Stegal67 Blog

Wednesday, April 27, 2011

Orienteering Multi-days. Significa vacanze, significa ritrovare amici sparsi per mezzo mondo che causalmente hanno scelto lo stesso appuntamento per incontrarsi in una foresta. Significa passare qualche giorno lontano da casa senza particolari vincoli se non quello di presentarsi in partenza all'orario giusto. Significa però passare qualche momento di angoscia o di perplessità quando si tratta di scegliere, con molti mesi di anticipo, la categoria giusta... "In che condizioni sarò in quel momento?", "Che distanze e dislivelli mi faranno fare?", "Che tipo di gare saranno?".
In tanti anni si è vista gente iscritta in buona fede a categorie risultate poi massacranti, rovinandosi le vacanze trascorse tra ore nel bosco e pomeriggi sul letto di dolore, e chi si è iscritto a categorie accorpate infine alla W70... che va bene tutto (arrivarci, alla over-70!) ma uno vorrebbe anche cercare di trovare pane per i propri denti. Insomma... non è che ci chiamiamo tutti quanti Tavernaro o Tenani (o Rigoni) che la categoria ce l'hanno definita a priori e sarebbero comunque in grado di cavarsela ora et semper...
Quando è stato il momento di scegliere per la Pasqua in Alsazia, memore di quanto accaduto due anni fa ho optato per la H40; ricordandomi del divertimento del 2009 ma... non ricordando che avevo corso in HB!!! E, come volevasi dimostrare, mai scelta incosciente (la H40) si è dimostrata più azzeccata! Distanze importanti ma mai impossibili, percorsi difficili e talvolta molto difficili ma sempre alla portata, ore passate nel bosco a dare effettivamente il 100% delle mie possibilità senza dover mai strafare e sempre avendo a portata di mano un obiettivo raggiungibile.
La posizione in classifica? Quella non conta, anche se è un po' rovinata da una ultima tappa nella quale i miei avversari diretti hanno corsi come lupi mannari!
Tre giorni di Alsazia "tendente" ad una quattro giorni, comunque. Non tanto per il numero di ore di gara quanto perchè il piccolo gruppo GOK (dimezzato rispetto alle iscrizioni) presente in Francia non si è fatto mancare nulla. Ed infatti già venerdì, dopo un viaggio tutto sommato tranquillo da Milano a Mulhouse, eravamo sul terreno di gara del prologo Sprint...

(foto by Bea Arn o Filippo Pezzati - Scom Mendrisio: un panzottello lanciato a tutta velocità...)

SPRINT
Chi mi conosce sa bene a quale "partito" io appartenga. Se devo scegliere tra il partito "Cascine" ed il partito "Cison", io mi schiero apertamente per uno dei due... Le gare sprint sono, credo, ancora aperte a diverse interpretazioni dal punto di vista della tipologia di offerta sul mercato: mi ricorda un po' l'introduzione del SuperGigante nella Coppa del Mondo di sci, quando ognuno tirava dalla parte più favorevole ed ogni tanto si vedevano autentiche Discese ed ogni tanto dei Giganti veri e propri. Io non mi formalizzo più di tanto: prediligo sicuramente le gare che mi lasciano qualcosa dentro, che voglio ricordare perchè mi hanno offerto un percorso insolito e sul quale associare le mie (poche) doti tecniche alle mie (ancora inferiori) abilità atletiche; quando vado a vedere la classifica di una gara come quella di Cison o di Monghidoro, posso pensare ad una gara spalla a spalla con chi mi ha preceduto in classifica e chi mi ha seguito, e le posizioni in classifica sono definite proprio dal continuo utilizzo di poche nozioni tecniche in un crescendo di fiatone e di debito d'ossigeno. A Cison avrei forse potuto battere il buon amico E. De Angelis (Arco di Carta) se avessi sbagliato meno di lui o fossi stato un po' più deciso o più tonico; ma ho sbagliato qualcosa in più, o sono stato meno deciso o meno tonico, e lui mi ha battuto ed io non posso che rendergli merito: questo è l'orienteering per il quale posso farmi (io, Impiegato Panzottello senza altra pretesa che di arrivare al traguardo) quattro ore di macchina o di treno per una gara di 15... ok, facciamo 30 minuti! Purtroppo, per come l'ho vissuta io, la gara del Parco delle Cascine sarà stata anche il non plus ultra delle gare sprint, ma avrei potuto prendere tutti gli iscritti e chiedere: tu a quanto corri? 5 minuti al km? Io 5 minuti e 1 secondo. La gara è di 3 chilometri... vinci tu di 3 secondi e non ci sono santi che tengano!
Così adesso si è capito a quale partito appartengo... (d'altronde sono anche tesserato svizzero, e la gara dei campionati ticinesi l'hanno fatta nel labirinto cretese di Avegno...)

La sprint del prologo all'Ecomuseo Alsaziano potrà quindi far rizzare i capelli in testa a tante persone: non è certo un percorso da Mondiale ma è un percorso che per i tapascioni di bassa classifica si rivela essere divertente, insolito, intrigante, impegnativo. Percorso nel quale, puntualmente, ho raggiunto al primo punto il concorrente che partiva prima di me di due minuti (ma lui correva come un lupo), poi ne sono rimasto staccato al quinto punto (quando il suo ritmo è diventato insostenibile) e infine l'ho visto arrivare al traguardo dieci minuti dopo di me! Si. La carta associa un piccolo labirinto, nel quale era difficile trovare i pertugi giusti e contemporaneamente evitare i turisti, e poi boschetti, un po' di verdone, paludi a profusione, attraversamenti (io per quattro volte) di un fiumiciattolo tre volte più stretto e con tre volte più acqua di quello di Cison. E poi ancora pezzi ad azimut o su sentiero streeeeeetto, cambi di direzione improvvisi e i cinque sensi tutti all'erta per cogliere il pertugio giusto.
Per quanto mi riguarda, 39 minuti spesi benissimo nella micidiale caldazza alsaziana (31 gradi): un prologo divertentissimo che non vale per nessuna classifica se non quella della passione orientistica.

MIDDLE
La vera Tre giorni comincia alla foresta demaniale di Lauw in una giornata, ancora una volta, caldissima: la scelta di portare la borraccia nel bagaglio è salvifica! Middle... insomma... il terreno ha parecchie curve di livello, parecchio verde (ma i gradi di verde sono tutti da abbassare di un livello: il verde 1 è attraversabile, il verde 2 è un buon 1 ed il verde 3 è ancora affrontabile a prezzo di un minimo di pelle) e soprattutto una marea di lanterne. 22 punti! Ed il tracciatore in parecchie zone piazza tante lanterne a 20 metri l'una dall'altra... vai tu a capire se quella che ti fa l'occhiolino è l'avvallamento o la parte bassa della collina!
Tempo finale di gara: 1 ora e 34 minuti e sono persino soddisfatto di cavarmela con circa 15 minuti di errore. Sono meno soddisfatto quando l'educatissimo Giacomo mi dice che lui in H18 (stesso percorso) ci ha messo 49 minuti :-(
Un punto 6 che mi sembra buttato lì con poco raziocinio (lo cerchiamo tutti ad una trentina di metri, così quando finalmente lo trovo ed esco dal punto in costa, finisco due curve sopra ad un bivio evidentissimo che doveva essere in curva di livello...), tanti esordienti e giovanissimi che finiscono fuori dalla loro carta 1:5.000, e soprattutto una scala (quella 1:5.000) che anélo a più non posso quando mi trovo nella parte più a sud della carta che è un autentico delirio di dettagli all'interno del quale i più sgamati vanno via in gruppetto ed i lupi solitari (come me) si perdono tra mille lanterne e diecimila movimenti impercettibili del terreno! Se tanto mi da tanto, penso, domani per la gara long si viaggia attorno alle 3 ore...

LONG (Pasqua)
12 chilometri sforzo. Non 7.700 metri + 370 come dice la carta. 12 chilometri sforzo. Basta vedere DOVE ci hanno dato la carta e dove sta la svedese! L'obiettivo sarebbe quello di stare sotto le due ore, sarebbe una bella sfida con la mia ombra... la mia tattica è quella di non commettere errori (anche a costo di andare proprio piano), di studiare le tratte lunghe per evitare dislivello inutile e di non andare in disidratazione nonostante la borraccia. I primi punti in salita sono già insidiosi, alla 3 punzono e mi trovo attorno un nugolo di orientisti persi che hanno appena finito di chiedere informazioni ad Adele. Alla 4 il mio tempo di gara è attorno ai 30 minuti: sarebbero 4 x 4 = proprio 16 lanterne e 30 x 4 = proprio 120 minuti, ma ci sono ancora la tratta lunga e quella lunghissima, quindi la mia sfida con l'ombra parte con il piede sbagliato.
Inutile pensarci: occorre sgamellare un po' di chilometri. Faccio bene (giudizio di Giacomo Z.) la 4-5 andando a prendere il prato, e faccio bene (giudizio di Giacomo Z.) anche la 7-8 nella quale evito di scendere fino alla strada ed uscire di carta come insegna Minna... arrivo bene o male a capo della lanterna 10 e, improvvisamente, scopro che se le ultime lanterne mi cascassero addosso sarei ancora in grado di arrivare alle due ore!
Inutile fare pronostici... manca così poco alle due ore di gara... toh! la 11... bene, avanti così che... toh! la 12... ed ecco lì' la 13! Il morale torna a galla, vedo in lontananza la mia "ombra-due-ore" che si avvicina, forse ce la faccio... consumo le ultime gocce di acqua ed arrivo alla 14 in stile laser. Sono veramente sul filo del rasoio adesso, ma se pesco subito anche la 15... 15, 15... dove sei?!? Attacco il punto e finisco lungo, i secondi passano ed il cronometro attacca l'ora e 58. Non posso mollare adesso!

Improvvisamente vedo il punto di attacco, capisco che la lanterna è due curve sopra di me. E poi LA VEDO... la lanterna? NO, L'OMBRA!!! Ma non è l'ombra. E' una ragazza della D20Elite che esce dal punto! Ed all'improvviso quella povera inconsapevole ragazza diventa il mio "bersaglio". Ho fatto tutto bene in gara e mi faccio battere agli ultimi metri? NO! Corro in salita (SI! Corro in salita!) verso la 15 e mi precipito verso la 100 che sta ancora nel bosco e non è immediata da trovare, guadagno qualche metro in discesa e vedo quella ragazza che punta alla zona di arrivo per risalire le fettucce lungo la via più sicura... ancora un metro guadagnato, poi un altro. La 100 sta in un inghiottitoio ai piedi di una roccia... punzona lei, punzono io... esco dall'inghiottitoio spingendo persino con le unghie sulla terra. Ora la discesa, l'ombra è lì, a portata di mano... spingo ancora. Curva a sinistra, io stringo la corsa... contatto! COLLISIONE! Passo davanti io e la mia ombra (che si chiede chi sia questo ossesso) cerca di ripassarmi a destra. Ultima curva a sinistra... nuovo contatto! NUOVA COLLISIONE! E' il remake di Digione '79... punzoniamo il finish insieme, stretta di mano ed io filo allo scarico si-card. Non mi frega niente, non guardo l'orologio, voglio solo sapere... 1 ora o due ore. Il tempo: 1 ora, 57 minuti... 57 minuti??? Ma come sarebbe??? Ebbene si, avevo fatto partire il cronometro (ed ho fatto poi tutto 'sto cinema) al cancello del "meno due minuti"...
In ogni caso è sufficiente per me per mettere in saccoccia una gara largamente positiva. Sono talmente contento di me (con due ore di gara? SI!) che non sono nemmeno stanco. Anche se la mia compagna di volata mi guarda come se fossi matto...

(foto by Alessandro Manzoni - "Giacomo... devi fare come me!!! 10 minuti al kmsf e vedrai come ti diverti!!!"

MIDDLE (Lunedì dell'Angelo)

Ultimo giorno di gare. Ancora middle, ancora un gran caldo. Sono altre 22 lanterne e questa volta si gareggia al TannenWald, un bosco a 2 km circa in linea d'aria dal centro di Mulhouse su una carta che mi dicono essere quella di allenamento per gli orientisti alsaziani. Come a Lauw, il bosco è una specie di Brinzio o di Golasecca (e non sono il solo a dirlo) con i verdi sempre un pelo più attraversabili di quanto dica la carta.
Gli organizzatori della caccia non ripetono le prodezze di due anni fa ma... insomma... al mio stesso minuto parte il secondo della H18, ovvero l'inseguitore di Giacomo. Lui prende la descrizione punti "H18-H40" e si ferma in mezzo ai piedi, io dico "excusez-moi" e prendo la stessa descrizione... e comincia una specie di gioco a rimpiattino, con lui che evidentemente cura me in partenza ed io che al bip-bip-biiiip comincio a cincischiare (tanto la svedese è lontana) e cammino quel poco che basta per lasciare che sia lui a portarmi sulla 1 e sulla 2.
Le prime lanterne sono un continuo incrocio con Michela Conti, anche lei in caccia nella D40. SOlo i percorsi a lunga gittata arrivano al bordo sud-est della carta e a quel punto la salita è bella che finita. Qualche punto a sfruttare i sentieri o ad usarli come punto di arresto, poi si comincia a scendere. I trenini del francesi si formano e scoppiano attorno a me (ma tutti purtroppo corrono più di me e quello che guadagno in zona punto lo perdo con gli interessi lungo la tratta). Al punto spettacolo la gara è praticamente finita perchè le ultime lanterne sono in comune con tante categorie; cerco di godermi le ultime tratte facendo persino un po' a botte con la vegetazione (ad un certo punto nel verde 2 esclamo uno "spacco tutto!" cui manca solo il "per Toutatis" che fa tanto Obelix...) ed il finale è ancora un lungo sprint con e tra chiunque arrivi insieme nel gruppetto che entra nel piccolo stadio di Mulhouse.
Il risultato finale dell'ultima tappa è soddisfacente per me: 1 ora e 13 minuti, ma la classifica è un po' penalizzante... ma chissenefrega! Ho potuto anche oggi stare sul mio personale 100% dell'impegno, trovare i punti quando dovevo e far girare le gambine quando potevo. Gli amici, non tutti purtroppo perchè qualcuno è rimasto a Milano, sono lì sul campo: il Primiero, la Besanese, il FitMonza, Adele e Stefano.

L'Alsazia è in saccoccia. La decisione presa tanti mesi fa, quell'H40 con tanti punti interrogativi, si è mostrata la scelta migliore possibile.
Non è stata l'ultima decisione già presa in questo 2011... speriamo che le prossime si mostrino ugualmente azzeccate! Alsazia felix, da ripetere.

Monday, April 18, 2011

Due giorni di viaggi, di gare, di lanterne pulite e di strambate belle e buone, di piccole interviste, di calcoli a mente e di live aggiornatissimi, di immagini e di colori. E una sensazione: quella di aver fatto parte di un gruppo unito e pieno di buona volontà, di sorrisi e di impegno. Due anni sono passati dalla mia "prima" con l'Orienteering Miane '87, l'Orienteering Prealpi e l'Orienteering Tarzo (citati in solo ordine alfabetico). Moriago della Battaglia e Tarzo-Resera lasciano il posto a Cison di Valmarino e Passo San Boldo. E ancora una volta come due anni fa, la sensazione di aver affidato quel tesoro personale che è il mio tempo libero ad un gruppo che ha fatto di tutto per
dare valore ad un fine settimana trascorso lontano da casa ma non per questo lontano dagli affetti e dalle cose che amo fare di più.
Dalle 7.45 di sabato mattina alle 21.30 di domenica sera. Poco dormire, molta automobile.
Tornanti, gallerie, cremagliere (si... io ho preso la cremagliera, grazie Pedro per avermi pagato il biglietto!), campane che suonano alle 19 di sera durante la premiazione ed alle 6 del mattino durante gli ultimi minuti di sonno. Prosecco (durante la premiazione) e the caldo dopo la gara di Passo San Boldo. La voce che va e viene il sabato e che misteriosamente torna la domenica.
Ernesto Rampado che mi indica il lutto portato sul pettorale, per la scomparsa dell'amico Anton Koessler che tante volte avevo incontrato nel bosco e che per Attilio era ormai un compagno di avventure. Damiano ed Ivano Bettega che scappano subito dopo la gara di domenica a trovare in ospedale a Padova il loro fratellino Fabiano, la mascotte dell'orienteering italiano, che non ha potuto "ronzare" inarrestabile attorno alla postazione speaker e so io quanto mi è mancata la sua presenza (ti stiamo aspettando, Fabiano! torna presto!).

Immagini salvate nel mio Picasa personale... sabato... chiudo gli occhi e vedo, chissà perchè?, l'immagine di Carlo Rigoni che corre su un binario o su una rotaia, non una stilla di energia sprecata a sbracciare o a mettere i piedi per terra se non nel modo più perfetto possibile, una corsa da filmare ed insegnare ai ragazzi perchè con quello stile si guadagnano due minuti netti al chilometro sforzo. Chissà se Anna Caglio ha già imparato quello stile: prima gara in W20 e quando il calcolo a mente mi dà il risultato... no, non può avere quei minuti di vantaggio in una gara sprint junior... Stefano! Rifai i calcoli! Ed invece i calcoli sono giusti e lo saranno fino all'ultimo, con Ivano B. che accanto a me aspetta il risultato finale delle mie elucubrazioni e ad un certo punto non vuole più né guardare né sentire finché la medaglia d'oro non è ufficiale.
E diventano ufficiali anche le medaglie di Gaia Sebastiani che vuole fare come Fabian Hertner: punzona la 100, parte, si ferma, torna indietro, punzona di nuovo... ed io che ho davanti il tempo che trascorre non posso fare il count-down perchè Gaia merita quella medaglia d'oro, ma anche Eleonora e Linda che con il loro tempo le sono praticamente addosso potrebbero tornare a casa con quella medaglia... avranno modo di rifarsi e di gareggiare ancora una volta spalla a spalla.
E infine Michela, che uccide gara e suspence con un arrivo senza sforzo apparente, totalmente in controllo della situazione anche se va 3 volte più veloce di me; e per ultimo Alessio che si tira via dalle spalle quella "scimmia", quella cabala che lo vedeva MAI vincente in una gara nella quale ero stato impegnato come speaker... ma in questo 2011 c'è stato spazio anche per sfatare questa maledizione anche se (per il momento) è stato solo un passaggio sulle spalle del buon Emiliano!
Come? La mia gara? Spettacolare... come sempre. Non fosse che arrivo in partenza con la concentrazione a zero e la paura di non arrivare in tempo al traguardo; concentrazione a zero vuol dire che affronto la 1 lungo il sentiero alto e solo a metà strada capisco che dovrò fare una discesa in corda doppia per arrivare sul punto (7'25"... e Tenani era a metà strada!). Sbaglio anche la 5 perchè mi aspetto un edificio con un tetto e non uno spazio vuoto tra 4 mura diroccate, e anche la 7 "eh! ho ciapà a destra come un co&lione!"... magico Tone, sono con te anche quando sbagliamo una scelta banale come quella! Alla 10 mi aspetto un ponte dove non esiste nulla, e vedendo la 50 sull'altra riva del torrente decido di mettere i piedi a bagno almeno una volta... no! due volte, perchè devo tornare indetro per la 11... no! tre volte, perchè dopo la 14 taglio dritto verso il punto successivo. "35 minuti, conoscendoti" disse Roland Pin prima della partenza. 35'14", disse Mr. Cronometro che evidentemente lo aveva sentito (oppure Roland è Elite anche quanto a pronostici...).

Domenica. Immagini da Passo San Boldo. C'è sempre lui, sempre Carlo Rigoni... dove cacchio sta quella rotaia su cui naviga anche oggi senza sforzo apparente? Mi rifiuto persino di commentare con tono enfatico, ci penseranno da par loro il bardo Dario Stefani "è passato Rigoni e ho sentito il BANG! supersonico" e Dario Pedrotti "32 minuti? Ha tagliato!", ma questo lo disse anche Frizzera su Stefano Maddalena... e capisco che scegliere tra Rigoni e Maddalena è come dover scegliere tra Claudia Schiffer e Heidi Klum, tra Larry Bird e Magic Johnson, tra Bobby Fisher e Garry Kasparov... ah! posso scegliere?!? Allora scelgo Marirosa Hechich! Perchè anche lei mette a dura prova le mie certezze matematiche: non ho ancora finito di calcolare il tempo di Claudia Bertoldi, sicuramente vincente... come no?... che la mamma di Marco ed Andrea mette assieme una "cosa" tra le lanterne di Passo San Boldo che non so nemmeno come definire (e le primavere di Marirosa non le dico ma son lì da guardare ed allibire), forse l'unico aggettivo è "Anuchkiniana": perchè tra i maschietti prima arriva Corradini e dà 7 minuti a tutti, poi arriva Oleg e dà 7 minuti a Corradini. E lo speaker, CHE E' STATO NEL BOSCO, è lì dietro al microfono e non sa più se sta dando i tempi o i numeri, e si domanda COME DIAVOLO FANNO?!? perchè i verdi, il labirinto del terrore con 3 o 4 o 5 lanterne, le salite e le discese (soprattutto le prime) c'erano anche per Marirosa e Oleg, e non avevano spianato tutto dopo il mio passaggio!
Come? La mia gara? Entusiasmante... come al solito. Il campanile mi tira giù dal letto alle 6.
Colazione in solitaria, vestizione e taping. Janos "Alonso" Manarin arriva in modalità svizzera alle 7.00... se la Ferrari la danno a lui anziché a Felipe Massa, Vettel trova pane per i suoi denti, almeno sulla salita di Passo San Boldo! Alle 7.25 vado, fiero del fatto mio, verso la partenza. Alle 7.26 capisco che ci sono meno di 5 gradi e torno a mettermi la termica ed i guanti (li ho tolti... i guanti!... tra la 0 e la 1). 7.55: sono in partenza con tutti i ragazzi dell'organizzazione pronti ad accogliermi. 8.02: parto. 8.03: scelta alta scellerata... se vi capita di trovare nel bosco qualcuno che sta uscendo dal punto e vi aiuta così a trovarlo, beh... io per fortuna ogni tanto trovo i posatori all'opera. Mi salvo grazie a non si dice chi ma per il rotto della cuffia alla 1, prima di un bellissimo tratto fino alla 4. Alla 5, scelta di altissimo livello e di pari idiozia: avessi almeno seguito quel sentiero... invece faccio tutta la traversata su una costa spalmata di sapone, cadendo a valle almeno 20 volte. Ma la 5, anche senza telo, è facile da trovare. Non così la 6 nel verdino che attacco 3 volte prima di trovare il paletto metallico ficcato tra le ramaglie fitte. Bene 7, 9 e 10... ah! c'è anche la 8? Mumble mumble... per fortuna, come dicevo, ci sono in giro i posatori (io sono corto 20 metri e praticamente perso nei giallini rocciosi). Sono così fuso che penso che 11 e 12 siano sulla stessa curva di livello. No caro! Ce ne sono 5, e in salita! Per fortuna che il punto si vede bene anche da lontano! E la 13? Vabbé, il Signore dei Ciuchi mi ci porta per mano fino a due metri... la mia dignità (e la dignità dell'orienteering) mi impone per una volta di non urlare "Si, sono un orientista" visto che impiego 81 minuti per finire una gara che qualcuno (sempre lui!) terminerà in molto meno della metà...

Tante immagini. Tanti ricordi. Basterebbero per una stagione intera, ma sono un ragazzo fortunato: tra molto meno di una intera settimana, infatti, si va in scena di nuovo!!!!!

Wednesday, April 13, 2011



Di solito non faccio il copia%incolla di notizie sul mio diario (soprattutto se sono "in fase di redazione", ma faccio una eccezione per questa come la avevo fatta per la precedente che salutava la medaglia di bronzo di Gian a Venezia al Campionato Italiano di Maratona. http://www.fiso.it/04_notizie/dettaglio.asp?id=4599


Non mi chiamo certo Stefano Baldini, ma un grosso IN BOCCA AL LUPO all'amico Giancarlo Simion lo faccio anche io.


Nella speranza che un giorno, guardando quel rito irrinunciabile che è la maratona olimpica (la gara delle gare delle gare... quella che ha creato tutte le altre), possa scoprire di fare il tifo non solo per un corrodire italiano ma addirittura per un ragazzo cui sono stato al fianco nei parterre di gara, cui ho commentato qualche arrivo (uno per tutti quello del Campionato Italiano Sprint di Pergine) e che non mi ha mai negato un saluto, un sorriso ed una piccola intervista.

(chissà se magari un giorno, per un'altra intervista, dovrò fare la fila o farmi annunciare dal manager... ma gli auguro anche questo).


E poi mi bullerò con gli amici dicendo: "Sapete che un giorno al Campionato Trentino alla Maranza con la mia presenza gli ho praticamente indicato dove stava il punto, perchè l'avevo trovato prima di lui?"


IN BOCCA AL LUPO, GIAN! Qualunque cosa tu decida di fare, io ti sarò sempre riconoscente per l'impegno che hai dedicato al bosco! Ad majora!

(credits) la foto è di Roberto Moretti, che spero perdonerà l'utilizzo ulteriore di quell'immagine da parte mia, così come deve ancora digerire una certa cosa che ho detto al microfono... :-)

Monday, April 11, 2011

Questi sono i viaggi dell'astronave Stegal-prise, durante la sua missione ventennale diretta all'esplorazione di strani e nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di orienteering e di nuove civiltà. Fino ad arrivare là dove nessun tracciatore avrebbe mai pensato di posare una lanterna...

Diario di bordo del Capitano Stegal. Data astrale 20110411.

Prima di aggiungere una pagina al mio diario, è solo doveroso da parte mia ringraziare chi ha aggiunto un commento ai due o tre post precedenti e chi, in questi ultimi due giorni, mi ha detto di persona alcune parole che ho apprezzato tantissimo.

Anticipo il finale, spiegando che in questo momento NON sto leggendo i commenti anche se c’è qualcuno che mi aggiorna costantemente, mi dice chi scrive e mi dice cosa scrive. Dopo aver ricevuto settimana scorsa delle mail veramente brutte, di reazione ho scritto quello che pensavo; poi sono stato male, fisicamente, per alcuni commenti. Sono tornato a casa dall’ufficio in lacrime, sconvolto. Sono stato male il giorno successivo e non ho potuto lavorare.

Mentre Marco G., via sms, mi aggiornava sui commenti che seguivano e sul fatto che stava succedendo un po’ di tutto, ho deciso che per qualche tempo ancora non sarei andato a leggere quei commenti. Mi scuso quindi con chi ha impiegato parte del suo tempo per collegarsi al blog, scrivere qualcosa; non ho ancora potuto ringraziare nessuno personalmente ma, come scritto sopra, so chi ha lasciato una firma e so cosa ha scritto.

Sugli anonimi... mi scuso anche con loro. Ho colto alcuni segnali circa il fatto che il mio comportamento, sia sui campi di gara che fuori, può far pensare che io abbia qualche potere e che non lo stia usando a beneficio di tutti, o qualche privilegio che non merito (non ho poteri, e credo che l’unico privilegio sia quello di correre le gare all’alba quando mi viene proposto di fare lo speaker). Forse chi scrive sotto anonimato o mi manda mail da caselle inesistenti (o che vogliono far pensare che il mittente sia un altro!, e questo è davvero brutto) pensa che io sia un bruto sanguinario che non vede l’ora di vendicarsi... e che l’anonimato sia anche una forma di protezione.

Posso dire solo due cose. La prima è: ho smesso di giocare a pallacanestro e di fare male da 19 anni. La seconda è: grazie a tutti. Avrò presto l’occasione di abbracciare tante persone. Ci vediamo prestissimo!

Quanta strada nei miei sandali? Quanta ne avrà fatta Bartali... E quanta ne avrò fatta io durante il week-end candidato ad essere il più caldo dell’anno?

Milano (Gratosoglio) – Alzate Brianza – Monticello Brianza - Milano (Gratosoglio) – Mezzago - Milano (Gratosoglio) – Bollate - Milano (Gratosoglio).

Google Maps dive 252 km in 5 ore e 23 minuti, ma ho il sospetto che bari...

1) sabato mattina. Tre ore sotto il rabattone del sole con il buon Luigi Penati a “suggerire” (poiché non sono tracciatore e non ho titoli!) alcune possibili posature per la gara di trail-O che andrà in scena giovedì 14 aprile per i GSS regionali. Tre ore durante le quali, per la gioia di Luigi, mi sono trasformato in un Satana sadico, nel Dottor Mabuse, nella Susi dei quesiti della Settimana Enigmistica (ma il maglione a rigone nere sarebbe stato improponibile nell’afa dei 30 gradi)... Tre ore durante le quali Luigi ha adattato la carta alle mie peripezie mentali (anche lui le ha chiamate in un altro modo...), contando passi sommando passi sottraendo passi, mettendo lanterne al lato sud-est dell’oggetto più a nord-ovest con linea di visuale da zenit a nadir e chi più ne ha più ne metta. Alla fine, ero fuso!

(la carta con il tracciato, ovviamente, comparirà solo dopo la gara, per la gioia e temo le risate degli amici trail-oisti veri)

2) sabato pomeriggio. Trasferimento a Monticello Brianza per partecipare (e ci sono sempre 30 gradi) alla promozionale della Polisportiva Besanese. Spettacolo al banco di iscrizione dove hanno fatto la fila almeno un centinaio di esordienti totali che vanno a rimpinguare le fila di coloro i quali, grazie alla “corazzata lombarda bianco-rossa”, conoscono ed hanno praticato l’orienteering. Un buon allenamento, sui tracciati di Jacopo Benini e l’impianto cartografico di Remo Madella. Unico rammarico da parte mia: ero completamente svuotato di energie, diciamo pure disidratato. Il che mi ha provocato una “cotta” micidiale sulla altrettanto micidiale salitazza 7-8-9-10 (Jacopo, me la pagherai!). Purtroppo il paese si chiama “Monticello” e non “Pianuricello”...

Ma arriviamo al clou della giornata! Finisco la prova, veramente stanco, e mi fermo qualche minuto accanto all’arrivo che è a pochi metri dalla partenza. E qui sento una voce che dice: “Ancora qualche metro, raggiungevo anche il grasso...”. Mi guardo attorno e capisco che stanno parlando di me. “IL GRASSO” SONO IO!!! Ho continuato a compiangermi con gli amici per tutto il pomeriggio, durante la serata di sabato ed anche la domenica mattina e pomeriggio. E non mi è ancora passata. Non so se ri-incontrerò il fellone, ma lo aspetto nel bosco!

3) domenica mattina. Mezzago, gara promozionale made by FitMonza valida per il Trofeo Centri Storici Lombardi. Metto qui sul blog la cartina in bianco e nero perchè c’è un chiaro “riproduzione riservata” sulla carta di gara e non vorrei combinare altri guai.

A Mezzago avevo già corso l’anno scorso, papà Grassi infatti ricordava bene un mio commento “il paese andrebbe benissimo per una gara di trail-O”; così sui due piedi vorrei dire che mi sono piaciuti un po’ di più i tracciati dell’anno scorso, erano un po’ più labirintici e che sfruttavano di più il piccolo parchetto nella parte nord della carta dove infatti qualcuno si era perso...

Ma, almeno a me, va benissimo così. Anche questa gara ha avuto il pregio di portare tantissimi ragazzi del posto a cimentarsi con cartina e bussola... secondo me, oltre a sostenere per quanto possiamo chi si cimenta ad alto e altissimo livello, occorre andare avanti anche su questa strada perchè (sempre secondo la mia modesta opinione) se mai un giorno l’orienteering si imporrà come sport in Italia non sarà durante la mia generazione, e neanche durante quella dopo o dopo ancora. Probabilmente sarà la generazione di coloro che muovono ora i primi passi in cartina...

4) ... e a proposito di “primi passi”, domenica pomeriggio è stato il momento per salutare come si deve l’arrivo di ... chissà???... alcuni nuovi orientisti. Se vorranno esserlo. E se non lo vorranno, non ho dubbi che saranno degli ottimi sportivi, perchè i rispettivi genitori lo sono stati e lo sono ancora, e buon sangue non mente. Auguri ai genitori di Dario e Caterina! Ed auguri anche a Dario e Caterina, che non sanno ancora il pericolo che corrono... un domani potrebbero vedere papà e mamma proporre loro il fatidico “ma non vorresti anche tu provare a venire nel bosco con noi?”.

Thursday, April 07, 2011



Le mie fonti dicono... Gernot Kerschbaumer!!! (vedi commenti al post...)

Rapperswil, agosto 2003.

Oltre 400 atleti provenenti da 41 nazioni si affrontano nei Campionati Mondiali di orienteering. Il 6 agosto è una giornata caldissima, si corre ad oltre 35 gradi di temperatura su un percorso dalla lunghezza teorica di quasi 17 chilometri e con un dislivello complessivo superiore ai 500 metri. Al termine della prova, dopo 1 ora e 46 minuti di corsa allo spasimo, si laurea nuovo campione del mondo lo svizzero Thomas Buehrer. A colpire l’interesse dei media è la prima la dichiarazione del neo campione del mondo: “Il segreto per vincere? Correre i 10.000 metri come un olimpionico e giocare a scacchi come un maestro”. Ce n’è abbastanza per andare a conoscerlo da vicino!

Prima due parole sull’orienteering o corsa di orientamento: si tratta di una prova di corsa su terreno vario in cui i partecipanti, con l’ausilio di una carta topografica molto dettagliata e di una bussola, devono raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile e con scelte di percorso autonome, passando da una serie di punti di controllo detti “lanterne”. Il percorso tra un punto e l’altro viene scelto da ciascun concorrente in base alla conformazione del terreno e alle proprie capacità tecniche ed atletiche.

Non si tratta di uno “sport estremo” né di una disciplina sconosciuta: basti sapere che sono previsti percorsi anche per i bambini sotto i 10 anni o per gli adulti sopra i 65 anni (in Svezia addirittura è prevista una categoria per gli over 90!); sempre in Svezia, il maggiore evento sportivo nazionale è costituito dall’Oringen, una manifestazione di 1 settimana alla quale partecipano oltre 15.000 atleti da tutto il mondo, mentre i Italia si sono raggiunti i 3000 partecipanti alla “5 giorni dei Forti 2002”.

D: Thomas, quale è il tuo circolo scacchistico? Quali sono stati i tuoi risultati recenti?

R: Faccio parte del club di scacchi Dottingen-Klingnau, un circolo in un piccolo paese a nord di Zurigo. Abbiamo una squadra nella terza categoria del campionato svizzero a squadre; siamo sempre vicini alla promozione in seconda categoria ma non siamo mai riusciti nell’intento. A causa di un serio infortunio che mi ha impedito di allenarmi e gareggiare, durante l’inverno e la primavera scorsa ho giocato 6 tornei in fila. Grazie all’allenamento scacchistico e alla continua partecipazione a tornei ho migliorato il mio livello passo dopo passo. Nell’ultimo torneo, lo Zurichsee-Plaza Open, ho realizzato 4 punti su 7 con una performance di 2092 punti, che è molto più alta del mio attuale ELO svizzero di 1893.

D: tu sei campione del mondo nell’orienteering e un buon giocatore di scacchi. Hanno qualcosa in comune lo sforzo mentale e la concentrazione richiesta nelle due discipline?

R: in entrambi gli sport è necessaria una buona forza di immaginazione. Nell’orienteering occorre immaginare il terreno basandosi sulla lettura della mappa, negli scacchi occorre anticipare la posizione per molte mosse in avanti. In entrambi i casi un calo di concentrazione può essere fatale, quindi occorre tenere sotto controllo il livello di concentrazione, ed anche le emozioni. Anche la fatica fisica influenza le performance: nell’orienteering occorre stare alla soglia della velocità limite alla quale il cervello smette di lavorare bene, negli scacchi la stanchezza dopo 5 ore di gioco diventa un fattore cruciale. Infine occorre saper prendere decisioni intuitive, senza che si possa avere abbastanza tempo per calcolare tutte le eventualità.

D: ci sono somiglianze nell’impostazione di una strategia?

R: La strategia è più importante negli scacchi. Anche nella corsa, però, si prendono decisioni strategiche: all’inizio della gara occorre scegliere la corretta velocità di corsa ed immedesimarsi nella lettura della mappa per capire le particolarità del terreno. Ma se parliamo delle abilità necessarie per spostarsi da un punto A ad un punto B della mappa il più velocemente possibile, penso che queste abilità coinvolgano più la sfera tattica che quella strategica.

D: pensi che un allenamento fisico possa aiutare un giocatore di scacchi? E un “allenamento mentale” possa giovare in uno sport fisico?

R: Ho già citato il fattore stanchezza dopo molte ore di gioco. Penso quindi che un allenamento fisico anche modesto possa aiutare a mantenere la concentrazione in queste fasi. Certo, anche l’orienteering può essere un buon allenamento per uno scacchista con molte ambizioni, perché offre la possibilità di allenare contemporaneamente il cervello. In tutti gli sport fisici è prevista una fase di “allenamento psicologico”: nell’orienteering è un elemento importante come la corsa o la lettura della mappa.

D: come si svolge la tua giornata tipo?

R: Durante la fase di massimo allenamento pratico attività fisica due volte al giorno. Quando lavoravo come assistente all’università mi allenavo al mattino e alla sera, quindi potevo giocare a scacchi solo alla sede del club, dopo l’allenamento serale. Nell’ultimo anno e mezzo sono diventato un corridore professionista. Questo mi da la possibilità di giocare a scacchi sia prima che tra i due allenamenti.

D: suggeriresti ad un giovane di provare a cimentarsi, con allenamenti o con la partecipazione a competizioni, sia negli scacchi che in un altro sport?

R: Se un giovane mostra non solo un interesse, ma una reale passione per gli scacchi e l’orienteering, gli suggerisco di investire quanto più tempo possibile in queste discipline: otterrà risultati molto buoni concentrandosi sulle cose che ama maggiormente. Naturalmente un giovane che preferisce una disciplina intellettuale farà bene a non trascurare una pratica sportiva, e vale anche il viceversa.

D: c’è qualcosa nel mondo scacchistico che vorresti vedere nell’orienteering, e viceversa?

R: Il professionismo è ben accettato negli scacchi ma non ancora nell’orienteering. Mi piacerebbe vedere che gli orientisti al top delle classifiche mondiali potessero vivere con i guadagni di gare e sponsorizzazioni. Credo che gli scacchi guadagnerebbero ancora più interesse nel mondo extra-scacchistico se ci fosse un solo campione del mondo.

D: chi è il tuo giocatore di scacchi preferito?

R: non sono ancora così bravo da aver sviluppato un favore verso lo stile di questo o quel giocatore. Mi piacciono i giocatori che commentano le loro partite in modo comprensibile ed umoristico, perché mi danno la possibilità di capire ed apprezzare il loro gioco.

D: ultima domanda. Cambieresti la tua medaglia d’oro a Rapperswil con il titolo di campione del mondo di scacchi?

R: Si. Immediatamente. In questo modo all’età di 35 anni non sarei di fronte alla fine della mia carriera sportiva


Stefano Galletti - Intervista inverno 2003-2004 per "L'Italia Scacchistica"
(la foto è stata scattata ai Campionati Europei agosto 2004 a Roskilde)

Wednesday, April 06, 2011

Avviso ai naviganti.

Gli ultimi commenti al blog dopo il mio racconto dell'avventura di OltreBrenta mi hanno aperto gli occhi su una realtà che altrimenti non avrei percepito, realtà che è testimoniata da fatti ben acclarati... mica aria fritta:
1) la mia posizione in lista base parla della trecentovensiseiesima con ben 21,62 punti nel 2011. Il che è un bel precipitare dopo anni nei quali ero arrivato alla duecentosettantesima (con 30,70 punti) nel 2010, la duecentocinquantatreesima (con 33,54 punti) nel 2009, addirittura la centonovantottesima (con 38,16) nel 2008, e poi 278esimo con 26,88 nel 2007, per finirla qui con tutti gli anni fino al 2003 nei quali ho bazzicato costantemente le posizioni a ridosso della 270esima. E' evidente, quindi, che i miei giudizi su una gara possono essere oggettivi solo se si parla della temperatura (ma solo se è stata accertata da MeteoTrentino), dei chilometri di distanza da casa mia (certificati però da adeguata strumentazione di bordo) o del prezzo del panino al formaggio consumato alla cucina da campo (solo il prezzo, per carità, perchè non sono un fine gourmet e non mi azzarderei mai a dare una valutazione sulla bontà o meno del prodotto consumato).

2) ancora più evidente il fatto che, come comprovato qui
http://www.fiso.it/01_federazione/04_tesserati/tesserato_altro.asp?tessera=LB1964
io in questi 20 anni non ho maturato né una carica tecnica, né ricoperto ruoli Fiso (nemmeno regionali) né cambiato squadre per poter valutare al meglio quanto offre il panorama orientistico italiano; non sono un tracciatore, un maestro, un istruttore, un quadro tecnico, un nulla di nulla per poter spendere parole su qualsivoglia questione.

3) il mio palmares di orientista, anzi... che cosa dico... di "persona che si presenta in un posto dove ci sono atleti intenti a praticare l'orienteering, e che paga un prezzo di iscrizione per poter avere una cartina e andare nel bosco" (gli orientisti sono altri), mi ha visto in questi 20 anni vittorioso esclusivamente in promozionali di bassa lega, organizzate probabilmente al solo scopo di farmi fare bella figura (certo che... vuol dire che a Roskilde in H35 dovevano essere morti tutti, come pure in quelle 3 o 4 occasioni al TMO ticinese). Io stesso ho sempre dichiarato che Marco Giovannini avrebbe vinto il titolo regionale a staffetta con chiunque dei presenti dei primi 7 team classificati, ed in fondo io sono più celebre per aver dato il posto ad Andrea ed Oscar in due staffette M35 vincenti ai nazionali, che per aver vinto qualcosa io stesso (qualcuno può pensare che se avessi corso io le cose sarebbero andate nello stesso modo?).

Per questi motivi, nonché per altri che mi vengono sollecitati da chi mi scrive mail private minacciose (per questo non mi stanco mai di ringraziare chi sul blog mette nomi o cognomi, anche se non è del mio stesso parere, come Stefano Zonato, o Andrea Visioli, o "Edo" che forse ho identificato... se non altro per aver rischiato un frontale con lui poco prima del punto spettacolo), ho deciso di cambiare alcuni passaggi del post precedente.

In particolare ecco i cambi:
"le news dal campo di gara parlano di un terreno impegnativo ed orientistico e lento" diventa "le news dal campo di gara parlano di un terreno impegnativo ed lento"... d'altronde cosa ne capisco io di orientistico.
e
"soprattutto se le gare continueranno ad essere (ed io lo spero ardentemente) tecnicamente interessanti come quella disegnata da Andrea Cipriani a OltreBrenta" diventa "soprattutto se le gare continueranno a piacere al sottoscritto come quella disegnata da Andrea Cipriani a OltreBrenta".
Spero che nessuno se la prenda per il "piacere al sottoscritto"...

Capitolo a parte per il pezzo uscito sul sito Fiso.
Quello non lo posso cambiare, ma lo potete chiedere all'Addetto Stampa Pietro Illarietti. Non sono più redattore del sito Fiso, i pezzi mi vengono chiesti man mano direttamente sul campo di gara; la prossima volta dirò di rivolgersi a qualcun altro (ma se poi non esce nulla non lamentatevi con me).
Come pure non posso cambiare i "3 consigli per i Master" che saranno pubblicati o sono già stati pubblicati su Azimut: prendete etichetta e pennarello e cancellate pure. Anticipo obiezioni e critiche: mi spiace di aver irrimediabilmente rovinato il vostro periodico preferito con affermazioni a vanvera dette da chi evidentemente ha la testa altrove

Per il futuro mi asterrò da commenti inutili e superflui che tendono a farmi apparire al pubblico come "depositario delle conoscenze" (citazione mail ricevuta alle 13.15) quando invece è ormai chiaro a tutti che sono solo un "cialtrone" (citazione mail ricevuta alle 11.18), "montato" (citazione mail ricevuta alle 13.15) e "dannoso" (citazione mail ricevuta alle 12.38).

Saluti a tutti
Un Impiegato Panzottello, fiero di esserlo.

Monday, April 04, 2011


(prosegue dal dì precedente... che mi dicono essere un po' mistico ed onirico)


E fu sera e fu mattino. Quello del secondo giorno della Due giorni della Valsugana di Coppa Italia.

Dicono che il buongiorno si vede dal mattino... e se è davvero così, oggi potrebbe succedermi di tutto. L'ultimo sogno, quello interrotto dalla sveglia di Attilio, mi vede in gara all'ultima tappa dell'Oringen, una ultima tappa che per qualche motivo termina nello spiazzo del parco giochi di Tavon... e quando arrivo al traguardo stanno sbaraccando tutto ed i miei compagni del GOK mi aspettano sbuffando perchè è tardi!

Ma è mattino, il mattino del secondo giorno... questo l'ho già detto!


Ed è un mattino che arriva, finalmente, dopo una cena passabile (pizza, ma l'ultimo pasto precedente risaliva a giovedì sera), una notte di sonno (agitato ma era sonno) ed una colazione potente e rigenerante. Il cielo volge al meglio, le previsioni sono buone, le news dal campo di gara parlano di un terreno impegnativo e lento. Poiché lento, tanto lento, lo sono già di mio, avrò la possibilità di fare orientamento come piace a me; e magari se non farò sfracelli ci saranno alla fine uno o due split da metà classifica (visto che i migliori tirano per vincere e conseguentemente rischiano...). Ma soprattutto sarà un altro capitolo della mia personale saga "Smonta tutto quello che credi di aver imparato in questi 18 anni e riassemblalo". Si, oggi a OltreBrenta non ce la si cava con il buon vecchio "Vado là e poi capirò cosa fare"! Oggi bisogna stare in carta con le orecchie dritte e gli occhi bene aperti.


Il mio minuto di partenza sarebbe il 51, a metà griglia con la prospettiva ben certa che i top di gamma mi passino sulle orecchie (ed una altrettanto alta probabilità di essere sorpassato senza nemmeno vederli durante qualche mia libera escursione nelle zone meno panoramiche e più infrattate della carta di OltreBrenta). Ma la comunità degli speaker necessita di un contributo di un'oretta anche da parte del sottoscritto; mi calo quindi nelle vesti dell'uomo dietro al microfono e trascorro così qualche minuto lieto (per me) e meno lieto (per chi deve ascoltare i miei neuro-deliri); tra le chicche di giornata, i saluti a tutti coloro che passavano a portata di sguardo... con vari commenti ori-gossippari (cambi di società e chi-sta-con-chi), di ori-politica futura, di ori-storia passata. I primi passaggi al punto spettacolo mi consentono di sparare nomi a caso alla Sergio Tavcar primissima maniera, tanto sono ancora tutti o quasi mezzi-addormentati! (probabilmente c'è chi si è sentito tirare in ballo per un passaggio molto veloce ed atletico, mentre invece era ancora sul telo a farsi il taping...). Si capisce subito che l'aria sta cambiando quando arriva finalmente Andrea Rinaldi, ed il suo primo commento "siamo su un conoide simile a quello di Marter, i tempi di percorrenza saranno...ecc.ecc" fa capire la differenza che passa tra uno preparato ed un altro mezzo fumato (quest'ultimo sarebbe il neuro-delirante I.P.).


Andrea arriva a sostituirmi (ovazione dei presenti) al minuto 53, io mi cambio e mi avvio in partenza dove ormai la griglia M35 si è conclusa. Niente passaggi sulle orecchie, quindi. Il Warm-up mi consente di capire che il bosco è ruvido ed instabile, e che la velocità di percorrenza sarà veramente bassa! Non bisogna sbagliare nemmeno un pelo, oggi, ma il passeggio (non il passaggio, proprio il passeggio o passeggìo) in salita non sarà troppo penalizzante su un risultato finale che mi vedrà unicamente lottare, come di consueto, contro la mia ombra. Non oso stimare alcun tempo finale, visto il terreno, ma alla fine io e Sharon (il nome della mia ombra) andremo a contare i punti fatti bene e quelli fatti male e sarà da quell'analisi che uscirà il voto finale.


Risultato finale, allora: P.M.!!!

Come P.M.? Sono in classifica, quelli P.M. sono i vari amici che si sono dimenticati o hanno saltato (in M40...) il penultimo punto! Come sarebbe a dire P.M.?

Vado a spiegare.


Sono partito tranquillo, e dopo un primo punto fatto benino ho subito patito la prima buca nel verde di cui si parla anche altrove (cfr. il blog di Andrea Segatta). Rimbalzo però bene sui punti del primo loop e con la compagnia (non cercata né da me né da lei) di Lucia Ferrarini piombo sul punto spettacolo cercando di avere una parvenza di atleta serio... anche se Andrea Rinaldi ha già "chiuso" la classifica M35 attribuendo la vittoria a Simone Grassi (primo shock! che fine ha fatto super-Carlo?) davanti a Rigoni (secondo shock! che cavolo mi aspetta nel secondo loop???).


Il secondo loop parte con una bella tirata di trasferimento nella quale cerco istintivamente di aumentare la velocità... ed infatti dopo una buona lanterna 10 (sesto tempo! solo 17 secondi dietro a Rigoni ma davanti a Stefani e Bellotto... ecco perchè quando poi qualcuno mi ha detto "hai visto gli struzzi?" ho risposto "quali struzzi?"!) pago le conseguenze della mia superbia: per la 11, infatti, tengo bene la curva di livello fino ad un verdino che mi invita a scendere un po' troppo. Quando mi affaccio al di là di un dosso e vedo una lanterna 4 curve più in basso che potrebbe essere la mia, stacco il cervello e mi ci precipito... orrore! Non è la mia lanterna ma una evidente depressione nelle quali convergono tante categorie. Non ci vuole molto per capire che, anziché guardare in basso, avrei dovuto guardare in alto e risalire le due curve perse nell'aggiramento del verdino... sto forse buttando via una prova discreta per essere tornato indietro negli anni, quando mi precipitavo su tutti i punti bianco-arancioni dei dintorni???


La risalita in quota è penosa e brucia buona parte delle riserve fisiche, ed anche di quelle mentali. Infatti commetto un altro errore fatale: mentalmente "timbro" il punto sbagliato come 11, e quando arrivo alla lanterna 11 la "timbro" mentalmente come 12. Infatti guardo la carta e imposto la tratta successiva avendo come obiettivo non il 12esimo ma il 13esimo punto, che è ben più lontano!


Prima botta di fortuna: la vera 12 sta praticamente in mezzo tra la 11, dove mi trovo, e la 13.

Seconda botta di fortuna: vado piano ma praticamente riesco a stare proprio sotto la linea rossa 11-(12)-13 che è in effetti quasi rettilinea.

Terza botta di fortuna: quando la stanchezza mi fa stravedere, e sto cercando di convincermi che il micro-movimento che ho appena superato è il grosso dosso che sta davanti alla 13 (perchè nel frattempo è saltato anche il concetto di valutazione delle distanze e sono tornato all'"autoconvinciamoci che quel che c'è attorno a me è perfettamente indicato in carta"...), vedo una lanterna a 1 metro da me, tanto vicina che ne scorgo distintamente il codice: 58.

Quarta ed ultima botta di fortuna: provo a guardare la mia sequenza dei punti, almanaccando che potrei essere caduto non sulla 13 ma sulla vicina 14 (!?!?! sono in totale cortocircuito...) e solo per caso mi accorgo, risalendo la lista dei codici, che la 58 è effettivamente uno dei miei punti ma è il 12esimo della sequenza!


Segue attimo di smarrimento, poi sbotto in un "ma guarda te che culo!"... proprio mentre un concorrente master arriva sul punto dall'alto, e lo scambio di battute che segue è chiaro un sintomo del fatto che costui sta pensando che la battuta fosse rivolta a lui!!!


P.M. o non P.M.? Essere o non essere? In pratica mi sono salvato di pura fortuna. E' certo che avrei raggiunto comunque (con qualche ulteriore confusione sulle distanze) il punto 13 e mai e poi mai mi sarei fermato a controllare la posizione del 12esimo, e mi sarei beccato una brutta P.M. allo scarico sicard.

P.M., dunque, nella mia personale sfida con Sharon...


Nel finale, a risalire la corrente degli Elite partiti nel frattempo (Tavernaro è come Gulliver... salta praticamente da un dosso al successivo) cerco di rimettermi in sesto e mi godo ancora gli ultimi punti di una bella gara. La classifica finale riporterà i vincitori e gli sconfitti, i P.M. veri e quelli presunti, ma non intendo dedicare nemmeno una parola al fatto che mi trovo in una posizione persino inusuale in questo 2011.


Tenere attaccato il cervello e non commettere idiozie come quella al punto 11 sarà uno degli argomenti segnati con l'evidenziatore al prossimo briefing, soprattutto se le gare continueranno a piacere al sottoscritto come quella disegnata da Andrea Cipriani a OltreBrenta.

Saturday, April 02, 2011

Il primo pensiero è che sono morto. Tutto attorno a me lo conferma. NOn ho più fiato, non riesco a connettere. Persino la vecchia ernia ha deciso di farsi viva di nuovo... E poi quello che intravedo, sono inginocchiato a terra e vedo solo dei calzari liturgici... si, sono decisamente al cospetto del Good Lord, pronto a rispondere alla lunga (oh se è lunga!) lista di peccati che dovrò scontare.

Che strano... essere sopravvissuto alle O.Marathon, alla notturna di Sassofortino, alle Brughiere Nord e Sud, persino ad una rissa con Vlade Divac... Doveva proprio essere il mio destino quello di esalare l'ultimo respiro alla notturna di Torcegno, tracciata da Matteo Sandri in modo per nulla simile a quella dell'anno scorso a Sassofortino (che avevo giudicato molto pericolosa come gara di contorno!).


Adesso il mio sguardo sale ad abbracciare i calzari ed una specie di tunica... poi si allarga a comprendere un volto da eterno bambino incorniciato dalla classica barbetta incolta con cui lo vediamo nelle immagini all'oratorio... Impiego un paio di secondi per capire che chi mi sta di fronte è Dario Pedrotti in persona, che non sono ancora al di là anche se i dolori sono veri ed il respiro tarda ad arrivare. Dario Pedrotti che non era schierato alla mia sinistra al via di Torcegno, dove c'era invece Marco Giovannini shock-atamente (per me) in divisa Erebus.

Avevo persino pensato che Dario volesse, come Stefano Zarfati in MB, partire con più calma un paio di minuti più tardi per andare a rimontare tutto il gruppone lungo le farfalle del percorso made-by-Matteo.


In un solo paio di secondi monta invece in me un po' di vergogna per quel che ho fatto, o meglio che non ho fatto, in questa notturna: non ho dato nulla, ho esaurito la benzina prima di metà percorso (laddove ero peraltro già ultimo anche se ancora a contatto visivo con Davide Spagnoli), ho patito la salita il piano e la discesa di un percorso disegnato per essere fatto dagli Elite in notturna, e che io stavo facendo comunque alle luci della sera che ancora rendevano certe lanterne visibili da lontano nei prati attorno a Torcegno. C'è poco da giustificare ed attribuire alle fatiche della settimana di lavoro, alla categoria ancora una volta scelta per fare fatica (e cercare di scontare un po' quella lunga lista di cui sopra... perchè il Good Lord coi calzari giusti ancora mi aspetta), mentre nelle categorie regionali B e talvolta C corrono persino nomi coi punti Elite!


Mi dispiace un po' per chi mi ha incitato prima e durante la gara, al passaggio dal primo centro della farfalla (al secondo passaggio c'erano solo gli ultimi ritardatari che si apprestavano verso il campo sportivo ed al terzo passaggio al piazzetta di Torcegno era completamente deserta).

Mi dispiace un po' di più per Matteo, il cui impegno di tracciatore meritava da parte mia un po' più di benzina in corpo da spendere; spero che ci sarà una prossima occasione per correre su un tracciato di Matteo (ma ho detto "correre", non pedalare!).


Per il momento, che cali un velo pietoso sulla mia gara di questo sabato pomeriggio. E' tempo di dormire...