandi aspettative. Quel nome “Cima di medaglia” prometteva salite, salite e ancora salite. La zona, molto troppo vicina a posti come Taverne (che non mi piacciono proprio) lasciava presagire di affrontare coste micidiali, avvallamenti a strapiombo e i soliti canyon… pensavo ad un paio d’ore di sana fatica, a vedere passare Rusky (12 minuti dietro) ed il “Volga express” Oleg (20 minuti dietro) e a pensare al traguardo come una chimera difficilmente raggiungibile. I postumi del mal di gola accumulato a Rosta ad accompagnare il tutto.

Ritrovo alla caserma del Monte Ceneri già teatro della staffetta Arge Alp 2003, affronto con Marco ed Oleg i 25 minuti di pulmino che ci portano in quota, quasi in cima alla cartina: 25 minuti di strade, stradine e mulattiere sulle quali Checo Guglielmetti sciorina tutta la sua perizia di guidatore di furgoncino, ma purtroppo nulla può fermare il mio tipico mal di auto… cosicché allo sbarco, in uno spazio aperto dal quale si scorge un bellissimo panorama sulla vallata sottostante, sono bianco che più bianco non si può (non è colpa di Checo!). Ancora 15\20 minuti di salita per arrivare in partenza, parlando con Bea Arn del pescione d’aprile (Stegal presidente Fiso?) che ha colpito duro anche in Ticino, e sono alla partenza con qualche minuto di anticipo sul mio orario. L’amico e compagno di squadra Paolo Consoli è aal cancello del meno 2 a fare da “uomo scocciante”, nel senso che l’ottima organizzazione SCOM Mendrisio riesce anche a schierare un elemento che abbia come funzione quella di provvedere ai fabbisogni di scotch per le descrizioni punto. Altricancelli e poi meno 3… meno 2… meno 1… e via con la cartina.

La gara prevede un primo loop della cima. Un paesaggio bellissimo, in salita ma bellissimo, in un vero alpeggio con l’aria tersa e pulitissima che gela e tonifica i polmoni. Per qualche istante, mi sembra di essere nelle Highlands scozzesi, per la precisione ad Ailt Cailleach! Ma la voce di una compagna di squadra (no Unione Lombarda, no GOK, in Ticino io corro per l’AGET!) pensa a riportarmi alla realtà “Stefano! Stefano! Mi dici dove siamo?”. Beh! Come sindrome da primo punto non c’è male… siamo praticamente a 50 metri dalla svedese… Ma questo sarà uno dei leit motiv della mia gara!
Il primo loop, appunto. Sono lento e statico ma casco sul primo punto come se niente fosse (naso con pietrone, impossibile da mancare). Poi sul secondo, dove punzono non visto da almeno 6 concorrenti tra cui alcune tute importanti dell’O92, e mi allontano alla chetichella verso il punto 3 in risalita lungo la linea di massima pendenza. Punto 4 e 5 senza alcun problema e per il 6 si lascia l’alpeggio per entrare nel bosco. Nessun problema!

E’ il momento della lunga fase di trasferimento verso l’altra metà della carta di gara. La prima cosa che vedo è un sentierino che potrei raggiungere quasi in curva di livello e che mi porta a un 100\200 metri circa dal punto 7… solo che il punto 7 è proprio a ridosso di un altro sentiero, diverso dal primo! Allora faccio al contrario: poso gli occhi sul punto 7 e seguo a ritroso il sentierino sperando che porti da qualche parte a me vicina… ecco che supero degli avvallamenti, ecco che costeggio i recinti… ecco che sono nel bosco… ecco: passa proprio a 50 metri da me, 20 metri più sotto! Perfetto: saranno 2 km e mezzo di sottilissima traccia per lo più in costa da seguire, ma avrò la certezza di sbarcare proprio in zona punto. Cominciamo ad incamminarci, intanto, che sennò viene notte! Cammina cammina ed arrivo in zona punto; vedo calare dall’alto Rusky ma non me ne curo, lui fa la gara per ben altre posizioni!
Punto 7 senza problemi ed è il momento di andare alla 8, che sarebbe il centro di una farfalla di 9 punti già in zona arrivo. Ed ecco che cala il sonno della ragione. Per qualche motivo ignoto, la lunga tratta verso la 7 (per me 18 minuti) mi ha addormentato e non sono in grado di riportarmi subito in carta: la mia tattica per un paio di minuti è “vado laggiù e qualche cosa capirò”. Cosicché finisco per gironzolare a vuoto in uno spazio ristretto ma ricco di lanterne, finché trovo la mia. Poco male… ma per la 9 faccio ancora peggio: “vado laggiù e vedrò di trovare la canaletta…”. Trovo sassi (con lanterna) collinette (con lanterna) avvallamenti (con lanterna) tutti con un codice vicino al mio, vicinissimo al mio, fuochino fuocherello … ecco la lanterna, il termine canaletta è proprio in mezzo alla rumenta! Calma Stefano. Adesso basta errori. Arrivano da lontano Rusky (ancora qui?) e Oleg. Vado verso la 10 e sono con loro. Vado alla 11 e sono con Rusky. Alla 12 ancora con Rusky. Qui esce la vera indole da “compagni di squadra” (UL): si collabora, no? Perfetto: io mi butto a sinistra e lui a destra dalla parte opposta! Ho capito: vediamo chi ci mette di meno alla 13... Lui! Solo di un paio di secondi ma sufficienti ad allontanarsi prima di me. Tra la 14 e la 15 lo vedo allontanarsi sulla salita terribile che riporta al centro della stella (d’altronde sono ali di farfalla, ma su un terreno scosceso, quindi se prima scendi… poi dovrai risalire). Alla 16 sono da solo. Il prossimo punto mi porta lontano, oltre il verde e verso l’arrivo. Non voglio sbagliare e seguo passo passo la fila di rocce e roccette finché… bingo! Ecco il punto, inequivocabile (facendo meglio di Oleg!). A questo punto è proprio finita. La 18 è un sasso vicino ad un sentiero, vado con calma sapendo sempre con una certezza che NON mi è propria dove sono e dove sto andando. La 19 è dietro una fila di rocce e prelude all’ultimo punto, in cima ad una salita micidiale: intendo arrivarci stando sotto la linea rossa, come i campioni, e come i campioni sbarco dritto sul punto! Senza volerlo. Infatti arrivo a 10 metri dal cocuzzolo e mi viene incontro una tuta SCOM: “Sai dove siamo?” “Certo, se quella è la 114 siamo al punto 20…”. Insomma, finisco la gara esattamente come l’avevo cominciata :-)

Cima di Medaglia. Non importa la classifica (penultimo dei classificati, ma la gara di ieri ha avuto tante PE, più del normale). Non importa il tempo di gara (1h27m). Non importa il distacco da Oleg (33 minuti, quasi il doppio dei 17 di Rosta). Non importa il distacco da Rusky (25 minuti, non importa la sua PE). Non importa che qualcuno chieda incredulo “Ma come fai ad esserti divertito, se sei arrivato penultimo?”
Non importa nulla. Ho fatto la gara che volevo, in un tempo che non avrei immaginato. Ho visto un posto bellissimo nel quale spero che il TMO tornerà quanto prima. Ho visto un panorama mozzafiato, da sedersi su una pietra a pensare a quanto siamo polvere rispetto aa certi spettacoli della natura. Non ho visto un rovo… non ho visto un verde 2… ma ho visto dei pezzi di bosco che mi ricordano da vicino Pian del Gacc! E ho visto una cartina ticinese che per bellezza è seconda (forse) solo a Tesserete.
Ah! Ticino! Sei faticoso, sei scosceso, sei terribile, sei selettivo e insidioso e punitivo. Ma sei persino in grado di farmi sentire, se non un grande orientista, almeno una persona veramente felice di essere arrivato fin qua. Quando lo rifacciamo? Quando lo rifaccciamo?


A proposito. 21 anni fa ho partecipato per la prima volta al campionato italiano di scacchi, in una disciplina (diciamo in una sotto-branchia.. si dice così?) non molto nota ma di tutto rispetto. Ieri sera alle 22.00 il giudice arbitro mi ha comunicato la classifica finale 2007. E nel parcheggio sotto casa è partita una “fajolada” che ha fatto venire alle finestre i carabinieri della caserma! Ci ho messo 21 anni… !
E sto pensando che in fondo pratico l’orienteering solo da 15 anni!

Thursday, April 03, 2008

Martedì mattina (1° aprile) arrivo in ufficio dopo una giornata passata a casa coi postumi degli sforzi del week-end. Apro la posta dell’ufficio: oltre 250 messaggi di lavoro (i bancari ormai sono drogati dalla e-mail!)… Vabbé. Mi metto di buzzo buono a sfoltirli. Intanto il mio collega di ufficio (ufficio quasi privato) riceve una telefonata: sento un breve scambio di battute e poi lui balza in piedi come se avesse avuto una scossa alle parti basse.
Che succede? Gli sento dire “No! Ma cosa dici! No! Impossibile…”. Attendo che abbia finito e gli chiedo “Che è successo?” “XXX ha dato le dimissioni!”.
Spiego: XXX è il nostro Direttore, quello che sta tenendo insieme la Direzione Generale, quello che ha in mano tutte le leve… se se ne va lui, siamo nel caccone fino al collo…
Il mio collega comincia a telefonare a destra e sinistra per avere conferme e, intanto, sparge la notizia. Io ci penso su e dico: “Ma non hai guardato il calendario?”

Vi capita mai di sapere cosa passa nella testa della gente? Beh! Per me lui era come un display, nel quale leggo “E’ meglio per me se la notizia è vera e quindi la Direzione salta per aria ma non ho fatto una figura di cacca, oppure se è falsa ma in questo caso ho fatto la figura del pesce con ‘sto sbarbatello? La prima che ho detto!!!” … e via a fare altre telefonate.

Ovviamente era un pesce. E forse è destino che una persona ne sappia cogliere al volo uno solo all’anno!

Continuo lo smaltimento delle e-mail. Intanto vado a dare un’occhiata ai vari siti. Classifiche di Rosta… non ci sono. Altre mail di lavoro. Blog di Alessio… niente cartine: Teno è in giro. Altra mail di lavoro. Blog di SuperLau. Quello di Rusky e quello di Zonori… una occhiata ai commenti sempre istruttivi per me che vivo l’orienteering dalle posizioni di bassa classifica. Gli skodeghi… Altre mail ancora.
Vado sulla pagina dell’Er-Team e comincio a leggere “Mi trovi tra i rovi”: e poi incomincio a ridere, sempre più forte, sempre più di gusto… sono alle lacrime ma continuo a leggere e vorrei dire a Dario Stefani “Basta! Basta!”…
http://er-team.blogspot.com/2008/03/dal-nostro-inviato-rivoli-dario-s-mi.html

Poi vado su hotmail.
21 nuovi messaggi, caspita! “Saranno le solite lotterie, ne vinco almeno 5 al giorno…”.
Messaggio di un’orientista: “Bravo!!!” E io penso “Grazie!!!”. Si vede che il pezzo sulla gara di Rosta è piaciuto… meno male, temevo qualche reazione.
Messaggio di un altro orientista: “Complimenti. Appoggio la tua iniziativa”. E io penso “Grazie…. Mumble mumble… quale iniziativa?” sarà qualcosa che si riferisce al pezzo sulla gara di Rosta…
Altro messaggio “Era ora! Forza Stegal sei tutti noi!”. E io penso “Grazie ma… possibile che io abbia agito così bene domenica a Rosta???”. Qualche dubbio comincia a balenare nel cervello, ma scappa via subito veloce come Pasi Ikonen nella middle dei prossimi WOC 2008...

Bi-Bip. Sms in arrivo. “Ho letto tutto. Complimenti. E’ una ottima scelta”. Grazie ma… possibile che ci sia tutto questo rumore per il pezzo su Rosta???

Altra mail. “Caro Stefano. Mi meraviglio di te. Sei conscio che non basta aver passato qualche ora al microfono per ergerti a rappresentare tutti gli orientisti? Ecc.ecc.”. Eh! Ho capito. Il pezzo su Rosta non è piaciuto proprio a tutti…
Leggo quella successiva. E questa è un ultra-noto orientista… “Per Stegal. Lascia che ti dica che non sei tagliato per queste cose ecc.ecc…”. Caspita, decisamente devo avergli rotto i timpani!

(oh! Intanto sto cercando anche di lavorare e siamo quasi a mezzogiorno…)

Altra mail. “Stefano, ti voto!” Gulp ?!?!?!?
Altra mail. “Sono contenta per la tua scelta. Sei una persona in gamba e non importa se ce la farai o no: hai avuto coraggio” Stra-ta Gulp ?!?!?!?
Altra mail. L’oggetto era “Programma”… è una specie di disamina punto per punto di un programma elettorale… del MIO programma elettorale ???

Ma che cosa sta succedendo? Ed il dubbio che prima era scappato via torna a farsi vivo nel cervello… lento come Stegal al Parco dei Colli appena passato!

OmmaiGod!!!
Bi-Bip. Sms. “Grande Stefano. La tua discesa in campo è una grande notizia”. OmmaiGodmaiGodmaiGod…. Cosa faccio adesso? Intanto mi rimetto a ridere come uno scemo… e penso che questa volta qualcuno me l’ha fatta bella! E non solo a me, evidentemente. Ma come fa una notizia come questa a percorrere l’Italia così rapidamente? Deve esserci qualcosa da qualche parte…ma dove? Dove?

Arrivo sul blog del DiPa… e la risposta è lì!
http://stegalforpresident.blogspot.com

Ommammamia! Mi collego al sito… c’è persino la mia foto con il microfono in mano alle premiazioni della Due giorni del Ticino.
Bello il design del sito: ma come??? Nessuno si è chiesto come abbia potuto fare una cosa del genere con le mie capacità tecniche pari a zero spaccato? :-)

Leggo il programma “Ho lavorato con trentini, veneti….” E penso “e mancano i piemontesi e i ticinesi come minimo….” Si, ma non l’ho scritto io. Uhmmm…. Bello questo programma elettorale però… mi piacciono proprio questi 5 punti all’ordine del giorno: io un candidato così o una candidata così li voterei…

Ma innanzitutto: chi sarà stato a combinare a me un pesce del genere?
“A me”… diciamo “a mezza Fiso”! O almeno a quella parte di Fiso che è costituita dagli amici, da quelli che girano su internet, da coloro che frequentano i campi di gara con assiduità.

(A proposito: ci sono un sacco di persone e di orientisti che non sanno nemmeno chi sia Stegal. E questo mi aiuta sempre a stare coi piedi bene ancorati al suolo, purtroppo anche in gara…)

Come faccio a fermare la valanga adesso? Bi-bip. Sms. “Vedo che non te la sei presa…”. Ah-aaaaahhhh. Mo’ ci siamo, qualche vago sospetto sugli interessati ce l’avevo in effetti!
Ora non sto a fare l’elenco degli orientisti su cui avevo puntato i primi dubbi per questo bel pesce d’aprile (magari in privato lo dico ai diretti interessati), ma questi ragazzi facevano parte della top three dei “soliti sospetti”… Ok! Gli altri erano: Teno e Laura, gli skodeghi ed il team di Andrea Rinaldi!!!

Bi-bip! Continuano gli sms. E intanto continuano anche le e-mail. Ne arrivano da amici, conoscenti. Persone che sostengono, che appoggiano, altri che danno consigli, altri ancora che “si, insomma, però guarda che ti vai a cacciare in un guaio…”.

Sms. “Perché non fai un post di ringraziamento per il sostegno?” Sono loro, sono Cristian e Cosimo. Ok, devo reggere la parte fino a sera, fino alla fine di questo incredibile 1° aprile! . Ma nel post metto un indizio, quel “Siore e siori” dovrebbe rimandare ad una regione italiana ben identificabile.

E poi sono altre mail e sono altri post, e altri commenti ed altri sms ancora. E ad ognuno rispondo "Grazie, mi spiace per l'inconveniente ma... hai guardato il calendario? Siamo finiti tutti all'amo" e qualcuno risponde anche dicendosi dispiaciuto!

Ma, ora che gli artisti dell'O-pesce di aprile hanno fatto outing, direi che è giunto il momento di tirare le somme.
- messaggi minatori arrivati: zero
- gomme della macchina bucate: zero
- messaggi di complimenti o di sostegno: TROPPI !!!
- messaggi di “uhm insomma però…”: qualcuno
- elaborazione critica del testo del programma: due
- varie ed eventuali: quattro

Ma c’è un sms che un po’ mi spaventa; dice “ok, era un pesce d’aprile, ma adesso è un peccato sprecare tutta la fiducia popolare che ti ritrovi…”.

No, ragazzi. Restiamo seri e, come diceva Celentano “restiamo amici per favore…” prima che lo imbottissero di piombo all’uscita dal saloon! (Ringo). Non sapete in che mani andreste a mettervi. No, ragazzi, esiste una bella legge di Murphy a riguardo: si chiama “Legge di Peter” e se la cercate su Google scoprirete che mi si attaglierebbe alla perfezione.

Meglio che io resti a fare del mio meglio (o del meno peggio) come oggi: ad organizzare qualche cosa ogni tanto, a parlare al microfono ogni tanto finché non scopriranno che Dario Stefani ed i ragazzi delle Er-team sono i migliori anche nonostante la defezione di Paolo Mutterle e dei fratelli Franco, a scrivere ogni tanto sul sito Fiso in modalità (e chissà se faceva riferimento a me, in ogni caso se così non fosse è ben trovata) “ori-democristiana” finché la Fiso stessa non troverà un professionista-orientista in grado di portare la federazione dal punto T al punto T+1.

Anzi, sapete cosa dico? (l’ho scritto anche a Teno)
Prima che io mi candidi a Presidente della Fiso dovranno succedere tre cose:
1. devo diventare campione italiano di orienteering
2. devo diventare campione italiano di scacchi
3. … purtroppo non posso replicare la terza cosa…
E uno di questi tre eventi è messo lì proprio a fare da “tappo” per ogni velleità di candidatura!

Per il momento, intanto, un saluto ed un ringraziamento a tutti gli amici e le amiche che come me si sono ritrovati a giocare, inconsapevoli, su un pesce d’aprile che gli amici di Er-team hanno ben organizzato!
Un ringraziamento a Er-team, che si farà perdonare con i bellissimi percorsi dell’Highlands Open 2008 (e con il model event a Kaberlaba! Si torna…! si torna…! si torna a Kaberlaba!!!).

Continuate a sopportarmi come avete fatto finora, anche se ogni tanto non faccio proprio le cose come ognuno di voi vorrebbe fossero fatte, o non dico proprio tutte le cose che ognuno vorrebbe sentire.
E se proprio volete farmi candidare a presidente della Fiso… beh! Magari i master M40 potrebbero tutti quanti farsi da parte ed aiutarmi a raggiungere almeno il primo punto dei 3 vincoli che ho messo quassopra!

I love you all!